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Ittero nel neonato: fisiologico o patologico?

da | Set 18, 2025 | Pediatria, Sanità Integrativa

Se, alla nascita del proprio figlio, si nota una colorazione giallastra della pelle del bambino, e il personale medico parla di ittero neonatale, è importante non farsi prendere dal panico

La buona notizia è che l’ittero neonatale è una condizione estremamente comune e, nella stragrande maggioranza dei casi, del tutto temporanea e innocua. Si tratta semplicemente della colorazione gialla che la pelle e gli occhi assumono a causa dell’accumulo di una sostanza chiamata bilirubina.

Si tratta, come accennato, di un fenomeno estremamente comune, che coinvolge poco più del 50% di tutti i neonati, che diventa visibilmente itterico nella prima settimana di vita. 

Detto questo, è importante distinguere tra ittero fisiologico e ittero patologico

Il primo rappresenta la forma più comune e non è espressione di malattia, interessando circa il 60% dei bambini nati a termine e ben l’80% di quelli pretermine (ovvero nati prima delle 37 settimane di gestazione). Questo tipo di ittero di solito si risolve spontaneamente entro una o due settimane senza necessità di trattamento specifico.

L’ittero patologico, invece, richiede esami più approfonditi, perché potrebbe essere un segnale di una condizione più grave e provocare complicanze molto serie. 

Ittero e bilirubina: facciamo chiarezza

L’ittero si riferisce alla colorazione giallastra della pelle, delle sclere e delle mucose, causata da un aumento della bilirubina nel sangue e nei tessuti

L’ittero diventa visibile quando la quantità di bilirubina nel sangue supera circa i 3 mg per decilitro.

Ma cos’è la bilirubina? È una sostanza di scarto di colore giallo, un pigmento prodotto dal nostro corpo quando l’emoglobina (la componente dei globuli rossi che trasporta l’ossigeno) viene scomposta alla fine del ciclo vitale dei globuli rossi vecchi o danneggiati. 

Nel periodo neonatale immediato, la maggior parte dell’iperbilirubinemia è causata dalla bilirubina non coniugata, anche detta bilirubina indiretta. Esiste anche la bilirubina coniugata, o bilirubina diretta.

Ittero fisiologico: una condizione normale e transitoria

Abbiamo già accennato al fatto che l’ittero fisiologico è la forma più comune di ittero neonatale e, nella maggior parte dei casi, è una manifestazione normale e transitoria che si risolve da sola senza conseguenze.

La pelle del neonato diventa gialla a causa dell’accumulo di bilirubina nel sangue, un fenomeno chiamato iperbilirubinemia

Ma perché succede? Questo processo è legato a diversi fattori caratteristici del periodo neonatale:

  • aumentata produzione di bilirubina: i neonati hanno un ricambio più rapido dei globuli rossi rispetto agli adulti. Alla nascita, iniziano a sostituire i globuli rossi contenenti emoglobina fetale con nuovi globuli rossi contenenti emoglobina adulta. Questa distruzione massiva di globuli rossi aumenta la produzione di bilirubina;
  • immaturità del fegato: il fegato del neonato è immaturo e non è ancora completamente efficiente nel metabolizzare ed eliminare la bilirubina. Normalmente, la bilirubina indiretta viene trasportata al fegato, dove viene scomposta con acido glucuronico da un enzima chiamato uridindifosfoglucuroniltransferasi (UGT) per renderla idrosolubile ed essere secreta con la bile nell’intestino. Nei neonati, la carenza di UGT riduce questo processo;
  • aumento del circolo enteroepatico: nell’intestino del neonato ci sono meno batteri, quindi una minore quantità di bilirubina viene preparata per l’eliminazione con le feci. In più, i neonati hanno un enzima che trasforma nuovamente la bilirubina nell’intestino, permettendole di essere riassorbita nel sangue. Questo “riciclo” della bilirubina può essere accentuato da una scarsa assunzione di latte.

Con l’aumento dei livelli di bilirubina nel sangue, la colorazione giallastra si manifesta prima al volto e alle sclere, estendendosi poi al tronco, alle braccia e alle gambe.

Come si presenta?

