Mammografia: quando farla e perché

da | Giu 15, 2021 | Esami, Sanità Integrativa | 0 commenti

Prima di spiegare in cosa consiste la mammografia, è importante ricordare che in Italia la prevenzione secondaria dei tumori prevede programmi nazionali di screening per i tumori alla mammella, della cervice uterina e del colon-retto

Come si legge nel rapporto AIRTUM “I numeri del cancro in Italia 2023” tra le donne il cancro della mammella continua ad essere la neoplasia più frequente, con 55.900 nuove diagnosi stimate per il 2023, pari al 30% di tutti i tumori nella popolazione femminile. 

Nel 2022, sono stimati 15.500 decessi (le stime per il 2023 non sono disponibili).

Per fortuna, però, nel rapporto si segnala una riduzione di mortalità per tumore della mammella nelle donne (10.223 morti evitate -6,0%), “riconducibile ai programmi di screening ma soprattutto ai miglioramenti terapeutici, inclusi i progressi nella chirurgia e radioterapia oltre alle ormoni-chemio e immunoterapie progressivamente introdotte”

Lo screening del cancro della mammella passa anche attraverso la mammografia. Vediamo, quindi, cos’è, come si esegue, quando farla e perché è così importante

Cos’è la mammografia

La mammografia è un esame radiologico, non invasivo, utilizzato principalmente per lo screening e la diagnosi del tumore al seno

Si tratta, insomma, di una procedura che utilizza raggi X a basso dosaggio per creare immagini dettagliate del tessuto mammario

L’obiettivo principale della mammografia è identificare eventuali anomalie nel seno, come noduli, microcalcificazioni o altre alterazioni, che potrebbero indicare la presenza di un tumore maligno o altre condizioni patologiche.

Come accennato, questo esame può essere suddiviso in due categorie, a seconda dello scopo per il quale viene eseguito: 

  • mammografia di screening: rivolta principalmente a donne asintomatiche, solitamente eseguita a intervalli regolari (ad esempio, ogni uno o due anni), per individuare precocemente eventuali segni di cancro al seno, anche in assenza di sintomi. In Italia esiste un programma di screening gratuito, del quale parleremo più diffusamente in un paragrafo dedicato;
  • mammografia diagnostica: eseguita su donne che presentano sintomi come un nodulo, dolore al seno, secrezione dal capezzolo o cambiamenti cutanei, oppure su quelle che hanno avuto risultati sospetti durante una mammografia di screening. 

La mammografia è una procedura diagnostica vitale nella prevenzione e nel trattamento del cancro al seno. Per questo motivo, le donne di età superiore ai 40 anni, o con fattori di rischio specifici, sono generalmente incoraggiate a sottoporsi a mammografie regolari, seguendo le raccomandazioni del proprio medico.

Come si esegue la mammografia

Abbiamo detto che la mammografia è una radiografia, e consiste in una procedura relativamente semplice e veloce, generalmente eseguita in un ambiente clinico.

Nel dettaglio, durante questo esame il seno viene compresso tra due piastre di plastica trasparenti.

Tramite una macchina a raggi X si eseguono le scansioni, producendo delle immagini chiamate, appunto, mammografie.  La scansione viene poi ripetuta sull’altro seno.

Su una mammografia su pellicola, i tessuti a bassa densità, come il grasso, appaiono traslucidi – cioè sfumature di grigio più scure che si avvicinano allo sfondo nero – mentre le aree di tessuto denso, come il tessuto connettivo e ghiandolare o i tumori, appaiono più bianche su uno sfondo grigio. 

In una mammografia standard, vengono eseguite sia una vista dall’alto che una laterale di ciascun seno, sebbene possano essere prese ulteriori visualizzazioni se il medico è preoccupato per un’area sospetta del seno.

Perché si deve comprimere il seno durante la mammografia?

Molto spesso ci si chiede come mai il seno debba essere compresso durante la mammografia, provocando un certo fastidio o un po’ di dolore alle pazienti. 

