fbpx

Cisti dentali: cause, sintomi, trattamenti

da | Feb 14, 2020 | Odontoiatria, Sanità Integrativa | 0 commenti

Sebbene il nome possa suonare allarmante, le cisti dentali sono un problema odontoiatrico relativamente comune. Semplificando, una cisti dentale è una cavità chiusa, simile a una sacca, che si sviluppa nei tessuti vicino ai denti. Questa sacca può essere piena di aria, materiale morbido o fluido e, nella maggior parte dei casi, si forma come risposta del corpo a un’infezione o a un’irritazione.  

Come vedremo nel dettaglio, esistono diversi tipi di cisti dentali, ognuno con cause e caratteristiche specifiche, ma le più frequenti sono quelle che si formano all’apice della radice di un dente non vitale, chiamate cisti radicolari

Fortunatamente, la maggior parte delle cisti dentali è benigna e cresce lentamente, ma è fondamentale non sottovalutare la loro presenza e rivolgersi subito a un dentista. Infatti, se non trattate, possono aumentare di dimensioni, danneggiando i tessuti circostanti e causando problemi come dolore, gonfiore, mobilità dentale e persino la perdita del dente. In alcuni casi, potrebbe essere necessario un intervento chirurgico più invasivo per rimuovere la cisti e il tessuto osseo danneggiato.

Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire cosa sono le cisti dentali, quali sono le cause della loro formazione, come si manifestano e quali sono le opzioni terapeutiche.

Cosa sono le cisti dentali?

Come accennato nell’introduzione, le cisti dentali sono cavità chiuse (delle sacche) che si formano in prossimità dei denti, e possono contenere diversi tipi di materiale, come fluido sieroso, mucoso o gassoso. 

Si sviluppano all’interno dei tessuti molli della bocca o all’interno dell’osso mascellare, intorno o accanto a un dente.  

Ma perché si formano? Vedremo più nel dettaglio le cause principali, ma in linea generale il corpo produce le cisti dentali come meccanismo di difesa per espellere batteri o tessuti morti presenti all’interno del dente. Si tratta, quindi, di una risposta a un corpo estraneo percepito all’interno del dente.

La maggior parte delle cisti dentali sono benigne e crescono lentamente, ma non vanno mai sottovalutate o, peggio, ignorate, perché, se non trattate, possono espandersi, causando diversi problemi, tra cui:

  • danni ai tessuti circostanti, inclusi denti sani e osso mascellare;
  • dolore, gonfiore e infiammazione;
  • mobilità dentale;
  • nei casi più gravi, perdita del dente.

Nelle fasi iniziali, le cisti dentali possono essere asintomatiche, non a caso vengono spesso rilevate solo tramite una radiografia durante un controllo dentistico di routine.

Tipi di cisti dentali

Esistono diversi tipi di cisti dentali, che si possono classificare in due categorie principali: 

  1. cisti infiammatorie;
  2. cisti di sviluppo.

1. Cisti infiammatorie

Come suggerisce il nome, queste cisti si formano in risposta a un processo infiammatorio, generalmente causato da un’infezione.

Tra le cisti infiammatorie troviamo:

  • cisti radicolare: è la tipologia più comune. Si sviluppa all’apice della radice di un dente a seguito di necrosi pulpare, ovvero la morte del nervo del dente;
  • cisti residua: si forma dopo l’estrazione di un dente se la cisti radicolare non viene completamente rimossa;
  • cisti parodontale: si sviluppa accanto alla radice di un dente, generalmente in corrispondenza di un dente parzialmente erotto o colpito da parodontite avanzata. Può causare gonfiore gengivale, dolore e difficoltà nella masticazione.

2. Cisti di sviluppo

A differenza di quelle infiammatorie, le cisti di sviluppo non sono causate da un’infezione, ma da un’anomalia durante lo sviluppo del dente.

