Capita a tutti di parlare o sentir parlare di colesterolo buono e cattivo, una suddivisione alquanto banale ma, per certi versi, molto chiara ed efficace.
Ma in cosa consiste questa differenza tra il colesterolo definito “buono” e quello “cattivo”? Come influisce tutto questo sulla nostra salute e, di conseguenza, sulla nostra alimentazione?
Sul tema c’è, in effetti, molta confusione e, spesso, una cattiva informazione.
Molte persone, ad esempio, credono che il colesterolo alto dipenda solo dai geni, che sia, quindi, ereditario, sottovalutando tutti gli altri fattori di rischio, di lunga più importanti. Proprio a questo falso mito l’Istituto Superiore di Sanità ha dedicato un piccolo articolo, per chiarire la situazione, disponibile qui.
Proviamo a fare un po’ di chiarezza, e cerchiamo di capire cosa si intende per colesterolo buono e colesterolo cattivo e qual è la differenza tra i due.
Indice dei contenuti
Cos’è il colesterolo?
Partiamo dalla definizione di colesterolo fornita dal sito Epicentro dell’Istituto Superiore di Sanità:
“Il colesterolo è una sostanza grassa necessaria al corretto funzionamento dell’organismo: partecipa infatti alla sintesi di alcuni ormoni e della vitamina D ed è un costituente delle membrane delle cellule. Prodotto dal fegato, può anche essere introdotto con la dieta: è contenuto, per esempio, nei cibi ricchi di grassi animali, come carne, burro, salumi, formaggi, tuorlo dell’uovo, fegato. È invece assente in frutta, verdura e cereali.”
Quali lezioni possiamo trarre da questa definizione? Beh, essenzialmente tre:
- il colesterolo è prodotto dal fegato;
- svolge delle funzioni essenziali per il nostro organismo;
- solo una parte del colesterolo presente nel nostro sangue deriva dall’alimentazione.
Insomma, il colesterolo non è un nemico, ma un alleato importantissimo, a patto che i suoi livelli rimangano entro un determinato range.
Infatti, com’è noto, anche se è essenziale per il funzionamento del corpo, livelli elevati di colesterolo (quello cattivo, come vedremo tra un attimo) possono aumentare il rischio di problemi cardiaci come infarto e ictus.
HDL e LDL: colesterolo buono e cattivo
Il colesterolo, prodotto dal fegato e/o introdotto con l’alimentazione, viene trasportato nel sangue legandosi a proteine, formando le lipoproteine, che possono essere di due principali tipi:
- LDL (Low-Density Lipoprotein): è quello che comunemente viene chiamato “colesterolo cattivo”, in quanto può depositarsi nelle pareti delle arterie, formando placche che restringono i vasi sanguigni, aumentando il rischio di malattie cardiovascolari;
- HDL (High-Density Lipoprotein): è noto come “colesterolo buono”, poiché rimuove il colesterolo in eccesso dalle arterie e lo trasporta al fegato, dove viene eliminato.
Semplificando, il colesterolo cattivo è quello che può causare complicanze cardiovascolari, anche fatali, mentre quello buono è una sorta di spazzino, che ripulisce le nostre arterie dal colesterolo in eccesso.
Entriamo più nel dettaglio, e cerchiamo di approfondire la differenza tra colesterolo HDL e LDL.
Qual è la differenza tra colesterolo buono e colesterolo cattivo?
Come accennato, la differenza tra LDL e HDL riguarda principalmente la loro funzione nel trasporto del colesterolo nel sangue e il loro impatto sulla salute cardiovascolare.
Il ruolo principale delle LDL è trasportare il colesterolo dal fegato alle cellule in tutto il corpo, che lo utilizzano per le membrane cellulari e per la sintesi di ormoni.
Quando i livelli di LDL sono troppo elevati, può verificarsi un accumulo di colesterolo nelle arterie. Questo processo porta alla formazione di placche aterosclerotiche, che induriscono e restringono le arterie, riducendo il flusso sanguigno, con conseguente aumento del rischio di ostruzione arteriosa e di gravi malattie cardiovascolari.
Perché succede questo? Come suggerisce il loro nome, le LDL sono caratterizzate da una bassa densità di proteine rispetto ai grassi, il che le rende più propense a depositarsi nelle pareti delle arterie.
Le HDL, invece, trasportano il colesterolo in eccesso dalle arterie e dai tessuti periferici di nuovo al fegato, dove può essere metabolizzato o eliminato. Questo processo contribuisce a mantenere le arterie pulite e riduce il rischio di formazione di placche.
