Soffio al cuore nei bambini: come comportarsi

da | Ago 30, 2019 | Malattie Cardiovascolari, Sanità Integrativa | 0 commenti

Durante una regolare visita pediatrica si effettua la tradizionale auscultazione cardiaca, per verificare la presenza eventuale di un soffio al cuore e indagarne la natura.

Il termine soffio al cuore spaventa i genitori, perché viene subito associato a una patologia cardiaca, ma prima di agitarsi è bene ascoltare il parere del medico per meglio comprendere di cosa si tratta.

In effetti, la presenza di un soffio al cuore nei bambini è molto frequente, ma nella maggior parte dei casi si tratta di una condizione non patologica.

In questo articolo intendiamo fare un po’ di chiarezza in merito alla natura del soffio al cuore, partendo proprio dalla sua definizione.

Cos’è il soffio al cuore

Con il termine soffio al cuore si indica una piccola turbolenza, dovuta all’accelerazione del flusso sanguigno nelle arterie e nelle vene. 

In condizioni normali, il flusso sanguigno risulta silenzioso e produce questo fruscio solo quando è, appunto, particolarmente veloce.

Il fruscio che si avverte, questo rumore che il medico riesce ad auscultare tramite l’impiego del fonendoscopio, è chiamato “soffio”.

Questa spiegazione dovrebbe già farci capire che il soffio al cuore non è una malattia di per sé, è un semplice rumore che può indicare o meno la presenza di una patologia cardiaca.

Quindi se il pediatra, dopo la visita, dovesse indicare la presenza di un soffio al cuore, non bisogna agitarsi perché potrebbe risultare assolutamente innocuo. Se, invece, dovesse essere indicatore di una possibile problematica sarà il medico a prescrivere degli approfondimenti, come vedremo tra poco.

Soffio al cuore innocente o funzionale e soffio al cuore organico 

Il soffio al cuore – che, ricordiamo, è solo un fruscio prodotto dal flusso sanguigno – viene suddiviso in due macro categorie:

  1. soffio al cuore innocente o funzionale;
  2. soffio al cuore organico.

Approfondiamo insieme.

innocente o funzionale 

Si tratta del tipo di soffio di più frequente riscontro nella pratica clinica, non associato ad alterazioni organiche del cuore, facilmente riconoscibile dal medico o dal cardiologo pediatrico.

Spesso considerati sinonimi, i termini “innocente” e “funzionale” indicano in realtà due tipologie differenti, come segnalato dall’American Heart Association.

È preferibile usare il termine “innocente” per indicare un soffio che non riveste alcun significato patologico, mentre con il termine “funzionale” si indica un soffio al cuore che compare solo in determinate condizioni, ad esempio durante anemia, febbre, agitazione, esercizio fisico, ovvero in quelle situazioni che provocano un aumento della gittata cardiaca.

In poche parole, quando aumenta il flusso sanguigno.

Questo vuol dire che, in condizioni normali, non si avverte nessun soffio al cuore.

organico 

A differenza del soffio cardiaco innocente o funzionale, quello organico si presenta come segnale di una patologia cardiovascolare che richiede, di conseguenza, maggiori approfondimenti clinici per effettuare una diagnosi corretta.

Le problematiche possono essere diverse, come ad esempio una valvola stenotica, ovvero una valvola che non si apre a sufficienza per far fluire il sangue.

Il soffio al cuore può risultare già alla nascita, come altre malattie congenite, oppure emergere in un secondo momento.

La letteratura medica, però, sottolinea come un soffio innocente o funzionale non si evolva in un soffio organico nel corso della vita del bambino, se non a causa di patologie cardiache acquisite.

Come si distingue un soffio al cuore innocente da uno organico

Abbiamo visto che il soffio al cuore si divide in due categorie, innocente/funzionale e organico, ma come fa il medico a distinguerli attraverso una semplice auscultazione?

In prima istanza, il medico si basa sulla classificazione di Freeman e Levine, che attribuisce un punteggio da 1 a 6 a seconda dell’intensità del soffio:

  1. soffio di grado 1 (1/6): è debolissimo e può essere percepito solo dopo un lungo periodo di auscultazione;
  2. soffio di grado 2 (2/6): è debole ma facilmente auscultabile;
  3. soffio di grado 3 (3/6): è moderatamente intenso ma non associato ad un fremito;
  4. soffio di grado 4 (4/6): è intenso ed è associato ad un fremito;
  5. soffio di grado 5 (5/6): presenta un’intensità ancora più marcata e può essere percepito anche solo appoggiando il bordo del fonendoscopio;
  6. soffio di grado 6 (6/6): ha un’intensità eccezionale ed è auscultabile anche senza l’ausilio dello stetoscopio.

Questa intensità del soffio è direttamente proporzionale alla velocità del flusso sanguigno, ne consegue che un soffio di grado 6 presuppone un flusso straordinariamente turbolento, il che fa subito pensare alla presenza di una patologia cardiovascolare.

Fatte le dovute eccezioni, un soffio di intensità inferiore al grado 3 e in assenza di fremito viene classificato come innocente o funzionale. 

Cosa fare

Nella maggior parte dei casi il soffio al cuore risulta essere innocente o funzionale, questo dovrebbe essere sufficiente a tranquillizzare i genitori del bambino sullo stato di salute dello stesso.

Se, invece, durante una normale visita pediatra e/o cardiologica, si evidenzia un soffio al cuore di intensità superiore al 3° e in presenza di un fremito, il medico può prescrivere degli approfondimenti clinici. 

In particolare, si sottopone il bambino ad un elettrocardiogramma o una ecocardiografia, di solito sufficienti a individuare le ragioni alla base del soffio.

In alcuni casi più complessi si può ricorrere ad una Risonanza Magnetica Cardiaca, ad un Holter Pressorio o una ECG con prova da sforzo.

Individuata la patologia cardiaca, si procede poi con un percorso terapeutico dedicato.

ATTENZIONE:
Le informazioni qui riportate hanno carattere divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportati sono assunte in piena autonomia decisionale e a loro rischio.

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