L’ittero fisiologico presenta una tempistica caratteristica, che possiamo riassumere come segue:

  • comparsa: si manifesta dopo le prime 24 ore di vita, generalmente tra il 2° e il 3° giorno di vita. Un ittero che compare nelle prime 24 ore è più probabilmente patologico;
  • picco: raggiunge la massima intensità tra il 3° e il 5° giorno di vita nei neonati a termine, e intorno al 7° giorno nei neonati pretermine o di origine asiatica orientale;
  • durata: normalmente si risolve entro 1 settimana. Nei bambini nati a termine, non dovrebbe durare più di 10 giorni, mentre nei neonati pretermine può persistere fino a 15 giorni. Un ittero che persiste per più di due settimane può richiedere ulteriori indagini per escludere altre cause.

Quando si parla di ittero fisiologico?

Per definire un ittero come “fisiologico”, devono essere rispettati i seguenti criteri:

  • esordio: deve manifestarsi dopo le prime 24 ore di vita;
  • tipo di bilirubina: tutta la bilirubina deve essere di tipo indiretto (non coniugata);
  • velocità di aumento: i valori di bilirubina non devono aumentare rapidamente. La velocità di ascesa della bilirubina sierica totale non deve superare i 5 mg/dL/die (> 86 micromol/L/die) o 0,2 mg/dL/ora (> 3,4 micromol/L/ora);
  • livelli massimi: i valori di bilirubina non devono superare determinati livelli di guardia stabiliti da apposite tabelle. Questi valori possono variare in base alle linee guida alle quali ci si attiene, ma in media sono circa 12 mg/dL nei nati a termine e 15 mg/dL nei neonati pretermine;
  • durata: la condizione non deve durare più di 10 giorni nel bambino a termine e più di 15 giorni nel pretermine.

Fattori che possono favorirne la comparsa

Diversi fattori possono aumentare la probabilità o la gravità dell’ittero nel neonato, tra cui i seguenti:

  • parto indotto: l’ittero neonatale è più frequente in caso di parto indotto dall’ossitocina;
  • diabete gestazionale materno: se la madre ha presentato un diabete durante la gravidanza, l’ittero nel neonato può essere più frequente. Il diabete materno può anche portare a macrosomia nel neonato e può essere associato a iperproduzione e iposecrezione miste di bilirubina. I neonati di madri diabetiche possono anche ricevere sangue in eccesso dalla placenta, causando l’ittero;
  • prematurità: i neonati pretermine (nati prima delle 37 settimane di gestazione) sono a maggiore rischio di iperbilirubinemia e hanno soglie più basse per il trattamento a causa della maggiore vulnerabilità alla neurotossicità;
  • ritardato clampaggio del cordone ombelicale: questo può portare a policitemia (un elevato numero di globuli rossi), aumentando la produzione di bilirubina;
  • etnia: i neonati di origine asiatica, ispanica o sudamericana tendono ad avere livelli di bilirubina più alti alla nascita. L’ittero nei neonati dell’Asia orientale, per esempio, può avere un picco più tardivo, intorno al settimo giorno;
  • scarso apporto di latte o disidratazione: se il neonato non si alimenta a sufficienza, soprattutto nelle prime giornate, può avere meno movimenti intestinali e quindi eliminare meno bilirubina, aumentando il circolo enteroepatico;
  • trauma da parto: eventuali riassorbimenti di ematomi, come il cefaloematoma (un accumulo di sangue all’esterno del cranio), possono causare ittero;
  • farmaci materni: alcuni farmaci assunti dalla madre possono influenzare il neonato;
  • sesso maschile: un deficit enzimatico come quello di G6PD (glucosio-6-fosfato deidrogenasi), più frequente nei maschi, può aumentare il rischio di ittero patologico.

Sebbene l’ittero fisiologico sia una condizione benigna, la sua valutazione è cruciale per distinguerlo da forme patologiche che potrebbero richiedere interventi.

