Noduli alla tiroide: cause, sintomi, trattamenti

da | Feb 20, 2024 | Endocrinologia, Sanità Integrativa | 0 commenti

I noduli alla tiroide sono molto diffusi nella popolazione generale, e generano sempre molta apprensione nei pazienti, perché si tende subito ad associarli al rischio di tumore alla tiroide

Nonostante rappresenti, senza dubbio, una condizione da non sottovalutare, che se individuata in maniera precoce può salvaguardare la salute e il benessere di chi ne soffre, è altresì importante affrontarlo con razionalità, evitando di lasciarsi sopraffare dalla paura, per due motivi principalmente:

  • come riporta il rapporto “I numeri del cancro 2023”, dell’Associazione italiana di oncologia medica (AIOM) e dell’Associazione italiana registri tumori (AIRTUM), nel 2023 sono state stimate circa 12.200 nuove diagnosi di tumore alla tiroide (uomini = 3.500, donne = 8.700), ma il tasso di sopravvivenza netta a 5 anni dalla diagnosi è altissimo, pari addirittura al 92% negli uomini e al 96% nelle donne;
  • la maggior parte dei noduli tiroidei è di natura benigna (circa il 90%), con un rischio di malignità vicino allo 0%, e clinicamente silenti. 

Quindi, prima di giungere a conclusioni nefaste, è opportuno rivolgersi ad un medico per una valutazione accurata e, laddove necessario, seguire le indicazioni terapeutiche adeguate. 

Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire cosa sono i noduli alla tiroide, perché si formano, come si manifestano e quali sono le opzioni terapeutiche disponibili

Cosa sono i noduli alla tiroide

I noduli alla tiroide sono delle piccole escrescenze o masse che si formano all’interno della ghiandola tiroidea, situata nella parte anteriore del collo, appena sotto il pomo di Adamo (assente, lo ricordiamo, nella popolazione femminile). 

Questi noduli possono variare notevolmente nelle dimensioni, dalla grandezza di un pisello a quella di una palla da golf o anche più grandi, e si dividono essenzialmente in 3 macro categorie:

  • benigni: la maggior parte dei noduli alla tiroide sono benigni, il che significa che non sono cancerosi. Questi noduli possono essere pieni di liquido (cisti) o costituiti da tessuto tiroideo normale o iperattivo. In questa categoria rientrano i noduli cistici puri (anecogeni) ed i noduli spongiformi;
  • maligni: in alcuni casi, possono essere cancerosi. Il cancro alla tiroide è relativamente raro, ma può verificarsi;
  • autonomi: alcuni noduli tiroidei possono diventare autonomi, producendo ormoni tiroidei in modo indipendente dal controllo del corpo. Questo può portare a condizioni come l’ipertiroidismo.

I noduli alla tiroide possono essere individuati attraverso esami fisici del collo, come la palpazione, o tramite esami di imaging come l’ecografia, molto più efficace. In alcuni casi possono essere necessarie biopsie, anche note come agoaspirato, per determinare se i noduli sono benigni o maligni.

È importante sottolineare che molti noduli tiroidei non causano alcun sintomo e vengono spesso scoperti incidentalmente durante esami medici per altri motivi. Tuttavia, in alcuni casi, possono causare sintomi come gonfiore o dolore al collo, difficoltà nella deglutizione o nel respirare, o influenzare la produzione di ormoni tiroidei, portando a ipotiroidismo o ipertiroidismo.

Cause e fattori di rischio

Come e perché si formano i noduli alla tiroide? Quali sono le cause più comuni? In realtà, l’eziologia esatta dei noduli tiroidei non è sempre chiara, ma ci sono diversi fattori che possono contribuire alla loro formazione

Alcuni dei principali includono:

