L’ecocardiogramma rappresenta una delle tecniche di imaging non invasivo che ha letteralmente rivoluzionato la cardiologia moderna.
Negli anni è diventato uno strumento diagnostico fondamentale nel percorso di valutazione di quasi ogni paziente cardiopatico, grazie alla sua straordinaria combinazione di sicurezza, ampia disponibilità e capacità di fornire informazioni estremamente dettagliate sulla salute del cuore in tempo reale.
Questo esame permette ai medici di vedere il cuore in azione, offrendo una finestra dinamica sulla sua complessa architettura e funzione.
Indice dei contenuti
- Cos’è l’ecocardiografia e come funziona
- Differenza tra ecocardiogramma (Eco) ed elettrocardiogramma (ECG)
- A cosa serve l’ecocardiogramma
- 1. Analisi della morfologia cardiaca
- 2. Valutazione della funzione e del flusso sanguigno
- Quando viene richiesto l’ecocardiogramma
- Quali condizioni possono essere diagnosticate con l’ecocardiogramma?
- Il Ruolo dell’ecocardiogramma nel trattamento
- Come si svolge l’ecocardiogramma transtoracico (ETT)
- Quanto dura l’esame?
- Tipi di Ecocardiogramma
- 1. Ecocardiogramma Transesofageo (TEE)
- 2. Ecocardiogramma sotto sforzo (Ecostress)
- 3. Tecniche di visualizzazione avanzata
- 4. L’ecocardiogramma in età pediatrica e fetale
- Rischi e controindicazioni dell’ecocardiogramma
- Rischi e complicanze associate al transesofageo (TEE)
- Rischi e controindicazioni associati all’ecostress
- L’importanza dell’operatore che esegue l’esame
- Domande Frequenti (FAQ)
Cos’è l’ecocardiografia e come funziona
L’ecocardiogramma, noto anche come ecocardio o ecografia cardiaca, è un esame che utilizza gli ultrasuoni per creare immagini in movimento del cuore.
Il meccanismo di base è molto semplice:
- una sonda, chiamata trasduttore, viene appoggiata sul torace del paziente;
- questa sonda emette un fascio di ultrasuoni che viaggiano attraverso i tessuti e vengono riflessi dalle diverse strutture cardiache (pareti, valvole, camere);
- le onde sonore riflesse, che potremmo definire come degli echi, vengono raccolte dalla stessa sonda;
- un computer collegato, l’ecografo, elabora questi segnali e li trasforma in un’immagine dinamica e dettagliata del cuore visualizzata su uno schermo.
Le caratteristiche chiave che ne hanno decretato il successo e l’ampio utilizzo in cardiologia sono:
- non invasività: non richiede l’uso di aghi o strumenti inseriti nel corpo;
- sicurezza: è una procedura completamente innocua e indolore;
- assenza di radiazioni: a differenza di altre tecniche di imaging come la radiografia o la TAC, non utilizza radiazioni ionizzanti (raggi X), rendendola sicura e ripetibile senza limiti, anche per le donne in gravidanza e per i bambini;
- disponibilità e costo contenuto: è un esame relativamente poco costoso e ampiamente disponibile.
Differenza tra ecocardiogramma (Eco) ed elettrocardiogramma (ECG)
Anche se i nomi sembrano simili, ecocardiogramma ed elettrocardiogramma sono due esami profondamente diversi che indagano aspetti complementari della salute del cuore.
Vediamo, brevemente, le differenze.
| Ecocardiogramma (Eco) | Elettrocardiogramma (ECG) |
|---|---|
| Analizza la struttura (morfologia) e la funzione meccanica del cuore. | Registra l’attività elettrica del cuore. |
| Visualizza le dimensioni delle camere cardiache, lo spessore delle pareti, la capacità di contrazione del muscolo, il movimento e la tenuta delle valvole, e la direzione del flusso sanguigno. | Analizza la frequenza e la regolarità del ritmo cardiaco. È fondamentale per diagnosticare aritmie, alterazioni della conduzione elettrica o i segni di un infarto miocardico. |
| Serve a fornire un’immagine anatomica e funzionale del cuore come pompa. | Serve a valutare l’impulso elettrico che genera il battito cardiaco. |
Entrambi sono indispensabili per avere un quadro completo del suo stato di salute. Proprio per questo motivo, i due esami vengono quasi sempre utilizzati in combinazione per ottenere una valutazione cardiologica completa, fornendo informazioni insostituibili sulla struttura e sulla funzione del cuore.
