Come funziona la chemioterapia

da | Gen 8, 2021 | Oncologia, Sanità Integrativa | 0 commenti

Una diagnosi di cancro spaventa chiunque, anche il più impavido degli individui e, ad aumentare la paura contribuisce senza dubbio la prospettiva di doversi sottoporre alla chemioterapia

È noto come questo trattamento rappresenti ancora oggi un’arma fondamentale contro i tumori, ma comporta anche numerosissimi effetti collaterali, alcuni anche molto invalidanti, che lo rendono inviso ai più. 

Spaventa, ed è comprensibile, ma non va demonizzata, come ricorda l’oncologo Francesco Perrone dell’AIRC, che sottolinea anche il progresso tecnologico compiuto nella produzione dei farmaci chemioterapici attuali rispetto a quelli del passato: 

A stabilire il percorso di cure a cui sottoporsi è l’oncologo che ci segue, di concerto con il suo team, che andrà ad individuare la terapia più adatta alla situazione specifica. 

Se la scelta ricadrà sulla chemioterapia, è importante informarsi in modo corretto su cosa ci aspetta. 

Vediamo, quindi, cos’è e come funziona la chemioterapia

Cos’è la chemioterapia

Il termine chemioterapia nasce dall’unione di una parola inglese e una greca, ovvero “Chemical” e “therapèia”, in italiano terapia. 

Partendo dall’etimologia della parole, possiamo già intuire che si tratta di una terapia basata sull’impiego di un elemento chimico, che nel caso specifico sono dei farmaci. 

Quindi, volendo fornire una definizione di chemioterapia, possiamo prendere in prestito le parole dell’AIRC:

“La chemioterapia consiste nella somministrazione di una o più sostanze capaci di aggredire le cellule che si moltiplicano più rapidamente, quindi in particolare quelle cancerose, durante il processo di replicazione.”

Sintetizzando, la chemioterapia è una terapia antitumorale basata sulla somministrazione di determinati farmaci capaci di aggredire le cellule cancerose, impedendo la loro replicazione e diffusione nell’organismo. 

Come vengono somministrati i farmaci

Come spiegato, la chemioterapia si basa sulla somministrazione di farmaci detti “citotossici” o “antiblastici”

Esistono attualmente diverse decine di prodotti che rientrano in questa categoria farmacologica, e che possono essere più o meno indicati alla condizione specifica in cui versa il paziente. 

La scelta è frutto di una valutazione ampia e complessa, che tiene conto dello stadio del tumore, dall’esito dell’esame istologico, dalle condizioni cliniche del paziente. 

L’impiego di determinati farmaci segue dei pattern condivisi a livello internazionale, chiamati “Schemi”, che prendono il nome dalle iniziali delle sostanze utilizzate, somministrare una alla volta o in combinazione. 

La somministrazione può avvenire in modi diversi, indicati in un interessante e utile opuscolo redatto dalla AIMAC, l’Associazione Italiana Malati di Cancro: 

  • per iniezione in vena, che rappresenta la modalità più diffusa;
  • per via orale, in compresse o capsule;
  • per iniezione in muscolo;
  • per iniezione sottocutanea;
  • per iniezione nel fluido spinale (chemioterapia intratecale);
  • per iniezione in una cavità dell’organismo;
  • in crema per uso topico, ad esempio per i tumori della pelle. 

Le somministrazioni orali e tramite crema possono essere effettuate anche a domicilio, mentre per tutte le altre si procede in genere in ospedale, in regime di day hospital

Quando e perché si effettua la chemioterapia

Abbiamo spiegato che la chemioterapia è una terapia farmacologica che mira a impedire la replicazione delle cellule tumorali, ma questo non vuol dire che ogni diagnosi di tumore presuppone necessariamente questo percorso terapeutico. 

Infatti, esistono casi in cui la chemioterapia non è indicata, e altri in cui è spesso l’unica strada percorribile. 

