PT e PTT (coagulazione del sangue): valori normali

da | Nov 9, 2023 | Esami del sangue, Sanità Integrativa | 0 commenti

L’esame per la misurazione dei valori PT e PTT è ormai di routine, eseguito molto spesso per indagare eventuali problemi legati alla coagulazione del sangue.    

In effetti, com’è noto, in seguito ad un taglio o una lesione che provoca sanguinamento, il nostro organismo produce delle proteine nel sangue, chiamate fattori di coagulazione, che intervengono per formare un coagulo e fermare l’emorragia

Se questo processo non avviene in maniera efficiente, si può andare incontro a due condizioni:

  • coagulazione troppo lenta: se ciò accade, il soggetto è affetto con ogni probabilità da un disturbo emorragico, che può causare gravi perdite di sangue. Un esempio è l’emofilia;
  • coagulazione eccessiva o troppo veloce, anche in assenza di lesioni: questa condizione può portare alla formazione di coaguli che bloccano il flusso sanguigno e causare condizioni gravi, come infarto, ictus o coaguli nei polmoni.

Per misurare la velocità di coagulazione, quindi, si eseguono due test, ovvero il PT e il PTT. Vediamo insieme in cosa consistono. 

Valori PT e PTT del sangue: cosa sono e cosa indicano 

PT e PTT sono test di coagulazione del sangue, utilizzati per valutare la capacità del sangue di coagulare correttamente

Entrambi questi test sono importanti per valutare il rischio di sanguinamento e coagulazione, e sono spesso inclusi in una serie di test chiamata “profilo di coagulazione”

Interpretare i risultati dei test PT e PTT richiede una valutazione da parte di un medico o di un operatore sanitario qualificato, in quanto i valori possono variare in base a diversi fattori, come l’età, il sesso, la presenza di patologie o l’assunzione di farmaci.

Ma cosa rappresentano questi valori? Scopriamolo insieme.

1. PT (Tempo di Protrombina) 

Il PT, acronimo dell’italiano Tempo di Protrombina (in inglese Prothrombin Time Test), è un test che misura il tempo che impiega il sangue a coagulare

Questa misurazione viene eseguita per valutare il funzionamento del sistema di coagulazione esterno, che è coinvolto nella formazione del coagulo in risposta a una lesione vascolare, ed è spesso utilizzata per monitorare i pazienti che assumono farmaci anticoagulanti

Semplificando, questo valore ci dice quanto velocemente il nostro corpo è in grado di produrre dei coaguli (fattori di coagulazione) in grado di bloccare una perdita di sangue, più o meno intensa, onde evitare un’emorragia potenzialmente letale.

I risultati del PT vengono espressi come un valore in secondi o come un rapporto, chiamato INR (International Normalized Ratio), che serve a standardizzare i risultati indipendentemente dal laboratorio che esegue il test. 

Un prolungamento del PT, ovvero un lasso di tempo più ampio, può indicare un disturbo nella coagulazione del sangue.

2. PTT (Tempo di Tromboplastina Parziale)

Il PTT, acronimo di Tempo di Tromboplastina Parziale (dall’inglese Partial Thromboplastin Time), è un test che misura il tempo necessario affinché il sangue coaguli in vitro

Un altro nome per questo test è Tempo di Tromboplastina Parziale Attivata (aPTT), perché i laboratori che eseguono la misurazione aggiungono una sostanza al campione di sangue per attivare il processo di coagulazione.

Questo esame valuta il funzionamento del sistema di coagulazione interno o intrinseco, coinvolto nella formazione del coagulo a livello delle piastrine e di altre proteine del sangue, e viene generalmente utilizzato per monitorare l’efficacia dell’eparina, un farmaco anticoagulante che agisce principalmente proprio nel sistema di coagulazione intrinseco. 

Un prolungamento del PTT può indicare un problema nella via intrinseca della coagulazione.

Perché vengono eseguiti i test PT e PTT?

