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Gonfiore alle gambe in estate: cause e rimedi

da | Lug 3, 2025 | Medicina Generale, Sanità Integrativa

Con l’aumento delle temperature tipico della stagione estiva, molte persone riscontrano un fastidio ricorrente e diffuso: la sensazione di avere gambe pesanti, dolenti e visibilmente gonfie. Questo fenomeno, che tende a manifestarsi o a peggiorare con il caldo, non è soltanto una questione estetica, ma il segnale di un affaticamento del sistema circolatorio e linfatico.

Per questo motivo è fondamentale comprendere le ragioni fisiologiche alla base del disturbo, per poter poi adottare le giuste strategie di prevenzione e i rimedi più efficaci

Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire in modo chiaro e dettagliato le cause del gonfiore alle gambe in estate, i sintomi associati e le soluzioni per contrastarlo o prevenirlo.

Cos’è l’edema da calore?

Quando parliamo di gonfiore alle gambe in estate è importante fare chiarezza sui termini di base. 

Nello specifico, il gonfiore causato da un accumulo di liquidi negli spazi interstiziali dei tessuti è denominato edema. Quando questo fenomeno è scatenato o accentuato dalle alte temperature ambientali, ecco perché si parla più specificamente di edema da calore o edema periferico.

Non si tratta di una patologia in sé, quanto piuttosto di un sintomo che indica una difficoltà da parte dell’organismo nel gestire correttamente i fluidi corporei, che tendono ad accumularsi e localizzarsi prevalentemente negli arti inferiori – gambe, caviglie e piedi – a causa della forza di gravità, che rende più difficoltoso il ritorno del sangue e della linfa verso il cuore.

Le cause principali del gonfiore alle gambe in estate

Sebbene il caldo sia il principale fattore scatenante, il gonfiore alle gambe che si manifesta in estate è spesso il risultato di una combinazione di cause fisiologiche e fattori legati allo stile di vita

Analizzare queste cause permette di comprendere meglio il fenomeno e di intervenire in modo più mirato ed efficace.

1. La vasodilatazione

Il meccanismo primario alla base del gonfiore estivo è una risposta naturale del corpo alle alte temperature, come già accennato prima.

Per mantenere la propria temperatura interna costante (intorno ai 37°C), l’organismo deve disperdere il calore in eccesso. Uno dei principali metodi per farlo è la vasodilatazione periferica: il sistema nervoso ordina alle pareti muscolari di vene e capillari, specialmente quelli più superficiali, di rilassarsi. Questo ne aumenta il diametro, permettendo a un maggior volume di sangue di scorrere vicino alla pelle per cedere calore all’ambiente esterno.

Se da un lato la vasodilatazione è un efficace sistema di termoregolazione, dall’altro può compromettere l’efficienza del ritorno venoso, ossia il percorso che il sangue compie dagli arti inferiori per tornare al cuore. Vene più dilatate significano un flusso sanguigno più lento e una minore efficacia delle valvole venose (strutture a nido di rondine che impediscono al sangue di refluire verso il basso). 

Il sangue tende così a ristagnare nelle gambe e nelle caviglie, aumentando la pressione all’interno dei capillari. Questa pressione spinge la parte liquida del sangue (il plasma) a fuoriuscire e a infiltrarsi nei tessuti circostanti, generando l’edema, ovvero il gonfiore.

2. Insufficienza venosa cronica

In molte persone, il caldo estivo non fa che peggiorare una condizione già presente, nota come insufficienza venosa cronica (IVC)

Si tratta di una patologia in cui le vene hanno perso elasticità e le valvole venose non funzionano correttamente a prescindere dalla temperatura. 

In questi casi, il sistema venoso è già di per sé inefficiente nel contrastare la forza di gravità. L’ulteriore vasodilatazione indotta dal caldo agisce come un fattore aggravante, rendendo i sintomi (pesantezza, dolore e gonfiore) molto più evidenti.

3. Ritenzione idrica e sistema linfatico

Strettamente collegato alla circolazione venosa è il sistema linfatico, una rete di vasi che ha il compito di drenare i liquidi e le tossine in eccesso dai tessuti.

Quando il sistema venoso è sotto stress e i liquidi si accumulano, anche il sistema linfatico viene sovraccaricato. Se non riesce a smaltire l’eccesso di liquidi interstiziali, si verifica un ristagno che contribuisce in modo significativo al gonfiore e alla sensazione di pesantezza

Questo fenomeno è comunemente noto come ritenzione idrica.

