Cecità e ipovisione: ecco le cause principali

da | Set 18, 2020 | Oculistica, Sanità Integrativa | 0 commenti

Cecità e ipovisione possono dipendere da numerose cause, da patologie specifiche e/o traumi e incidenti e rappresentano un problema molto diffuso nel mondo. 

Dai dati dell’OMS la disabilità visiva colpisce circa 253 milioni di persone nel mondo ed è evitabile o trattabile in oltre l’80% dei casi. In Italia si stima che siano quasi 1,5 milioni gli ipovedenti e 220.000 i ciechi.

Si tratta, come vedi, di una condizione alquanto frequente, per niente rara, ed è per questo che ogni anno, durante il secondo giovedì di ottobre, si celebra la Giornata Mondiale della Vista, promossa dall’OMS e, in Italia, dal Ministero della Salute e Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità – IAPB Italia Onlus.

Secondo lo IAPB la maggior parte dei casi di cecità e ipovisione è prevenibile o trattabile, a sottolineare, ancora una volta, l’importanza centrale della prevenzione per il nostro benessere. 

Vediamo insieme quali sono le principali cause di cecità e ipovisione. 

Definizione di cecità

Prima di addentrarci nell’elenco delle cause principali di perdita della vista è importante spiegare cosa s’intende, dal punto di vista clinico, per cecità. 

Come si legge in un articolo realizzato in collaborazione con IAPB e pubblicato sul sito pazienti.it:

“Secondo la definizione dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), si parla cecità quando l’acuità visiva nell’occhio migliore del paziente, ovvero la capacità dell’occhio di vedere e percepire in modo ottimale i dettagli di un oggetto è uguale o inferiore a 1/20. Tradotto in termini semplici, significa che il soggetto interessato riconosce a 1 metro quello che il soggetto normale riconosce a 20 metri. Qualora tale valore sia compreso tra i 3/10 e 1/20 il soggetto è definito ipovedente.”

La cecità può interessare un solo occhio (monolaterale) o entrambi gli occhi (bilaterale). 

Classificazione della cecità

Esiste una legge specifica, contenente una classificazione della cecità

Si tratta della Legge n.138 del 3 aprile 2001, contenente la “Classificazione e quantificazione delle minorazioni visive e norme in materia di accertamenti oculistici”, al cui interno si riporta la seguente suddivisione: 

  • ciechi totali: 
    • coloro che sono colpiti da totale mancanza della vista in entrambi gli occhi;
    • coloro che hanno la mera percezione dell’ombra e della luce o del moto della mano in entrambi gli occhi o nell’occhio migliore;
    • coloro il cui residuo perimetrico binoculare è inferiore al 3 per cento.
  • ciechi parziali:
    • coloro che hanno un residuo visivo non superiore a 1/20 in entrambi gli occhi o nell’occhio migliore,  anche con eventuale correzione;
    • coloro il cui residuo perimetrico binoculare è inferiore al 10 per cento.
  • ipovedenti gravi:
    • coloro che hanno un residuo visivo non superiore a 1/10 in entrambi gli occhi o nell’occhio migliore,  anche con eventuale correzione;
    • coloro il cui residuo perimetrico binoculare è inferiore al 30 per cento.
  • ipovedenti medio-gravi:
    • coloro che hanno un residuo visivo non superiore a 2/10 in entrambi gli occhi o nell’occhio migliore,  anche con eventuale correzione;
    • coloro il cui residuo perimetrico binoculare è inferiore al 50 per cento.
  • ipovedenti lievi:
    • coloro che hanno un residuo visivo non superiore a 3/10 in entrambi gli occhi o nell’occhio migliore,  anche con eventuale correzione;
    • coloro il cui residuo perimetrico binoculare è inferiore al 60 per cento.

Veniamo, ora, alle cause principali di cecità e ipovisione

Quali sono le cause di perdita della vista

Come accennato all’inizio dell’articolo, possono essere numerose le cause di alterazione delle capacità visive: dai difetti di vista più comunimiopia, astigmatismo e ipermetropia – fino a malattie molto gravi che colpiscono la retina e il nervo ottico.

Vediamo quali sono, basandoci sull’opuscolo realizzato dal Ministero della Salute e dallo IAPB:

  • glaucoma: una grave malattia oculare che porta a una lenta e progressiva distruzione del nervo ottico che si manifesta con una perdita del campo visivo;
  • degenerazione maculare legata all’età: è una delle patologie più gravi dell’occhio. Colpisce la macula, cioè la parte più centrale della retina che consente la visione distinta e dei colori. La malattia causa una grave riduzione dell’acuità visiva e, quindi, compromette la qualità di vita. Si stima che il 5-10% della popolazione oltre i 75 anni ne sia colpita;
  • cataratta: è una progressiva opacizzazione del cristallino, la lente naturale dell’occhio situata dietro l’iride, che ha la funzione di far convergere i raggi luminosi sulla retina. La cataratta rappresenta nel mondo la prima causa di grave riduzione della vista;
  • retinopatia diabetica: si tratta di una complicanza frequente del diabete, legata ad alterazioni vascolari della circolazione retinica. Nei Paesi industrializzati è la principale causa di ipovisione e cecità nei soggetti in età lavorativa (20-65 anni);
  • distacco della retina: la retina è una sottile membrana nervosa deputata alla ricezione della luce, che riveste la superficie interna dell’occhio. Essa può subire una rottura e un successivo distacco che, se non operato, porta allo spegnimento dell’occhio;
  • traumi e infezioni a carico della cornea: possono provocare la perdita di trasparenza tipica di questo tessuto e non permettere così il passaggio della luce.

Per approfondire i temi della cecità, ipovisione e dei disturbi della vista, ti invitiamo a consultare il sito ufficiale dello IAPB.

ATTENZIONE:
Le informazioni qui riportate hanno carattere divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportati sono assunte in piena autonomia decisionale e a loro rischio.

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