“L’inquinamento atmosferico sta danneggiando la salute umana e gli ecosistemi. Larghe fasce della popolazione non vivono in un ambiente sano, in base alle norme attuali. Per imboccare un cammino sostenibile, l’Europa dovrà essere ambiziosa e andare oltre la legislazione attuale.”
Queste le parole di Hans Bruyninckx, direttore esecutivo dell’AEA, l’Agenzia Europea dell’Ambiente che ha recentemente pubblicato un rapporto sullo stato dell’inquinamento atmosferico e della qualità dell’aria nell’UE a 28 Stati.
Osservati speciali sono il particolato (PM 10 e PM 2.5), il biossido di azoto (NO2) e l’ozono troposferico (O3), attualmente considerati i tre inquinanti che in maniera più significativa incidono sulla salute umana, provocando danni all’apparato respiratorio e, nei casi più gravi, il decesso.
I dati riportati nel rapporto AEA sono, purtroppo, sconfortanti per l’Italia, nonostante un miglioramento rispetto al 2015.
Indice dei contenuti
Inquinamento dell’aria in Italia: i dati AEA
Secondo le rilevazioni compiute dall’AEA, l’Italia risulta essere il Paese con il valore più alto di decessi prematuri per biossido di azoto, ozono e il secondo per il particolato fine PM2,5.
Vediamo insieme le tabelle messe a disposizione dall’Agenzia Europea dell’Ambiente (le trovi qui).
Questa tabella mostra la percentuale di abitanti italiani esposti a livelli di inquinamento atmosferico superiori agli standard Europei.
Come si può notare, nel 2016 si è registrato un bel miglioramento rispetto all’anno precedente, mai il trend positivo pare essersi arrestato e invertito nel 2017, che vede aumenti considerevoli soprattutto per quanto riguarda l’Ozono (O3) e i PM2.5, ovvero le polveri sottili.
Decessi prematuri a causa dell’inquinamento atmosferico
Come accennato all’inizio dell’articolo, l’inquinamento atmosferico ha effetti devastanti sulla nostra salute, provocando numerosi decessi prematuri.
Per decessi prematuri s’intende la morte di un soggetto prima del raggiungimento dell’età media attesa e, quasi sempre si tratta di cause prevenibili, se individuate ed eliminate o ridotte in tempo utile.
Nella tabella che segue si indica il numero di decessi prematuri attribuibili, in Italia, ad un eccesso di PM 2.5, NO2 e O3 nell’aria, nell’anno 2016.
Si tratta di un totale di circa 76 mila decessi all’anno, un numero enorme, che richiede sforzi importanti per ridurre le cause che determinano queste morti premature, quindi le emissioni inquinanti nell’atmosfera.
Il problema risulta molto più grave nelle aree urbane e nelle zone limitrofe agli impianti industriali del Nord Italia, ma a preoccupare sono anche i dati alquanto sconfortanti relativi alle aree agricole, in particolare nella Pianura Padana, dove i limiti dell’UE vengono costantemente superati.