A cosa serve l’ecocardiogramma
L’ecocardiogramma permette ai cardiologi di osservare il cuore mentre è in movimento, fornendo una valutazione incredibilmente dettagliata sia della sua architettura anatomica sia della sua efficienza come pompa.
È come avere una mappa dinamica e in tempo reale dell’organo più importante del nostro corpo.
1. Analisi della morfologia cardiaca
Questo esame fornisce misurazioni precise e immagini chiare delle varie componenti strutturali del cuore, consentendo di identificare numerose anomalie.
Nel dettaglio, analizza:
- camere cardiache: l’esame valuta le dimensioni, la forma e lo spessore delle pareti dei quattro compartimenti cardiaci (atri e ventricoli). Questo è cruciale per identificare dilatazioni anomale (tipiche dello scompenso cardiaco) o ispessimenti patologici delle pareti, come avviene nella cardiomiopatia ipertrofica;
- valvole cardiache: viene analizzata in dettaglio la morfologia delle quattro valvole cardiache (mitrale, aortica, tricuspide e polmonare), osservando come si aprono e si chiudono a ogni battito. Ciò permette di rilevare malfunzionamenti come la stenosi (un restringimento che ostacola il passaggio del sangue) o l’insufficienza (una chiusura incompleta che causa un reflusso di sangue);
- pericardio: l’ecocardiogramma può individuare anomalie a carico del pericardio, la membrana che riveste il cuore. L’anomalia più comune è il versamento pericardico, ovvero l’accumulo di liquido tra i due foglietti della membrana;
- grandi vasi: si esaminano le porzioni iniziali dei grandi vasi collegati al cuore, come l’aorta e l’arteria polmonare. Questo permette di identificare patologie potenzialmente gravi come aneurismi (dilatazioni) o dissezioni (lacerazioni della parete);
- anomalie congenite: l’esame è fondamentale per rilevare difetti cardiaci presenti fin dalla nascita, come comunicazioni anomale tra le camere del cuore (ad esempio, il forame ovale pervio, una piccola apertura tra gli atri che non si è chiusa correttamente dopo la nascita).
2. Valutazione della funzione e del flusso sanguigno
Oltre all’anatomia, l’ecocardiogramma è insostituibile per valutare come il cuore svolge il suo lavoro di pompa. Analizza la funzione sistolica, ovvero la capacità di contrazione del muscolo cardiaco, e la funzione diastolica, ovvero la sua capacità di rilassarsi e riempirsi di sangue.
Una parte integrante dell’esame è la tecnologia Doppler e Color-Doppler. Questa metodica permette di visualizzare e misurare la direzione e la velocità del flusso sanguigno all’interno delle camere cardiache e attraverso le valvole. Sullo schermo, i flussi vengono rappresentati con colori diversi:
- rosso: per il sangue che si muove verso la sonda;
- blu: per il sangue che si allontana dalla sonda.
Questa analisi è cruciale non solo per confermare la presenza di una malattia valvolare, ma anche per quantificarne la gravità e per diagnosticare condizioni complesse come lo scompenso cardiaco, rendendo l’esame essenziale in presenza di specifici sintomi.
Quando viene richiesto l’ecocardiogramma
L’ecocardiogramma non è un esame di screening di routine da eseguire su tutta la popolazione generale in assenza di sintomi.
Si tratta, invece, di uno strumento diagnostico mirato, che viene prescritto dal medico di base o dal cardiologo in presenza di sintomi specifici che fanno sospettare una patologia cardiaca, o per monitorare nel tempo l’evoluzione di una condizione già nota.
Alcuni sintomi fungono da campanello d’allarme e giustificano la richiesta di un approfondimento con ecocardiogramma.