4. Altri fattori di rischio e concause

Oltre ai meccanismi fisiologici principali, diversi fattori legati alle abitudini quotidiane possono contribuire al problema, tra cui le seguenti:

  • stile di vita, sedentarietà e mantenimento di posture scorrette: trascorrere molte ore seduti o in piedi nella stessa posizione è estremamente dannoso. La contrazione dei muscoli del polpaccio, infatti, agisce come una “pompa” che spinge il sangue verso l’alto. L’inattività riduce questo effetto (la cosiddetta “pompa muscolare”), favorendo il ristagno venoso;
  • alimentazione: un’alimentazione ricca di sodio (contenuto principalmente nel sale da cucina e negli alimenti processati) favorisce la ritenzione di liquidi nell’organismo. Il corpo, per mantenere l’equilibrio salino, trattiene più acqua, aggravando l’edema, specialmente in presenza di un sistema circolatorio già provato dal caldo;
  • fattori ormonali, ciclo mestruale, gravidanza e menopausa: le fluttuazioni ormonali, in particolare quelle degli estrogeni e del progesterone, possono influenzare la permeabilità dei vasi sanguigni e la ritenzione di liquidi. Per questo motivo, il gonfiore alle gambe è un sintomo comune durante la fase premestruale, la gravidanza e la menopausa.
  • sovrappeso e obesità: il peso corporeo in eccesso aumenta la pressione sulle vene delle gambe e dell’addome, ostacolando ulteriormente il ritorno venoso. Inoltre, è spesso associato a uno stile di vita più sedentario, creando un circolo vizioso che peggiora il disturbo.

Quali sono i sintomi associati alle gambe gonfie?

Il gonfiore (edema) è il segno più evidente, ma raramente si presenta da solo. Di solito è accompagnato da un insieme di altri sintomi che, nel loro complesso, delineano un quadro di sofferenza del sistema circolatorio

I sintomi tendono a peggiorare nel corso della giornata, specialmente dopo essere stati a lungo in piedi o seduti, e a raggiungere la massima intensità la sera.

I principali sono i seguenti:

  • sensazione di pesantezza e affaticamento degli arti inferiori: prima ancora che il gonfiore sia visibile, è comune avvertire una fastidiosa sensazione di pesantezza alle gambe. Gli arti appaiono stanchi, affaticati e privi di slancio, come se si dovessero sollevare dei pesi a ogni passo. Questo sintomo è una diretta conseguenza del ristagno di sangue e liquidi, che aumenta il peso effettivo delle gambe e affatica la muscolatura;
  • formicolio, prurito e crampi notturni: l’accumulo di liquidi può esercitare una pressione sulle terminazioni nervose superficiali, causando alterazioni della sensibilità. Tra le più comuni si riscontrano:
    • formicolio: una sensazione simile a “spilli” o a un intorpidimento, che indica una leggera sofferenza dei nervi;
    • prurito: localizzato specialmente nella zona delle caviglie, può essere legato alla stasi venosa e alla conseguente irritazione cutanea;
    • crampi notturni: contrazioni muscolari involontarie e dolorose, soprattutto a carico dei polpacci, che si manifestano durante il riposo. Sono causati dalla cattiva ossigenazione dei tessuti e dall’accumulo di tossine metaboliche dovute alla circolazione rallentata.
  • dolore e indolenzimento al tatto: le gambe gonfie possono diventare dolenti. Il dolore è spesso descritto come sordo, diffuso e persistente. In aggiunta, la pelle e i tessuti sottostanti possono risultare indolenziti al tatto. Un segno clinico caratteristico dell’edema è il cosiddetto “segno della fovea”: esercitando una leggera pressione con un dito per alcuni secondi su un’area gonfia (ad esempio sopra la tibia o sulla caviglia), si forma una piccola fossetta che scompare solo lentamente;
  • comparsa di capillari evidenti (teleangectasie): la pressione eccessiva all’interno del sistema venoso può indebolire le pareti dei vasi più piccoli e superficiali, i capillari. Questo può portare alla comparsa o all’accentuazione di teleangectasie, ovvero quei reticoli di capillari dilatati di colore rosso o bluastro, spesso definiti impropriamente “capillari rotti”. Sebbene possano rappresentare un inestetismo, la loro presenza è soprattutto un segnale di fragilità capillare e di sovraccarico del microcircolo.

Riconoscere questi segnali è fondamentale per comprendere la portata del disturbo e intervenire tempestivamente

Rimedi efficaci e strategie di prevenzione

Affrontare il gonfiore alle gambe in estate (ma non solo) richiede un approccio integrato che combini rimedi per un sollievo immediato con strategie di prevenzione a lungo termine

Modificare alcune abitudini quotidiane può fare una grande differenza nel gestire e ridurre il disturbo.

