Con l’espressione occhio pigro si fa riferimento a una malattia oculare definita ambliopia, che si riscontra principalmente in età pediatrica, soprattutto nei primi anni di vita.
Purtroppo, è un disturbo visivo quasi sempre asintomatico, che può essere individuato solo durante una visita oculistica.
Se ignorato, o non trattato in modo adeguato, può sfociare in problemi permanenti, rendendo necessario l’utilizzo di occhiali da vista, lenti a contatto o interventi di chirurgia refrattiva.
Quindi, vediamo insieme in cosa consiste l’occhio pigro, o ambliopia, come si manifesta, da cosa è causata e quali sono i trattamenti da eseguire.
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Cos’è l’occhio pigro o ambliopia
Con il termine ambliopia, che comunemente chiamiamo occhio pigro, si indica una patologia oculare e, consiste nel ridotto sviluppo della funzione visiva di uno o di entrambi gli occhi.
Si può parlare di occhio pigro quando questa ridotta funzionalità non è dovuta o attribuibile ad alterazioni organiche.
Come accennato all’inizio del nostro articolo, l’ambliopia si manifesta in età pediatrica, in particolare nella prima infanzia.
Se diagnostica in tempo utile e trattata in modo corretto, può regredire senza lasciare strascichi. In caso contrario, può portare a problemi negli anni successivi.
Occhio pigro in età pediatrica: cause e sintomi
Quali sono le cause dell’occhio pigro? Beh, generalmente l’ambliopia si associa a tre cause principali:
- strabismo;
- anisometropia, ovvero due occhi con problemi di rifrazione differenti. Ad esempio, un occhio è miope e l’altro è ipermetrope;
- deprivazione: indica la presenza di un ostacolo che impedisce allo stimolo visivo di raggiungere la retina. Un esempio molto diffuso è la cataratta.
Quando un occhio viene impiegato e stimolato meno rispetto all’altro si va incontro ad un caso di ambliopia.
L’ambliopia è di difficile individuazione, perché quasi sempre è asintomatica e, anche perché colpisce bambini troppo piccoli per avere consapevolezza del problema.
Per un genitore, quindi, è davvero quasi impossibile da individuare.
Per questo motivo, si consiglia sempre di sottoporre i bambini nei primi anni di vita a una visita oculistica di controllo. Tra l’altro, prima si interviene maggiori saranno le possibilità di una sua regressione, ma non senza un trattamento adeguato.
Laddove dovesse, invece, presentare alcuni sintomi, ovviamente non vanno sottovalutati e elencati al proprio medico.
Come si cura l’occhio pigro in età pediatrica
Una volta diagnosticato il problema, è importante attivare subito una terapia, perché, come accennato, può regredire.
La prima cosa da fare è stimolare l’occhio pigro, facendolo lavorare di più. A tal fine, si procede con la cosiddetta “occlusione”.
Anche se il termine può spaventare, in realtà si tratta di una banalissima benda da applicare all’occhio sano.
In questo modo, l’occhio pigro dovrà necessariamente essere sforzato per vedere correttamente, diventando così sempre meno pigro, appunto.
Questa procedura può durare anche molto tempo e richiede una certa costanza, perché togliere e mettere la benda al bambino può solo peggiorare la situazione.
In alcuni casi, si applicano delle gocce nell’occhio pigro allo scopo di dilatare la pupilla, costringendolo così ad uno sforzo maggiore.
Quello che non si deve fare, in nessun caso, è agire in modo autonomo, senza consultare un medico oculista.