Secondo le stime pubblicate dal Ministero della Salute, il diabete di tipo 2 colpisce solo in Italia circa il 6% della popolazione, ovvero quasi 4 milioni di persone, alle quali andrebbe aggiunto un altro milione e mezzo di persone affette da questa condizione ma a cui non è stata ancora diagnosticata.
Noto anche come diabete dell’adulto, in quanto molto più frequente negli over 64 – anche se sta purtroppo aumentando l’insorgenza precoce in adolescenza – rappresenta la forma di diabete più diffusa al mondo, pari a circa il 90% dei casi di diabete.
Insomma, si tratta di un problema sanitario molto ingombrante, rientra tra le principali cause di complicazioni insieme alle altre patologie racchiuse nella cosiddetta sindrome metabolica.
A questo va aggiunto anche il fenomeno del diabete gestazionale, al quale abbiamo dedicato un articolo che puoi leggere cliccando qui.
Approfondiamo insieme e cerchiamo di capire cos’è il diabete di tipo 2, quali sono le cause, i sintomi, le complicanze e le possibili terapie.
Indice dei contenuti
- Definizione di diabete e diabete mellito
- Cos’è il diabete di tipo 2
- Cosa vuol dire resistenza insulinica
- Quali sono le cause del diabete di tipo 2
- Quali sono i sintomi del diabete di tipo 2
- Quali sono le complicanze del diabete di tipo 2?
- Come si diagnostica il diabete di tipo 2
- Cosa fare in caso di diagnosi: la terapia
Definizione di diabete e diabete mellito
Per spiegare cos’è il diabete di tipo 2 è forse utile partire dalla definizione di diabete.
Il diabete è una malattia metabolica cronica caratterizzata da un aumento del livello di glucosio nel sangue (i famosi “zuccheri” nel sangue), altrimenti detta iperglicemia.
A causare questa malattia è, principalmente, un’alterazione nella produzione di insulina, un ormone prodotto dal pancreas che ricopre un ruolo essenziale nell’assorbimento del glucosio nel sangue da parte delle cellule, che provvedono poi a metabolizzarlo e utilizzarlo a seconda delle necessità energetiche dell’organismo.
Se il nostro corpo non produce una sufficiente quantità di insulina, i livelli degli zuccheri nel sangue subiscono un’alterazione, che provoca il diabete.
Il diabete mellito è la forma più comune di diabete e si divide in due tipi:
- diabete mellito di tipo 1;
- diabete mellito di tipo 2.
Nel primo caso si parla di paziente insulino dipendente, nel secondo di paziente non insulino dipendente.
Quindi, con l’espressione diabete di tipo 2, comunemente utilizzata, si indica una particolare forma di diabete, la più frequente.
Cos’è il diabete di tipo 2
Il diabete mellito di tipo 2 non insulino dipendente, più comunemente definito diabete alimentare, è una malattia metabolica, caratterizzata da glicemia alta causata da due condizioni:
- insulino-resistenza: le cellule dell’organismo sono resistenti all’insulina stessa;
- insulino-deficienza relativa: ovvero una produzione di insulina insufficiente alle esigenze dell’organismo.
Il diabete di tipo 2 è, quindi, una condizione metabolica cronica che si verifica quando il corpo non è in grado di utilizzare l’insulina in modo efficace o non produce a sufficienza questa sostanza.
In questo tipo di diabete, le cellule del corpo diventano progressivamente meno sensibili all’azione dell’insulina, un fenomeno noto come resistenza insulinica.
Approfondiamo insieme questo aspetto, centrale nella comprensione della patologia.
Cosa vuol dire resistenza insulinica
La resistenza insulinica è una condizione in cui le cellule del corpo rispondono in modo ridotto all’azione dell’insulina.
Cosa succede? Quando mangiamo, il cibo viene trasformato in zuccheri, principalmente glucosio, che viene rilasciato nel sangue. L’insulina aiuta le cellule ad assorbire il glucosio dal sangue, consentendo loro di utilizzarlo come fonte di energia.
