Determinate categorie professionali, come ad esempio i lavoratori dei servizi ambientali, devono prestare molta attenzione al cosiddetto rischio biologico.
Lo stesso vale per le imprese, che devono garantire ai propri dipendenti e collaboratori di operare in piena sicurezza, fornendo loro i DPI (dispositivi di protezione individuale) adeguati e previsti dalle norme vigenti.
Approfondiamo insieme l’argomento.
Definizione di rischio biologico
Se volessimo rispondere, in modo semplice e inequivocabile, alla domanda “cosa vuol dire rischio biologico”, potremmo utilizzare la seguente definizione:
“Il rischio biologico in ambiente di lavoro si identifica con la determinazione del rischio di esposizione ad agenti biologici e con la conseguente strategia di prevenzione che richiede specifiche misure di protezione.”
Il riferimento di legge da prendere in esame, in relazione al tema del rischio biologico, è il D.Lgs. 81/08, altrimenti noto come Testo Unico sulla Salute e Sicurezza sul lavoro, nello specifico il Titolo X: Esposizione ad Agenti Biologici.
Indice dei contenuti
Testo Unico sulla Salute e Sicurezza sul lavoro: articoli 267 e 268
Il D.Lgs. 81/08, all’interno del Titolo X prima menzionato, troviamo due articoli, l’articolo 267 e il 268, contenenti rispettivamente tre definizioni e un sistema di classificazione degli agenti biologici.
L’art. 267 riporta le seguenti definizioni:
- agente biologico: qualsiasi microrganismo, anche se geneticamente modificato, coltura cellulare ed endoparassita umano che potrebbe provocare infezioni, allergie o intossicazioni;
- microrganismo: qualsiasi entità microbiologica, cellulare o meno, in grado di riprodursi o trasferire materiale genetico;
- coltura cellulare: il risultato della crescita in vitro di cellule derivate da organismi pluricellulari.
Come accennato, l’articolo 268 invece riporta un sistema di classificazione degli agenti biologici:
- agente biologico del gruppo 1: presenta poche probabilità di causare malattie in soggetti umani;
- agente biologico del gruppo 2: può causare malattie in soggetti umani e costituire un rischio per i lavoratori; è poco probabile che si propaghi nella comunità; sono di norma disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche;
- agente biologico del gruppo 3: può causare malattie gravi in soggetti umani e costituisce un serio rischio per i lavoratori; l’agente biologico può propagarsi nella comunità, ma di norma sono disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche;
- agente biologico del gruppo 4: può provocare malattie gravi in soggetti umani e costituisce un serio rischio per i lavoratori e può presentare un elevato rischio.
Valutazione del rischio biologico
Il datore di lavoro, per le mansioni soggette, deve provvedere alla cosiddetta “valutazione del rischio biologico”.
Regolamentata dall’articolo 271 del Testo Unico, la valutazione del rischio deve contenere tutte le informazioni disponibili relative alle caratteristiche dell’agente biologico e delle modalità lavorative, nello specifico:
- classificazione degli agenti biologici;
- malattie che possono essere contratte;
- possibili effetti allergici e tossici;
- eventuale patologia della quale è affetto un lavoratore.
In relazione ai rischi accertati, dovrà adottare tutte le misure protettive e preventive necessarie, impegnandosi a modificarle qualora dovessero variare le condizioni di lavoro.
Quali sono queste misure? Vediamolo insieme.
Misure da adottare per prevenire il rischio biologico
I lavoratori devono essere messi nelle migliori condizioni possibili, al fine di svolgere le mansioni richieste garantendone salute e incolumità.
Per questo, il Testo Unico fornisce alcune misure da adottare:
- evitare, laddove possibile, l’impiego di agenti biologici nocivi;
- limitare al minimo i lavoratori esposti, o potenzialmente esposti;
- progettare in modo adeguato i processi lavorativi, anche attraverso l’uso di dispositivi di sicurezza dedicati;
- adottare misure di protezione collettive e individuali;
- adottare misure igieniche per prevenire e ridurre al minimo la propagazione accidentale di un agente biologico fuori dal luogo di lavoro;
- esporre il segnale di rischio biologico e altri segnali di avvertimento appropriati;
- definire procedure di emergenza per affrontare gli incidenti;
- verificare la presenza di agenti biologici sul luogo di lavoro;
- predisporre i mezzi necessari per la raccolta, l’immagazzinamento e lo smaltimento dei rifiuti in condizioni di sicurezza;
- stabilire procedure per la manipolazione e il trasporto in condizioni di sicurezza di agenti biologici all’interno e all’esterno del luogo di lavoro;
- fornire ai lavoratori servizi sanitari adeguati, provvisti di docce con acqua calda e fredda, nonché, se necessario, di lavaggi oculari e antisettici per la pelle;
- fornire ai lavoratori indumenti protettivi od altri indumenti idonei, da riporre in posti separati dagli abiti civili;
- assicurarsi che i dispositivi di protezione individuale, se non mono uso, siano controllati, disinfettati e puliti dopo ogni utilizzazione;
- assicurarsi che gli indumenti di lavoro e protettivi potenzialmente contaminati vengano tolti quando il lavoratore lascia la zona di lavoro, conservati separatamente dagli altri indumenti, disinfettati, puliti e, se necessario, distrutti.
Formazione adeguata
Proteggere i lavoratori dall’esposizione ad agenti biologici potenzialmente nocivi per la salute non vuol dire solo creare ambienti di lavoro sicuri e fornire loro tutto il necessario.
Il processo di sicurezza, infatti, parte molto prima e comprende anche una essenziale e non trascurabile fase di formazione on the job.
I lavoratori esposti o potenzialmente esposti, senza nessuna eccezione, devono seguire percorsi di formazione per acquisire tutte le informazioni e le nozioni necessarie relative alla sicurezza sul lavoro e sul rischio biologico.
In questo modo, potranno essere in grado di utilizzare correttamente i DPI, riconoscere gli agenti biologici, conoscere tutte le procedure e le misure preventive da adottare.
Un lavoratore consapevole rappresenta un valore aggiunto alla sicurezza aziendale.