Angiografia: cos’è e quando farla

da | Ott 29, 2018 | Esami, Sanità Integrativa | 0 commenti

L’angiografia è un esame radiologico, effettuato tramite iniezione di un mezzo di contrasto, finalizzato all’analisi del sistema di vascolarizzazione, ovvero i vasi sanguigni del nostro corpo.

Essendo un esame diagnostico, l’obiettivo di un’angiografia è sviluppare una diagnosi o verificare l’andamento della patologia e del trattamento medico a cui il paziente si è sottoposto.

Nello specifico, con un’angiografia si può:

  1. verificare il decorso del sangue nei vasi sanguigni e individuare eventuali occlusioni;
  2. analizzare il deflusso di sangue all’interno di un organo, oggetto dell’indagine medica da effettuare;
  3. controllare il punto di partenza di un’emorragia, in modo da intervenire sul vaso sanguigno che l’ha provocata e chiuderlo;
  4. studiare la vascolarizzazione dei tumori, in oncologia.

Il ruolo centrale del sistema vascolare rende l’angiografia un esame diagnostico trasversale, utilizzato in cardiologia, in nefrologia, in oncologia e in chirurgia generale.

Va detto, comunque, che oggigiorno si tende a preferire alternative non invasive, mediante ecoDoppler, TAC e risonanza magnetica.

Come si effettua un’angiografia

L’angiografia è un esame radiologico, quindi effettuato tramite l’impiego di radiazioni ionizzanti. Per effettuare l’esame, però, è necessaria l’introduzione, all’interno del sistema vascolare, di un liquido di contrasto, visibile attraverso i raggi X.

Questo liquido viene iniettato tramite un piccolo catetere, solitamente praticando una piccola incisione all’altezza dell’inguine.

Ecco perché si procede con un’anestesia locale, per evitare dolore al paziente e operare in maggiore sicurezza.

L’anestesia rende necessario digiunare nelle 8 ore che lo precedono, rimuovere smalto e gioielli, svuotare la vescica. L’infermiere provvederà a depilare la parte interessata dall’incisione per l’inserimento del catetere.

Al termine dell’esame, che può durare dai 30 minuti alle due ore, è necessario trattenere il paziente per alcune ore – in alcuni casi si prevede il ricovero per una notte – in modo da verificare alcuni controlli di routine.

Angiografia: è un esame doloroso?

Quando si viene a conoscenza del fatto che l’angiografia richiede l’inserimento di un catetere tramite un’incisione, è naturale preoccuparsi del possibile dolore provocato dall’esame.

In realtà, grazie all’anestesia locale – e solo raramente generale – l’angiografia non è affatto dolorosa.

Si avverte, questo sì, un fastidio nelle ore successive all’esame, svanito l’effetto dell’anestesia, ma sopportabile.

In ogni caso, si tratta di una ferita, seppur minima, che viene subito medicata, per questo si consiglia il riposo e l’immobilità per qualche ora.

Angiografia: rischi e complicanze

Come ogni esame medico, anche l’angiografia comporta dei rischi, anche se minimi e molto rari, connessi principalmente all’inserimento e alla successiva estrazione del catetere tramite il quale si inietta il liquido di contrasto e al liquido di contrasto stesso.

Quest’ultimo, infatti, può danneggiare i reni o provocare una reazione allergica, così come può accadere con l’anestesia.

Per questa ragione, è necessario informare tempestivamente il radiologo di eventuali patologie renali o allergie a farmaci e/o allergie alimentari.  

Angiografia: chi non può effettuarla

Essendo un esame radiologico, che prevede, di conseguenza, l’utilizzo di radiazioni ionizzanti, non tutti possono effettuare questo esame.

In particolare, le donne in gravidanza, che devono evitare del tutto o ridurre al minimo indispensabile l’esposizione alle radiazioni.

Laddove fosse necessario sottoporsi ad un esame dei vasi sanguigni in gravidanza, si consiglia la cosiddetta AngioRM, ovvero una particolare tipologia di risonanza magnetica.

Angiografia Diagnostica e Angiografia Interventistica

Abbiamo visto che l’angiografia, analizzando il sistema vascolare, trova applicazioni in vari campi, dalla cardiologia all’oncologia, passando per la nefrologia.

In linea generale, però, possiamo dividere questo esame in due categorie:

  1. Angiografia Diagnostica;
  2. Angiografia Interventistica.

Vediamo insieme in cosa consistono.

Angiografia Diagnostica

Come suggerisce il nome, in questo caso l’esame angiografico ha una valenza diagnostica, ovvero consente di analizzare il sistema vascolare evidenziando eventuali alterazioni, occlusioni, emorragie.

Individuando il problema, il medico potrà elaborare una diagnosi e stabilire il trattamento da prescrivere al paziente.

Angiografia Interventistica

L’angiografia Interventistica rappresenta, oggi, l’applicazione più interessante di questo esame, visto che in ambito diagnostico si tende a preferire altre soluzioni, come l’AngioTC o l’AngioRM.

Dopo aver effettuato una diagnosi e individuato il problema, si può utilizzare l’angiografia per effettuare interventi mirati, trattamenti endovascolari finalizzati alla risoluzione della patologia.

Conclusioni

Se sei iscritto al Fondo FASDA, puoi richiedere la copertura delle spese sostenute per sottoporti ad un esame angiografico.

Trovi l’elenco delle prestazioni extraospedaliere coperte dal Piano sanitario consultando la sezione “Prestazioni e Accertamenti di Alta Specializzazione”.

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