Gli operatori dei servizi ambientali sono esposti a diversi rischi nello svolgimento delle proprie mansioni, come il rischio biologico o le ustioni gravi, lievi e/o moderate.
In effetti, anche se siamo soliti attribuire alle ustioni una causa legata alle fiamme o al calore, esse possono essere provocate anche da sostanze chimiche – pensiamo, ad esempio, ad un detergente, un disinfettante, o prodotti simili – così come dalle radiazioni.
Certo, sono molto più frequenti le ustioni gravi causate da un incendio, o da scottature, ma il rischio è esteso anche ad altre fattispecie, che non vanno sottovalutate, in particolare sui luoghi di lavoro, ma non solo.
Infatti, come sottolinea il Ministero della Salute in un documento dedicato al progetto “PR.I.U.S. PRevenzione degli Incidenti da Ustione in età Scolastica”,
“l’1% di tutte le morti in età pediatrica è dovuto a ustioni. In particolare i bambini, soprattutto da 0 a 4 anni sono, insieme agli ultrasessantacinquenni, i più esposti al rischio di incidente domestico, sia perché trascorrono più tempo in casa, sia perché le acquisizioni motorie in questa fase della vita precedono la capacità di riconoscere ed evitare le potenziali situazioni a rischio.”
Com’è noto, le ustioni non sono tutte uguali, quindi vediamo insieme cosa sono, come vengono classificate, come affrontarle e cosa fare in caso di ustione grave.
Indice dei contenuti
Cosa sono le ustioni?
Un’ustione è una lesione della pelle o di altri tessuti organici causata principalmente dal calore o da radiazioni, radioattività, elettricità, attrito o contatto con sostanze chimiche.
Le ustioni termiche, ovvero quelle causate dal calore, si verificano quando alcune o tutte le cellule della pelle o di altri tessuti vengono distrutte da liquidi caldi (scottature), solidi caldi (ustioni da contatto), o fiamme.
Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, si stima che ogni anno circa 180.000 decessi siano causati da ustioni, la stragrande maggioranza dei quali nei paesi a basso e medio reddito.
Le ustioni non mortali si verificano principalmente in casa e sul posto di lavoro, e possono portare a diverse patologie, lunghi ricoveri, disabilità e deturpamenti.
Ma soprattutto, come ricorda l’OMS, le ustioni sono prevenibili, ad esempio attraverso protocolli di sicurezza sui luoghi di lavoro, la fornitura dei dpi adeguati e la formazione.
Classificazione delle ustione: profondità ed estensione
Le ustioni vengono classificate secondo uno standard ormai ampiamente diffuso e accettato dalla comunità medico-scientifica, e prevede essenzialmente due grandi suddivisioni.
La prima, molto nota, è quella in ustioni di primo, secondo e terzo grado; ma cosa vuol dire?
Con questa classificazione si fa riferimento alla profondità dell’ustione, nello specifico:
- ustioni di primo grado: anche denominate ustioni superficiali, sono quelle meno profonde, che interessano quindi solo lo strato esterno della pelle, l’epidermide;
- ustioni di secondo grado: note anche come ustioni a spessore parziale, vanno più in profondità rispetto alle precedenti, interessando lo strato sottostante l’epidermide, ovvero il derma. A loro volta vengono suddivise in superficiali e profonde, a seconda di quanto in profondità danneggiano il derma;
- ustioni di terzo grado: chiamate anche ustioni a tutto spessore, sono quelle che interessano tutti i tre strati della cute, epidermide, derma e strato adiposo. Molto spesso, in questi casi, si danneggiano e distruggono anche le ghiandole sudoripare, i follicoli piliferi e le terminazioni nervose.
La seconda classificazione riguarda l’estensione dell’ustione sul corpo del paziente.
Come funziona? Il corpo viene diviso in sezioni, ognuna delle quali copre una determinata percentuale del totale. Ad esempio, le braccia coprono il 9% ciascuna.
Riportiamo di seguito questa utilissima immagine elaborata dal portale msdmanuals.com.