Nel caso della resistenza insulinica, le cellule del corpo diventano meno sensibili all’azione dell’insulina, il che significa che hanno bisogno di una maggiore quantità di insulina per consentire al glucosio di entrare nelle cellule.
Inizialmente, il pancreas può rispondere aumentando la produzione di insulina per compensare questa resistenza. Tuttavia, nel tempo, il pancreas potrebbe non essere in grado di mantenere questo aumento della produzione di insulina, portando a un accumulo di glucosio nel sangue e, infine, al diabete di tipo 2.
La resistenza insulinica è spesso associata all’obesità, in particolare alla presenza di grasso addominale. Gli acidi grassi liberi e altre sostanze rilasciate dal tessuto adiposo possono interferire con la capacità delle cellule di rispondere all’insulina. Inoltre, uno stile di vita sedentario e una dieta ricca di zuccheri e grassi saturi possono contribuire alla resistenza insulinica.
La resistenza insulinica è uno dei precursori comuni del diabete di tipo 2 e può anche essere associata ad altre condizioni come l’ipertensione e i livelli elevati di lipidi nel sangue. Il controllo della resistenza insulinica è un obiettivo importante nella prevenzione e nella gestione del diabete di tipo 2, e spesso coinvolge cambiamenti nello stile di vita, come l’esercizio fisico regolare e una dieta bilanciata.
Quali sono le cause del diabete di tipo 2
Abbiamo visto che il diabete mellito di tipo 2 è provocato da un’alterazione nella produzione di insulina o in una resistenza delle cellule a questo ormone.
A sua volta, questa disfunzione insulinica può essere provocata da cause ormonali, genetiche, o farmacologiche.
I principali fattori di rischio per l’insorgenza di una condizione di diabete di tipo 2 sono i seguenti, divisi in due categorie, quelli modificabili e quelli non modificabili.
Fattori di rischio non modificabili:
- genetica: la presenza di parenti di primo grado con il diabete di tipo 2 aumenta il rischio;
- etnia: alcuni gruppi etnici, come afroamericani, ispanici, nativi americani e asiatico-americani, hanno un rischio maggiore;
- età: il rischio aumenta con l’invecchiamento, soprattutto dopo i 45 anni.
Fattori di rischio modificabili:
- obesità: l’eccesso di peso, in particolare l’accumulo di grasso attorno all’addome, è uno dei principali fattori di rischio;
- stile di vita sedentario: la mancanza di attività fisica aumenta il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2;
- alimentazione non salutare: una dieta ricca di zuccheri aggiunti, grassi saturi e povera di fibre può contribuire al rischio;
- resistenza insulinica: la presenza di resistenza insulinica, spesso associata all’obesità e alla mancanza di attività fisica, è un importante fattore di rischio;
- ipertensione: la pressione sanguigna elevata è associata a un aumento del rischio;
- livelli elevati di lipidi nel sangue: un eccesso di colesterolo LDL (il cosiddetto “colesterolo cattivo”) e di trigliceridi può aumentare il rischio;
- diabete gestazionale: le donne che hanno sviluppato il diabete gestazionale durante la gravidanza hanno un rischio maggiore di sviluppare il diabete di tipo 2 in seguito;
- stress: il livello di stress cronico può influenzare la regolazione dei livelli di zucchero nel sangue.
Infine, esistono alcune condizioni che possono aumentare il rischio di sviluppare il diabete mellito di tipo 2, in particolare la sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) e le malattie cardiovascolari.
Quali sono i sintomi del diabete di tipo 2
Come accennato all’inizio dell’articolo, solo in Italia è stimato in almeno 1,5 milioni il numero di soggetti affetti da questa malattia senza saperlo.
Questo accade perché, spesso, i sintomi del diabete di tipo 2 sono assenti o molto lievi, facilmente attribuibili ad altre cause, soprattutto quando si presentano in adolescenza o in età adulta, ma molto prima dei 64 anni.
Quali sono questi sintomi ai quali prestare attenzione, perché potrebbero indicare la presenza di un diabete mellito di tipo 2?
