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Impianto dentale: cos’è, tipi, funzionamento, vantaggi

da | Dic 7, 2020 | Odontoiatria, Sanità Integrativa | 0 commenti

Il ricorso a un impianto dentale è dettato dalla perdita di uno o più denti, a causa di carie, traumi, o patologie degenerative parodontali, e va valutato con attenzione da un medico specializzato. 

La perdita di denti che compromette la funzionalità e l’aspetto del sorriso, comporta un impatto significativo sulla qualità della vita di un individuo. In questi casi, gli impianti dentali emergono come una soluzione innovativa e duratura per ripristinare non solo l’estetica, ma anche la funzionalità masticatoria e la fiducia in se stessi dei pazienti.

Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire cos’è un impianto dentale, quali sono i tipi esistenti oggi, come funziona e quali sono i vantaggi che ne derivano.

Cos’è un impianto dentale

Spiegare cos’è un impianto dentale è molto più difficile di quello che sembra, anche perché si rischia di banalizzare estremamente il concetto. 

Quindi, per correttezza e completezza d’informazione, riportiamo di seguito due definizioni, una più tecnica, l’altra più generica e proveremo a ricavarne una sintesi quanto più chiara possibile. 

  1. L’impianto dentale è una protesi radicolare intraossea che supporta, con o senza soluzioni di continuità, un moncone protesico coronale extraosseo, funzionale all’applicazione di un dispositivo medico su misura: il manufatto odontotecnico (protesi coronale rimovibile o inamovibile) (Fonte).
  2. L’impianto dentale (noto anche come impianto endosseo) è un dispositivo medico di tipo chirurgico utilizzato per riabilitare funzionalmente ed esteticamente la perdita o la mancanza congenita di uno o più denti, permettendo il sostegno di un sostituto protesico tramite il supporto diretto dell’osso grazie a un processo biologico noto come osteointegrazione; può essere inserito sia nella mandibola che nella mascella (Wikipedia).

Entrambe le definizioni presentano un certo livello di complessità, ma volendo semplificare il concetto, senza banalizzare, potremmo dire che un impianto dentale è, essenzialmente, una protesi inserita all’interno dell’osso, con l’obiettivo di rimpiazzare un dente caduto.  

Questa protesi va inserita attraverso un intervento chirurgico nell’osso della mandibola o della mascella.

Esistono, oggi, moltissimi impianti di differente forma e dimensioni, realizzati in prevalenza in titanio, oppure in ceramica o in titanio rivestito di ceramica. 

Tipi di impianti dentali

Esistono diverse tipologie di impianti dentali che i medici specialisti possono eseguire, ma i due più diffusi sono i seguenti: 

  • impianto endostale o endosseo (nell’osso): questo è il tipo di impianto più comune, strutturato come spiegato prima. La vite di titanio va a sostituire la radice, quindi posizionata chirurgicamente nell’osso mascellare. Ogni impianto contiene uno o più denti protesici. Questo tipo di impianto è generalmente un’alternativa per i pazienti che ora indossano ponti o protesi rimovibili;
  • impianto sottoperiostale o subperiosteale (sull’osso): questo tipo di impianto viene posizionato sopra la mascella con perni della struttura metallica che sporgono attraverso la gengiva per mantenere l’impianto in posizione. Viene eseguito, in genere, in quei pazienti che non possono portare protesi convenzionali e non hanno un’altezza ossea adeguata per sostenere un impianto endosseo.

Alle due tipologie sopra elencate, che ricordiamo essere le più comuni e diffuse, vanno aggiunte anche queste:

  • impianti transossei: questi impianti attraversano completamente l’osso mascellare o mandibolare, fornendo una maggiore stabilità e supporto per i denti sostitutivi;
  • mini impianti dentali: simili agli impianti endossei standard, sono più piccoli in dimensioni. Sono spesso utilizzati in casi in cui lo spazio o l’osso sono limitati;
  • impianti zigomatici: utilizzati quando c’è una quantità limitata di osso mascellare, gli impianti zigomatici vengono ancorati agli zigomi (ossa del viso) anziché all’osso mascellare;
  • impianti basali: posizionati nell’osso basale della mascella o della mandibola, questi impianti sono utilizzati quando c’è una grave riduzione dell’osso mascellare.

La scelta del tipo di impianto da eseguire è, ovviamente, di competenza del dentista.

Com’è fatto un impianto dentale

Gli impianti dentali sono costituiti da tre elementi di base, che andiamo ad elencare di seguito: 

  • la vite in titanio, che viene inserita chirurgicamente nell’osso mascellare al posto della radice del dente;
  • il moncone o abutment, ovvero un elemento di congiunzione che si aggancia alla vite per poi ospitare il dente finto;
  • il dente finto sostitutivo, altrimenti detto corona

Un impianto dentale completo è come lo vediamo in questa immagine.

immagine di un impianto dentale

La vite è quella inserita al posto della radice del dente, il moncone è la parte superiore che si posiziona sopra l’impianto all’altezza della gengiva, mentre la corona è il dente finto che vediamo a sinistra, da avvitare al moncone. 

Ricordiamo agli iscritti che il piano sanitario del Fondo FASDA prevede il pagamento delle prestazioni di implantologia, nello specifico dell’impianto osteointegrato con relative corone fisse; questo vuol dire che il Fondo copre il costo sostenuto per l’intera operazione di sostituzione di un dente perso

Per approfondire, invitiamo a cliccare qui.