I principali sono i seguenti:
- soffio cardiaco: la percezione di un soffio durante l’auscultazione del cuore è una delle indicazioni più comuni. L’esame permette di capire se si tratta di un soffio innocente, benigno e senza significato patologico, o se è causato da una malattia delle valvole o da un difetto congenito;
- dispnea: una persistente mancanza di respiro, che può manifestarsi sia a riposo che dopo uno sforzo fisico, è un sintomo chiave che può indicare uno scompenso cardiaco;
- dolore toracico: in caso di dolore al petto, l’ecocardiogramma aiuta a valutare la funzione contrattile del cuore e a escludere o identificare danni causati da un pregresso infarto miocardico;
- palpitazioni o sincope: in caso di batticuore anomalo o svenimenti, l’esame è utile per escludere cause strutturali del cuore che possono essere all’origine di aritmie;
- gonfiore degli arti inferiori (Edema): l’accumulo di liquidi nelle gambe e nelle caviglie è un sintomo che può essere strettamente associato a un’insufficienza della pompa cardiaca;
- stanchezza persistente (Astenia): quando la fatica è sproporzionata rispetto all’attività svolta e non trova altre spiegazioni, può essere un segnale di una ridotta performance cardiaca.
Quali condizioni possono essere diagnosticate con l’ecocardiogramma?
Grazie alle informazioni che fornisce, l’ecocardiogramma è in grado di diagnosticare, stadiare o monitorare un’ampia gamma di malattie cardiache, tra cui le seguenti:
- cardiopatie valvolari: stenosi (restringimento) e insufficienza (mancata chiusura ermetica) di una o più delle quattro valvole cardiache;
- cardiopatia ischemica: valutazione del danno al muscolo cardiaco e della sua ridotta capacità di contrazione a seguito di un infarto miocardico;
- cardiomiopatie: malattie primitive del muscolo cardiaco, come la cardiomiopatia ipertrofica (ispessimento delle pareti) o quella dilatativa (dilatazione delle camere);
- scompenso cardiaco: diagnosi e monitoraggio delle disfunzioni della capacità di pompa del cuore, che ne sono la causa principale;
- cardiopatie congenite: difetti cardiaci presenti fin dalla nascita, anche in età adulta;
- patologie dell’aorta: dilatazioni (aneurismi) o rotture (dissezioni) del tratto iniziale dell’aorta;
- malattie del pericardio: come la pericardite (infiammazione) o la presenza di un significativo versamento pericardico;
- patologie infettive: in particolare l’endocardite batterica, un’infezione che colpisce le valvole cardiache. Per ottenere queste diagnosi, la procedura di partenza è quasi sempre l’ecocardiogramma transtoracico.
Il Ruolo dell’ecocardiogramma nel trattamento
In base ai risultati ottenuti, il cardiologo può definire i passi successivi.
Se l’esame risulta completamente nella norma e non evidenzia alcuna patologia, il medico può tranquillizzare il paziente riguardo al suo stato di salute cardiaca.
Se viene diagnosticata una patologia, i risultati dell’ecocardiogramma sono essenziali per decidere il trattamento più opportuno, che può essere farmacologico (ad esempio, per lo scompenso cardiaco) o chirurgico (ad esempio, per una malattia valvolare severa).
Se il quesito diagnostico non è stato completamente risolto, l’ecocardiogramma può essere il punto di partenza per richiedere esami di approfondimento più specifici (come una risonanza magnetica cardiaca, una TAC coronarica o una coronarografia).
L’ecocardiogramma è anche uno strumento prezioso per monitorare nel tempo l’efficacia di una terapia medica o i risultati di un intervento chirurgico, permettendo di apportare eventuali aggiustamenti.
Come si svolge l’ecocardiogramma transtoracico (ETT)
L’ecocardiogramma transtoracico (ETT) è la modalità di esecuzione più comune e diffusa. Si tratta di una procedura standardizzata, completamente indolore e di rapida esecuzione, che costituisce il primo e fondamentale approccio diagnostico nella stragrande maggioranza dei casi clinici.
