Il Piano Sanitario del Fondo FASDA prevede una copertura delle spese in caso di interventi per fistole bronchiali, una condizione rara che si sviluppa tra le vie aeree e la pleura, il mediastino o il sistema vascolare.
Una fistola è un passaggio anomalo, un canale che in condizioni normali non dovrebbe esserci, una “crepa” all’interno del nostro organismo, che collega un organo ad un altro o verso l’esterno, causando gravi problemi di salute.
In alcuni casi possono essere create dal chirurgo durante un intervento, per finalità terapeutiche.
Approfondiamo insieme e cerchiamo di capire cosa sono le fistole bronchiali, come si formano, quali sono i sintomi e come si curano.
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Cos’è una fistola bronchiale
Una fistola bronchiale, o broncopleurica, è un passaggio anomalo che si sviluppa tra le grandi vie aeree dei polmoni, ovvero i bronchi, e lo spazio tra le membrane che rivestono i polmoni, la cosiddetta cavità pleurica.
Cosa succede?
Semplificando, l’aria che viene respirata nei polmoni può viaggiare attraverso questo canale ed entrare nello spazio pleurico, dove non dovrebbe finire, causando una perdita di ossigeno e l’accumulo di liquido nella pleura.
Si tratta di una condizione molto grave, dall’elevato tasso di mortalità, di solito causata da un intervento chirurgico al cancro del polmone, ma può anche svilupparsi in seguito a cicli di chemioterapia, radiazioni o un’infezione.
Gli studi sull’incidenza delle fistole bronchiali variano, ma sembra verificarsi tra l’1,5 e il 28% degli interventi chirurgici che comportano la rimozione di un polmone.
In genere si tende a dividere le fistole bronchiali in due gruppi:
- fistola precoce, che si verifica entro 30 giorni dall’operazione iniziale;
- fistola tardiva, che si verifica dopo 30 giorni dall’intervento chirurgico.
La diagnosi viene solitamente effettuata con una TAC del torace.
Quali sono le cause delle fistole bronchiali
Ci sono diverse condizioni che possono causare una fistola broncopleurica, alcune già accennati nel paragrafo precedente.
Vediamo insieme quali sono le cause principali:
- chirurgia del cancro del polmone: la resezione polmonare, ovvero la rimozione di un polmone o parte di esso, per il cancro del polmone è di gran lunga la causa più comune di una fistola bronchiale. È più probabile che si verifichi con una pneumonectomia, quindi con la rimozione completa del polmone, che con procedure come una lobectomia (rimozione di un lobo del polmone) o una resezione a cuneo (rimozione di una sezione a forma di cuneo di un lobo del polmone);
- infezione, soprattutto alcuni tipi di polmonite che hanno provocato una rottura del tessuto chiamata necrosi polmonare;
- pneumotorace spontaneo persistente: si riferisce a un polmone collassato, definito tecnicamente pneumotorace, che non si sta risolvendo;
- chemioterapia o radioterapia per il cancro del polmone: qualsiasi trattamento che causi danni alle cellule e successiva guarigione nella regione del bordo pleurico può provocare la formazione di una fistola;
- tubercolosi.
Vediamo, ora, quali sono i sintomi associati a questa condizione.
Sintomi delle fistole bronchiali
Molto spesso la presenza di fistole bronchiali non viene avvertita dal paziente, rimane asintomatica, e può essere individuata solo attraverso un esame approfondito, ad esempio una TAC.
Laddove dovessero invece manifestarsi dei sintomi, questi vengono associati a cause più frequenti e meno rare come un’infezione polmonare (polmonite) o una forte bronchite, rendendo difficile giungere ad una diagnosi corretta.
I sintomi principali consistono in tosse persistente, tosse con sangue o mancanza di respiro.
Come si curano?
La gestione delle fistole bronchiali richiede un ricovero prolungato, procedure chirurgiche complesse e un follow-up ravvicinato, ma il primo passo nel trattamento è la gestione delle condizioni pericolose per la vita come sepsi, pneumotorace tensivo e insufficienza respiratoria.
Quindi, si procede subito con l’aspirazione del liquido pleurico attraverso l’applicazione di un drenaggio, importante per ridurre il rischio di polmonite e insufficienza respiratoria, e con la somministrazione di una terapia antibiotica ad ampio spettro.
Questa fase è definita terapia conservativa, ma nella maggior parte dei casi è necessario procedere in modo chirurgico.
Dopo che il liquido è stato drenato, il passaggio successivo consiste nella riparazione della fistola.
Il trattamento può essere eseguito chirurgicamente o endoscopicamente attraverso un tubo per broncoscopia. In questa procedura si accede alla fistola e si inseriscono colle o sigillanti per chiudere il passaggio. Queste sostanze chimiche causano infiammazione nella fistola che porta a cicatrici e chiusura, incollando efficacemente il passaggio anomalo.
Gli obiettivi principali di questi interventi chirurgici sono:
- lo sbrigliamento dello spazio pleurico, ovvero la rimozione di tessuto lacerato, devitalizzato o contaminato;
- la riduzione al minimo della cavità pleurica residua;
- la chiusura della fistola;
- il rinforzo del moncone bronchiale con tessuto autologo, ovvero proveniente dal paziente stesso (il cosiddetto autotrapianto).
Ci sono diversi fattori che incidono sulla scelta del metodo chirurgico appropriato, come:
- la condizione medica del paziente;
- il tempo di insorgenza della fistola;
- la dimensione e la localizzazione della fistola;
- lo stato della cavità pleurica.
Sarà il chirurgo a valutare la migliore soluzione da adottare per la risoluzione del problema delle fistole bronchiali.