L’Ittero legato all’allattamento al seno

L’allattamento al seno può essere associato a due diverse forme di ittero neonatale

  1. l’ittero da allattamento (o da insufficiente assunzione di latte);
  2. l’ittero da latte materno

Entrambe le forme sono generalmente a carico della bilirubina indiretta (non coniugata) e, nella maggior parte dei casi, non sono motivo di grave preoccupazione, pur richiedendo attenzione

Ittero da allattamento

L’ittero da allattamento (a volte chiamato anche “ittero associato all’allattamento al seno” o “ittero dell’inizio dell’allattamento al seno”) si manifesta in una percentuale significativa di neonati allattati al seno, circa un sesto, durante la prima settimana di vita.

La causa principale di questa condizione è una ridotta assunzione di latte materno da parte del neonato. Questo può accadere, ad esempio, se la madre non produce latte a sufficienza o se il neonato non si attacca adeguatamente al seno

Come già accennato prima, quando abbiamo parlato dell’ittero fisiologico, la scarsa assunzione di latte porta a:

  • disidratazione o basso apporto calorico;
  • meno movimenti intestinali. Di conseguenza, viene eliminata meno bilirubina con le feci;
  • un aumento del circolo enteroepatico della bilirubina. Questo è dovuto anche a una riduzione dei batteri intestinali che normalmente convertono la bilirubina in metaboliti non riassorbibili.

L’ittero da allattamento compare nei primi giorni di vita (spesso tra il 2° e il 4° giorno) e di solito si risolve spontaneamente entro la prima settimana, non appena il bambino inizia ad assumere una quantità sufficiente di latte materno e aumenta di peso. I valori di bilirubina in questi casi non sono solitamente elevati.

Ittero da latte materno

L’ittero da latte materno è una condizione diversa dall’ittero da allattamento. Si manifesta in genere più tardivamente, dopo i primi 4-7 giorni di vita, con un picco intorno alle due settimane. A differenza dell’ittero da allattamento, in questo caso il neonato è in buona salute e cresce bene.

Il motivo esatto di questa condizione non è ancora del tutto chiaro, ma si ritiene che sia causato dalla presenza nel latte materno di sostanze che interferiscono con l’eliminazione della bilirubina da parte del fegato o che ne aumentano il riassorbimento dall’intestino. In particolare, è stata ipotizzata una correlazione con un’elevata concentrazione dell’enzima beta-glucuronidasi nel latte materno, che causa un aumento della deconiugazione e del riassorbimento della bilirubina attraverso il circolo enteroepatico. Questa condizione potrebbe avere anche una base genetica.

L’ittero da latte materno può avere una durata più lunga rispetto all’ittero fisiologico o da allattamento, risolvendosi generalmente entro 2-3 settimane di età, ma a volte può persistere fino a 12 settimane (3 mesi). Sebbene sia considerato una forma non pericolosa di ittero protratto, è importante che venga fatta una diagnosi attiva per escludere altre cause più gravi di ittero prolungato, come l’atresia delle vie biliari, che richiede un intervento tempestivo.

Gestione dell’ittero durante l’allattamento

La gestione dell’ittero durante l’allattamento è fondamentale per assicurare la salute del neonato senza compromettere i benefici dell’allattamento al seno.

Ecco come si procede in genere:

  • per l’ittero da allattamento: la soluzione principale è aumentare la frequenza dei pasti. Questo stimola la motilità gastrointestinale e l’emissione di feci, riducendo il circolo enteroepatico della bilirubina. L’ittero si risolve spontaneamente quando il neonato inizia ad assumere una quantità sufficiente di latte materno. Solo in rari casi, se i livelli di bilirubina in un neonato a termine con precoce ittero da allattamento continuano ad aumentare a valori superiori a 18 mg/dL (> 308 micromol/L), potrebbe essere appropriato un passaggio temporaneo a una formulazione commerciale (latte artificiale) o l’indicazione alla fototerapia. In questi casi, la madre deve essere incoraggiata a tirare il latte regolarmente per mantenere la produzione e poter riprendere l’allattamento al seno una volta che la bilirubinemia del lattante inizia a diminuire. È importante rassicurare la madre sulla possibilità di riprendere l’allattamento. La supplementazione con acqua o destrosio non è consigliabile, poiché può interrompere la produzione materna di latte e non è efficace;
  • per l’ittero da latte materno: nella maggior parte dei casi, non è assolutamente necessario interrompere l’allattamento al seno. Questo perché è una forma non pericolosa per un neonato che sta bene e cresce regolarmente. È sufficiente sorvegliare clinicamente il neonato fino a quando la colorazione della pelle non torna normale. Solo nei casi in cui l’ittero appaia di particolare intensità o se il piccolo mostra sintomi preoccupanti (come scarsa energia nella suzione, apatia, letargia o pianto acuto), il valore della bilirubina dovrà essere controllato secondo le indicazioni del pediatra o del centro nascita. In queste situazioni, la fototerapia può essere considerata. Se il pediatra lo riterrà opportuno, ma è molto raro, potrebbe consigliare una sospensione temporanea dell’allattamento (per 1 o 2 giorni), sostituendo il latte materno con quello artificiale, mentre la madre continua a tirare il latte. L’allattamento può essere ripreso non appena i livelli di bilirubina iniziano a ridursi. 

