Parotidectomia totale o superficiale: quando fare l’intervento?

da | Dic 16, 2022 | Otorinolaringoiatria, Sanità Integrativa | 0 commenti

Il Piano Sanitario del Fondo FASDA prevede la copertura di interventi chirurgici nell’ambito Oro-Maxillo-Facciale, compresa la parotidectomia totale

Si tratta di un intervento chirurgico che interessa la parotide, ovvero la ghiandola salivare che ha il compito di produrre la salivazione durante i pasti, con conseguente rimozione superficiale o totale della stessa. Nel primo caso si parla di parotidectomia superficiale, nel secondo di parotidectomia totale

Vediamo insieme cos’è la parotide, in cosa consiste la parotidectomia totale o superficiale e quando fare l’intervento

Cos’è la parotide?

La parotide è una ghiandola situata fra la mandibola e la mastoide – un osso del cranio che si trova posteriormente al condotto uditivo esterno – ed ha il compito di produrre una intensa salivazione durante i pasti o a seguito di stimoli sensoriali; per capirci, quella che comunemente chiamiamo “acquolina in bocca”

La parotide non svolge questa importante funzione da sola, ma insieme ad altre due ghiandole

  • ghiandola sottomandibolare;
  • ghiandola sottolinguale.

Queste tre ghiandole sono presenti in entrambi i lati del viso, per un totale di sei ghiandole.

In cosa consiste la parotidectomia?

La parotidectomia è un intervento chirurgico finalizzato alla rimozione di tutta o parte della parotide, che potrebbe essere necessario in presenza di un tumore che colpisce questa ghiandola, siano essi benigni o maligni. 

La rimozione della ghiandola parotide può impedire al tumore di danneggiare i tessuti o danneggiare importanti strutture vicine come il nervo facciale.

Esistono ulteriori ragioni che potrebbero spingere il medico a raccomandare l’intervento, come vedremo più avanti nel corso dell’articolo. 

L’intervento si divide essenzialmente in due tipologie, a seconda del grado di rimozione della parotide previsto o necessario: 

  • Parotidectomia superficiale o esofacciale: comporta l’isolamento del nervo facciale, la sua preservazione e l’asportazione dell’intera porzione superficiale della ghiandola. Questa procedura comporta rischi maggiori per la funzionalità del nervo facciale.
  • Parotidectomia totale: l’intervento comporta l’asportazione di tutta la ghiandola previo isolamento e conservazione del nervo facciale.

In entrambi i casi abbiamo menzionato il ruolo e la centralità del nervo facciale. Approfondiamo questo aspetto. 

Parotide e nervo facciale

Qual è il legame tra parotide e nervo facciale? Beh, in effetti la parotide, che ricordiamo essere posizionata tra la mandibola e la mastoide, quindi più o meno davanti all’orecchio, è attraversata dai rami del nervo facciale

Questo nervo è importantissimo, perché da esso dipende la mobilità dei muscoli di mezza faccia, in particolare bocca, palpebre, fronte

Di conseguenza, quando si interviene chirurgicamente per asportare superficialmente o totalmente la ghiandola parotidea, c’è il rischio di compromettere il nervo facciale, provocando un trauma e una possibile riduzione lieve o marcata della sua funzionalità. Si tratta di un rischio basso e non comune, e quando accade in genere è un evento transitorio che si risolve spontaneamente nel giro di qualche mese.

Purtroppo, in alcuni rari casi, la compromissione del nervo facciale può risultare definitiva. Infine, laddove il tumore maligno dovesse essersi infiltrato anche nel nervo facciale, si deve procedere alla sua asportazione

Perché sottoporsi ad una parotidectomia? 

Abbiamo visto che la parotide è una ghiandola deputata alla produzione di saliva, e che svolge questa funzione insieme ad altre due ghiandole. Ne consegue che la rimozione superficiale o totale della parotide non compromette la salivazione, ma può essere raccomandata dal chirurgo per svariati motivi

I principali sono i seguenti:

  • infiammazioni croniche con ripetute riacutizzazioni; 
  • forme tumorali benigne, che sono anche le più frequenti;
  • forme tumorali maligne;
  • calcolosi recidivante, ovvero la formazione di calcoli all’interno della ghiandola, che non risponde ad altri trattamenti. 