1. Rimedi immediati per un sollievo rapido

Quando le gambe sono già gonfie e dolenti, alcuni semplici gesti possono offrire un sollievo quasi istantaneo

In particolare:

  • sollevare le gambe: sdraiare e posizionare le gambe più in alto rispetto al cuore (ad esempio, appoggiandole a un muro o su alcuni cuscini) per 15-20 minuti è uno dei rimedi più efficaci. Questa posizione sfrutta la forza di gravità per favorire il deflusso dei liquidi e del sangue ristagnanti verso il centro del corpo, alleggerendo la pressione negli arti inferiori;
  • acqua fredda: l’acqua fredda ha un effetto vasocostrittore, opposto a quello del caldo. Dirigere getti d’acqua fredda sulle gambe, partendo dalle caviglie e risalendo verso le ginocchia, aiuta i vasi sanguigni a restringersi, tonificando le pareti venose e stimolando la circolazione;
  • pediluvio: anche un pediluvio in acqua fresca, magari con l’aggiunta di sale grosso o oli essenziali rinfrescanti come la menta, può dare un immediato benessere.

2. L’alimentazione corretta per contrastare il gonfiore

La dieta gioca un ruolo cruciale nella gestione dei liquidi corporei e nella salute del sistema circolatorio.

Vediamo alcuni consigli alimentari che possono dare sollievo in caso di gonfiore alle gambe:

  • cibi consigliati: è fondamentale prediligere alimenti che aiutino a contrastare la ritenzione idrica e a rinforzare le pareti dei capillari. Si consiglia di includere:
    • frutta e verdura ricche di potassio, che aiuta a bilanciare i livelli di sodio: banane, albicocche, kiwi, melone, pomodori, spinaci e patate;
    • frutti di bosco, agrumi e ciliegie, fonti di flavonoidi (come la diosmina e l’esperidina) e vitamina C, sostanze note per la loro azione vasoprotettrice e antiossidante, che migliorano l’elasticità dei vasi sanguigni;
    • ananas, che contiene bromelina, un enzima con proprietà antinfiammatorie e antiedematose.
  • cibi da limitare: come già illustrato prima, l’eccesso di sodio è il principale nemico delle gambe sgonfie. È importante ridurre drasticamente il consumo di sale da cucina e fare attenzione al sodio “nascosto” in cibi conservati, insaccati, formaggi stagionati, snack salati e piatti pronti. Anche un eccesso di zuccheri semplici può favorire processi infiammatori che peggiorano il disturbo.
  • idratazione: contrariamente a quanto si possa pensare, bere molto aiuta a combattere la ritenzione idrica. Un’adeguata idratazione (almeno 1,5-2 litri di acqua al giorno) stimola la diuresi e aiuta i reni a eliminare il sodio e le tossine in eccesso. È preferibile scegliere acque a basso residuo fisso e povere di sodio.

3. Attività fisica e esercizi mirati per la circolazione

Il movimento è essenziale per attivare la “pompa muscolare” dei polpacci, a cui abbiamo già fatto riferimento prima, fondamentale per spingere il sangue verso l’alto.

Vediamo, quindi, cosa fare:

  • camminata, nuoto e bicicletta: le attività aerobiche a basso impatto sono le più indicate. Camminare a passo svelto per almeno 30 minuti al giorno è un toccasana. Il nuoto e l’acquagym sono particolarmente efficaci perché uniscono il movimento al massaggio drenante dell’acqua. Anche la bicicletta o la cyclette stimolano la circolazione senza sovraccaricare le articolazioni;
  • esercizi da fare a casa o in ufficio per riattivare il microcircolo: anche a casa o durante le ore di lavoro è possibile fare delle piccole pause attive:
    • ruotare le caviglie in senso orario e antiorario;
    • sollevarsi sulle punte dei piedi e poi tornare sui talloni, ripetendo il movimento più volte;
    • da seduti, flettere ed estendere i piedi come se si stesse premendo un pedale.

