Le extrasistoli sono un fenomeno cardiaco comune, spesso percepito come un battito irregolare o una pausa nel normale ritmo del cuore.
Questi battiti anticipati sono generalmente innocui e di natura temporanea, ma in alcuni casi possono generare ansia o preoccupazione e giustificare un consulto specialistico.
Molte persone sperimentano extrasistoli occasionalmente, spesso senza nemmeno accorgersene. Tuttavia, quando queste diventano frequenti o associate a sintomi particolari, è consigliato rivolgersi al proprio medico per approfondire la condizione.
Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire cosa sono le extrasistoli, quali sono le cause principali e quando diventano motivo di preoccupazione.
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Cosa sono le extrasistoli?
Le extrasistoli sono battiti cardiaci anomali che si verificano in anticipo rispetto al normale ritmo del cuore, spesso percepite come una sensazione di mancanza di battito o un’improvvisa pausa seguita da un colpo più forte, causata dal cuore che si ricarica dopo il battito prematuro.
Cosa vuol dire? Proviamo a spiegarlo in modo semplice. Il nostro cuore batte un certo numero di volte al minuto, dalle 60 alle 100 volte, con un ritmo preciso e cadenzato. Quando c’è una extrasistole, questo ritmo si modifica, ed il cuore fa un battito in più tra il precedente e il successivo, che sarà più forte del normale.
In questa immagine si può visualizzare meglio una extrasistole.
Questa sensazione può risultare sgradevole, ma in molti casi è benigna e temporanea.
Esistono due principali tipi di extrasistole:
- extrasistole atriale: si verifica negli atri, le camere superiori del cuore. È meno comune e spesso percepita in modo meno marcato;
- extrasistole ventricolare: ha origine nei ventricoli, le camere inferiori del cuore. È più frequente e tende a causare una percezione più forte di battito anomalo.
Pur trattandosi di una irregolarità del ritmo cardiaco, le extrasistoli sono spesso considerate varianti benigne del normale ritmo cardiaco e non una patologia a sé stante.
Che differenza c’è tra extrasistole e aritmia?
Le extrasistoli sono una forma specifica di aritmia, ma non tutte le aritmie sono extrasistoli. Mentre le extrasistoli si presentano come battiti isolati e prematuri che intervallano il ritmo normale, le aritmie includono diverse anomalie del ritmo cardiaco, come la fibrillazione atriale o la tachicardia ventricolare, che comportano un’alterazione più continua o ritmi molto accelerati e irregolari.
Le extrasistoli, a differenza di alcune aritmie più gravi, raramente rappresentano una minaccia per la salute. Tuttavia, quando frequenti o associate ad altri sintomi come capogiri, dolore toracico o mancanza di respiro, possono richiedere un approfondimento medico per escludere condizioni più serie.
Come si presentano le extrasistoli?
Oltre al punto in cui si originano, le extrasistoli possono essere anche classificate in base alla loro frequenza e modalità di comparsa.
Possono essere:
- singole: battiti prematuri isolati, che si verificano sporadicamente;
- coppie: si manifestano quando due battiti prematuri si presentano consecutivamente;
- a salve: consistono in una serie di tre o più battiti prematuri di seguito, succeduti da un periodo di battiti normali.
Per quanto riguarda, invece, il ritmo, possiamo elencare le seguenti forme:
- bigemino: ogni battito normale è seguito da un battito prematuro, creando un ritmo alternato;
- trigemino: ogni due battiti normali si verifica un battito prematuro;
- quadrigemino: ad ogni tre battiti normali fa seguito un battito prematuro.
Questi diversi tipi di extrasistoli possono variare in termini di frequenza e intensità, influenzando la percezione del battito cardiaco da parte della persona.
Quali sono le cause principali?
Le extrasistoli possono essere causate da numerosi fattori, molti dei quali legati a situazioni comuni come stress o alimentazione, ma possono anche essere sintomo di altre condizioni sottostanti.
Vediamo, quindi, alcune delle cause principali:
- stress e ansia: sono tra i fattori più comuni. Situazioni di forte tensione emotiva possono stimolare il sistema nervoso, aumentando il rischio di battiti irregolari. Su questo aspetto torneremo più avanti nel corso dell’articolo;
- alimentazione: caffè, alcol, cioccolato e bevande con caffeina possono innescare una extrasistole. Anche un pasto abbondante può stimolare il cuore, soprattutto quando si verifica un gonfiore addominale o reflusso gastroesofageo;
- disturbi digestivi: reflusso e gonfiore addominale possono provocare una extrasistole, dato che lo stomaco, quando gonfio, può esercitare pressione sul diaframma e sul cuore;
- carenze di sali minerali: la carenza di potassio e magnesio può alterare il ritmo cardiaco, provocando battiti prematuri;
- problemi cardiaci: in rari casi, le extrasistoli possono essere legate a condizioni cardiache sottostanti, come l’ipertensione o altre aritmie.
Come si può leggere, quindi, molte extrasistoli sono da ricondurre allo stile di vita, e questo le rende prevenibili.
Quali sono i sintomi più comuni?
Per quanto riguarda, invece, i sintomi, essi possono variare da persona a persona e, in molti casi, risultano quasi impercettibili.