- aumento della sete (poliuria): le persone con diabete possono sperimentare un aumento della sete e, di conseguenza, possono bere quantità di liquidi superiori alla norma;
- aumento della frequenza urinaria: l’aumento della produzione di urina è comune nelle persone con diabete, e può essere correlato alla maggiore assunzione di liquidi;
- perdita di peso: nonostante la maggiore assunzione di cibo, alcune persone possono perdere peso. Questo può essere attribuito alla mancata utilizzazione efficace del glucosio come fonte di energia nelle cellule;
- fatica e debolezza: la mancanza di energia nelle cellule può portare a stanchezza e debolezza generalizzata;
- visione offuscata: i cambiamenti nei livelli di zucchero nel sangue possono influenzare la forma della lente nell’occhio, causando temporaneamente problemi di messa a fuoco e visione offuscata;
- ferite che guariscono lentamente: la guarigione delle ferite può essere ritardata a causa della compromissione della funzione del sistema immunitario legata al diabete;
- infezioni frequenti: le infezioni, in particolare delle vie urinarie, possono verificarsi più frequentemente nelle persone con diabete;
- formicolio o intorpidimento: la neuropatia diabetica, una delle complicanze del diabete, può causare formicolio o intorpidimento, spesso nelle mani o nei piedi;
- prurito della pelle: l’insorgenza di prurito, specialmente nella zona genitale, può essere un sintomo del diabete;
- alterazioni dell’umore: alcune persone possono sperimentare cambiamenti dell’umore, come irritabilità o depressione.
È importante notare che molti di questi sintomi possono essere attribuiti anche ad altre condizioni mediche, e la presenza di uno o più di essi non è necessariamente indicativa di diabete di tipo 2. La diagnosi definitiva del diabete deve essere effettuata attraverso test specifici dei livelli di zucchero nel sangue.
Se si sospetta il diabete, è fondamentale consultare un professionista sanitario per una valutazione accurata e un piano di gestione appropriato.
Quali sono le complicanze del diabete di tipo 2?
Il diabete di tipo 2 può causare una serie di complicanze, che colpiscono diversi organi e sistemi del corpo.
Le principali complicanze del diabete di tipo 2 sono le seguenti:
- malattie cardiache e vascolari: le persone affette da questa condizione hanno un rischio aumentato di sviluppare malattie cardiache e vascolari. L’accumulo di placche nelle arterie (aterosclerosi) può portare a problemi come l’infarto miocardico e l’ictus;
- malattie renali (nefropatia diabetica): il diabete può danneggiare i reni, compromettendo la loro capacità di filtrare i rifiuti e i fluidi dal sangue. Questo può portare a insufficienza renale;
- problemi agli occhi (retinopatia diabetica): il diabete può danneggiare i vasi sanguigni della retina, causando problemi di vista e, in casi gravi, cecità;
- neuropatia diabetica: il danno ai nervi può causare sintomi come formicolio, intorpidimento, dolore o debolezza, di solito nelle mani e nei piedi;
- malattie del piede (piede diabetico): la neuropatia diabetica e i problemi di circolazione possono portare a ulcere ai piedi e infezioni, spesso con il rischio di amputazione;
- problemi dentali e gengivali: il diabete può aumentare il rischio di infezioni dentali e gengivali;
- complicanze della gravidanza: le donne con diabete di tipo 2 possono andare incontro ad una gravidanza a rischio, a causa di condizioni come il summenzionato diabete gestazionale, e a problemi di sviluppo del feto;
- problemi digestivi: la neuropatia diabetica può influenzare la funzione del tratto gastrointestinale, portando a problemi di digestione;
- disfunzione sessuale: il diabete può causare problemi sessuali, tra cui disfunzione erettile negli uomini e problemi di libido nelle donne;
- malattie della pelle: il diabete aumenta il rischio di infezioni cutanee e altre condizioni della pelle;
- alterazioni cognitive: alcuni studi suggeriscono che il diabete di tipo 2 può essere associato a un rischio aumentato di declino cognitivo e demenza.