4. Abitudini quotidiane che fanno la differenza

Abbiamo spiegato che lo stile di vita influenza molto il gonfiore alle gambe in estate, ma questo non riguarda solo la sedentarietà, l’alimentazione e l’attività fisica. In effetti, esistono molte altre abitudini quotidiane in grado di ridurre o prevenire il disagio

In particolare, ci riferiamo a:

  • abbigliamento e calzature: abiti troppo aderenti, come jeans skinny o cinture strette, possono ostacolare la circolazione. È preferibile optare per indumenti comodi e in fibre naturali. Le calzature con tacchi troppo alti (> 4-5 cm) o completamente piatte costringono il piede a una postura innaturale che limita l’azione della pompa muscolare del polpaccio. L’ideale è una scarpa con un tacco basso e una suola comoda;
  • consigli per chi lavora in piedi o seduto per molte ore: chi sta seduto a lungo dovrebbe evitare di accavallare le gambe e utilizzare un poggiapiedi per favorire il ritorno venoso. Chi lavora in piedi dovrebbe, invece, trasferire il peso da una gamba all’altra e fare brevi pause per camminare o muovere le caviglie.

5. Supporti esterni e rimedi naturali

In aggiunta alle modifiche allo stile di vita, si può fare ricorso, dietro indicazione del proprio medico, ad una serie di supporti esterni e rimedi naturali, spesso molto efficaci

Ci riferiamo, in particolare, ai seguenti:

  • fitoterapia: esistono numerosi rimedi fitoterapici, disponibili sotto forma di integratori o gel per uso topico, che supportano la funzionalità del microcircolo. I più noti per la loro azione vasoprotettrice, antinfiammatoria e drenante sono:
    • Centella Asiatica;
    • Ippocastano;
    • Vite Rossa;
    • Rusco (o Pungitopo);
    • Mirtillo nero.
  • calze a compressione graduata: queste calze elastiche esercitano una pressione decrescente dalla caviglia verso il ginocchio, aiutando meccanicamente le vene a spingere il sangue verso l’alto. Sono un supporto medico molto efficace, soprattutto per chi sta molte ore in piedi. È importante scegliere la compressione giusta facendosi consigliare dal medico o dal farmacista;
  • massaggi e linfodrenaggio manuale: i massaggi specifici, eseguiti da professionisti, possono stimolare la circolazione e il drenaggio dei liquidi. Il linfodrenaggio manuale è una tecnica particolarmente indicata per ridurre l’edema linfatico, poiché agisce direttamente sulla circolazione linfatica con manovre delicate e ritmiche.

Ovviamente, questi rimedi e consigli forniti finora non devono mai sostituire l’intervento di un medico.

Quando consultare un medico? I campanelli d’allarme

Sebbene il gonfiore alle gambe in estate sia un disturbo comune e spesso benigno, legato a cause funzionali e transitorie, esistono alcune situazioni in cui non deve essere sottovalutato. Può infatti essere il sintomo di patologie più serie che richiedono un’accurata valutazione medica e un intervento tempestivo.

È fondamentale prestare attenzione ai seguenti campanelli d’allarme e, in loro presenza, rivolgersi senza indugio al proprio medico curante o a uno specialista (angiologo, flebologo).

  • il gonfiore è asimmetrico (interessa una sola gamba): il gonfiore bilaterale, che interessa cioè entrambe le gambe in modo più o meno simmetrico, è tipico dell’edema da calore o dell’insufficienza venosa. Al contrario, un gonfiore che si manifesta improvvisamente e in una sola gamba (unilaterale) è un importante segnale di allarme. Potrebbe infatti indicare la presenza di una trombosi venosa profonda (TVP), ovvero la formazione di un coagulo di sangue (trombo) in una vena profonda della gamba. Si tratta di una condizione potenzialmente grave, poiché il trombo potrebbe staccarsi e raggiungere i polmoni, causando un’embolia polmonare;
  • il gonfiore compare in modo improvviso e doloroso: un edema che insorge in modo repentino, nell’arco di poche ore, e che è accompagnato da un dolore acuto, spontaneo o al tatto, non va ignorato. Mentre il fastidio legato al gonfiore da caldo è solitamente descritto come un senso di pesantezza o un dolore sordo, un dolore intenso e improvviso può essere, anche in questo caso, un sintomo di trombosi venosa o di un altro problema acuto a carico dei vasi o dei tessuti;
  • alterazioni della pelle (rossore, calore, ulcere): la pelle della zona gonfia non dovrebbe presentare alterazioni di colore o temperatura significative. La presenza di:
    • arrossamento e calore al tatto: può indicare un processo infiammatorio o un’infezione batterica dei tessuti molli (come una cellulite infettiva o un’erisipela), che richiede una terapia antibiotica;
    • pelle tesa, lucida o violacea: può essere un segno di un edema severo o di una stasi venosa importante;
    • comparsa di ulcere: la formazione di vere e proprie ferite, specialmente nella zona delle caviglie (malleoli), è un segno tipico di un’insufficienza venosa cronica in stadio avanzato che necessita di cure mediche specialistiche.