Quindi, seguendo questa suddivisione i medici possono definire l’ustione in base alla loro gravità, dettata dalla sua estensione, in:
- ustioni minori, di primo e secondo grado, che interessano meno del 10% del corpo;
- ustioni moderate e gravi, che interessano mani, piedi, viso o genitali, le ustioni di secondo grado su oltre il 10% della superficie corporea e tutte le ustioni di terzo grado su oltre l’1% del corpo.
La definizione minore, moderata o grave, non si riferisce, quindi, al dolore provocato dall’ustione nel soggetto che l’ha subita, perché un’ustione lieve potrebbe essere comunque molto dolorosa.
Quindi, riepilogando, un’ustione può essere di primo, secondo o terzo grado, e classificata a sua volta come lieve, moderata o grave.
Sintomi e complicazioni di una ustione
I sintomi di ustione variano a seconda della profondità del danno alla pelle.
In alcuni casi, i segni e i sintomi di un’ustione grave si presentano solo dopo uno o due giorni.
- in caso di ustione di primo grado, si ottiene solo arrossamento e dolore limitatamente all’epidermide;
- in caso di ustione di secondo grado, colpendo più in profondità, si presentano gonfiore e pelle rossa, bianca o chiazzata. Possono svilupparsi vesciche e cicatrici, provocando un dolore anche molto intenso;
- come già spiegato prima, un’ustione di terzo grado raggiunge lo strato di grasso sotto la pelle. In questo caso, le aree bruciate possono essere nere, marroni o bianche, la pelle può sembrare coriacea, e si può provocare la distruzione dei nervi, causando intorpidimento. Quando questo accade, capita di non avvertire dolore, proprio perché i fasci di nervi sono ormai distrutti.
Contrariamente a quanto si pensa, procurarsi una ustione, più o meno grave, non vuol dire solo subire dei danni “estetici”, perché le conseguenze possono essere molto gravi, provocando anche il decesso se non trattate in modo adeguato.
Le complicanze delle ustioni gravi o diffuse possono includere:
- infezione batterica, che può portare a un’infezione del flusso sanguigno, altrimenti detta sepsi;
- perdita di liquidi e disidratazione, con conseguente basso volume di sangue;
- temperatura corporea pericolosamente bassa, quindi ipotermia;
- problemi respiratori provocati dall’assunzione di aria calda o fumo;
- cicatrici o aree increspate causate da una crescita eccessiva di tessuto cicatriziale;
- problemi ossei e articolari, come quando il tessuto cicatriziale provoca l’accorciamento e l’irrigidimento della pelle, dei muscoli o dei tendini.
Insomma, subire una ustione grave può compromettere molto seriamente la nostra salute, per questo non va assolutamente sottovalutata.
Le ustioni che coinvolgono più del 90% della superficie corporea, o più del 60% se il paziente è anziano, sono spesso letali.
Come curare un’ustione grave, lieve o moderata
La maggior parte delle ustioni lievi può essere curata a casa, di solito con l’applicazione di una pomata antibiotica, trattamenti a base di acqua, farmaci per il dolore, e guariscono entro pochi giorni o al massimo un paio di settimane.
Per le ustioni più intense, invece, è necessario andare al pronto soccorso per ricevere un intervento rapido e, dopo aver valutato profondità ed estensione della bruciatura, si può procedere ad un adeguato trattamento.
Questo può comprendere farmaci, medicazioni, terapia riabilitativa e, in alcuni casi, anche un intervento chirurgico, con l’obiettivo primario di alleviare il dolore, rimuovere i tessuti morti, prevenire l’infezione, ridurre il rischio di cicatrici e recuperare la funzione.
Le persone con gravi ustioni possono rivolgersi ai cosiddetti Centri Ustioni, dove ricevere trattamenti più complessi, come chirurgia plastica ricostruttiva, innesti cutanei per coprire grandi ferite, senza dimenticare l’importanza di un supporto psicologico e di cure di follow-up, come la terapia fisica.
In alcuni casi, il medico potrebbe prescrivere un’iniezione antitetanica, se lo ritiene opportuno.