I Fondi di assistenza sanitaria integrativa, come il Fondo FASDA, si inseriscono all’interno di un quadro generale molto complesso, quello della sanità, che si evolve costantemente.

Si rende necessario, quindi, uno sforzo formativo e informativo, per rendere i cittadini ed i lavoratori edotti, consapevoli dell’esistenza e del ruolo che ricoprono i fondi sanitari nel nostro Paese.

A tal proposito, abbiamo deciso di intervistare la Dott.ssa Claudia Di Serio, Responsabile Commerciale e Sviluppo Welfare UniSalute S.p.A., con la quale abbiamo affrontato alcuni degli aspetti fondamentali della questione.

Qual è il ruolo dei Fondi Sanitari nello sviluppo del cosiddetto “secondo pilastro socio-sanitario”?

È ormai evidente che l’incremento del fabbisogno assistenziale e della spesa conseguente non può essere affrontato solo con politiche di razionalizzazione e di contenimento dei costi ma, per garantire la sostenibilità finanziaria dell’intero sistema dell’assistenza pubblica, risulta necessario ripensare il sistema dell’offerta e di reperimento delle risorse e favorire lo sviluppo di forme di finanziamento aggiuntive/integrative rispetto a quelle pubbliche quali i Fondi sanitari integrativi.

I Fondi Sanitari Nazionali – legati al mondo del lavoro – rappresentano oggi una risposta essenziale e indispensabile per garantire:

  1. prestazioni sanitarie integrative al SSN non comprese nei livelli essenziali di assistenza;
  2. prestazioni sanitarie erogate dal SSN per la quota a carico dell’assistito;
  3. prestazioni socio-sanitarie quali quelle dedicate alla gestione della non autosufficienza.

Il sistema dei fondi integrativi, in stretta sinergia con le parti sociali, il sistema assicurativo e le istituzioni possono rappresentare un utile strumento per collegare due grandi settori, quello sanitario, ed il complesso mondo del socio-sanitario, che comprende la non autosufficienza e le disabilità per permettere a tutti cittadini di poter usufruire della più ampia offerta di prestazioni mediche a costi contenuti.

Il SSN nazionale è in grosse difficoltà e non è in grado di garantire prestazioni per la non autosufficienza in modo adeguato. Cosa dobbiamo aspettarci nel prossimo futuro?

L’Italia è un paese che invecchia, e dal punto di vista degli interventi pubblici queste modifiche della struttura demografica italiana comporteranno un grande sforzo economico per il Paese.

Gli anziani non autosufficienti passeranno dai 2,5 milioni attuali, ai 3,5 milioni nel 2030 e si stima che la spesa per gli anziani sottoposti a cure di lungo periodo sia attualmente pari all’1,7% del PIL, ma nel 2050 potrebbe arrivare al 4%.

Secondo le ultime stime della ragioneria generale dello Stato, la spesa pubblica e privata per la non autosufficienza si aggira intorno ai 40 miliardi di euro.

Dal punto di vista dell’assistenza privata, occorre considerare:

  • l’assistenza da parte di caregiver familiari, cioè di persone che forniscono aiuto a un familiare. Sono principalmente i figli e il coniuge ad occuparsi dei propri cari non autosufficienti rispettivamente nel 25% e nel 19% dei casi;
  • il fenomeno delle assistenti familiari, cioè le badanti: si stima che in Italia ci siano oltre 880.000 assistenti familiari registrate all’INPS (+84,7% rispetto al 2006);
  • i servizi di assistenza e di natura finanziaria che sono disponibili nel settore privato per complementare (o sostituire) la cura agli anziani non autosufficienti. Si tratta di servizi out-of-pocket, pagati esclusivamente da anziani e famiglie.

Spesso tuttavia l’offerta di tali servizi sia pubblici che privati non riesce a coprire le reali esigenze di domanda in continua crescita e pone delle esigenze di riflessione per una maggiore sinergia e collaborazione tra pubblico e privato.

Quanto è importante per i Fondi Sanitari la destinazione di maggiori risorse alle prestazioni di non autosufficienza?

Si tratta di un aspetto molto importante perché la non autosufficienza è un problema che sarà sempre più attuale, visto il progressivo invecchiamento della popolazione e la conseguente necessità di integrare i servizi offerti dal Servizio Sanitario Nazionale.

I Fondi sanitari permettono di offrire a un’ampia parte della popolazione, sia per i lavoratori, sia sempre più per i familiari, strumenti di tutela che altrimenti non sarebbero possibili.

Accanto alle coperture più tradizionali, diventa importante lo sviluppo di forme di assistenza che rispondano ai bisogni emergenti, come la non autosufficienza, per garantire un sostegno concreto ai lavoratori e alle loro famiglie.

Il Fondo FASDA ha scelto di garantire ai propri iscritti, attraverso UniSalute, la copertura per la non autosufficienza.

Il Piano sanitario prevede, infatti, per un massimo di 4 anni dall’attivazione della copertura, l’erogazione di prestazioni sanitarie e/o socio-sanitarie attraverso la rete di strutture sanitarie convenzionate UniSalute e, in caso di permanenza in RSA, il rimborso delle spese sostenute.

In base allo stato di salute dell’Iscritto, UniSalute, attraverso i propri medici e Case Manager redigerà un Piano Assistenziale Individualizzato con il percorso terapeutico più indicato.

Le prestazioni potranno essere eseguite sia al domicilio dell’Iscritto, sia presso le strutture sanitarie convenzionate UniSalute.

Se a seguito dell’esaurimento della somma massima a disposizione, alcune prestazioni rimarranno a carico dell’Iscritto, il Piano sanitario prevede la possibilità di usufruire delle tariffe scontate UniSalute.

Si tratta di un modello di gestione della non autosufficienza unico sul mercato, che offre all’assistito e alla propria famiglia la massima tutela sanitaria e socio assistenziale anche a domicilio.

Conclusioni

Nel rinnovare i nostri più sentiti ringraziamenti alla dott.ssa Claudia Di Serio di UniSalute per le interessanti informazioni e gli spunti forniti in questa intervista, ti ricordiamo che se sei un lavoratore operante nel settore dei servizi ambientali – ad esempio un operatore ecologico hai diritto ad usufruire delle prestazioni garantite dal Piano Sanitario del Fondo FASDA

Se hai bisogno di maggiori informazioni, non esitare a contattarci.