Parto cesareo programmato: cosa c’è da sapere

da | Mag 15, 2018 | Gravidanza, Sanità Integrativa | 0 commenti

Il parto è un momento delicato nella vita di una donna e ogni percorso verso la maternità è unico. Tuttavia, quando la via del parto naturale diventa impraticabile o rischiosa, molte donne si trovano ad affrontare la prospettiva di un parto cesareo programmato.

Il parto cesareo programmato, o elettivo, è un’opzione che viene considerata per varie ragioni, dalla sicurezza della madre e del bambino a scelte personali e preferenze mediche

Purtroppo, però, si registra in tutto il mondo, compresa l’Italia, un ricorso eccessivo a questa pratica, che ricordiamo comunque essere un intervento chirurgico a tutti gli effetti. 

Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire in cosa consiste un parto cesareo programmato, quali sono i motivi per cui potrebbe essere raccomandato, le procedure coinvolte, le preparazioni necessarie e le aspettative per il recupero post-operatorio

In cosa consiste il parto cesareo programmato?

Il parto cesareo programmato, anche noto come cesareo elettivo, è un intervento chirurgico durante il quale il bambino viene estratto dall’utero attraverso un’incisione nell’addome e nell’utero della madre. 

A differenza del parto cesareo di emergenza, che è necessario per risolvere complicazioni improvvisamente insorte durante il travaglio o la gravidanza, il parto cesareo programmato è pianificato in anticipo, solitamente qualche settimana prima della data prevista del parto.

Si tratta, è bene ricordarlo, di un intervento chirurgico importante, che comporta rischi e richiede un’adeguata preparazione e assistenza medica. Tuttavia, può essere un’opzione sicura e appropriata in determinate situazioni, garantendo una consegna sicura per la madre e il bambino.

Parto cesareo programmato: primario o ripetuto

Fatta eccezione per i parti cesarei d’urgenza, frutto di una condizione non prevista, quando si parla di parto cesareo è necessario fare una distinzione tra:

  • parto cesareo primario: è quando una donna incinta, che non ha avuto precedenti cesarei, e il suo medico decidono di optare per un intervento cesareo prima che il travaglio abbia inizio. Questa decisione può essere presa per vari motivi, come complicazioni mediche che rendono il parto vaginale rischioso per la madre o per il bambino, o preferenze personali della madre;
  • parto cesareo ripetuto: è quando una donna che ha già avuto una o più cesarei in passato sceglie di averne un altro invece di tentare un parto vaginale dopo cesareo (VBAC, Vaginal Birth After Cesarean). Le donne che hanno avuto precedenti cesarei possono essere candidate al VBAC se soddisfano determinati criteri di sicurezza, come il tipo di incisione uterina precedente e la ragione per il precedente intervento cesareo. 

I dati del ministero della salute ci dicono che i parti vaginali dopo un precedente parto cesareo sono pari, in media, al 15,5%, una percentuale abbastanza bassa.

Quando è consigliato il parto cesareo

Come spiegato, il ricorso al parto cesareo dovrebbe essere consigliato solo in situazioni in cui il parto vaginale potrebbe comportare rischi per la madre o per il bambino

Alcuni dei motivi comuni per cui potrebbe essere consigliato un parto cesareo sono i seguenti:

  1. precedente taglio cesareo;
  2. distocia, un termine medico che indica un parto difficile, a causa di varie ragioni, che richiede un intervento più complesso;
  3. presentazione podalica, quando il bambino non si trova in posizione corretta, ovvero con la testa verso il basso;
  4. distress fetale, altrimenti detta sofferenza fetale;
  5. mancata risposta all’induzione farmacologica;
  6. gestosi;
  7. diabete gestazionale;
  8. sospetta macrosomia fetale;
  9. placenta previa;
  10. distacco intempestivo di placenta;
  11. prolasso di funicolo;
  12. infezione materna da HCV;
  13. tocofobia, ovvero la paura del parto.

A queste cause principali, si aggiungono altri fattori che possono spingere il ginecologo a optare per un taglio cesareo:

  • età materna avanzata;
  • gemellarità;
  • fattori sociali, culturali ed economici.

La decisione di optare per un parto cesareo dovrebbe essere fatta in collaborazione con il medico, valutando attentamente i rischi e i benefici in base alla situazione individuale della madre e del bambino.

Parto cesareo programmato: a quante settimane?

Se non si presentano particolari urgenze, il parto cesareo viene programmato dal ginecologo, di concerto con la futura mamma, fissando una data precedente al termine naturale della gravidanza.

A quante settimane si fa il cesareo programmato? In linea generale, si procede al taglio cesareo programmato intorno alla 38esima settimana di gestazione, quando ormai il nascituro è formato e maturo, e può affrontare il parto senza problemi.