La risposta è la seguente: la compressione mantiene il seno in posizione precisa, per ridurre al minimo la sfocatura dell’immagine a raggi X che può essere causata dal movimento del paziente. 

Inoltre, la compressione uniforma la forma del seno in modo che i raggi X possano viaggiare attraverso un percorso più breve per raggiungere il rilevatore. Ciò riduce la dose di radiazioni e migliora la qualità dell’immagine radiografica

Infine, la compressione consente di visualizzare tutti i tessuti su un unico piano in modo che le piccole anomalie abbiano meno probabilità di essere oscurate dal tessuto mammario sovrastante.

Quando fare la mammografia?

La tempistica per sottoporsi a questo esame può variare a seconda delle linee guida specifiche del paese (come vedremo), delle raccomandazioni del medico e dei fattori di rischio individuali. 

Tuttavia, esistono alcune indicazioni generali che possono aiutare a determinare quando e chi deve fare una mammografia:

  • le donne di età compresa tra i 40 e i 49 anni, se il medico lo ritiene opportuno;
  • le donne di età compresa tra i 50 e i 74 anni dovrebbero sottoporsi a controlli di screening regolari, anche in assenza di sintomi e fattori di rischio;
  • le donne con storia familiare di cancro al seno potrebbero dover iniziare lo screening prima dei 40 anni e necessitare di mammografie più frequenti;
  • le donne che presentano mutazioni genetiche (BRCA1/BRCA2), in quanto esposte a un rischio aumentato di sviluppare un tumore al seno;
  • le donne che hanno già avuto il cancro al seno o altre condizioni precancerose.

È fondamentale che ogni donna discuta con il proprio medico per determinare il piano di screening più appropriato. La decisione su quando iniziare e con quale frequenza eseguire le mammografie dovrebbe essere basata su una valutazione dei rischi individuali e delle condizioni di salute.

Screening mammografico gratuito

Come accennato, la mammografia è un esame previsto dai programmi di screening organizzati dal Ministero della Salute ed erogato tramite le ASL locali. 

Lo screening per la diagnosi precoce del tumore mammario si rivolge alle donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni – in alcune Regioni si sta sperimentando l’efficacia in una fascia di età più ampia, quella compresa tra i 45 e i 74 anni – e va ripetuta ogni 2 anni

Secondo i dati disponibili, questo tipo di screening consente di ridurre del 40% la mortalità per questa malattia.

Queste linee guida riguardano le donne che non hanno sintomi o non presentano particolari fattori di rischio che sono invitate a sottoporsi ad una mammografia a scopo preventivo (mammografia di screening).

Perché non si fa la mammografia prima dei 40 anni?

Una delle domande più frequenti relative a questo esame è perché non si fa la mammografia prima dei 40 anni

In effetti, in assenza di fattori di rischio e/o sintomi specifici, si tende a sconsigliare l’esecuzione di questo esame prima di quell’età, per vari fattori legati all’efficacia del test, ai rischi potenziali e alla natura del tessuto mammario nelle donne più giovani.

Innanzitutto, le donne più giovani tendono ad avere un tessuto mammario più denso, che può rendere più difficile la rilevazione di anomalie nelle immagini mammografiche, riducendo l’accuratezza del test.

Inoltre, il rischio di sviluppare il cancro al seno aumenta con l’età; le donne sotto i 40 anni hanno una minore incidenza rispetto a quelle più anziane, rendendo meno probabile la necessità di uno screening di massa in questa fascia di età.

Ancora, va ricordato che, anche se la dose di radiazioni utilizzata in una singola mammografia è bassa, l’esposizione ripetuta a raggi X può accumularsi nel tempo. Iniziare lo screening prima potrebbe aumentare l’esposizione totale senza apportare un beneficio significativo proporzionato.

Detto questo, la decisione finale dovrebbe essere presa in consultazione con un medico, considerando i fattori di rischio personali e le raccomandazioni delle linee guida cliniche.

Chi ha il seno piccolo può fare la mammografia?

