Nel dicembre del 2019 è stato pubblicato il Rapporto Rifiuti Urbani – Edizione 2019, elaborato dal Centro Nazionale dei Rifiuti e dell’Economia Circolare dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA).
Si tratta di un documento molto importante, perché illustra i dati, basati sull’anno 2018, sulla produzione e raccolta differenziata dei rifiuti urbani e quelli relativi al monitoraggio degli obiettivi di preparazione per il riutilizzo e riciclaggio.
In poche parole, ci fornisce alcuni numeri interessanti in merito alle percentuali di raccolta differenziata raggiunta, alla quantità di rifiuti prodotti e, al modo in cui essi vengono gestiti.
Guardiamo un po’ più da vicino alcuni di questi dati, invitandoti in ogni caso a consultare il documento integrale, che trovi qui.
Indice dei contenuti
Andamento della produzione nazionale dei rifiuti urbani, anni 2014-2018
Quanti rifiuti urbani produciamo ogni anno? A questa domanda possiamo rispondere prendendo i dati presenti nel Rapporto ISPRA.
Come puoi leggere, ogni anno produciamo circa 30 milioni di tonnellate di rifiuti, con una tendenza alquanto stabile nel corso degli anni. Le oscillazioni, infatti, sono ridotte.
Rispetto al 2017, però, si è registrato un piccolo aumento.
Allargando il dato a partire dal 2010, però, possiamo notare un piccolo trend negativo, con circa 2 milioni di tonnellate in meno prodotte in 8 anni.
Andamento della percentuale nazionale di raccolta differenziata dei rifiuti urbani, anni 2014-2018
Nel periodo analizzato, ovvero la finestra temporale 2014-2018, la percentuale di raccolta differenziata raggiunta in Italia, relativa ai rifiuti urbani, è aumentata di circa il 13%, passando dal 45,20% del 2014 al 58,13% del 2018.
I dati della raccolta differenziata per Macro Area geografica evidenziano una netta distanza tra il Nord Italia e il Sud, con una differenza di + 20%.
Inoltre, i dati mostrano un’asimmetria tra la percentuale di rifiuti prodotti pro capite – sempre su base geografica – e la percentuale di raccolta differenziata.
Questo cosa vuol dire? Che produciamo molti più rifiuti di quelli che siamo in grado di raccogliere con la raccolta differenziata.
Dopo questa panoramica, che ci ha permesso di capire quanti rifiuti produciamo ogni anno e quali livelli di raccolta differenziata abbiamo raggiunto, non ci resta che concentrarci sulla gestione dei rifiuti.
Gestione dei rifiuti urbani, anno 2018
Come vengono gestiti i rifiuti in Italia? Sfruttiamo maggiormente le discariche o gli inceneritori? Il compostaggio o il trattamento meccanico biologico?
Ecco come è organizzata la gestione dei rifiuti nel nostro Paese.
Come si può facilmente notare, le fette di torta più consistenti riguardano discarica, incenerimento, trattamento biologico e recupero materia.
Bisogna precisare, però, che lo smaltimento in discarica nel 2018 ha interessato 6,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani facendo registrare, rispetto alla rilevazione del 2017, una riduzione del 6,4%.
Tutte le altre forme di gestione del rifiuto raggiungono quote davvero ridotte.
Vediamole più in dettaglio, riportando il dato sul numero di impianti presenti in Italia, divisi per tipologia.
Dove si trovano questi impianti? Beh, la mappa elaborata da ISPRA evidenzia la distanza netta tra Nord e Sud Italia.
Alcune zone del nostro Paese sono completamente sprovviste di impianti di gestione dei rifiuti, rendendoli dipendenti da altre aree.
Ecco cosa si legge, a tal proposito, nel rapporto:
“Vi sono regioni in cui il quadro impiantistico è molto carente o del tutto inadeguato; è il caso della Sicilia, dove i rifiuti urbani smaltiti in discarica rappresentano ancora il 69% del totale dei rifiuti prodotti, ma anche del Lazio e della Campania, che non riescono a chiudere il ciclo all’interno del territorio regionale.”