Sarà il medico a stabilire e decidere come procedere, informando nel dettaglio il paziente. 

Come prepararsi all’intervento

Prima di sottoporsi ad una parotidectomia totale o superficiale il medico potrebbe prescrivere alcuni esami, tra cui: 

  • procedure di imaging, come una risonanza magnetica o TAC, molto utile se un tumore è vicino al nervo facciale, ma anche per aiutare il medico a pianificare l’approccio migliore per rimuovere la ghiandola proteggendo il nervo facciale;
  • eseguire una biopsia, in genere tramite una procedura denominata agoaspirato o agobiopsia;
  • modificare e/o interrompere eventuali terapie farmacologiche. 

Nelle ore che precedono l’intervento potrebbe essere richiesto il digiuno e l’astensione dall’assunzione di liquidi. Sarebbe preferibile evitare di fumare (o smettere del tutto). 

Come si esegue la parotidectomia

La parotidectomia è un intervento chirurgico complesso e abbastanza lungo da eseguire (circa 3-4 ore), per questo è richiesto in genere il ricovero e la permanenza in ospedale per un paio di notti. 

Prima dell’intervento il paziente viene posizionato sul tavolo operatorio per ricevere l’anestesia totale. La fase successiva prevede l’incisione, eseguita dal chirurgo, che inizia davanti all’orecchio e si estende indietro e verso il basso nella piega naturale nella parte superiore del collo. Si preferisce questo tipo di taglio perché rende meno evidente la cicatrice.

Dopo l’incisione il medico sposta i lembi di pelle per esporre la ghiandola parotidea, identificare il nervo facciale e fare molta attenzione a non danneggiarlo, per poi procedere alla rimozione parziale (superficiale) o totale della parotide, compresi i linfonodi vicini nel collo se le cellule tumorali si sono diffuse lì. 

A questo punto si procede alla sutura, applicando però un drenaggio per raccogliere sangue o fluido che potrebbe accumularsi nel sito chirurgico.

Cosa succede dopo l’intervento? 

Come detto, l’intervento dura circa 3-4 ore e richiede il ricovero in ospedale per almeno un paio di notti. Dopo l’operazione verranno controllati i parametri vitali, la pressione sanguigna, la ferita e i drenaggi, somministrando antidolorifici.

Quando l’effetto dell’anestesia termina, il medico verifica la corretta funzionalità del nervo facciale, chiedendo al paziente di sorridere, chiudere gli occhi o fare altri movimenti espressivi.

La ferita richiede di essere pulita periodicamente, seguendo le istruzioni fornite dal medico. 

Uno o due giorni dopo l’intervento può essere rimosso il drenaggio. Dopo circa una settimana si può invece procedere alla rimozione dei punti di sutura

È previsto, infine, un controllo dopo circa 1 mese dall’intervento per verificare che il processo di guarigione proceda correttamente. 

Possibili complicanze

Come ogni intervento chirurgico, anche la parotidectomia totale o superficiale comporta alcuni rischi ed effetti collaterali

I più comuni sono: 

  • emorragie intraoperatorie e postoperatorie;
  • ematoma;
  • infezione della sede dell’intervento. 

Dopo l’intervento si possono sperimentare anche alcuni disturbi, come: 

  • dolore e difficoltà transitoria alla masticazione;
  • formazione di una fistola salivare;
  • possibile deficit del nervo facciale, di grado variabile a seconda delle difficoltà chirurgiche e della variabilità anatomica del nervo;
  • paralisi permanente del nervo facciale;
  • sindrome di Frey, caratterizzata da una sudorazione eccessiva della cute sovrastante la regione parotidea durante i pasti;
  • formazione di cheloide, un tessuto ipertrofico che si sviluppa in un’area di lesione o spontaneamente, in questo caso a ridosso della cicatrice;
  • perdita di sensibilità del lobo auricolare dovuta a sezione o trazione del nervo grande auricolare.

Si tratta di condizioni e disturbi rari, ma che potrebbero verificarsi. Il medico saprà informare il paziente prima dell’intervento in merito ai rischi della procedura.

ATTENZIONE:
Le informazioni qui riportate hanno carattere divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportati sono assunte in piena autonomia decisionale e a loro rischio.

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