Ad esempio, potrebbe non essere possibile o utile se il tumore risponde poco o nulla a questo genere di trattamento, oppure è ancora piccolo, non si è diffuso e può essere rimosso con un intervento chirurgico. 

Quando, invece, si procede con la chemioterapia? 

  • prima dell’intervento chirurgico, ad esempio per ridurre la massa tumorale;
  • dopo l’intervento chirurgico, nel caso in cui sussista, dopo la rimozione, il rischio di diffusione o, in caso di rimozione parziale;
  • quando non è possibile effettuare l’intervento chirurgico, perché non è operabile o è in uno stadio già molto avanzato;
  • in alcuni casi, può essere effettuata in combinazione con la radioterapia

Vediamo, ora, quanto dura e quali sono gli effetti collaterali.

Quanto dura la chemioterapia

Tutti hanno sentito parlare, almeno una volta nella vita, dei cosiddetti cicli di chemioterapia

Cosa vuol dire? 

Beh, essenzialmente significa che la terapia farmacologica è suddivisa in più fasi, o cicli, durante i quali spesso si impiegano farmaci differenti con finalità specifiche, alternati a periodi di riposo. 

Ogni seduta può durare dai 20 minuti a diverse ore, a seconda della modalità di somministrazione. Quella più diffusa, che come accennato prima avviene per via venosa, spesso tramite fleboclisi, richiede diverse ore. 

A seconda della propria condizione di salute, potrebbero essere necessari più o meno cicli di chemioterapia, e da questo dipende, ovviamente, anche la durata del trattamento, che varia dalle poche settimane a diversi mesi. 

Dopo ogni ciclo si valutano i progressi ottenuti e si pianifica il prosieguo. 

Effetti collaterali della chemioterapia

Siamo giunti a uno degli aspetti, se non l’aspetto, che preoccupa maggiormente i soggetti che devono sottoporsi alla chemioterapia: gli effetti collaterali

Sono, in effetti, molteplici e spesso invalidanti, ma è bene ricordare che non è detto che il paziente li sperimenti tutti o che reagisca allo stesso modo di altre persone. 

In ogni caso, è di fondamentale importanza avvertire e informare il proprio medico e il personale dell’ospedale su ogni esperienza vissuta durante o dopo la somministrazione dei farmaci. 

La lista degli effetti collaterali della chemioterapia è alquanto lunga: 

  1. alterazione della funzionalità del midollo osseo, di solito temporanea, che si risolve al termine del trattamento;
  2. leucopenia, ovvero la diminuzione del numero di globuli bianchi, che espone il paziente a rischi di infezione più elevati, come la febbre. Per questo motivo è importante evitare il contatto con persone influenzate o luoghi affollati;
  3. anemia, che può manifestarsi con pallore, stanchezza, apatia, cefalea, sensazione di stordimento, di difficoltà respiratoria o di cardiopalmo o di battito cardiaco accelerato;
  4. nausea e vomito;
  5. stanchezza, in alcuni casi causata anche dallo stress al quale si è sottoposti;
  6. caduta dei capelli, che avviene più o meno dopo 4 settimane;
  7. cistite;
  8. stomatite;
  9. crampi addominali e stitichezza;
  10. diarrea;
  11. colorazione delle urine arancione/rosso;
  12. temporanea alterazione del gusto;
  13. intorpidimento o formicolio a mani e piedi;
  14. possibile alterazione reversibile dei parametri di funzionalità epatica;
  15. possibile compromissione della fertilità;
  16. ciclo mestruale irregolare o assente

Durante i cicli di chemioterapia è di fondamentale importanza seguire uno stile di vita sano, un’alimentazione corretta, un’accurata igiene personale, evitare per quanto possibile fonti di stress e ridurre l’esposizione a virus e batteri. 

ATTENZIONE:
Le informazioni qui riportate hanno carattere divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportati sono assunte in piena autonomia decisionale e a loro rischio.

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