Si effettua con un paio di settimane di anticipo rispetto al termine naturale della gravidanza per evitare un travaglio spontaneo, che potrebbe poi portare a un cesareo d’urgenza.

Preparazione al parto cesareo programmato

Il taglio cesareo è un intervento chirurgico, al quale si applicano tutti i riti preparatori tipici di una operazione, con la differenza che non ci si limita a monitorare lo stato della paziente ma anche del bambino.

Nelle 8 ore che precedono il parto è necessario restare a digiuno, durante le quali la futura mamma si sottopone ad accertamenti ginecologici e ostetrici.

Prima di entrare in sala operatoria, si procede a un controllo del nascituro, del battito cardiaco, si esegue una ecografia, si depila la parte superiore del pube e si somministra un clistere alla donna.

Per il parto cesareo si effettua un’anestesia spinale, dopodiché si può procedere con l’intervento, che dura in media circa 40 minuti.

Post parto cesareo programmato

Le ore successive al parto cesareo programmato sono molto delicate per la donna, che dovrà fare molta attenzione ed evitare sforzi, ecco perché potrà tenere il bambino con sé in regime di rooming-in.

Per quanto concerne l’allattamento al seno, non esistono grosse differenze rispetto al post parto naturale.

Dopo circa 24 ore dall’intervento le infermiere aiuteranno la paziente ad alzarsi dal letto e fare qualche passo, importante anche per favorire il ripristino della circolazione sanguigna.

Se non si presentano complicazioni, tre giorni dopo il parto la donna può lasciare l’ospedale e vivere la sua vita da mamma, ricordandosi che per circa un mese e mezzo dovrà evitare di guidare, fare sport, avere rapporti sessuali e sottoporsi a stress fisico eccessivo.

Aumenta il ricorso al parto cesareo

Il taglio cesareo è diventato, negli ultimi decenni, un intervento sempre più sicuro per la madre e per il nascituro, grazie soprattutto al progredire delle tecniche chirurgiche e anestesiologiche.

Per questa ragione (ma non solo) il parto cesareo programmato – ovvero praticato per scelta della donna – è sempre più praticato, preferendolo al parto naturale, anche quando non è strettamente necessario dal punto di vista medico

Infatti, come segnala anche l’OMS, in tutto il mondo, i tassi di taglio cesareo sono in costante aumento, senza ulteriori benefici significativi per la salute delle donne o dei loro bambini.

Il taglio cesareo, in effetti, è un intervento chirurgico a tutti gli effetti, associato a rischi materni e perinatali sia immediati che a lungo termine, e non esistono, ad oggi, evidenze che dimostrino benefici evidenti laddove non essenziale. In poche parole, non esistono ragioni mediche per preferire il parto cesareo se non in presenza di particolari condizioni che possono mettere a rischio la salute della donna e del bambino

Le previsioni effettuate mostrano un trend in crescita anche nei prossimi anni, con il raggiungimento di una percentuale media a livello mondiale del 28.5% entro il 2030, con punte in alcuni Paesi del 63,4% (Asia).

Statistic: Percentage of live births delivered by cesarean section worldwide in 2018 and projected for 2030, by region | Statista
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Parto cesareo programmato: i dati sull’Italia

L’Italia è uno dei primi Paesi al mondo per numero di parti cesarei, con un trend di crescita esponenziale registrato già a partire dai primi anni ‘80

Restringendo il campo ai soli Paesi membri dell’Unione Europea, l’Italia si posiziona al 6° posto, dietro a Ungheria, Irlanda, Polonia, Romania, Bulgaria.

Negli ultimi anni si sta iniziando a registrare un calo nella propensione al parto cesareo nel nostro Paese, come emerge anche dall’ultimo  Rapporto sull’evento nascita in Italia, realizzato dall’Ufficio di Statistica del Ministero, in cui si legge che nell’anno 2022 il 31,0% dei parti è avvenuto con taglio cesareo

Ciò nonostante, si tratta comunque di un ricorso eccessivo all’espletamento del parto per via chirurgica, con notevoli differenze regionali. 

Ad esempio, la Campania continua a raggiungere percentuali enormi, pari al 48,6%. In pratica, quasi un parto ogni due avviene tramite un cesareo. 

statistiche sul ricorso al parto cesareo in Italia

Parto cesareo per le iscritte al Fondo FASDA

In caso di parto cesareo, il Fondo FASDA provvede al pagamento delle spese, così come previsto dal Piano Sanitario, disponibile qui.

La copertura è prestata fino a un massimo di € 2.000,00 per anno associativo e per persona, sia in strutture convenzionate da UniSalute per il Fondo FASDA che in strutture non convenzionate.

ATTENZIONE:
Le informazioni qui riportate hanno carattere divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportati sono assunte in piena autonomia decisionale e a loro rischio.

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