Cistografia: come si esegue e a cosa serve

da | Apr 15, 2022 | Esami, Sanità Integrativa | 0 commenti

Nell’ambito della sezione “Prestazioni e accertamenti di alta specializzazione” il Fondo FASDA provvede al pagamento delle spese per numerose prestazioni extraospedaliere, tra cui anche la cistografia

Si tratta, come vedremo più nel dettaglio, di un esame radiologico attraverso il quale visualizzare le vie urinarie basse, ovvero la vescica e l’uretra. 

In presenza di condizioni patologiche che coinvolgono il sistema escretore, il medico potrebbe raccomandare una cistografia per confermare la diagnosi, individuare le cause del problema o, in caso di terapia già in corso, monitorare l’andamento delle cure. 

Vediamo insieme cos’è una cistografia, come si esegue, a cosa serve e quando è indicato farla

Cos’è una cistografia

La cistografia è un esame radiologico della vescica, che consente al medico di ottenere immagini dettagliate sullo stato di salute dell’apparato escretore

Si tratta, nello specifico, di una radiografia con mezzo di contrasto, che viene iniettato direttamente nell’area di interesse (nella vescica o nell’uretra) attraverso un catetere. Questo liquido consente di evidenziare la vescica al fine di visualizzare in modo più accurato gli elementi da indagare. 

In alcuni casi è possibile eseguire la cistografia insieme ad altre procedure, come la cistografia retrograda, che analizza anche l’uretra oltre alla vescica; l’esame prevede l’inserimento del liquido di contrasto nella vescica attraverso l’uretra.

L’operatore sanitario può utilizzare la fluoroscopia per osservare come la vescica si svuota durante la minzione; in questo caso si parla di cistouretrografia minzionale o cistografia retrograda minzionale. Inoltre, la cistografia può mostrare se l’urina ritorna nei reni, generando quello che viene definito reflusso vescico-ureterale

La cistografia con tomografia computerizzata (TC) viene talvolta utilizzata in seguito a traumi o interventi chirurgici recenti.

Perché sottoporsi a questo esame?

Le ragioni che potrebbero spingere il medico a raccomandare e prescrivere una cistografia sono molteplici, legate alla comparsa di determinati sintomi o alla presenza di una condizione patologica nota da monitorare

In genere, si esegue una cistografia per individuare le cause delle seguenti condizioni: 

  • presenza di sangue nelle urine;
  • infezioni delle vie urinarie che continuano a ripresentarsi;
  • problemi a svuotare la vescica;
  • reflusso urinario, ovvero quando l’urina rifluisce in uno o entrambi gli ureteri e, in alcuni casi, in uno o entrambi i reni; 
  • incontinenza urinaria

Potrebbe essere prescritto questo esame anche in seguito ad un trauma alla vescica, in presenza di un blocco o un restringimento degli ureteri o dell’uretra e prima o dopo alcuni interventi chirurgici alla colonna vertebrale

Come si esegue una cistografia

Abbiamo visto che la cistografia è un esame radiologico con mezzo di contrasto. Può essere eseguito in regime ambulatoriale o durante un ricovero in ospedale. 

Prima di sottoporsi all’esame, è importantissimo segnalare al medico la presenza di una gravidanza in atto – perché le radiazioni potrebbero danneggiare il bambino – di allergie a farmaci o mezzi di contrasto e di insufficienza renale

Come spiegato, è possibile combinare diverse tecniche di esecuzione dell’esame, ma in genere una cistografia segue questo processo:

  • viene richiesto al paziente di rimuovere eventuali indumenti, gioielli o altri oggetti che potrebbero intralciare il test;
  • il paziente dovrà svuotare la vescica prima del test;
  • il paziente si stende sul tavolo del macchinario per eseguire la radiografia;
  • l’operatore sanitario inserisce un catetere nella vescica (o nell’uretra), utilizzato per iniettare il liquido di contrasto;
  • viene quindi eseguita una radiografia di controllo dei reni, dell’uretere e della vescica per assicurarsi che il sistema urinario sia ben visibile. Agli uomini verrà anche disposto uno scudo di piombo sui testicoli per proteggerli dai raggi X;
  • l’operatore inizia a iniettare il mezzo di contrasto. Il tecnico radiologo andrà ad acquisire delle immagini durante l’iniezione del colorante e successivamente. Potrebbe essere richiesto al paziente di cambiare posizione per diverse viste radiografiche del sistema urinario;
  • in caso di cistografia minzionale, viene rimosso il catetere per consentire al paziente di urinare in modo autonomo. Il momento della minzione viene seguito dal tecnico, che acquisirà delle immagini durante il processo, per verificare il grado di svuotamento della vescica;
  • se non si esegue una cistografia minzionale, viene rimosso il catetere dopo aver acquisito tutte le viste radiografiche necessarie. 

Come è facile intuire, quindi, non si tratta di una banale radiografia, ma di un esame un po’ più complesso e leggermente fastidioso, a causa dell’inserimento del catetere e del liquido di contrasto. 

Cosa succede dopo l’esame?

In genere, dopo essersi sottoposti ad una cistografia non è necessario seguire particolari indicazioni mediche, è possibile infatti tornare alle proprie abitudini di vita. 

In ogni caso, sarà il medico a spiegare al paziente come comportarsi

È raccomandato bere liquidi aggiuntivi per circa un giorno dopo il test, per rimuovere tutto il liquido di contrasto presente ancora nella vescica e nell’uretra, evitando così possibili infezioni.

È possibile avvertire un lieve dolore durante la minzione, così come notare una colorazione rosa nelle urine per uno o due giorni dopo il test. Non c’è da preoccuparsi, è assolutamente normale

Bisogna, invece, attivarsi subito e contattare il proprio medico laddove si dovessero verificare alcuni sintomi, tra cui: 

  • peggioramento del dolore durante la minzione dopo più di 2 giorni;
  • febbre o brividi;
  • dolore alla pancia;
  • sangue nelle urine;
  • diminuzione della quantità di urina rispetto al solito;

In questi casi, sarà il medico a stabilire come procedere

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