Come spiegato, i test PT e PTT vengono eseguiti per valutare la funzionalità del sistema di coagulazione del sangue e sono importanti per diversi scopi, tra cui i seguenti:

  • monitoraggio dell’anticoagulazione: le persone che assumono farmaci anticoagulanti, spesso devono sottoporsi a test regolari di PT per assicurarsi che il loro sangue sia anticoagulato in modo sicuro. Il PTT, invece, viene spesso utilizzato per monitorare i pazienti che assumono eparina;
  • diagnosi di disturbi della coagulazione: entrambi i test possono essere utilizzati per diagnosticare disturbi della coagulazione, come l’emofilia e altre malattie ereditarie o acquisite del sistema di coagulazione;
  • preparazione per interventi chirurgici: i test vengono talvolta eseguiti prima di interventi chirurgici per valutare il rischio di sanguinamento durante l’operazione;
  • valutazione della funzione epatica: PT e PTT possono essere inclusi nei pannelli di funzionalità epatica per valutare la salute del fegato. In effetti, il fegato è coinvolto nella produzione di molte proteine necessarie per la coagulazione del sangue, nello specifico la protrombina, e problemi epatici possono influenzare questo processo;
  • valutazione del rischio trombotico: in alcune situazioni, i test di PT e PTT possono essere utilizzati per valutare il rischio di trombosi, ovvero di formazione di coaguli, in pazienti con fattori di rischio come la fibrillazione atriale o le malattie tromboemboliche.

In sintesi, i test di PT e PTT sono strumenti importanti utilizzati dai medici per valutare la coagulazione del sangue in varie situazioni cliniche, dalla gestione di pazienti che assumono farmaci anticoagulanti fino alla diagnosi e al monitoraggio di disturbi della coagulazione.

Cosa indicano valori alti di PT e PTT?

I valori elevati di PT e PTT indicano una tendenza al rallentamento nella coagulazione del sangue, dovuto a diversi motivi. 

Ecco alcune delle cause più comuni:

  • carenza di vitamina K: in caso di carenza di questa vitamina nel corpo, il processo di coagulazione può essere rallentato, portando ad aumenti nei valori di PT;
  • malattie del fegato: come spiegato prima, il fegato è coinvolto nella produzione di molte proteine necessarie per la coagulazione del sangue. Malattie del fegato, come l’epatite o la cirrosi, possono influenzare la produzione di queste proteine, portando a valori elevati di PT e PTT;
  • uso di farmaci anticoagulanti: i farmaci anticoagulanti (come il warfarin) influenzano il processo di coagulazione del sangue. Un dosaggio eccessivo di questi farmaci o una loro reazione con altri farmaci possono portare a valori elevati di PT;
  • malattie ereditarie della coagulazione: alcune persone sono nate con disturbi ereditari della coagulazione, come l’emofilia, che causano valori elevati di PT e PTT;
  • coagulazione intravascolare disseminata: è una grave condizione medica, in cui si verifica un’attivazione e una coagulazione eccessiva del sangue in tutto il corpo, seguita da un sanguinamento eccessivo. Questo stato può portare a valori molto elevati di PT e PTT;
  • sindrome da anticorpi antifosfolipidi (APS): è un’alterazione autoimmune del sistema di coagulazione che può causare coaguli di sangue nei vasi sanguigni, portando a valori elevati di PT e PTT;
  • altre condizioni mediche: alcune malattie autoimmuni, malattie del sangue, tumori e infezioni possono influenzare la coagulazione del sangue, portando a valori elevati di PT e PTT.

Se gli esami mostrano valori più alti del normale, è fondamentale consultare un medico per determinare la causa sottostante

Quali sono i valori normali

Quando si esegue un test del PT e del PTT, la misurazione viene fatta basandosi sui seguenti valori di riferimento

  • tempo di protrombina (PT): può considerarsi normale quando il suo valore oscilla tra 1.5 e 5 I.N.R. (International Normalized Ratio). Alcuni laboratori potrebbero utilizzare un rapporto, chiamato “tempo di Quick”, espresso in percentuale in relazione al tempo di protrombina di una persona sana. In questi casi, i valori di riferimento sono 70-120%, mentre in terapia coagulante 18-38%. Maggiore è il tempo di coagulazione, minore è il valore di Quick;
  • tempo di tromboplastina parziale (PTT): può considerarsi normale quando il suo valore oscilla tra lo 0 e i 40 secondi di tempo necessario perché si formi il coagulo.

In generale, si consiglia di attenersi a quanto riportato sul referto del laboratorio, sul quale sono indicati anche i valori di riferimento, oltre a quelli del paziente. 

È importante ricordare, infine, che alcuni fattori possono influenzare i valori PT e PTT, come l’assunzione di farmaci anticoagulanti, patologie epatiche o ematiche già diagnosticate, alcolismo cronico. Per questo motivo, è fondamentale comunicare al medico queste condizioni, al fine di tarare i risultati alle stesse.

ATTENZIONE:
Le informazioni qui riportate hanno carattere divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportati sono assunte in piena autonomia decisionale e a loro rischio.

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