Un edema benigno legato al caldo tende a migliorare sensibilmente con il riposo notturno, sollevando le gambe o applicando i rimedi descritti nei capitoli precedenti. Se il gonfiore è persistente, non si riduce durante la notte e non risponde in alcun modo alle comuni strategie di autogestione, potrebbe essere il segnale di una condizione sistemica sottostante

Patologie come lo scompenso cardiaco, l’insufficienza renale o le malattie epatiche possono infatti manifestarsi con un edema agli arti inferiori. 

In questi casi, il gonfiore non è legato a un problema locale delle gambe, ma a una difficoltà generale dell’organismo nel gestire i liquidi.

Domande frequenti (FAQ)

Perché le gambe si gonfiano di più la sera?

Il peggioramento serale è un fenomeno molto comune ed è dovuto principalmente all’effetto della forza di gravità che agisce durante l’arco della giornata. Dopo ore trascorse in posizione eretta (in piedi) o seduta, il ritorno venoso e linfatico dagli arti inferiori verso il cuore diventa progressivamente più difficoltoso. I liquidi tendono quindi ad accumularsi gradualmente nelle zone più declive del corpo, come caviglie e gambe, raggiungendo il picco di gonfiore e pesantezza a fine giornata. Durante la notte, la posizione sdraiata annulla l’effetto della gravità, favorendo il drenaggio e portando a un sollievo mattutino.

Bere molta acqua aiuta davvero a sgonfiare le gambe?

Sì, assolutamente. Può sembrare un controsenso, ma un’adeguata idratazione è uno dei rimedi più efficaci contro la ritenzione idrica. Quando il corpo è poco idratato, tende a trattenere i liquidi come meccanismo di difesa. Bere una quantità sufficiente di acqua (almeno 1,5-2 litri al giorno) stimola la funzione renale e la diuresi, aiutando l’organismo a eliminare il sodio in eccesso e le tossine, che sono tra i principali responsabili della ritenzione di liquidi e del gonfiore.

Le calze a compressione graduata si possono usare anche in estate?

Sì, non solo si possono usare, ma sono fortemente raccomandate proprio durante la stagione calda, specialmente per chi soffre di insufficienza venosa o trascorre molte ore in piedi. Sebbene l’idea di indossarle con il caldo possa scoraggiare, i benefici in termini di riduzione del gonfiore, del dolore e della pesantezza superano di gran lunga il disagio. Esistono in commercio modelli estivi realizzati con filati più leggeri e traspiranti, pensati appositamente per essere più confortevoli alle alte temperature. È fondamentale scegliere la classe di compressione corretta su consiglio del medico o del farmacista.

Qual è l’esercizio migliore da fare alla scrivania per la circolazione?

Uno degli esercizi più semplici ed efficaci da eseguire stando seduti è la “pompa plantare”. Consiste nel sollevare ritmicamente prima le punte dei piedi (mantenendo i talloni a terra) e poi i talloni (mantenendo le punte a terra). Questo movimento mima in parte la camminata e attiva la muscolatura del polpaccio, che agisce come una pompa per spingere il sangue verso l’alto. Eseguire 15-20 ripetizioni ogni ora aiuta a riattivare la circolazione e a prevenire il ristagno.

Il gonfiore alle caviglie e ai piedi ha le stesse cause di quello alle gambe?

Sì, nella maggior parte dei casi il gonfiore localizzato a piedi e caviglie (spesso il primo a manifestarsi) è parte dello stesso fenomeno che interessa le gambe. Essendo le estremità più basse del corpo, sono le zone dove la forza di gravità esercita la sua massima influenza e dove il ristagno di liquidi (edema) diventa più evidente. Le cause, come la vasodilatazione da calore, l’insufficienza venosa e la ritenzione idrica, sono le medesime.

È normale che anche le mani si gonfino in estate?

Sì, anche il gonfiore alle mani e alle dita può essere una normale conseguenza del caldo. Il meccanismo alla base è lo stesso delle gambe: la vasodilatazione per disperdere calore. Sebbene la forza di gravità abbia un impatto minore sugli arti superiori, la dilatazione dei vasi sanguigni può comunque causare un leggero accumulo di liquidi, rendendo le dita gonfie e facendo sentire gli anelli più stretti. Solitamente è un fenomeno transitorio e benigno, che si risolve quando la temperatura si abbassa.

ATTENZIONE:
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