Una delle grandi comodità dell’ETT è che non richiede una preparazione specifica. A differenza di altri esami, non è necessario il digiuno. Tuttavia, vengono richiesti al paziente alcuni semplici accorgimenti:
- scoprire completamente il torace per permettere l’applicazione della sonda e degli elettrodi;
- evitare di fumare, mangiare o svolgere attività fisica intensa nei 30 minuti che precedono l’esame, per non alterare temporaneamente la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa;
- portare con sé la documentazione medica precedente (visite, esami, lettere di dimissione), che è sempre di grande utilità per il cardiologo.
La procedura si svolge seguendo alcuni semplici passaggi:
- posizionamento: il paziente viene fatto sdraiare su un lettino, solitamente sul fianco sinistro. Questa posizione avvicina il cuore alla parete toracica, migliorando la qualità delle immagini ottenute;
- applicazione elettrodi: vengono applicati alcuni piccoli elettrodi adesivi sul torace. Questi servono a registrare contemporaneamente un elettrocardiogramma (ECG), permettendo di monitorare il ritmo cardiaco e di sincronizzare le immagini ecografiche con il ciclo elettrico del cuore;
- applicazione gel: viene spalmato sul torace un gel acquoso e trasparente. Questo gel ha la funzione di eliminare l’aria tra la pelle e la sonda, garantendo una trasmissione ottimale degli ultrasuoni e, di conseguenza, immagini più nitide;
- uso della sonda: il cardiologo appoggia la sonda a ultrasuoni (trasduttore) sul torace e la muove in diversi punti (sul petto, sotto il seno, alla base del collo), esercitando una leggera pressione per acquisire le immagini del cuore da varie angolazioni e finestre acustiche;
- collaborazione del paziente: durante l’esame, potrebbe essere richiesto al paziente di restare immobile, di respirare lentamente o di trattenere il respiro per alcuni secondi. Questo aiuta a ridurre i movimenti del torace e a ottenere immagini di qualità superiore.
Quanto dura l’esame?
La durata media di un ecocardiogramma transtoracico varia dai 15 ai 30 minuti. In casi clinici particolarmente complessi o quando la visualizzazione è tecnicamente difficile, l’esame può durare fino a 60 minuti.
Uno dei vantaggi principali dell’ETT è che non esiste una fase post-procedurale. Al termine dell’acquisizione delle immagini, il gel viene rimosso con della carta, il paziente può rivestirsi e tornare immediatamente alle proprie attività quotidiane, senza alcuna restrizione.
Il referto, che contiene la descrizione delle immagini e le conclusioni diagnostiche, viene di solito consegnato subito dopo l’esame. Sebbene l’ecocardiogramma transtoracico sia la procedura standard, esistono altre tipologie di ecocardiogramma, più specialistiche, che vengono utilizzate per rispondere a quesiti diagnostici più specifici e complessi.
Tipi di Ecocardiogramma
La diagnostica ecocardiografica si è evoluta ben oltre l’esame standard, offrendo oggi metodiche più avanzate e mirate.
Queste tecniche specialistiche permettono di ottenere informazioni non accessibili con l’approccio transtoracico, consentendo diagnosi più precise e la pianificazione di interventi terapeutici, sia farmacologici che chirurgici, sempre più complessi e personalizzati.
1. Ecocardiogramma Transesofageo (TEE)
L’ecocardiogramma transesofageo è una procedura più invasiva in cui una sonda a ultrasuoni, montata sulla punta di un sottile tubo flessibile, viene introdotta attraverso la bocca e guidata nell’esofago.
La grande vicinanza anatomica tra l’esofago e il cuore permette di ottenere immagini ad altissima risoluzione, superando gli ostacoli posti dalla parete toracica, dalle coste o dai polmoni, che a volte possono limitare la qualità dell’esame standard.
È l’esame di scelta per la valutazione dettagliata delle valvole cardiache (specialmente le protesi), per la ricerca di coaguli di sangue (trombi) nelle camere cardiache, per la diagnosi di infezioni come l’endocardite o per lo studio approfondito di patologie dell’aorta.