I più comuni, in genere, sono i seguenti:
- sensazione di vuoto o mancanza di battito nel petto: è spesso il primo sintomo percepito, come se il cuore avesse una pausa improvvisa;
- palpitazioni: un battito più forte o irregolare, come un colpo nel petto, subito dopo il battito prematuro;
- sensazione di ansia o disagio: spesso dovuta alla percezione dei battiti irregolari e alla preoccupazione che suscitano;
- capogiri o stanchezza: rari, ma possibili se le extrasistoli sono molto frequenti.
Come accennato, molto spesso le extrasistoli non comportano sintomi significativi e sono individuate solo in sede di esami di routine, ma se iniziano a manifestarsi frequentemente o a causare sintomi intensi, è consigliabile rivolgersi a un medico per una valutazione approfondita.
Quante extrasistoli al giorno sono normali?
Abbiamo più volte sottolineato la natura benigna della maggior parte delle extrasistoli, a patto che non si verifichino con un’intensità e una frequenza preoccupante.
Ma allora, quante extrasistoli al giorno sono da considerarsi normali?
In soggetti sani, e a riposo, il cuore può avere anche tantissime extrasistoli al giorno senza che questo rappresenti un problema di salute. Molte persone non se ne accorgono nemmeno.
Non esiste un numero preciso che segna il confine tra una condizione benigna e una preoccupante, e nella medicina moderna si tende anche a dare poca importanza al numero in termini assoluti, quando alla proporzione tra i battiti irregolari e quelli regolari.
In linea generale, con le dovute eccezioni del caso, se le extrasistoli rappresentano il 20-30% dei battiti totali quotidiani, allora è opportuno sottoporsi a controlli più approfonditi, perché potrebbero danneggiare il cuore o indicare problemi cardiaci già in corso.
In ogni caso, è importante considerare il contesto: se le extrasistoli non sono associate a sintomi come capogiri, dolore toracico o respiro affannoso, è meno probabile che siano preoccupanti.
Come capire se sono extrasistoli da ansia?
Abbiamo detto che l’ansia e lo stress sono tra le cause principali delle extrasistoli, poiché stimolano il sistema nervoso e alterano il ritmo cardiaco.
Ma come si fa a capire se si tratta di extrasistole da ansia? In generale, si consiglia di prestare attenzione a tre fattori:
- frequenza legata a momenti stressanti: se gli episodi di extrasistole aumentano in situazioni di ansia, come durante un momento di stress lavorativo o un evento emozionante, è probabile che siano causati da tensione emotiva;
- scomparsa durante il riposo o il rilassamento: le extrasistoli da ansia tendono a diminuire o scomparire durante i periodi di calma o dopo pratiche di rilassamento come respirazione profonda o meditazione;
- sintomi aggiuntivi di ansia: oltre alle palpitazioni, sono spesso presenti altri sintomi di ansia, come senso di oppressione al petto, tensione muscolare, respiro affannoso o una sensazione generale di agitazione.
Un modo efficace per verificare il legame con l’ansia è annotare in un diario i momenti in cui si presentano le extrasistoli e gli stati emotivi associati. In questo modo, sarà possibile osservare un eventuale pattern legato allo stress o all’ansia.
Quando preoccuparsi?
Ormai dovrebbe essere chiaro che, nella maggior parte dei casi, le extrasistoli sono fenomeni benigni che non richiedono trattamenti specifici.
Ciò nonostante, ci sono situazioni in cui possono essere il segnale di un problema cardiaco sottostante o di una condizione che necessita di maggiore attenzione.
Ecco quando è opportuno preoccuparsi e rivolgersi a un medico:
- extrasistoli frequenti e persistenti: come detto prima, se il numero di extrasistoli supera il 20-30% del totale dei battiti quotidiani, o diventa costante per lunghi periodi, può essere un indicatore di aritmie più complesse, che richiedono un controllo medico;
- sintomi associati: sintomi come capogiri, svenimenti, dolore al petto, sensazione di oppressione toracica o difficoltà respiratorie, possono essere segnali di un problema cardiaco più serio;
- extrasistoli a riposo: se compaiono frequentemente a riposo, in particolare di notte o in momenti di tranquillità, possono meritare un approfondimento, poiché potrebbero essere sintomi di un’aritmia ventricolare o di altre alterazioni del ritmo;
- preesistenza di patologie cardiache: se si è affetti da una patologia cardiaca nota, come insufficienza cardiaca, cardiomiopatia o malattie delle valvole, le extrasistoli potrebbero rappresentare un aggravamento della condizione. È dunque consigliabile monitorarle con maggiore attenzione;
- sensazione di battiti irregolari prolungati: se, oltre alle extrasistoli, si notano episodi di battiti prolungati e irregolari, è opportuno fare dei controlli per escludere altre aritmie.
Se si sperimentano queste condizioni, un medico potrebbe raccomandare esami come l’elettrocardiogramma (ECG), l’Holter cardiaco (monitoraggio del ritmo cardiaco per 24-48 ore) o altri test per valutare la salute del cuore.
Identificare tempestivamente eventuali anomalie consente di agire in modo mirato per proteggere la salute cardiaca e prevenire complicanze.