La pressione sanguigna è un indicatore vitale che riflette la forza con cui il sangue viene pompato dal cuore e la resistenza dei vasi sanguigni. Mentre l’attenzione mediatica spesso si concentra sull’ipertensione, o pressione alta, l’ipotensione, o pressione bassa, è altrettanto importante, anche se spesso trascurata.
Caratterizzata da valori inferiori alla norma, l’ipotensione può influenzare significativamente la qualità della vita di chi ne soffre, portando a sintomi come vertigini, svenimenti e stanchezza persistente.
Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire quali sono le cause di pressione bassa e come si manifesta.
Indice dei contenuti
Quando si può parlare di pressione bassa?
La pressione arteriosa viene considerata “bassa” quando i valori di pressione sistolica (la pressione durante la contrazione del cuore, comunemente detta “massima”) o di pressione diastolica (la pressione durante il rilassamento del cuore, anche detta “minima”) sono inferiori a quelli ritenuti normali per una persona, ovvero 120/80 mmHg.
Nello specifico, si parla di pressione bassa quando si riscontrano i seguenti valori:
- pressione sistolica: < a 90 mmHg;
- pressione diastolica: < a 60 mmHg.
Approfondendo, è possibile poi suddividere l’ipotensione in 4 tipologie:
- Ipotensione ortostatica: questa condizione si verifica quando la pressione arteriosa scende improvvisamente al passaggio dalla posizione sdraiata o seduta a quella in piedi. Normalmente, quando ci si alza in piedi, il corpo compensa questa variazione posizionale aumentando rapidamente la frequenza cardiaca e la contrazione dei vasi sanguigni per mantenere la pressione sanguigna. Negli individui con ipotensione ortostatica, questa risposta può essere compromessa. È spesso associata a sintomi come vertigini e possibile svenimento;
- Ipotensione postprandiale: dopo aver mangiato, il flusso sanguigno si sposta verso l’apparato digerente per assistere nella digestione. Questo può ridurre temporaneamente la quantità di sangue disponibile per il flusso al cuore e al cervello, abbassando così la pressione arteriosa, causando sintomi come vertigini e debolezza;
- Ipotensione neurale mediata: quando una persona rimane in piedi per un periodo prolungato, il sangue tende a raccogliersi nelle gambe. Il sistema nervoso dovrebbe rispondere aumentando la frequenza cardiaca e la contrazione dei vasi sanguigni per mantenere la pressione sanguigna. In soggetti con ipotensione neurale mediata, questa risposta può essere inefficiente. I sintomi comuni includono vertigini e nausea;
- Atrofia sistemica multipla con ipotensione ortostatica: anche nota come sindrome di Shy-Drager, è una malattia rara caratterizzata da una bassa pressione sanguigna dovuta a un danno al sistema nervoso autonomo, che controlla funzioni involontarie cruciali come la pressione sanguigna, la frequenza cardiaca, la respirazione e la digestione. La sindrome è associata anche a pressioni sanguigne molto alte quando il paziente è sdraiato. Questa condizione progressiva provoca anche sintomi simili a quelli del morbo di Parkinson, come movimenti rallentati, ridotta coordinazione, problemi di linguaggio, tremori muscolari e incontinenza urinaria. Nonostante ciò, la causa precisa dei danni al sistema nervoso in questi pazienti non è ancora completamente compresa.
Ognuno di questi tipi di ipotensione ha cause e manifestazioni specifiche, e il trattamento dipenderà dalla diagnosi e dalla gravità dei sintomi presenti.
A cosa è dovuto l’abbassamento di pressione?
L’abbassamento di pressione può essere dovuto a una varietà di cause. In effetti, la pressione arteriosa è regolata da una complessa interazione di fattori, che includono il volume del sangue, la resistenza vascolare e la forza con cui il cuore pompa il sangue.
Vediamo, quindi, alcune delle principali cause di pressione bassa:
- disidratazione: la perdita eccessiva di liquidi, attraverso sudorazione, vomito, diarrea o una minore assunzione di liquidi, può ridurre il volume del sangue, abbassando così la pressione arteriosa;
- problemi cardiaci: condizioni come bradicardia (battito cardiaco lento), insufficienza cardiaca o infarto, possono ridurre l’efficienza del cuore nel pompare sangue, causando un abbassamento dei valori;
- problemi endocrini: alcuni disturbi delle ghiandole endocrine, come l’ipotiroidismo o l’insufficienza surrenalica, possono interferire con la regolazione della pressione arteriosa;
- variazioni posturali: l’ipotensione ortostatica – sulla quale torneremo più avanti nel corso dell’articolo – si verifica quando la pressione sanguigna scende drasticamente dopo essersi alzati in piedi. Questo può essere dovuto a una regolazione inefficace del sistema nervoso autonomo, o a farmaci che influenzano la pressione arteriosa;
- emorragia: la perdita acuta di sangue, come nel caso di traumi o emorragie interne, riduce il volume di sangue disponibile per la circolazione, causando un abbassamento della pressione;
- gravidanza: durante la gravidanza, il sistema circolatorio della donna si espande rapidamente, il che può portare a una diminuzione della pressione arteriosa;
- shock: lo shock settico (infezione grave), lo shock anafilattico (reazione allergica grave) o lo shock cardiogeno (incapacità del cuore di pompare sangue efficacemente) possono causare un grave abbassamento della pressione arteriosa;
- farmaci: alcuni farmaci, come i diuretici, gli antidepressivi triciclici, i beta-bloccanti e i farmaci per la pressione alta, possono abbassare la pressione arteriosa;
- problemi neurologici: malattie che danneggiano il sistema nervoso autonomo, come il Parkinson o l’atrofia multisistemica, possono causare ipotensione;
- carenze nutrizionali: deficienze di vitamina B12 e folati possono influenzare la produzione di globuli rossi, riducendo il volume del sangue e la pressione arteriosa;
- alcool e droghe: l’uso eccessivo di alcool o droghe può causare ipotensione;
- reazioni vasovagali: un riflesso vagale, ovvero una risposta del nervo vago, può causare una diminuzione della pressione sanguigna, spesso in risposta a stress emotivo o dolore.
