Cosa s’intende per diabete di tipo 2

da | Mag 10, 2021 | Diabete, Sanità Integrativa | 0 commenti

Secondo le stime pubblicate dal Ministero della Salute, il diabete di tipo 2 colpisce solo in Italia circa il 5% della popolazione, ovvero più di 3 milioni di persone, alle quali andrebbe aggiunto un altro milione che è affetto da questa condizione ma non gli è stata ancora diagnosticata. 

Insomma, si tratta di un problema sanitario molto ingombrante, rientra tra le principali cause di complicazioni insieme alle altre patologie racchiuse nella cosiddetta sindrome metabolica

A questo va aggiunto anche il fenomeno del diabete gestazionale, al quale abbiamo dedicato un articolo che puoi leggere cliccando qui

Ma cos’è il diabete di tipo 2? Approfondiamo insieme e cerchiamo di capirne di più. 

Cosa significa diabete di tipo 2

Per rispondere a questa domanda è forse utile partire dalla definizione di diabete. 

Il diabete è una malattia metabolica cronica caratterizzata da un aumento del livello di glucosio nel sangue (i famosi “zuccheri” nel sangue), altrimenti detta iperglicemia

A causare questa malattia è, principalmente, un’alterazione nella produzione di insulina, un ormone prodotto dal pancreas che ricopre un ruolo essenziale nell’assorbimento del glucosio nel sangue da parte delle cellule, che provvedono poi a metabolizzarlo e utilizzarlo a seconda delle necessità energetiche dell’organismo. 

Se il nostro corpo non produce una sufficiente quantità di insulina, i livelli degli zuccheri nel sangue subiscono un’alterazione, che provoca il diabete

Il diabete mellito è la forma più comune di diabete e si divide in due tipi: 

  1. diabete mellito di tipo 1;
  2. diabete mellito di tipo 2. 

Nel primo caso si parla di paziente insulino dipendente, nel secondo di paziente non insulino dipendente

Quindi, con l’espressione diabete di tipo 2, comunemente utilizzata, si indica una particolare forma di diabete, la più frequente. 

Cos’è il diabete di tipo 2

Il diabete mellito di tipo 2 non insulino dipendente, altrimenti noto come diabete dell’adulto – risulta, infatti, molto più frequente negli over 64, anche se sta aumentando purtroppo l’insorgenza precoce in adolescenza – è una malattia metabolica, caratterizzata da glicemia alta causata da due condizioni: 

  • insulino-resistenza: le cellule dell’organismo sono resistenti all’insulina stessa;
  • insulino-deficienza relativa: ovvero una produzione di insulina insufficiente alle esigenze dell’organismo. 

Si tratta della forma di diabete più diffusa al mondo, pari a circa il 90% dei casi di diabete. Quindi, su 10 persone diabetiche, 9 saranno affette da diabete di tipo 2 e da diabete di tipo 1

Quali sono le cause del diabete di tipo 2

Abbiamo visto che il diabete mellito di tipo 2 è provocato da un’alterazione nella produzione di insulina o in una resistenza delle cellule a questo ormone. 

A sua volta, questa disfunzione insulinica può essere provocata da cause ormonali, genetiche, o farmacologiche.

I principali fattori di rischio per l’insorgenza di una condizione di diabete di tipo 2 sono i seguenti:

Quali sono i sintomi

Come accennato all’inizio dell’articolo, solo in Italia è stimato in almeno 1 milione il numero di soggetti affetti da questa malattia senza saperlo

Questo accade perché, spesso, i sintomi sono assenti o molto lievi, facilmente attribuibili ad altre cause, soprattutto quando si presentano in adolescenza o in età adulta, ma molto prima dei 64 anni. 

Quali sono questi sintomi ai quali prestare attenzione, perché potrebbero indicare la presenza di un diabete di tipo 2?

  • sete intensa e persistente, soprattutto nelle donne;
  • frequente necessità di urinare, anche di notte;
  • fame intensa, anche qui più frequente nelle donne;
  • frequenti infezioni urinarie, in particolare nelle donne;
  • disfunzioni sessuali, nell’uomo;
  • sensazione di stanchezza;
  • perdita di peso inspiegabile;
  • tagli o ferite che si rimarginano lentamente
  • visione offuscata.

Purtroppo, questi sintomi spesso sono poco evidenti, ritardando, anche di diversi anni la diagnosi, con le complicazioni che questo comporta. 

Quali sono queste complicanze? 

Come si diagnostica

Oltre a prestare attenzione ai sintomi, è possibile eseguire dei controlli di routine, non invasivi, per verificare i livelli di glucosio nel sangue e diagnosticare un eventuale diabete di tipo 2

Come riportato sul portale issalute.it, i livelli di glucosio nel sangue considerati nella norma sono quelli inferiori a 100 milligrammi/decilitro (mg/dl) dopo 8 ore di digiuno.

Per una diagnosi di diabete di tipo 2, ecco quali sono i valori da considerare:

  • valori di glicemia a digiuno ≥ 126 mg/d riscontrati in almeno due misurazioni consecutive;
  • glicemia casuale ≥ 200 mg/dl in presenza di sintomi tipici del diabete;
  • glicemia ≥ 200 mg/dl 2 ore dopo il carico orale di glucosio, ovvero la somministrazione di una dose di glucosio (75 grammi, per l’esattezza) prima di eseguire l’esame.

Cosa fare in caso di diagnosi

Laddove venisse confermata la diagnosi di diabete di tipo 2, è necessario iniziare una terapia, affidandosi ad un diabetologo specializzato. 

La terapia si sviluppa su 3 livelli: 

  • modifica dello stile di vita, evitando la sedentarietà, praticando attività fisica e perdendo peso in eccesso;
  • regime alimentare adeguato ed equilibrato, che non si traduce solo nella riduzione dei cibi dolci. A tal proposito, invitiamo a leggere l’articolo Cosa mangiare in caso di glicemia alta;
  • assunzione di farmaci specifici, prescritti dal proprio medico. 

È molto importante seguire pedissequamente le indicazioni dei medici, evitando approcci fai da te che potrebbero compromettere ulteriormente la tua salute. 

ATTENZIONE:
Le informazioni qui riportate hanno carattere divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportati sono assunte in piena autonomia decisionale e a loro rischio.

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