Un’altra domanda molto frequente, che sfocia nel luogo comune, riguarda la possibilità di sottoporsi alla mammografia quando si ha un seno molto piccolo

La risposta è sì, le donne con seno piccolo possono assolutamente fare la mammografia, perché la dimensione del seno non influisce sulla capacità di eseguire questo esame.

I tecnici radiologi sono addestrati per eseguire la mammografia su seni di tutte le dimensioni, e le piastre e le tecniche utilizzate sono progettate per adattarsi a diverse dimensioni e forme del seno.

In che periodo del ciclo è meglio fare la mammografia?

Un’altra questione centrale per le donne consiste nel rapporto tra ciclo mestruale e mammografia, per capire in che periodo è meglio sottoporsi a questo esame

Premesso che il ciclo mestruale non compromette l’acquisizione delle immagini e la validità dell’esame, in genere l’indagine potrebbe essere più efficace se effettuata nella prima fase del ciclo mestruale piuttosto che nel periodo ovulatorio.

Questo per ragioni molto semplici, tra cui le seguenti:

  • minore sensibilità del seno: durante la prima metà del ciclo mestruale, i seni tendono ad essere meno sensibili e meno gonfi rispetto alla fase premestruale. Questo può rendere la compressione del seno durante la mammografia meno dolorosa e più tollerabile;
  • tessuto mammario meno denso: durante la prima metà del ciclo, il tessuto mammario è generalmente meno denso. La minore densità facilita la visualizzazione delle strutture interne del seno nelle immagini radiografiche, migliorando l’accuratezza della mammografia;
  • minore gonfiore e nodularità: il gonfiore e la nodularità del seno, che sono più comuni nella seconda metà del ciclo a causa delle fluttuazioni ormonali, possono rendere più difficile interpretare le immagini mammografiche. Fare la mammografia quando i seni sono meno gonfi può migliorare la qualità delle immagini e ridurre la probabilità di falsi positivi.

Per la maggior parte delle donne, programmare la mammografia durante la prima metà del ciclo mestruale, circa una settimana dopo la fine delle mestruazioni, può migliorare il comfort e la qualità delle immagini. Tuttavia, è sempre meglio discutere con il proprio medico per determinare il momento più opportuno in base alle circostanze individuali.

Ovviamente, le donne in menopausa, che non hanno cicli mestruali, possono fare la mammografia in qualsiasi momento del mese.

Che differenza c’è tra mammografia ed ecografia al seno?

La mammografia e l’ecografia al seno sono due esami di imaging utilizzati per valutare la salute del seno, ma differiscono per la tecnologia utilizzata, le indicazioni e le informazioni che forniscono

Vediamo, quindi, che differenza c’è tra i due esami:

  • mammografia: utilizza raggi X a basso dosaggio per creare immagini del seno. È il metodo di scelta per lo screening del cancro al seno nelle donne di età superiore ai 40-50 anni e per l’identificazione di microcalcificazioni, noduli e altre anomalie che potrebbero indicare la presenza di tumori. Fornisce una panoramica complessiva del tessuto mammario e viene utilizzata per individuare anomalie che possono richiedere ulteriori indagini;
  • ecografia al seno: utilizza onde sonore ad alta frequenza per creare immagini del tessuto mammario. È un complemento alla mammografia, particolarmente utile nelle donne con seni densi e per caratterizzare noduli palpabili. È la scelta preferita in situazioni che richiedono l’assenza di radiazioni, come nelle donne giovani e in gravidanza, e per guidare procedure interventistiche.

In molti casi, i due esami vengono utilizzati insieme per fornire una valutazione più completa del tessuto mammario e migliorare la precisione diagnostica. 

La scelta tra mammografia ed ecografia, o l’uso combinato di entrambe, dipende dalla situazione clinica specifica e dalle raccomandazioni del medico.

ATTENZIONE:
Le informazioni qui riportate hanno carattere divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportati sono assunte in piena autonomia decisionale e a loro rischio.

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