In generale, i pasti frequenti, sia con latte materno che con formulazioni commerciali, possono contribuire a ridurre l’incidenza e la gravità dell’iperbilirubinemia, aumentando la motilità gastrointestinale e la frequenza delle evacuazioni. Durante il trattamento con fototerapia, l’allattamento al seno e/o la somministrazione di latte materno non dovrebbero essere sospesi; sono consentite brevi interruzioni (massimo 30 minuti) per facilitare l’allattamento e il contatto visivo con la madre.

In cosa consiste l’ittero patologico

Mentre l’ittero fisiologico è una condizione normale e transitoria che si risolve spontaneamente, l’ittero patologico è un fenomeno che richiede attenzione medica e approfondimento diagnostico. Può essere espressione di una malattia sottostante e, se non trattato, può comportare conseguenze negative gravi, in particolare danni neurologici

L’iperbilirubinemia patologica può essere causata da un aumento della bilirubina non coniugata, coniugata o mista. La neurotossicità è la conseguenza più grave dell’iperbilirubinemia neonatale, potendo portare a encefalopatia acuta e, nella forma cronica (kernicterus), a paralisi cerebrale e deficit motori-sensoriali.

Quando si parla di ittero patologico?

L’ittero si definisce patologico quando non sono rispettati i criteri dell’ittero fisiologico

Nello specifico, si sospetta una condizione patologica in presenza dei seguenti segnali:

  • comparsa precoce: l’ittero che compare nelle prime 24 ore di vita è molto probabilmente patologico;
  • ittero tardivo o protratto: se l’ittero compare dopo la prima settimana di vita o dura più di 2 settimane nei neonati a termine (o più di 15 giorni/3 settimane nei pretermine), è un segnale di allarme;
  • aumento rapido della bilirubina: una velocità di ascesa della bilirubina sierica totale maggiore di 5 mg/dL/die (> 86 micromol/L/die) o > 0,2 mg/dL/ora (> 3,4 micromol/L/ora) è patologica;
  • livelli elevati di bilirubina: livelli di bilirubina sierica totale che superano le soglie di guardia stabilite da tabelle specifiche per età gestazionale e fattori di rischio sono preoccupanti. Nei neonati a termine, valori superiori a 12-15 mg/dL, o 18 mg/dL, e in particolare 20-25 mg/dL possono essere pericolosi e richiedere trattamento.
  • sintomi associati: il neonato mostra sintomi o segni di una malattia grave, come:
    • letargia, sonnolenza o apatia;
    • scarsa alimentazione o inappetenza, suzione debole, rifiuto del pasto;
    • irritabilità o pianto acuto (gemiti acuti);
    • difficoltà respiratorie, distress respiratorio, febbre;
    • ipotonia (riduzione del tono muscolare) o ipostenia, convulsioni, rigidità muscolare;
    • vomito;
    • feci pallide o bianche e urine scure (suggeriscono colestasi, ovvero ittero a bilirubina coniugata);
    • ingrossamento di fegato e/o milza (epatosplenomegalia).
  • aumento della bilirubina coniugata: una concentrazione di bilirubina coniugata > 1 mg/dL (se la bilirubina sierica totale è < 5 mg/dL) o > 20% della bilirubina sierica totale suggerisce colestasi neonatale. La presenza di bilirubina diretta elevata indica un ittero patologico con cause del tutto differenti.

