A cosa serve il pacemaker al cuore?

da | Mag 17, 2023 | Malattie Cardiovascolari, Sanità Integrativa | 0 commenti

Il cuore è un organo vitale che pompa il sangue attraverso il corpo, fornendo ossigeno e nutrienti ai tessuti. Tuttavia, a volte può presentare problemi di ritmo, le cosiddette aritmie, che possono causare sintomi come svenimenti, vertigini, affaticamento e difficoltà respiratorie. In questi casi, può essere necessario un dispositivo medico chiamato pacemaker, che aiuta il cuore a battere regolarmente. 

Si tratta di un dispositivo ormai ampiamente impiegato in tutto il mondo, installato tramite un intervento di routine, che comporta rischi e complicanze molto rare.

Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire cos’è il pacemaker, come funziona, quando è necessario, come viene installato e come influisce sulla vita quotidiana delle persone.

Cos’è un pacemaker?

Come accennato, il pacemaker è un dispositivo medico che aiuta a mantenere un battito cardiaco regolare e costante, utilizzato per il trattamento di problemi di ritmo cardiaco, come la tachicardia, la bradicardia, l’aritmia e la fibrillazione atriale.

Si tratta di un piccolo dispositivo elettronico, delle dimensioni di circa 4-5 centimetri e dalla forma a uovo, che viene impiantato sotto la pelle del paziente, di solito nella zona del torace, e collegato al cuore attraverso uno o più fili chiamati elettrodi

Attraverso il pacemaker è possibile monitorare costantemente il battito cardiaco e inviare degli impulsi elettrici al cuore quando necessario, in modo da mantenere un ritmo regolare e migliorare la qualità della vita di chi soffre di questi disturbi. 

Chi ha bisogno di un pacemaker?

Abbiamo spiegato che il pacemaker è un dispositivo medico utilizzato per il controllo del battito cardiaco, solitamente prescritto ai pazienti che hanno problemi di aritmia cardiaca o di conduzione elettrica anomala del cuore

In particolare, il pacemaker viene raccomandato quando il cuore batte troppo lentamente (bradicardia) o quando si verifica un blocco nel sistema di conduzione elettrica del cuore.

Alcune delle condizioni che possono richiedere l’uso del pacemaker sono le seguenti:

  • blocco atrioventricolare: l’impulso elettrico non viene trasmesso correttamente tra le camere superiori e inferiori del cuore;
  • bradicardia: il battito cardiaco è troppo lento;
  • sindrome del seno malato: il nodo del seno del cuore non funziona correttamente, portando a una frequenza cardiaca irregolare;
  • tachicardia-bradicardia: il battito cardiaco alterna tra periodi di frequenza cardiaca molto elevata e periodi di battito cardiaco molto lento;
  • insufficienza cardiaca: in alcuni casi di insufficienza cardiaca grave, il pacemaker può essere utilizzato per coordinare il battito cardiaco e migliorare la funzione del cuore.

Il pacemaker può essere utilizzato anche in pazienti che hanno subito interventi di chirurgia cardiaca o che assumono farmaci capaci di influenzare la frequenza dei battiti.

In generale, la decisione di utilizzare un pacemaker dipende dalle esigenze individuali del paziente e dalla gravità del disturbo da cui è affetto.

Come funziona?

Qual è il funzionamento del pacemaker? In che modo agisce al fine di regolare il battito cardiaco? Semplificando al massimo, il pacemaker funziona fornendo impulsi elettrici al cuore per aiutare a controllare il battito cardiaco e mantenere il cuore in un ritmo sano, quando la sua attività elettrica naturale non è sufficiente. 

Entrando più nel dettaglio, il pacemaker viene impiantato chirurgicamente sotto la pelle, di solito sotto la clavicola sinistra, ed è composto da due parti principali: 

  1. il generatore di impulsi;
  2. i fili di conduzione (elettrodi), posizionati all’interno del cuore.

Il generatore contiene una batteria elettrica che fornisce l’energia per inviare gli impulsi elettrici al cuore, e può essere programmato per farlo in modo continuo o solo quando il cuore non batte abbastanza rapidamente. 

Gli elettrodi vengono posizionati all’interno del cuore attraverso una vena, generalmente la vena cava superiore, in posizioni specifiche a seconda delle esigenze del paziente.

Quando il cuore ha bisogno di un impulso elettrico supplementare, il generatore di impulsi del pacemaker invia un segnale attraverso gli elettrodi per stimolare le cellule del cuore a contrarsi.

Come viene installato?

L’installazione del pacemaker avviene tramite un procedimento chirurgico eseguito in un ospedale o in un centro medico specializzato. 

Vediamo come si procede:

  • prima dell’intervento, il paziente viene sottoposto a un esame fisico e a una serie di test per determinare il tipo di pacemaker che sarà utilizzato, la posizione in cui sarà posizionato e il numero di elettrodi necessari;
  • il paziente viene quindi anestetizzato, solitamente con anestesia generale o spinale;
  • il medico effettua un’incisione sulla pelle, sopra il petto, dove verrà posizionato il pacemaker. L’incisione è di solito di circa 5-7 cm di lunghezza;
  • vengono posizionati i fili di conduzione del pacemaker (elettrodi) all’interno del cuore attraverso una vena, di solito la vena cava superiore. Questo viene fatto sotto guida fluoroscopica, una tecnologia che utilizza raggi X per aiutare il medico a posizionare correttamente gli elettrodi all’interno del cuore;
  • una volta che gli elettrodi sono posizionati correttamente, il medico collega i fili di conduzione al generatore di impulsi del pacemaker;
  • il medico chiude l’incisione con punti di sutura o graffe chirurgiche e applica un bendaggio per proteggere la ferita.