La prevenzione è fondamentale, e una diagnosi precoce e un trattamento tempestivo possono contribuire a ridurre il rischio di gravi complicanze.
Come si diagnostica il diabete di tipo 2
Oltre a prestare attenzione ai sintomi, è possibile eseguire dei controlli di routine, non invasivi, per verificare i livelli di glucosio nel sangue e diagnosticare un eventuale diabete di tipo 2.
Ci sono diversi test che possono essere utilizzati a tale scopo:
- test dell’emoglobina A1c: misura la percentuale di emoglobina nel sangue che è legata al glucosio. L’A1c riflette i livelli medi di glucosio nel sangue negli ultimi 2-3 mesi. Un valore di A1c superiore al 6,5% può essere indicativo di diabete di tipo 2;
- test di glicemia a digiuno: prevede il prelievo di sangue dopo un digiuno notturno di almeno 8 ore. Un livello di zucchero nel sangue superiore a 126 mg/dL (milligrammi per decilitro) può indicare il diabete di tipo 2;
- test di tolleranza al glucosio (TTG): anche noto come “curva glicemica”, questo test prevede il controllo dei livelli di glucosio nel sangue dopo aver bevuto una soluzione zuccherina. Un valore di glicemia superiore a 200 mg/dL due ore dopo l’assunzione della soluzione può indicare diabete di tipo 2;
- test casuale di glicemia: in questo test, viene misurato il livello di zucchero nel sangue in qualsiasi momento della giornata, senza necessità di digiuno. Se la glicemia supera i 200 mg/dL e sono presenti sintomi di diabete, la diagnosi potrebbe essere confermata.
Ricordiamo che la diagnosi del diabete può essere effettuata solo da un professionista sanitario, come un medico o un endocrinologo, che valuterà i sintomi, i fattori di rischio e i risultati dei test per formulare una diagnosi accurata.
Cosa fare in caso di diagnosi: la terapia
Laddove venisse confermata la diagnosi di diabete di tipo 2, è necessario iniziare una terapia, affidandosi ad un diabetologo specializzato.
Il trattamento del diabete di tipo 2 è personalizzato in base alle esigenze di ciascun individuo e spesso coinvolge una combinazione di cambiamenti nello stile di vita, terapie farmacologiche e monitoraggio regolare.
Ecco alcune linee guida generali per la gestione del diabete di tipo 2:
- cambiamenti nello stile di vita:
- adottare una dieta sana ed equilibrata, con un’attenzione particolare al controllo delle porzioni, alla riduzione degli zuccheri aggiunti e all’aumento del consumo di frutta, verdura e cereali integrali;
- fare attività fisica regolare, che aiuta a controllare i livelli di zucchero nel sangue, migliorare la sensibilità insulinica e mantenere un peso corporeo sano;
- perdita di peso, che può migliorare notevolmente la gestione del diabete.
- assunzione di farmaci specifici, prescritti dal proprio medico, come la Metformina, gli inibitori della dipeptidil peptidasi-4 (DPP-4), le sulfaniluree, i tiazolidindioni, e gli inibitori del co-trasportatore sodio-glucosio 2 (SGLT-2);
- iniezioni di insulina: se la terapia orale non è sufficiente a controllare adeguatamente i livelli di zucchero nel sangue, possono essere prescritte iniezioni di insulina;
- monitoraggio regolare: misurare regolarmente i livelli di zucchero nel sangue per monitorare l’efficacia del trattamento e apportare eventuali modifiche;
- gestione delle complicanze e dei fattori di rischio: controllare la pressione sanguigna e i livelli di colesterolo, monitorare e gestire le complicanze come neuropatia, nefropatia e retinopatia, riconoscere e trattare tempestivamente le infezioni.
È molto importante seguire pedissequamente le indicazioni dei medici, evitando approcci fai da te che potrebbero compromettere ulteriormente la tua salute.
Per approfondire il tema, invitiamo a consultare la sezione del nostro blog dedicata proprio al diabete, qui.