  • disfunzioni nella crescita cellulare: alterazioni nella crescita cellulare della ghiandola tiroidea possono portare alla formazione di noduli. Questo può essere dovuto a vari fattori, tra cui anomalie genetiche o esposizione a radiazioni ionizzanti;
  • carenze nutrizionali: alcuni studi suggeriscono che carenze di iodio o altri nutrienti essenziali per la salute della tiroide potrebbero aumentare il rischio di sviluppare noduli tiroidei;
  • ipotiroidismo o ipertiroidismo: sia l’ipotiroidismo (bassa produzione di ormoni tiroidei) che l’ipertiroidismo (eccessiva produzione di ormoni tiroidei) possono causare cambiamenti nella ghiandola tiroidea che favoriscono la formazione di noduli;
  • fattori ereditari: esistono evidenze che suggeriscono una predisposizione genetica alla formazione di noduli tiroidei. Se uno o più membri della famiglia hanno avuto noduli tiroidei, potrebbe esserci un rischio leggermente maggiore per gli altri membri della famiglia;
  • esposizione a radiazioni: l’esposizione a radiazioni ionizzanti, come quelle utilizzate nel trattamento del cancro alla testa e al collo o nell’esposizione a incidenti nucleari, può aumentare il rischio di sviluppare noduli tiroidei;
  • età e sesso: i noduli tiroidei sono più comuni nelle donne e tendono a verificarsi più frequentemente con l’avanzare dell’età;
  • stile di vita e ambiente: alcuni fattori legati allo stile di vita e all’ambiente, come il fumo di sigaretta, l’obesità e l’esposizione a sostanze tossiche nell’ambiente, potrebbero influenzare il rischio di sviluppare noduli tiroidei, sebbene la relazione non sia sempre chiara o definita.

Individuare le cause della formazione di un nodulo alla tiroide è essenziale per valutare le possibili terapie a cui sottoporre il paziente. 

Sintomi

I sintomi dei noduli tiroidei possono variare notevolmente da persona a persona e dipendono dalla dimensione, dalla posizione e dal tipo di nodulo. 

È importante, però, ricordare che molto spesso non causano sintomi evidenti e vengono scoperti durante esami medici svolti per altri motivi. 

Detto questo, se sintomatici, si presentano nei seguenti modi:

  • gonfiore o noduli visibili nel collo: alcuni noduli tiroidei possono essere abbastanza grandi da essere visibili o palpabili nella parte anteriore del collo. Questo può manifestarsi come una protuberanza o un rigonfiamento sotto la pelle;
  • dolore al collo: i noduli più grandi, o quelli che causano irritazione alla gola o alla trachea, possono provocare dolore o disagio nel collo. Questo può essere descritto come una sensazione di pressione, dolore sordo o fastidio durante la deglutizione o la respirazione;
  • difficoltà nella deglutizione o nella respirazione: i noduli che comprimono la trachea o l’esofago possono causare difficoltà nella deglutizione o nel respiro, specialmente quando è particolarmente grande o si trova in una posizione che interagisce con queste strutture;
  • cambiamenti nella voce: i noduli che premono sulle corde vocali o sulle strutture adiacenti potrebbero provocare variazioni nell’intonazione della voce, come raucedine o suono gutturale;
  • disfunzione tiroidea: in alcuni casi, i noduli possono influenzare la produzione di ormoni tiroidei, portando a ipotiroidismo o ipertiroidismo. I sintomi di ipotiroidismo possono includere affaticamento, aumento di peso, sensazione di freddo, stipsi e pelle secca. Al contrario, i sintomi di ipertiroidismo possono includere perdita di peso, nervosismo, palpitazioni cardiache, aumento della sudorazione e tremori.

Poiché i noduli tiroidei possono variare notevolmente nella loro presentazione e nei sintomi associati, è importante consultare un medico se si sospetta la presenza di un nodulo tiroideo o se si manifestano sintomi che potrebbero essere correlati a problemi tiroidei.