Dopo l’intervento, il paziente viene monitorato per alcune ore in un’unità di terapia intensiva o in una sala operatoria, per assicurarsi che il dispositivo funzioni correttamente e che non ci siano complicazioni.

Successivamente, riceverà istruzioni su come prendersi cura della ferita e su come utilizzare e mantenere il pacemaker, oltre ad un programma di follow-up con il medico per controllare il funzionamento del dispositivo impiantato e apportare eventuali modifiche alla programmazione dello stesso, se necessario.

In generale, l’installazione del pacemaker è un intervento chirurgico relativamente sicuro e ben tollerato, con bassi tassi di complicazioni. Tuttavia, come con qualsiasi intervento chirurgico, ci sono alcuni rischi associati, come l’infezione, il sanguinamento e il dolore. Il medico del paziente dovrebbe discutere tutti i rischi e i benefici dell’intervento prima dell’operazione.

Che disturbi porta il pacemaker?

Come detto, il pacemaker è un dispositivo medico sicuro ed efficace, ampiamente diffuso in tutto il mondo. Tuttavia, come qualsiasi altra procedura medica, ci possono essere alcuni potenziali effetti collaterali e complicazioni associati all’impianto.

I principali sono i seguenti:

  • dolore e gonfiore: è comune sperimentare un po’ di dolore e gonfiore nell’area dell’impianto dopo l’intervento chirurgico;
  • infezione: l’inserimento di un dispositivo estraneo nel corpo aumenta il rischio di infezione. È importante prestare attenzione ai segni di infezione come rossore, gonfiore e febbre;
  • sanguinamento: in rari casi, può verificarsi sanguinamento nell’area dell’impianto del pacemaker;
  • problemi con il filo del pacemaker: può rompersi o spostarsi dal suo posizionamento iniziale, rendendo necessaria la riparazione o la sostituzione del dispositivo;
  • interferenza elettromagnetica: alcune attrezzature mediche, come i dispositivi di imaging ad alta frequenza (risonanza magnetica) e alcuni tipi di dispositivi elettronici, possono interferire con il funzionamento del pacemaker;
  • problemi con il funzionamento del pacemaker: in alcuni casi, il dispositivo può smettere di funzionare correttamente e potrebbe essere necessaria la sostituzione.

In generale, il rischio di complicazioni associate all’impianto del pacemaker è basso, e la maggior parte delle persone che ricevono un pacemaker non sperimenta alcun problema significativo. Tuttavia, è importante informare il proprio medico se si notano eventuali sintomi o complicazioni dopo l’impianto del pacemaker.

Come si carica la batteria di un pacemaker?

Una delle domande più frequenti su questo tema è relativo alla ricarica della batteria di un pacemaker. Ma come si carica? 

In realtà, la maggior parte dei pacemaker moderni utilizzano batterie al litio che durano generalmente da 5 a 10 anni. Una volta che la batteria si scarica, è necessario sostituire l’intero pacemaker attraverso una procedura chirurgica. 

Non è prevista, insomma, alcuna ricarica. 

Per monitorare la durata della carica, il paziente deve effettuare controlli periodici con il medico per assicurarsi che il pacemaker funzioni correttamente e che la batteria non sia in esaurimento

Inoltre, la maggior parte dei pacemaker moderni sono dotati di un sistema di risparmio energetico che riduce il consumo di energia del dispositivo. Ad esempio, il pacemaker può rilevare quando il cuore del paziente batte in modo normale e quindi disattivarsi temporaneamente per risparmiare energia.

Negli ultimi anni si stanno diffondendo dei nuovi modelli, che sfruttano l’energia del cuore per ricaricarsi

Come si vive con un pacemaker?

La vita con un pacemaker può essere relativamente normale e attiva. Il dispositivo, infatti, aiutando a mantenere un battito regolare e costante, può migliorare la qualità della vita di una persona che soffre di disturbi cardiaci potenzialmente fatali.

Detto questo, è comunque necessario prestare attenzione ad alcuni aspetti, tra cui i seguenti: 

  • sottoporsi a controlli regolari con il medico, per assicurarsi che il pacemaker funzioni correttamente e che non ci siano problemi o complicanze. Durante questi controlli, il medico può anche apportare eventuali modifiche alla programmazione del pacemaker per garantire il massimo beneficio;
  • evitare situazioni di stress eccessivo, che possono mettere il cuore sotto pressione, e influire sul funzionamento del pacemaker;
  • evitare campi magnetici, come ad esempio i metal detector degli aeroporti, che possono interferire con il funzionamento del pacemaker;
  • informare i medici e gli operatori sanitari che si ha un pacemaker, in modo che siano a conoscenza del dispositivo e possano adottare le precauzioni necessarie durante gli esami medici e gli interventi chirurgici.

Se ci si attiene alle indicazioni del proprio medico, quindi, la maggior parte delle persone con un pacemaker può condurre una vita piena, e partecipare a molte attività quotidiane e sportive.

ATTENZIONE:
Le informazioni qui riportate hanno carattere divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportati sono assunte in piena autonomia decisionale e a loro rischio.

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