Cause principali dell’ittero patologico

Le cause dell’iperbilirubinemia patologica sono varie e possono coinvolgere diversi meccanismi. La maggior parte dei casi di iperbilirubinemia nel periodo neonatale immediato è a carico della bilirubina non coniugata (indiretta).

  • incompatibilità del gruppo sanguigno (AB0) o del fattore Rh tra madre e neonato: questa è una delle forme più importanti di ittero patologico, di natura immunologica. Si verifica quando vi è un’incompatibilità tra il gruppo sanguigno o il fattore Rh della madre e quello del neonato. In questi casi, la madre produce anticorpi che attraversano la placenta, si legano ai globuli rossi del bambino e ne provocano la distruzione (fenomeno chiamato emolisi). L’eccessiva distruzione dei globuli rossi comporta un aumento della produzione di bilirubina. Fortunatamente, questa evenienza è oggi molto meno frequente grazie alla somministrazione di anticorpi specifici alla madre dopo la prima gravidanza con incompatibilità, che evitano lo sviluppo dell’incompatibilità nelle gravidanze successive.
  • eccessiva distruzione dei globuli rossi (emolisi): l’eccessivo catabolismo dei globuli rossi, o emolisi, può sovraccaricare il fegato del neonato con più bilirubina di quella che è in grado di metabolizzare. Le cause di emolisi possono essere immunitarie o non immunitarie;
  • infezioni o altre condizioni mediche meno comuni: l’ittero patologico può anche derivare da una vasta gamma di altre condizioni mediche:
    • infezioni gravi: sepsi neonatale, infezioni delle vie urinarie, infezioni intrauterine (toxoplasmosi, altri patogeni, rosolia, citomegalovirus ed herpes simplex);
    • condizioni endocrine o metaboliche: ipotiroidismo congenito, diagnosticato tramite test di screening (prelievo dal tallone), ipopituitarismo, diabete materno, malattie metaboliche congenite, sindrome di Crigler-Najjar o Sindrome di Gilbert (deficit di coniugazione);
  • disfunzioni epatiche o ostruzione biliare (ittero a bilirubina coniugata): questi disturbi comportano colestasi e un aumento della bilirubina coniugata. Includono:
  • atresia delle vie biliari;
  • cisti del coledoco;
  • fibrosi cistica (bile ispessita);
  • sindrome di Dubin-Johnson e sindrome di Rotor;
  • epatite neonatale;
  • nutrizione parenterale.
  • Altre cause:
    • asfissia;
    • stenosi pilorica o altre ostruzioni intestinali;
    • malattia di Hirschsprung;
    • farmaci (es. sulfamidici, ceftriaxone) che possono competere con la bilirubina per il legame all’albumina;
    • prematurità: come già accennato, i neonati pretermine sono a maggiore rischio e hanno soglie di trattamento più basse per la neurotossicità.

Differenze chiave tra ittero fisiologico e patologico

Le differenze tra ittero fisiologico e patologico sono cruciali per la diagnosi e la gestione.

Ecco una tabella riepilogativa.

CaratteristicaIttero FisiologicoIttero Patologico
ComparsaDopo le prime 24 ore di vita, generalmente tra il 2° e il 3° giorno.Nelle prime 24 ore di vita. Può anche comparire dopo la prima settimana o persistere a lungo.
Picco di intensitàTra il 3° e il 5° giorno di vita (a termine); circa il 7° giorno (pretermine o asiatici).Varia a seconda della causa; può essere molto precoce o più tardivo in alcune condizioni (es. ittero da latte materno prolungato, se considerato patologico per durata).
DurataSi risolve entro 1 settimana nei nati a termine (max 10 giorni); fino a 15 giorni nei pretermine.Persiste oltre 2 settimane di vita (a termine) o oltre 15 giorni/3 settimane (pretermine).
Valori BilirubinaAumentano lentamente, non superano solitamente 12 mg/dL (a termine) o 15 mg/dL (pretermine).Aumentano rapidamente: > 5 mg/dL/die (> 86 micromol/L/die) o > 0,2 mg/dL/ora (> 3,4 micromol/L/ora). Possono superare i 15.