Rientrano in questa categoria:

  • cisti dentigera (o follicolare): si forma attorno alla corona di un dente che non è ancora erotto, impedendone la fuoriuscita. È più frequente nei denti del giudizio e nei canini superiori;
  • cisti eruttiva: considerata una variante della cisti dentigera, si sviluppa nei tessuti molli della gengiva sopra un dente che sta per eruttare;
  • cisti laterale parodontale: si forma sul lato della radice di un dente, generalmente tra le radici di due denti adiacenti;
  • cisti cheratocisti odontogena: questa cisti ha un comportamento più aggressivo rispetto alle altre. Ha un’alta tendenza a recidivare dopo la rimozione e può essere associata alla sindrome di Gorlin, una condizione genetica che predispone alla formazione di tumori;
  • cisti odontogena ortocheratinizzata: simile alla precedente, ma con una prognosi migliore e un tasso di recidiva più basso;
  • cisti odontogena ghiandolare: è molto rara, ma tende a crescere rapidamente e a recidivare dopo il trattamento.

La diagnosi del tipo di cisti dentale è fondamentale per determinare il trattamento più appropriato.

Perché si formano le cisti dentali?

Le cause delle cisti dentali variano a seconda del tipo di cisti sopra elencate.

Nel caso delle cisti infiammatorie, le cause principali sono le seguenti:

  • necrosi pulpare: la morte del nervo del dente, o necrosi pulpare, è una delle cause principali delle cisti radicolari. La necrosi pulpare può essere causata da traumi, carie avanzate o infiammazioni della polpa dentaria (pulpite);
  • infezione: l’infezione batterica è un fattore determinante nello sviluppo delle cisti infiammatorie. I batteri possono penetrare nel dente attraverso carie profonde o traumi, causando infiammazione e la formazione di pus. Il corpo cerca di isolare l’infezione creando una cisti;
  • estrazione incompleta di una cisti: le cisti residue si formano quando una cisti radicolare non viene completamente rimossa durante l’estrazione di un dente;
  • parodontite avanzata: la parodontite, un’infezione delle gengive e dell’osso che sostiene i denti, può contribuire alla formazione di cisti.

Per quanto concerne, invece, le cisti di sviluppo, le cause più comuni sono le seguenti:

  • anomalie durante lo sviluppo del dente: le cisti di sviluppo sono causate da errori durante la formazione del dente;
  • residui epiteliali: l’epitelio odontogeno, responsabile della formazione dei denti, può lasciare dei residui all’interno dei tessuti della bocca. Questi residui, chiamati “Resti di Serres” o “Resti di Malassez”, possono proliferare e formare delle cisti;
  • fattori genetici: alcune cisti, come la cisti cheratocisti odontogena, possono essere associate a fattori genetici.

Individuare la causa è il primo passo per sviluppare un piano terapeutico adeguato

Quali sono i sintomi comuni delle cisti dentali?

Come abbiamo già sottolineato, le cisti dentali, nelle loro fasi iniziali, possono essere completamente asintomatiche; questo significa che spesso non si manifestano con segni o sintomi evidenti, rendendo difficile una diagnosi precoce senza l’ausilio di esami specifici.

Ma allora, come possiamo riconoscere una cisti dentale? Purtroppo, l’autodiagnosi è impossibile. Solo un dentista, attraverso un esame clinico e l’utilizzo di strumenti diagnostici come la radiografia, può identificare la presenza di una cisti dentale.

Detto questo, con l’aumentare delle dimensioni della cisti, alcuni sintomi possono diventare più evidenti, tra cui i seguenti:

  • dolore acuto: la pressione esercitata dalla cisti sui tessuti circostanti può causare dolore, che può essere localizzato o irradiarsi ad altre aree del viso;
  • gonfiore gengivale: la cisti può causare un rigonfiamento visibile e palpabile a livello delle gengive;
  • mobilità dentale: la cisti può indebolire l’osso che sostiene i denti, causando una maggiore mobilità dei denti adiacenti;
  • alitosi: la presenza di infezione all’interno della cisti può contribuire allo sviluppo di un odore sgradevole proveniente dalla bocca.