Ne consegue, quindi, che alti livelli di HDL sono generalmente associati a un minor rischio di malattie, poiché aiutano a rimuovere il colesterolo cattivo dalle arterie, svolgendo, di fatto, un ruolo protettivo per il sistema cardiovascolare.
A differenza delle LDL, infatti, le HDL presentano una densità maggiore di proteine rispetto ai grassi, il che le rende più efficienti nel trasporto del colesterolo lontano dalle arterie e meno predisposte a depositarsi nei vasi sanguigni.
LDL alto: cause, sintomi, complicanze
Abbiamo spiegato che l’aumento del colesterolo cattivo, ovvero delle LDL, è da scongiurare, perché può tradursi in problemi cardiovascolari molto seri.
Ma quali sono le cause principali dei livelli di LDL alti?
Cause
Possiamo dividere le cause del colesterolo cattivo alto in due gruppi, quelle genetiche (non modificabili) e quelle legate allo stile di vita (modificabili):
- ipercolesterolemia familiare: condizione ereditaria in cui il corpo non riesce a eliminare correttamente l’LDL dal sangue, portando a livelli molto elevati di colesterolo fin dalla nascita. È una delle principali cause genetiche di LDL alto;
- dieta ricca di grassi saturi e trans: un consumo eccessivo di alimenti ricchi di grassi saturi (presenti in carne rossa, burro, formaggi grassi) e grassi trans (contenuti in snack industriali, margarina, prodotti da forno) aumenta i livelli di LDL;
- obesità: il sovrappeso, soprattutto il grasso addominale, è associato a un aumento dei livelli di LDL e a una diminuzione dell’HDL;
- inattività fisica: la mancanza di attività fisica riduce i livelli di HDL (colesterolo buono) e può contribuire a un aumento di LDL;
- fumo: il fumo non solo abbassa l’HDL, ma danneggia anche le pareti delle arterie, facilitando l’accumulo di LDL;
- alcol: il consumo eccessivo di alcol può aumentare i livelli di colesterolo e trigliceridi;
- diabete: le persone con diabete tendono ad avere livelli più elevati di colesterolo LDL e un rischio maggiore di complicanze cardiovascolari.
Sintomi
Il colesterolo LDL alto è spesso definito un “killer silenzioso”, poiché nella maggior parte dei casi non causa sintomi evidenti fino a quando non si sviluppano gravi complicazioni. Molte persone non sanno di avere livelli elevati di colesterolo LDL fino a quando non eseguono un esame del sangue specifico.
In rari casi, quando i livelli di colesterolo sono estremamente alti, possono apparire segni visibili come:
- xantomi: depositi di grasso giallastro sotto la pelle o attorno agli occhi, noto come xantelasma;
- arco corneale: un anello bianco o grigio attorno alla cornea dell’occhio, più comune nelle persone anziane o con livelli di colesterolo estremamente alti.
Questi segni sono comunque rari e di solito associati a condizioni ereditarie come l’ipercolesterolemia familiare.
Complicanze
Le complicanze derivanti dall’LDL alto sono quasi tutte legate all’accumulo di colesterolo nelle arterie, che può portare a varie malattie cardiovascolari.
Le principali complicanze includono:
- aterosclerosi: consiste nell’accumulo di placche di colesterolo nelle arterie, che le rende più strette e rigide, riducendo il flusso di sangue. La formazione di placche può portare a una serie di gravi complicanze, tra cui:
- coronaropatia: se le placche si formano nelle arterie coronarie che forniscono sangue al cuore, può svilupparsi una malattia coronarica, che aumenta il rischio di infarto;
- arteriopatia periferica: l’aterosclerosi nelle arterie delle gambe può ridurre il flusso sanguigno agli arti, causando dolore durante il movimento (claudicatio intermittente) o, nei casi gravi, rischio di amputazione;
- ictus: se una placca si rompe e forma un coagulo che ostruisce un’arteria nel cervello, può verificarsi un ictus;
- infarto miocardico: se una placca nelle arterie coronarie si rompe, si può formare un coagulo che blocca l’afflusso di sangue al cuore, provocando un infarto. Questa è una delle conseguenze più gravi dell’LDL alto;
- ictus ischemico: un’ostruzione causata da un coagulo in una delle arterie che portano sangue al cervello può causare un ictus ischemico, che danneggia il tessuto cerebrale e può portare a disabilità permanenti o morte;
- malattia renale cronica: l’aterosclerosi che colpisce le arterie renali può ridurre l’afflusso di sangue ai reni, causando un deterioramento della funzione renale. Nei casi gravi, questo può portare a insufficienza renale cronica, che potrebbe richiedere la dialisi o un trapianto di rene;
- aneurisma aortico: l’accumulo di placche nelle arterie può indebolire le pareti dei vasi sanguigni, specialmente dell’aorta, la principale arteria del corpo. Questo può portare alla formazione di un aneurisma aortico, una dilatazione pericolosa che, se si rompe, può essere letale.