Diagnosi e monitoraggio dell’ittero neonatale

Una diagnosi accurata e un attento monitoraggio sono passaggi cruciali per gestire l’ittero neonatale. L’obiettivo è distinguere le forme fisiologiche, che si risolvono spontaneamente, da quelle patologiche, che richiedono un intervento tempestivo per prevenire complicanze. 

La condizione chiave da monitorare è l’iperbilirubinemia, ovvero l’eccessiva concentrazione di bilirubina nel sangue, che causa la tipica colorazione gialla di pelle e occhi.

Il primo passo nella diagnosi è sempre l’osservazione clinica. Il personale sanitario controlla regolarmente il neonato in ospedale, valutando il colorito della pelle e della parte bianca degli occhi (sclere) in un ambiente ben illuminato, preferibilmente con luce naturale. L’ittero tende a manifestarsi prima sul viso per poi estendersi progressivamente verso il tronco e gli arti, in un andamento definito cranio-caudale: più il colore giallo è visibile verso i piedi, più è probabile che i livelli di bilirubina siano elevati.

Tuttavia, l’esame visivo è solo un punto di partenza. Non permette di quantificare con precisione la gravità dell’ittero e deve quindi essere sempre seguito da una misurazione oggettiva.

La misurazione della bilirubina

Per confermare la diagnosi e valutare il rischio, è indispensabile misurare la concentrazione di bilirubina.

Come primo approccio, si utilizza spesso il bilirubinometro transcutaneo. Questo strumento, appoggiato delicatamente sulla pelle del neonato, fornisce una stima rapida e indolore dei livelli di bilirubina. È un eccellente metodo di screening che permette di identificare i neonati che necessitano di un controllo più approfondito, evitando prelievi di sangue non necessari.

Se la misurazione transcutanea indica valori elevati o in caso di dubbi clinici, si procede con un prelievo di sangue. Questo esame fornisce il dosaggio esatto della bilirubina totale e permette di confrontare il valore con delle tabelle di riferimento specifiche per l’età del neonato (calcolata in ore di vita).

Quando i livelli di bilirubina superano le soglie di attenzione si avviano ulteriori indagini per scoprirne la causa. Questi esami possono includere:

  • emocromo completo per valutare il numero di globuli rossi;
  • striscio di sangue periferico e conta dei reticolociti per cercare segni di un’eccessiva distruzione dei globuli rossi (emolisi);
  • test di Coombs diretto per rilevare la presenza di anticorpi materni sui globuli rossi del neonato;
  • gruppo sanguigno e fattore Rh della madre e del neonato, per identificare eventuali incompatibilità;
  • dosaggio della bilirubina diretta (coniugata), il cui aumento è un chiaro segnale di ittero patologico.

In base ai sospetti clinici, possono essere richiesti esami più specifici, come colture per escludere infezioni, test per deficit enzimatici (es. G6PD) o controlli della funzionalità tiroidea.

Controlli dopo la dimissione

Poiché i neonati vengono spesso dimessi entro 48 ore dalla nascita, l’ittero può manifestarsi o peggiorare una volta a casa. Per questo motivo, il follow-up è fondamentale. Viene generalmente programmata una visita di controllo entro pochi giorni dalla dimissione per rivalutare il neonato e misurare la bilirubina.

È essenziale che i genitori sappiano riconoscere i segnali d’allarme e contattino il pediatra se:

  • il colore giallo della pelle si intensifica o si estende;
  • il neonato appare sonnolento, apatico o difficile da svegliare;
  • mostra scarso interesse per la poppata;
  • ha un pianto acuto e inconsolabile;
  • compare febbre.

Durante la visita di controllo, il medico valuterà l’andamento dell’ittero e raccoglierà informazioni sull’alimentazione e il benessere generale del bambino, per distinguere un normale ittero fisiologico da una condizione che richiede un intervento. Un monitoraggio attento e tempestivo è la chiave per prevenire il kernittero, una rara ma gravissima complicanza neurologica causata da livelli di bilirubina eccessivamente alti.