Diagnosi

La diagnosi dei noduli tiroidei generalmente coinvolge diversi approcci diagnostici, tra cui i seguenti:

  • esame fisico: il medico può palpare delicatamente il collo per individuare eventuali noduli evidenti o ingrossamenti della ghiandola tiroidea. Non tutti i noduli sono abbastanza grandi da essere individuati con la palpazione. Come specifica la SIMG – Società Italiana Medici di Medicina Generale, nella popolazione adulta la valutazione mediante palpazione può mostrare una prevalenza solo dal 5 al 7% dei noduli tiroide;
  • esami di imaging: esami come l’ecografia tiroidea forniscono immagini dettagliate della ghiandola tiroidea e dei noduli al suo interno. Questo aiuta a determinare la dimensione, la forma e la composizione dei noduli. Rispetto alla palpazione, l’ecografia può rilevare noduli dal 20 al 76% nella stessa popolazione esaminata, con frequenze più elevate nelle donne e negli anziani;
  • biopsia con ago sottile (FNAB, in inglese Fine Needle Aspiration Biopsy): se i noduli tiroidei risultano sospetti o hanno caratteristiche che suggeriscono un rischio di cancro, può essere eseguita una biopsia con ago sottile, anche nota come agobiopsia o agoaspirato, per ottenere campioni di tessuto dai noduli. Questi campioni vengono quindi esaminati al microscopio per determinare se sono benigni o maligni;
  • esami di laboratorio: i test di laboratorio possono essere eseguiti per valutare i livelli di ormoni tiroidei nel sangue (TSH, T3, T4), utili per identificare eventuali disfunzioni associate ai noduli;
  • scintigrafia tiroidea: in alcuni casi, può essere eseguita una scintigrafia tiroidea, che coinvolge l’assunzione di un radiofarmaco (il 99Tc, Tecnezio) per ottenere informazioni sulla natura benigna o maligna del nodulo.

La combinazione di questi approcci diagnostici aiuta i medici a valutare adeguatamente la natura dei noduli tiroidei e a pianificare il trattamento appropriato in base alle loro caratteristiche specifiche e alle esigenze individuali del paziente.

Trattamenti

I trattamenti per i noduli tiroidei dipendono dalla loro dimensione, dalla presenza di sintomi, dalla natura benigna o maligna e da altri fattori individuali. 

Alcune delle opzioni più comuni sono le seguenti:

  • monitoraggio attivo: se sono piccoli, non causano sintomi e non mostrano segni di cancro, il medico potrebbe consigliare controlli periodici, con esami fisici e/o ecografie, per monitorare eventuali cambiamenti nel tempo;
  • terapia ormonale: nei casi in cui i noduli causino ipotiroidismo, può essere prescritta una terapia ormonale sostitutiva per mantenere i livelli di ormoni tiroidei nel sangue entro i range normali;
  • chirurgia: nei casi in cui i noduli tiroidei sono troppo grandi, causano sintomi gravi, sono sospetti di cancro o non rispondono ad altri trattamenti, può essere consigliata la rimozione chirurgica della ghiandola tiroidea o dei noduli stessi (tiroidectomia parziale o totale). L’intervento può essere eseguito tramite un’incisione nel collo o utilizzando tecniche meno invasive, come la chirurgia endoscopica;
  • terapia con iodio radioattivo: questo trattamento può essere utilizzato per distruggere i noduli tiroidei autonomi che producono eccessivi ormoni tiroidei. Il paziente assume una dose di iodio radioattivo per via orale, che viene assorbita dalla ghiandola tiroidea e distrugge selettivamente le cellule anomale;
  • radioterapia esterna: in alcuni casi, in presenza di noduli tiroidei maligni o resistenti ad altri trattamenti, può essere consigliata la radioterapia esterna per ridurre le dimensioni del tumore o prevenire la sua crescita.

La scelta del trattamento dipende da molti fattori, compresa la natura esatta dei noduli, la presenza di sintomi, le preferenze del paziente e le opinioni del medico specialista. È importante discutere attentamente con il proprio medico per determinare il piano di trattamento più appropriato.

Ricordiamo agli iscritti che il Piano Sanitario del Fondo FASDA prevede diverse prestazioni connesse alle malattie della tiroide, tra cui la Tiroidectomia totale con svuotamento laterocervicale mono obilaterale, la Tiroidectomia parziale solo per patologia neoplastica maligna e la Paratiroidectomia totale. Per tutti i dettagli, invitiamo a consultare la Guida al Piano Sanitario.

ATTENZIONE:
Le informazioni qui riportate hanno carattere divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportati sono assunte in piena autonomia decisionale e a loro rischio.

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