Sottoporsi ad una visita medica può causare stress nel paziente, e generare una reazione emotiva rilevante, al punto da tradursi in un aumento della pressione sanguigna misurata in regime ambulatoriale. È la cosiddetta ipertensione da camice bianco, o più correttamente ipertensione clinica isolata, una condizione molto diffusa e da non sottovalutare.
In effetti, numerosi studi condotti nel corso degli ultimi anni hanno evidenziato come l’ipertensione da camice bianco colpisca circa il 15% della popolazione generale, e il 30% di essi presenta poi un aumentato rischio di sviluppare patologie cardiovascolari e andare incontro a infarti e ictus.
Rispetto al passato, infatti, quando questa condizione era in qualche modo snobbata, la comunità medica presta ora maggiore attenzione al fenomeno, migliorando la diagnosi precoce di malattie potenzialmente invalidanti.
Ma andiamo per ordine, e cerchiamo di capire in cosa consiste l’ipertensione da camice bianco e cosa fare in questi casi.
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Cos’è l’ipertensione da camice bianco
Per spiegare in modo semplice cosa sia l’ipertensione da camice bianco è sufficiente immaginare un individuo sano che, recandosi presso uno studio medico o un ambulatorio, misura la pressione facendo registrare valori anomali, più alti del normale.
Fin qui nulla di strano, potrebbe semplicemente soffrire di ipertensione senza averne mai avvertito i sintomi, o potrebbe trattarsi di un episodio isolato.
La peculiarità di questo fenomeno consiste nel fatto che lo stesso individuo, misurando la pressione a casa, presenta valori nella norma.
Insomma, gli sale la pressione in presenza del medico o comunque in ambito clinico, ecco perché si usa l’espressione “camice bianco”.
Perché è pericolosa l’ipertensione da camice bianco?
Abbiamo accennato nell’introduzione al fatto che oggi, rispetto al passato, si presta molta più attenzione all’ipertensione clinica isolata, perché è dimostrata la presenza di una possibilità concreta di sviluppare patologie cardiovascolari nei soggetti più sensibili a questo fenomeno.
Qual è il problema, in tal senso? I rischi sono essenzialmente due:
- sottovalutare il dato alterato, attribuendolo ad uno stato emotivo del momento, evitando quindi di attenzionarlo e tenerlo sotto controllo nelle ore e nei giorni successivi;
- sopravvalutare il dato alterato, prescrivendo subito una terapia volta a ridurre la pressione sanguigna, o modificare quella in corso, senza una reale necessità.
In entrambi i casi si possono provocare danni nel paziente, che a sua volta potrebbe incappare in un errore di valutazione, e ignorare le indicazioni terapeutiche del dottore perché “è stato solo un episodio, sarà stata colpa dell’ansia”.
In realtà, gli studi condotti in questi anni non lasciano spazio ad interpretazioni:
- il 15% della popolazione generale può sperimentare un episodio di ipertensione da camice bianco;
- il 30% dei soggetti ipertesi presenta valori più alti durante una misurazione ambulatoriale;
- circa il 5% di chi sperimenta questo fenomeno è più a rischio di malattie cardiache, infarti e ictus.
Per questo motivo, è opportuno che il medico o il professionista sanitario che registra il dato anomalo nel paziente lo approfondisca, in genere eseguendo ulteriori misurazioni nell’arco delle 24 ore o prescrivendo l’impiego di un holter pressorio da indossare a casa, quindi al di fuori dell’ambiente clinico, al fine di ottenere una visione più accurata e completa della pressione sanguigna del soggetto.
Se confermata, la condizione di ipertensione andrà poi trattata in modo specifico, attraverso cambiamenti nello stile di vita (alimentazione, fumo, esercizio fisico) e terapie farmacologiche.
Come gestire l’ipertensione da camice bianco
Abbiamo spiegato che questo fenomeno si presenta in soggetti particolarmente ansiosi o emotivi, che vivono il momento della visita medica con particolare trasporto e preoccupazione. Di conseguenza, è possibile ridurre il rischio che questo avvenga preparandosi in modo adeguato al controllo al quale ci si deve sottoporre.
Come? Esistono alcuni consigli molto semplici, ma estremamente utili ed efficaci:
- sviluppare un buon rapporto con il proprio medico, in modo da poter parlare facilmente con lui senza agitarsi;
- laddove non si riuscisse a creare una situazione di agio e comodità con il proprio medico, si può valutare di rivolgersi ad un altro professionista;
- preparare un elenco di domande da porre al medico in modo da non doversi preoccupare di ricordarle tutte;
- anticiparsi e provare ad arrivare all’appuntamento con calma, avendo tempo di parcheggiare e rilassarsi prima di entrare nello studio del medico;
- evitare di fumare, bere caffè o fare esercizio fisico per almeno mezz’ora prima dell’appuntamento.
In alcuni casi potrebbe essere utile far eseguire la misurazione ad un infermiere o un paramedico e non dal medico, perché spesso queste figure provocano reazioni più moderate nei pazienti sensibili ed emotivi.