Trattamenti per l’ittero neonatale

Il trattamento dell’ittero nel neonato è finalizzato a ridurre i livelli di bilirubina nel sangue per prevenire complicanze, in particolare la neurotossicità. Mentre l’ittero fisiologico si risolve in genere da solo, le forme più severe o patologiche richiedono un intervento medico.

I due trattamenti principali sono la fototerapia e, nei casi più gravi, l’exsanguinotrasfusione.

La fototerapia

La fototerapia rappresenta il trattamento d’elezione per l’iperbilirubinemia non coniugata ed è un metodo sicuro ed efficace. Spesso, viene utilizzata anche nei casi di ittero fisiologico, per velocizzare la riduzione dei livelli di bilirubina nel sangue e favorire il ritorno a casa del bambino e della mamma.

Come funziona? Il trattamento sfrutta una luce speciale (tipicamente blu, con una specifica lunghezza d’onda) che, illuminando la pelle del neonato, trasforma la bilirubina in una sostanza idrosolubile. Questa nuova forma può essere facilmente eliminata dal corpo attraverso fegato e reni, senza che il fegato immaturo del bambino debba processarla.

Durante la procedura, il neonato viene posto in una culla speciale, spogliato del tutto (tranne il pannolino) per esporre la massima superficie cutanea possibile alla luce. I suoi occhi vengono protetti con una mascherina morbida per prevenire danni alla retina. Il trattamento è continuo, ma sono previste brevi pause per permettere l’allattamento e mantenere il contatto con la madre, aspetti fondamentali che non devono essere interrotti.

Quando si utilizza? La decisione di iniziare la fototerapia si basa su linee guida precise che considerano l’età del neonato (in ore di vita), il suo peso, la prematurità e la presenza di eventuali fattori di rischio. Per monitorarne l’efficacia, i livelli di bilirubina vengono controllati periodicamente con un esame del sangue, poiché il solo colore della pelle non è un indicatore affidabile una volta iniziato il trattamento.

L’exsanguinotrasfusione

Quando i livelli di bilirubina sono estremamente alti e non rispondono adeguatamente alla fototerapia intensiva, si ricorre a un trattamento più invasivo chiamato exsanguinotrasfusione.

In cosa consiste? Questa procedura, riservata ai casi più critici, consiste nel sostituire gradualmente il sangue del neonato con sangue di un donatore compatibile. L’obiettivo è duplice: abbattere rapidamente la concentrazione di bilirubina e, in caso di incompatibilità sanguigna tra madre e figlio, rimuovere gli anticorpi materni che stanno distruggendo i globuli rossi del bambino.

Quando è indicata? Viene presa in considerazione quando la bilirubina raggiunge livelli considerati pericolosi per il cervello (ad esempio, superiori a 25 mg/dL), rappresentando un’emergenza medica per prevenire danni neurologici permanenti (kernittero).

Grazie all’efficacia della fototerapia e ai programmi di prevenzione, l’exsanguinotrasfusione è oggi una procedura molto rara.

Terapie farmacologiche

Attualmente non esistono farmaci specifici per “curare” l’ittero riducendo direttamente la bilirubina. Tuttavia, il contesto farmacologico è importante per due ragioni principali:

  1. trattare la causa sottostante: se l’ittero è la conseguenza di un’altra patologia, come un’infezione batterica (sepsi) o un disturbo tiroideo, la terapia farmacologica sarà diretta a curare quella specifica condizione. Risolvendo la causa, di conseguenza si normalizzeranno anche i livelli di bilirubina;
  2. evitare farmaci che peggiorano la situazione: è fondamentale sapere che alcuni farmaci (come certi antibiotici o l’aspirina) possono interferire con il legame della bilirubina all’albumina nel sangue, aumentando la quota libera e potenzialmente tossica. Il personale medico, quindi, presta massima attenzione ai farmaci somministrati al neonato o alla madre che allatta.

È importantissimo non sottovalutare questa condizione, monitorare costantemente il bambino, e seguire le istruzioni fornite dal personale medico

Domande frequenti (FAQ)

Cos’è l’ittero neonatale?

È una condizione molto comune in cui la pelle e gli occhi del neonato appaiono gialli. Questo è dovuto all’accumulo di bilirubina nel sangue, una sostanza di scarto derivante dalla scomposizione dei globuli rossi.