Come si può leggere, quindi, l’abbassamento della pressione è un problema complesso con molte possibili cause, e la gestione efficace dipende dalla comprensione della causa specifica in ogni individuo.
Quali sono i sintomi di ipotensione?
I sintomi della pressione bassa, o ipotensione, possono variare a seconda della gravità e della rapidità con cui la pressione arteriosa scende.
Ecco alcuni dei sintomi più comuni associati alla pressione bassa:
- vertigini o sensazione di svenimento;
- debolezza o stanchezza, anche senza uno sforzo fisico significativo;
- visione offuscata;
- confusione mentale o difficoltà di concentrazione;
- nausea o sensazione di malessere generale;
- pallore della pelle, a causa della ridotta perfusione sanguigna;
- respiro corto o rapido, in risposta alla diminuzione della pressione arteriosa;
- sudorazione fredda e appiccicosa;
- battito cardiaco irregolare o rapido (tachicardia);
- bassi livelli di energia.
Bisogna, però, evidenziare che molte persone con pressione bassa non mostrano alcun sintomo e sono asintomatiche.
In ogni caso, se si manifestano sintomi significativi o persistenti di ipotensione, è consigliabile consultare un medico per una valutazione completa e per escludere cause sottostanti più gravi.
10 cose da fare in caso di pressione bassa
Quando si affronta un episodio di ipotensione, che sia frutto di uno sbalzo di pressione momentaneo o una condizione persistente, è importante prendere alcune misure per gestire la situazione e migliorare i sintomi.
Vediamo insieme 10 raccomandazioni utili per affrontare l’ipotensione:
- sdraiarsi o sedersi: se ci si sente improvvisamente deboli o si accusano vertigini, è utile cercare di sedersi o sdraiarsi immediatamente. Questo aiuta a migliorare il flusso di sangue al cervello e può prevenire svenimenti;
- elevare le gambe: se possibile, si consiglia di sollevare le gambe sopra il livello del cuore mentre si è sdraiati. Questo aiuta a migliorare il ritorno venoso al cuore e può contribuire a stabilizzare la pressione arteriosa;
- bere acqua: come visto, la disidratazione può contribuire all’ipotensione, quindi bere acqua può aiutare a aumentare leggermente la pressione arteriosa. Evitare di bere bevande alcoliche o caffeinate, che possono aggravare la disidratazione;
- movimenti graduali: quando ci si alza dopo essere stati seduti o sdraiati, è bene farlo lentamente. Questo permette al corpo di adattarsi gradualmente ai cambiamenti di posizione e riduce il rischio di ipotensione ortostatica;
- indossare calze o cinture a compressione: per le persone con ipotensione ortostatica cronica, indossare calze a compressione o cinture addominali elastiche può aiutare a migliorare il ritorno venoso e ridurre i sintomi;
- alimentazione salutare: mantenere una dieta equilibrata e ricca di liquidi può contribuire a mantenere una pressione sanguigna stabile. Consumare cibi ricchi di sodio moderatamente per aumentare la pressione sanguigna, se appropriato;
- evitare ambienti caldi: l’ipotensione può essere aggravata da ambienti caldi, che possono causare vasodilatazione e una riduzione della pressione sanguigna. Si consiglia di rimanere in ambienti freschi e ben ventilati;
- evitare sforzi fisici eccessivi: è importante evitare di fare sforzi fisici intensi o prolungati, specialmente in ambienti caldi. Il sovraccarico fisico può abbassare ulteriormente la pressione arteriosa;
- monitorare i sintomi: bisogna tenere traccia dei sintomi di ipotensione e dei fattori che possono scatenarli. Questo può aiutare il medico a identificare eventuali cause sottostanti e a gestire efficacemente la condizione;
- consultare un medico: in presenza di sintomi gravi o persistenti di ipotensione, come svenimenti frequenti, vertigini intense, confusione mentale o dolore toracico, è essenziale cercare assistenza medica immediata. Inoltre, se si ha una storia di ipotensione o se i sintomi peggiorano nonostante le misure preventive, è essenziale consultare il proprio medico per una valutazione completa e per determinare il trattamento più adeguato.
Sottovalutare episodi di pressione bassa, anche se sporadici, può aggravare eventuali condizioni sottostanti ed esporre a complicanze cardiovascolari anche molto gravi.