esame istologico: cos’è e come si esegue

da | Giu 21, 2023 | Esami, Sanità Integrativa | 0 commenti

L’esame istologico rappresenta un potente strumento diagnostico che consente un’analisi accurata dei tessuti umani, attraverso la quale i patologi sono in grado di rilevare alterazioni cellulari e fornire informazioni cruciali per la diagnosi e la gestione di una vasta gamma di malattie.  

Si tratta di un processo multidisciplinare che coinvolge però non solo i patologi, ma anche altri professionisti sanitari, come chirurghi, oncologi e radiologi. La collaborazione tra questi specialisti è essenziale per ottenere una valutazione accurata e completa dei campioni di tessuto, garantendo una diagnosi tempestiva e un’adeguata pianificazione terapeutica.

Divenuto nel corso del tempo una procedura di routine, viene utilizzato per molteplici ragioni, tra cui identificare lesioni precancerose, caratterizzare tumori maligni e monitorare la risposta ai trattamenti.

Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire cos’è un esame istologico, a cosa serve e come si esegue

Cos’è un esame istologico

L’esame istologico, noto anche come biopsia istologica o anatomia patologica, è un procedimento diagnostico che prevede l’analisi microscopica dei tessuti corporei al fine di identificare eventuali alterazioni o patologie. 

Questo tipo di esame consente ai medici di ottenere una visione dettagliata delle cellule, dei tessuti e delle strutture all’interno dell’organismo, a livello microscopico.

Viene solitamente eseguito su campioni di tessuto prelevati durante una procedura chirurgica o una biopsia, che vengono poi fissati, processati e sottoposti a una serie di tecniche di colorazione speciali per rendere visibili le caratteristiche delle cellule e dei tessuti. 

Successivamente, vengono esaminati al microscopio da un patologo.

Attraverso l’esame istologico, è possibile acquisire informazioni fondamentali per: 

  • formulare una diagnosi accurata; 
  • pianificare il trattamento più appropriato;
  • monitorare la risposta alla terapia nel corso del tempo.

Inoltre, l’esame istologico può essere utilizzato per scopi di ricerca scientifica.

A cosa serve?

L’esame istologico ha diversi scopi e funzioni essenziali nella pratica medica

Ecco alcuni dei principali utilizzi dell’esame istologico:

  • diagnosi di malattie: attraverso l’analisi microscopica dei tessuti, i patologi possono identificare segni di infiammazione, infezioni, lesioni precancerose, tumori benigni e maligni, malattie autoimmuni e molte altre condizioni patologiche. Questa diagnosi istologica aiuta i medici a comprendere la natura e l’estensione della malattia, fornendo le basi per un trattamento adeguato;
  • valutazione della gravità e dell’aggressività del tumore: questa procedura è particolarmente importante nel caso dei tumori. Attraverso l’analisi delle caratteristiche delle cellule tumorali, i patologi possono determinare la gravità del tumore, la sua aggressività e la sua potenziale diffusione ad altre parti del corpo. Queste informazioni sono fondamentali per stabilire una strategia di trattamento efficace e per valutare la prognosi del paziente;
  • monitoraggio della risposta al trattamento: durante il percorso di cura di un paziente, l’esame può essere ripetuto per monitorare la risposta al trattamento. Ad esempio, nei casi di tumori, l’analisi istologica dei tessuti prelevati dopo la terapia può rivelare se le cellule tumorali stanno diminuendo, se ci sono segni di necrosi o se sono presenti residui tumorali. Questo aiuta i medici a valutare l’efficacia del trattamento (es. la chemioterapia o la radioterapia) e a prendere eventuali decisioni sulla terapia successiva;
  • identificazione di alterazioni genetiche e molecolari: l’esame può essere integrato con altre tecniche diagnostiche, come l’analisi genetica e molecolare, per identificare specifiche alterazioni genetiche o marcatori molecolari caratteristici di una determinata malattia. Questo tipo di approccio può fornire informazioni aggiuntive sulla prognosi del paziente e guidare l’utilizzo di terapie mirate o personalizzate;
  • ricerca scientifica: l’esame istologico è uno strumento fondamentale nella ricerca scientifica per studiare i tessuti biologici, comprendere i meccanismi delle malattie, identificare nuovi bersagli terapeutici e valutare l’efficacia dei farmaci.

Insomma, l’esame istologico svolge un ruolo cruciale nella diagnosi, nel monitoraggio e nella comprensione delle malattie, fornisce informazioni dettagliate sulle condizioni dei tessuti e guida le decisioni cliniche.

Come si esegue?

Come accennato, l’esame istologico prevede alcuni passaggi specifici, che indichiamo di seguito:

  • preparazione del campione: il primo passo consiste nel prelevare un campione di tessuto dal paziente. Questo può avvenire attraverso una biopsia, una procedura chirurgica, un esame diagnostico (es. colonscopia) o un’autopsia (dopo il decesso). Il campione viene quindi fissato utilizzando sostanze chimiche appropriate per preservare le caratteristiche cellulari e tessutali;
  • processamento del campione: dopo la fissazione, il campione viene sottoposto a un processo di preparazione. Questo processo coinvolge la rimozione di eventuali sostanze indesiderate, come il sangue o il grasso, e la produzione di sezioni sottili del tessuto. Il tessuto viene quindi inserito in un blocco di paraffina per facilitare la creazione di sezioni sottili;
  • taglio delle sezioni sottili: il blocco di tessuto viene quindi tagliato in sezioni sottili, con uno spessore di solito compreso tra 4 e 6 micron. Queste sezioni vengono poste su lamine di vetro speciali, chiamate lamine istologiche, che saranno utilizzate per l’analisi al microscopio;
  • colorazione delle sezioni: le sezioni di tessuto vengono sottoposte a diverse tecniche di colorazione per evidenziare le caratteristiche cellulari e tessutali;
  • analisi microscopica: le sezioni di tessuto colorate vengono quindi osservate al microscopio da un patologo. Il patologo esamina attentamente le caratteristiche delle cellule e dei tessuti, valutando l’integrità delle cellule, l’eventuale presenza di infiammazione, la presenza di lesioni, la formazione di tumori o altre anomalie patologiche, e alla fine registra le sue osservazioni per formulare una diagnosi istologica;
  • elaborazione del rapporto diagnostico: il patologo sintetizza le sue osservazioni in un rapporto diagnostico scritto, che descrive le caratteristiche istologiche del tessuto esaminato e fornisce una diagnosi istologica definitiva o una valutazione dettagliata della condizione del paziente. Il rapporto viene quindi inviato al medico curante per l’utilizzo clinico.

L’esame istologico richiede competenze e conoscenze specializzate da parte dei patologi per interpretare correttamente le caratteristiche cellulari e tessutali. È un processo che richiede tempo e precisione per ottenere risultati affidabili e utili per la diagnosi e la gestione dei pazienti.

ATTENZIONE:
Le informazioni qui riportate hanno carattere divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportati sono assunte in piena autonomia decisionale e a loro rischio.

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