L’ittero neonatale è sempre un segno di malattia?

No, spesso è una condizione innocua e passeggera, detta ittero fisiologico, che non richiede trattamenti specifici e si risolve spontaneamente. In altri casi, però, può essere indice di una patologia sottostante più seria.

Qual è la differenza tra ittero da allattamento e ittero da latte materno?

L’ittero da allattamento si manifesta nei primissimi giorni a causa di un’insufficiente assunzione di latte. L’ittero da latte materno, invece, compare più tardi (dopo 4-7 giorni) ed è causato da fattori presenti nel latte materno che ostacolano l’eliminazione della bilirubina, pur con una buona crescita del bambino.

Quando l’ittero del neonato è preoccupante e richiede attenzione medica? 

È allarmante se l’ingiallimento appare entro le prime 24 ore di vita, dura più di due settimane, la bilirubina aumenta rapidamente, o se il bambino mostra sintomi come sonnolenza eccessiva, scarsa alimentazione, irritabilità o febbre.

Come viene misurata la bilirubina nei neonati? 

Inizialmente si può effettuare una misurazione non invasiva sulla pelle con un bilirubinometro transcutaneo. Se i valori sono elevati, si procede con un prelievo di sangue per determinare con precisione la quantità totale e i tipi di bilirubina.

Come si cura l’ittero neonatale? 

La terapia più comune è la fototerapia, dove il neonato è esposto a luci speciali che aiutano il corpo a trasformare ed espellere la bilirubina. Nei casi più gravi o se la fototerapia è inefficace, si può ricorrere all’exsanguinotrasfusione.

L’ittero è contagioso? 

No, l’ittero non è una malattia infettiva e non si trasmette tra individui. È una manifestazione fisica dovuta all’eccesso di bilirubina nel sangue del neonato, solitamente per l’immaturità del fegato o per altre condizioni specifiche del metabolismo del bambino.

L’esposizione alla luce solare diretta può curare l’ittero a casa? 

Non è consigliabile esporre il neonato alla luce solare diretta come trattamento domiciliare. Sebbene la fototerapia professionale utilizzi la luce, l’esposizione al sole non è controllabile e può comportare rischi di scottature o disidratazione, a differenza delle lampade mediche che usano lunghezze d’onda specifiche e sono monitorate.

Come si può distinguere l’ittero in un neonato con la pelle scura? 

Nei neonati con carnagione scura, la colorazione gialla può essere meno visibile sulla pelle. È più utile osservare le sclere (la parte bianca degli occhi) e le mucose. La diagnosi e la valutazione della gravità richiedono sempre misurazioni precise della bilirubina, tramite prelievo di sangue o sensore transcutaneo.

Quanto tempo impiega l’ittero a scomparire completamente? 

L’ittero fisiologico scompare generalmente entro una settimana nei nati a termine e massimo 15 giorni nei pretermine. L’ittero da latte materno può durare più a lungo, fino a 2-3 settimane o, in alcuni casi, anche 3 mesi, rimanendo solitamente benigno.

Se il mio primo figlio ha avuto l’ittero, anche il secondo lo avrà? 

Esiste una predisposizione familiare all’ittero. Se un figlio ha manifestato ittero, soprattutto nella forma da latte materno o legato a specifiche condizioni genetiche, c’è una maggiore probabilità che anche i fratelli successivi possano presentare la stessa condizione. È utile informare il pediatra sulla storia familiare.

Cosa indicano le feci chiare o le urine scure in un neonato con ittero? 

Feci molto chiare (bianche o grigie) e urine scure sono importanti segnali d’allarme. Indicano un aumento della bilirubina diretta, suggerendo un problema nel fegato o nelle vie biliari, come la colestasi o l’atresia biliare. Queste situazioni richiedono un’immediata valutazione medica.

L’ittero può causare problemi a lungo termine? 

Sì, se i livelli di bilirubina indiretta raggiungono valori molto elevati e non vengono trattati, può verificarsi la neurotossicità. La complicanza più grave è il kernicterus, che può portare a danni cerebrali permanenti, ritardo dello sviluppo, paralisi cerebrale o perdita dell’udito.

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