HDL basso: cause e sintomi
L’HDL basso è una condizione in cui i livelli di lipoproteine ad alta densità nel sangue sono inferiori ai valori ottimali. Come spiegato, esso svolge un ruolo protettivo, trasportando il colesterolo in eccesso dalle arterie al fegato, dove viene eliminato. Livelli bassi di HDL aumentano il rischio di malattie cardiovascolari.
Vediamo, in dettaglio, le cause e i sintomi del colesterolo buono basso.
Cause
Diversi fattori possono contribuire a livelli insufficienti di HDL nel sangue, tra cui fattori genetici e comportamentali.
- predisposizione genetica: alcune persone possono ereditare una predisposizione a livelli bassi di HDL a causa di alterazioni genetiche che influenzano il metabolismo dei lipidi;
- sedentarietà: la mancanza di attività fisica è uno dei fattori principali che riducono i livelli di HDL. L’esercizio fisico regolare, in particolare quello aerobico, tende ad aumentare l’HDL;
- dieta ricca di carboidrati raffinati e zuccheri: consumare alimenti ricchi di zuccheri aggiunti, carboidrati raffinati e grassi trans riduce l’HDL e aumenta i trigliceridi, peggiorando il profilo lipidico;
- sovrappeso e obesità: un’elevata percentuale di grasso corporeo, in particolare il grasso viscerale attorno agli organi, è spesso associata a bassi livelli di HDL;
- fumo: il fumo abbassa significativamente i livelli di HDL e aumenta il rischio di malattie cardiovascolari;
- diabete di tipo 2: le persone con diabete di tipo 2 tendono ad avere livelli bassi di HDL, oltre a livelli elevati di LDL e trigliceridi. L’insulino-resistenza, comune nel diabete, interferisce con il metabolismo del colesterolo;
- alcuni farmaci: corticosteroidi, steroidi anabolizzanti, beta-bloccanti e diuretici tiazidici possono ridurre i livelli di HDL;
- elevato consumo di alcol: l’eccesso può ridurre i livelli e danneggiare la salute cardiovascolare.
Sintomi
L’HDL basso, come l’LDL alto, non causa sintomi diretti. La condizione è spesso scoperta solo attraverso esami del sangue che misurano il profilo lipidico. Tuttavia, nel lungo termine, l’HDL basso può contribuire all’accumulo di colesterolo nelle arterie, portando a sintomi legati a malattie cardiovascolari come:
- dolore toracico (angina): può essere un segno che le arterie coronarie sono ristrette o bloccate;
- affaticamento o difficoltà respiratorie: possono indicare problemi di circolazione o cuore indebolito.
Questi sintomi non sono direttamente causati dall’HDL basso, ma dalle complicazioni che ne derivano. Per quanto riguarda queste ultime, si sovrappongono a quelle già elencate prima in riferimento al colesterolo cattivo alto.
L’equilibrio tra LDL e HDL: valori di riferimento
Il bilanciamento tra LDL e HDL è fondamentale per mantenere una buona salute cardiovascolare.
Ricordiamo, infatti, che il colesterolo è essenziale, quindi l’obiettivo non è azzerarlo del tutto, ma raggiungere un punto di equilibrio tra quello buono (alto) e quello cattivo (basso).
Se le LDL sono basse, non avremo molti depositi di grasso nelle arterie, e l’azione di pulizia delle HDL sarà più che sufficiente a mantenere tutto in perfetta forma.
Attenzione, però, a non abbassare troppo i livelli di colesterolo nel sangue, perché anche l’ipocolesterolemia può avere effetti deleteri sulla nostra salute.
Ma nello specifico, quali sono i valori di riferimento ai quali attenersi? Secondo quanto riportato sul portale Cuore dell’ISS, sono i seguenti:
- colesterolo totale “desiderabile”: < 200 mg/dl;
- colesterolo-LDL “desiderabile”: < 100 mg/dl;
- colesterolo-HDL “desiderabile”: ≥ 50 mg/dl.
L’obiettivo, insomma, è mantenere i livelli di colesterolo cattivo bassi e aumentare quelli di colesterolo buono, raggiungendo così un punto di equilibrio salutare.
Per approfondire, invitiamo a leggere il nostro articolo Come abbassare il colesterolo: alimentazione e stile di vita.