Come prevenire o riconoscere una perdita dell’udito (o ipoacusia)

da | Gen 4, 2021 | Otorinolaringoiatria, Sanità Integrativa | 0 commenti

La perdita dell’udito è un fenomeno molto più diffuso di quanto si pensi. Secondo le stime dell’Amplifon, ad esempio, circa il 15% della popolazione mondiale sperimenta problemi a sentire correttamente. 

Questo non vuol dire, quindi, che il 15% della popolazione mondiale è sorda, ma che soffre di un qualche tipo di disturbo uditivo, più o meno marcato. 

In effetti, l’espressione perdita dell’udito può causare un po’ di confusione, ecco perché sarebbe più corretto parlare di ipoacusia

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità sono circa 360 milioni le persone nel mondo che soffrono di ipoacusia invalidante.

Approfondiamo insieme l’argomento e cerchiamo di capire cos’è l’ipoacusia, come riconoscere e prevenire la perdita dell’udito

Cos’è l’ipoacusia

Sapevi che circa una persona su tre, oltre i 65 anni di età, ha problemi di ipoacusia? Insomma il 30% della popolazione over 65 sperimenta una perdita dell’udito, a dimostrazione di quanto sia diffusa questa condizione. 

L’ipoacusia è una patologia che può colpire un solo orecchio o entrambi e provoca un progressivo abbassamento dell’udito, fino ad una perdita totale. 

Essendo una patologia molto diffusa, come abbiamo visto, e particolarmente rilevante nella popolazione anziana, l’ipoacusia è riconosciuta come “handicap sociale”, in quanto influisce in modo molto serio sulla qualità della vita di chi ne è affetto. 

Ipoacusia lieve, media, grave, profonda e totale

Come accennato prima, l’ipoacusia è una patologia che provoca una progressiva perdita dell’udito, che può avere differenti gradualità. 

Infatti, l’ipoacusia può essere: 

  1. lieve, con perdita tra 20 e 40 decibel. In questi casi il soggetto riesce a percepire il tono della voce quando è normale;
  2. media, con perdita tra 41 e 70 decibel. Si percepisce il tono quando è alto;
  3. grave, con perdita tra 71 e 90 decibel. Si percepisce il tono solo quando è alto e vicino all’orecchio;
  4. profonda, con perdita uguale o superiore ai 95 decibel. In questi casi il tono non è affatto percepito;
  5. totale, con perdita superiore a 121 decibel. Per avere un riferimento, 120 decibel è il suono della sirena di una ambulanza. 

È bene ricordare che i suoni che superano i 100 db possono danneggiare l’udito. 

Ipoacusia Trasmissiva, Neurosensoriale, Mista, Centrale

Da un punto di vista clinico l’ipoacusia si divide in 4 forme, che indichiamo di seguito

Eccole: 

  • ipoacusia trasmissiva: l’ipoacusia trasmissiva è causata da problemi che riguardano l’orecchio esterno o quello medio, tali da interferire con la trasmissione dei suoni. Il suono non è condotto in modo adeguato dall’orecchio esterno a quello interno, molto spesso a causa di una ostruzione. Ad esempio, potrebbe essere provocata da un tappo di cerume o da un’infezione;
  • ipoacusia neurosensoriale: è il termine con cui si descrivono i problemi legati all’orecchio interno, alla coclea, al nervo acustico o alle vie uditive. Si tratta della più comune causa di perdita totale dell’udito, e si manifesta in particolare come conseguenza dell’invecchiamento o di un trauma subito;
  • mista: come suggerisce il termine, si tratta di una forma di ipoacusia in parte trasmissiva e in parte neurosensoriale, quindi causata da danni sia all’orecchio esterno, medio o interno;
  • ipoacusia centrale: consiste in una perdita dell’udito legata al malfunzionamento delle vie centrali di trasmissione e smistamento dei segnali nervosi.

Il 90% di tutte le ipoacusie è di tipo neurosensoriale. 

Come prevenire una perdita dell’udito

La perdita dell’udito può essere causata da molteplici fattori, alcuni neonatali, altri legati invece a infezioni e traumi subiti. 

Ad esempio, un operaio adibito all’impiego di un martello pneumatico rischia di subire danni all’udito in misura maggiore rispetto ad altri soggetti. 

Questo vuol dire che non sempre è possibile prevenire una ipoacusia, ma in alcuni casi sì. 

Ecco i consigli forniti dall’Amplifon per una corretta prevenzione

  • non infilare nulla nelle orecchie, compresi i cotton fioc, solitamente impiegati per la pulizia, ma impropriamente. Essi, infatti, possono irritare il condotto uditivo e spingere il cerume ancora di più verso l’interno da dove è più difficile rimuoverlo;
  • pulire a fondo le orecchie utilizzando poco sapone, e asciugando correttamente;
  • non tenere mai le orecchie immerse nella vasca da bagno, perché i batteri di altre parti del corpo potrebbero altrimenti penetrare nel condotto uditivo e causare un’infezione;
  • utilizzare sempre i tappi quando ci si trova in un ambiente rumoroso o polveroso.

Vediamo, ora, come riconoscere una possibile perdita dell’udito, o ipoacusia. 

Come riconoscere una perdita dell’udito (o ipoacusia)

Purtroppo i soggetti affetti da perdita dell’udito sono sempre gli ultimi a rendersene conto, per questo motivo ricoprono un ruolo fondamentale i familiari e gli amici, che potrebbero notare una difficoltà nel percepire il tono di una conversazione, o i suono provenienti dalla televisione. 

In effetti, l’ipoacusia colpisce quasi sempre in modo graduale, impedendo a chi ne soffre di notare la differenza. Se l’udito si abbassa un po’ alla volta, si finisce in qualche modo per abituarsi, rendendo molto difficile una auto-diagnosi precoce. 

Quindi, quello che si può fare è cercare di fare attenzione ad alcuni piccoli segnali. 

Ad esempio, se durante una conversazione a tavola con i propri familiari o amici ci si ritrova a dover chiedere spesso di ripetere ciò che è stato detto, quello potrebbe essere un campanello d’allarme. 

Oppure, ci si accorge di dover alzare il volume della tv perché si ha difficoltà a sentire. 

Con il passare del tempo, però, questa perdita dell’udito provoca un isolamento da parte di chi ne soffre, con conseguenze sociali e umorali anche molto gravi. Come accennato prima, infatti, l’ipoacusia è considerata come una forma di handicap sociale, da non sottovalutare

È molto importante lasciarsi aiutare dalle persone care e rivolgersi a un medico specialista per sottoporsi a tutti gli accertamenti del caso. 

ATTENZIONE:
Le informazioni qui riportate hanno carattere divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportati sono assunte in piena autonomia decisionale e a loro rischio.

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