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Calo di zuccheri (calo ipoglicemico): cause e sintomi

da | Ott 17, 2024 | Diabete, Malattie Infettive, Sanità Integrativa

Nel linguaggio comune si utilizza spesso l’espressione calo di zuccheri, in alcuni casi in modo errato, per indicare una condizione temporanea di ipoglicemia, ovvero un basso livello di glucosio nel sangue.  

Il calo di zuccheri è una condizione molto frequente, che non colpisce solo i pazienti affetti da diabete, ma anche soggetti in buona salute, magari in seguito a un digiuno prolungato, uno sforzo fisico eccessivo, e così via. 

In ogni caso, non va sottovalutato, perché potrebbe sottendere dei disturbi o delle patologie anche gravi da affrontare il prima possibile. 

Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire cosa si intende con calo di zuccheri, o calo ipoglicemico, e quali sono le cause e i sintomi principali

Cos’è il calo di zuccheri (o calo ipoglicemico)

Il calo di zuccheri, o più correttamente ipoglicemia, si verifica quando i livelli di glucosio nel sangue scendono al di sotto dei valori normali, generalmente considerati inferiori a 70 mg/dL (con le dovute eccezioni). 

Il glucosio è la principale fonte di energia del corpo, soprattutto per il cervello, e un suo deficit può portare a sintomi che vanno dal disagio lieve fino a situazioni di emergenza.

È fondamentale riconoscere tempestivamente i segnali di un calo di zuccheri per prevenire complicazioni gravi, come perdita di coscienza o convulsioni. Individuare i sintomi iniziali permette di intervenire rapidamente, evitando che l’ipoglicemia diventi pericolosa per la salute.

Cause principali del calo ipoglicemico

L’ipoglicemia può essere causata da diversi fattori, alcuni legati allo stile di vita, quindi prevenibili, altri a condizioni mediche o all’uso di farmaci

Vediamo quali sono le cause più comuni:

  • dieta e digiuno: saltare i pasti o seguire diete povere di carboidrati può far diminuire rapidamente i livelli di glucosio nel sangue. Questo è particolarmente vero se si consumano alimenti con basso contenuto energetico o si prolungano i digiuni senza integrare zuccheri a sufficienza per sostenere le necessità energetiche dell’organismo;
  • attività fisica intensa: l’esercizio fisico, soprattutto se intenso o prolungato, consuma una grande quantità di energia sotto forma di glucosio. Se l’attività non è accompagnata da un’adeguata assunzione di carboidrati prima o dopo l’allenamento, il rischio di ipoglicemia aumenta notevolmente, specialmente nelle persone che sono più suscettibili a sbalzi glicemici;
  • farmaci che causano ipoglicemia: alcuni farmaci possono abbassare significativamente i livelli di zucchero nel sangue, portando a ipoglicemia. I più noti sono l’insulina, usata dai diabetici proprio per regolare i livelli di glucosio nel sangue, i beta-bloccanti e alcuni antibiotici, che possono occasionalmente influenzare i livelli di glicemia.

Alcune malattie e disfunzioni possono interferire con la regolazione del glucosio nel sangue, provocando dei picchi negativi:

  • insufficienza epatica o renale: quando il fegato o i reni non funzionano correttamente, l’organismo può avere difficoltà a mantenere stabili i livelli di glucosio;
  • disturbi ormonali: squilibri negli ormoni, come il cortisolo o il glucagone, possono compromettere la capacità del corpo di regolare la glicemia;
  • tumori pancreatici: alcuni tumori che colpiscono il pancreas possono causare un’eccessiva produzione di insulina, portando a un rapido abbassamento del glucosio nel sangue.

Comprendere le cause del calo ipoglicemico è fondamentale per adottare strategie preventive e ridurre il rischio di episodi futuri.

Come si capisce se si ha un calo di zuccheri?

Il calo di zuccheri nel sangue può manifestarsi attraverso una serie di sintomi iniziali, che spesso fungono da campanelli d’allarme. 

I più comuni sono i seguenti:

  • vertigini: sensazione di sbandamento o stordimento improvviso;
  • sudorazione eccessiva: sudori freddi, soprattutto senza apparente motivo legato alla temperatura o allo sforzo;
  • tremori: vibrazioni involontarie nelle mani o in altre parti del corpo;
  • debolezza: mancanza di energia o affaticamento generale;
  • fame improvvisa: desiderio di mangiare qualcosa, soprattutto alimenti zuccherati;
  • ansia o nervosismo: sensazione di tensione o agitazione, spesso immotivata.