È fondamentale sottolineare che questi sintomi non sono esclusivi delle cisti dentali e possono essere associati ad altre patologie del cavo orale. Pertanto, in presenza di uno o più di questi sintomi, è essenziale consultare un dentista per una diagnosi accurata.

Come si esegue la diagnosi?

Abbiamo spiegato che le cisti dentali sono quasi sempre asintomatiche, in particolare nelle fasi iniziali, e che solo un dentista può individuarle attraverso esami approfonditi

Quali sono questi esami? Lo strumento principale per diagnosticare una cisti dentale è senza dubbio la ortopantomografia, una radiografia che fornisce un’immagine completa di entrambe le arcate dentarie, consentendo di individuare eventuali anomalie a livello dei denti, dell’osso mascellare e mandibolare, e dei tessuti circostanti.

In alcuni casi si può anche fare ricorso a una TAC dentale, un esame più dettagliato che fornisce immagini tridimensionali delle strutture dentali, particolarmente utile per valutare cisti complesse o di grandi dimensioni.

Oltre all’esame radiografico, l’odontoiatra effettuerà un esame clinico completo per valutare la presenza di eventuali sintomi, come gonfiore gengivale, mobilità dentale o dolore alla palpazione. Inoltre, verificherà la vitalità del dente interessato, poiché le cisti radicolari si formano in seguito alla morte del nervo del dente.

In alcuni casi, potrebbe essere necessario effettuare una biopsia per confermare la diagnosi ed escludere la presenza di altre patologie.

Come si cura una cisti dentale?

Il trattamento di una cisti dentale varia a seconda di diversi fattori, tra cui il tipo di cisti, le sue dimensioni, la sua posizione e la presenza di eventuali sintomi.

Dopo aver effettuato i controlli necessari, e giunto a una diagnosi, il dentista potrà optare tra le seguenti soluzioni:

  • terapia canalare (o devitalizzazione): indicata per le cisti radicolari, che si formano in seguito alla morte del nervo del dente, consiste nella rimozione del tessuto pulpare infetto, nella pulizia e disinfezione del canale radicolare e nel suo successivo riempimento con un materiale biocompatibile. In questo modo si elimina la fonte dell’infezione e si consente la guarigione della cisti;
  • apicectomia: in alcuni casi, se la cisti radicolare è di grandi dimensioni o non risponde alla terapia canalare, potrebbe essere necessario ricorrere all’apicectomia, un intervento chirurgico finalizzato alla rimozione dell’apice della radice del dente e della cisti. Successivamente, l’area viene sigillata per prevenire future infezioni;
  • enucleazione: è una procedura chirurgica che prevede la rimozione completa della cisti dalla sua capsula. Questo trattamento è spesso utilizzato per le cisti di sviluppo;
  • marsupializzazione: consiste nel creare un’apertura nella cisti per drenare il liquido e ridurre la pressione. La cisti rimpicciolita può poi essere rimossa chirurgicamente in un secondo momento;
  • estrazione del dente: nei casi più gravi, quando la cisti è molto estesa o ha causato danni significativi all’osso, potrebbe essere necessario estrarre il dente interessato.

Dopo l’intervento chirurgico, l’odontoiatra potrebbe prescrivere antibiotici per prevenire infezioni e antidolorifici per alleviare il dolore. Il paziente dovrà seguire attentamente le indicazioni post-operatorie per garantire una corretta guarigione.
Il follow-up è fondamentale per monitorare la guarigione della cisti e per individuare eventuali recidive.

ATTENZIONE:
Le informazioni qui riportate hanno carattere divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportati sono assunte in piena autonomia decisionale e a loro rischio.

Segui FASDA su Facebook