Perché ricorrere a un impianto dentale

Come accennato prima, la perdita di un dente ha un impatto estetico evidente, ma non è quella l’unica ragione che dovrebbe spingere il paziente a rivolgersi ad un odontoiatra specializzato per un impianto dentale, che vada, appunto, a “rimpiazzare” il dente mancante con una protesi. 

L’obiettivo è ripristinare l’arcata dentale, per garantire una corretta funzione masticatoria – con tutto quello che questo comporta – e restituire al paziente un aspetto “normale”

Quali sono i vantaggi degli impianti dentali?

Come già accennato, la mancanza di uno o più denti può provocare una serie di disagi nei pazienti. Per questo motivo si raccomanda di rivolgersi a un dentista per valutare un intervento per il posizionamento di un impianto dentale osteointegrato con relativa corona. 

Quali sono i vantaggi principali di questa procedura?

  • miglioramento estetico;
  • miglioramento nel linguaggio, compromesso dall’assenza di uno o più denti; 
  • maggiore comfort rispetto alle protesi rimovibili;
  • miglioramento della masticazione;
  • miglioramento dell’autostima;
  • miglioramento della salute orale;
  • durabilità: gli impianti dentali sono molto durevoli e con una buona cura possono durare per tutta la vita. 

Se, a causa di un trauma, di una carie o di una patologia parodontale, ci si trova nella condizione di non avere uno o più denti, è il caso di rivolgersi ad un dentista per ricevere le cure necessarie, evitando di peggiorare la propria salute orale. 

L’impianto dentale è una delle ultime fasi del trattamento

Come si legge nelle “Raccomandazioni cliniche in odontostomatologia” redatte dal Ministero della Salute:

“L’obiettivo prioritario dell’odontoiatra è il mantenimento e il ripristino dello stato di salute del cavo orale, condizione inderogabile e indispensabile da raggiungere prima di sottoporre il paziente a una procedura riabilitativa. Per questo motivo la terapia implantare costituisce generalmente una delle ultime fasi del piano di trattamento. Il ripristino delle condizioni di salute orale, infatti, consente di ridurre alcuni fattori di rischio per la sopravvivenza a lungo termine degli impianti.” 

Cosa vuol dire? 

Che, prima di ricorrere a un impianto dentale, è necessario provare a ripristinare lo stato di salute dei denti del paziente, laddove possibile. 

Qual è il requisito essenziale per ricorrere a un impianto dentale

Sempre nel succitato documento del Ministero della Salute si sottolinea l’importanza di un requisito essenziale, necessario per il ricorso eventuale a un impianto dentale. 

Questo requisito è: avere un sufficiente volume di osso residuo nelle zone prive di elementi dentari. 

In effetti, la carenza di osso può rendere difficile l’inserimento di impianti di adeguate dimensioni o costringere a compromessi tali da esporre al fallimento della terapia. 

Questo non vuol dire che un volume osseo insufficiente renda impossibile un impianto dentale; si può ricorrere, infatti, a tecniche chirurgiche di incremento osseo, all’inserimento inclinato degli impianti, all’utilizzo di impianti di dimensioni ridotte o a impianti che si adattano alla morfologia ossea residua. 

L’intervento chirurgico e l’impianto dentale

Un impianto dentale è, come spiegato prima, una protesi radicolare, cioè una struttura che sostituisce la radice di un dente mancante, inserita con un intervento chirurgico. 

L’intervento chirurgico viene effettuato ambulatorialmente in anestesia locale. Si procede alla preparazione del sito implantare incidendo i tessuti molli, ovvero la gengiva, per accedere all’osso

Con uno strumento dedicato si pratica un foro nell’osso delle dimensioni – lunghezza e diametro – variabili, a seconda della zona in cui si opera e delle condizioni locali. 

A questo punto, si inserisce la vite – che fungerà da radice del dente – nel foro prima ricavato, e si cuciono i lembi della gengiva con dei classici punti di sutura. 

La radice, ovvero la vite, impiantata nell’osso, dovrà sostenere il dente (o più denti) artificiale, quindi deve aderire alla perfezione per garantire stabilità. 

Il periodo di fisiointegrazione e l’osteointegrazione

Trattandosi di una protesi artificiale, quindi di un elemento estraneo non biologico che si va a inserire all’interno del corpo umano, l’impianto dentale richiede un tempo chiamato di fisiointegrazione. 

Con fisiointegrazione si intende la tolleranza, nel tempo, del presidio inserito nell’organismo.

Ecco perché, dopo aver inserito la protesi, si attende un periodo di circa 4-5 mesi affinché avvenga l’integrazione dell’impianto nell’osso (Osteointegrazione), che potrebbe anche fallire, per varie ragioni. 

Dopo questo periodo di attesa, il paziente tornerà dal dentista, il quale andrà a praticare una piccola incisione sulla gengiva per esporre la testa dell’impianto (la vite) sul quale verrà avvitato un moncone metallico come supporto per i vari tipi di protesi

Conclusioni

Come accennato nell’introduzione, il nostro obiettivo con questo articolo era fornire una panoramica, chiara e concisa, di cosa sia un impianto dentale e di come si realizzi. 

Si tratta, lo ribadiamo, di un procedimento molto complesso e delicato che, se eseguito in modo errato, può creare enormi disagi nel paziente. Per questo motivo, consigliamo di rivolgersi a un medico specializzato, il quale saprà seguirti in modo adeguato

Ricordiamo che il piano sanitario del Fondo FASDA prevede il pagamento delle prestazioni di implantologia. 

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ATTENZIONE:
Le informazioni qui riportate hanno carattere divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportati sono assunte in piena autonomia decisionale e a loro rischio.

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