Quando l’ipoglicemia non viene trattata prontamente, i sintomi possono peggiorare e portare a situazioni più gravi, in particolare:

  • confusione mentale: difficoltà a pensare chiaramente o a prendere decisioni;
  • visione offuscata: problemi di vista, come immagini sfocate o doppie;
  • difficoltà a parlare: parole pronunciate in modo confuso o incoerente;
  • convulsioni: scosse muscolari involontarie e intense, che richiedono un intervento immediato;
  • perdita di coscienza: svenimento o incapacità di reagire agli stimoli esterni.

Se si manifestano questi sintomi più gravi, è fondamentale intervenire immediatamente, poiché l’ipoglicemia grave può avere conseguenze pericolose per la vita.

Come riprendersi da un calo di zuccheri?

Quando si avvertono i primi sintomi di ipoglicemia, è essenziale agire rapidamente per evitare che la situazione peggiori

Ecco cosa fare per risolvere velocemente un episodio di calo di zuccheri:

  • assumere circa 15 grammi di zucchero puro, che può essere trovato in bustine di zucchero, zollette, o in forma liquida;
  • bere un bicchiere (circa 150 ml) di succo di frutta zuccherato, come quello di arancia o mela;
  • consumare alimenti o bevande contenenti zuccheri rapidi, come caramelle, gomme zuccherate o bevande gassate;
  • utilizzare, dietro consiglio medico, integratori di glucosio, disponibili in compresse o gel, che agiscono velocemente.

Successivamente, è consigliabile misurare la glicemia dopo 15 minuti per verificare se i livelli si sono normalizzati. Se il valore è ancora basso, contattare il proprio medico per sapere come comportarsi.

Cosa fare dopo un episodio ipoglicemico

Dopo aver risolto l’emergenza, è importante stabilizzare i livelli di zucchero nel sangue per prevenire futuri episodi di ipoglicemia. 

Una volta che il glucosio si è normalizzato, è consigliabile consumare un pasto o uno snack bilanciato che includa carboidrati complessi e proteine, come ad esempio:

  • pane integrale con burro di arachidi;
  • frutta fresca accompagnata da uno yogurt o noci;
  • cracker integrali con formaggio.

Questo tipo di pasto aiuta a mantenere stabili i livelli di zucchero nel sangue a lungo termine, evitando bruschi cali successivi. È anche utile evitare pasti troppo ricchi di zuccheri semplici subito dopo un episodio ipoglicemico ormai normalizzato, per evitare un aumento eccessivo della glicemia seguito da un nuovo calo.

Per approfondire, invitiamo a leggere il nostro articolo Cos’è e come abbassare l’indice glicemico.

Infine, è consigliabile riflettere sulle possibili cause dell’episodio e fare eventuali aggiustamenti allo stile di vita, come:

  • mangiare più frequentemente, consumando piccoli pasti regolari;
  • pianificare meglio l’attività fisica;
  • monitorare regolarmente i livelli di glicemia, soprattutto chi è a rischio.

In ogni caso, si raccomanda sempre di chiedere consigli al proprio medico, evitando soluzioni fai da te potenzialmente deleterie. 

Come evitare il digiuno notturno

Uno dei motivi principali per cui si verifica l’ipoglicemia notturna è il digiuno prolungato. Durante il sonno, infatti, il corpo continua a consumare energia, anche se in misura ridotta. 

Per evitare che i livelli di zucchero scendano troppo durante il riposo, è importante consumare un piccolo pasto o snack prima di andare a dormire. Questo previene che il glucosio immagazzinato venga esaurito durante la notte.

Anche un piccolo snack può fare la differenza, mantenendo stabili i livelli di zucchero e riducendo il rischio di risvegli improvvisi a causa di sintomi ipoglicemici, come sudorazione eccessiva o tremori. 

Mangiare in modo regolare e bilanciato, prestando particolare attenzione all’ultimo pasto della giornata, è un’ottima strategia per prevenire i cali di zucchero notturni.

ATTENZIONE:
Le informazioni qui riportate hanno carattere divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportati sono assunte in piena autonomia decisionale e a loro rischio.