L’esame richiede il digiuno per almeno 4-6 ore. Prima della procedura, la gola viene anestetizzata con uno spray per ridurre il fastidio e, in molti casi, viene somministrato un leggero sedativo per via endovenosa per favorire il rilassamento del paziente.
2. Ecocardiogramma sotto sforzo (Ecostress)
L’ecostress, o ecocardiogramma da sforzo, è un esame che valuta la risposta del cuore durante una condizione di stress, che può essere indotta in due modi:
- esercizio fisico: il paziente cammina su un tapis roulant o pedala su una cyclette a intensità crescente;
- stress farmacologico: vengono iniettati farmaci specifici (come la dobutamina o il dipiridamolo) che simulano gli effetti dello sforzo fisico sul cuore.
Lo scopo di questo test è quello di identificare anomalie della contrazione delle pareti del cuore (cinetica cardiaca) che non sono presenti a riposo ma compaiono solo quando il cuore è sotto sforzo. La comparsa di tali anomalie è un segno indicativo di una ridotta irrorazione sanguigna (ischemia miocardica), tipicamente causata da un restringimento delle arterie coronarie.
3. Tecniche di visualizzazione avanzata
Diverse modalità avanzate possono essere integrate nell’esame per arricchire le informazioni diagnostiche.
Ci riferiamo alle seguenti:
- Eco-Color-Doppler: oggi parte integrante di quasi ogni esame standard, questa modalità visualizza il flusso sanguigno tramite una mappa a colori. È fondamentale per valutare la direzione e la velocità del sangue, permettendo di diagnosticare e quantificare con precisione le malattie delle valvole.
- Ecocardiogramma 3D: questa tecnica avanzata fornisce una ricostruzione tridimensionale e realistica delle strutture cardiache. È particolarmente utile per lo studio complesso delle valvole (in particolare la valvola mitrale) e per guidare con precisione la pianificazione di interventi chirurgici o procedure interventistiche.
- Ecocardiogramma con Microbolle (Bubble Test): questo test prevede l’iniezione in una vena del braccio di una soluzione salina agitata, che contiene microbolle d’aria innocue. È un metodo molto efficace per rilevare la presenza di comunicazioni anomale tra la sezione destra e sinistra del cuore, come il forame ovale pervio.
4. L’ecocardiogramma in età pediatrica e fetale
L’ecocardiografia gioca un ruolo cruciale anche prima e dopo la nascita.
Nello specifico, si possono eseguire due tipi di esami:
- ecocardiogramma fetale: viene eseguito solitamente tra la 18ª e la 24ª settimana di gestazione per studiare il cuore del feto. Permette di diagnosticare precocemente cardiopatie congenite complesse, consentendo di pianificare il parto in una struttura specializzata e di preparare il miglior trattamento possibile fin dai primi istanti di vita;
- ecocardiogramma pediatrico: è destinato a neonati e bambini ed è spesso richiesto in presenza di un soffio cardiaco o di altri sintomi sospetti per una cardiopatia. Nei bambini più piccoli e non collaboranti, per ottenere immagini diagnostiche accurate, può essere necessaria una lieve sedazione.
Sebbene esistano queste procedure più complesse, la sicurezza del paziente rimane una priorità assoluta. I rischi, infatti, sono gestiti e presenti solo in tipologie specifiche di esame.
Rischi e controindicazioni dell’ecocardiogramma
L’ecocardiografia è una delle tecniche diagnostiche più sicure disponibili in cardiologia; i rischi associati a questo esame sono estremamente bassi e, nella stragrande maggioranza dei casi, del tutto assenti.
L’ecocardiogramma transtoracico (ETT), la modalità più comune, è una procedura del tutto sicura, innocua e priva di rischi e controindicazioni. Non espone il paziente a nessun tipo di radiazione e, per questo, può essere ripetuto senza limiti di frequenza su qualsiasi tipo di paziente, inclusi neonati, bambini e donne in gravidanza, senza alcun timore.
Le rare complicanze sono limitate quasi esclusivamente alle procedure avanzate (transesofageo e da stress), dove il beneficio diagnostico atteso supera ampiamente le potenziali, e comunque infrequenti, problematiche.
Rischi e complicanze associate al transesofageo (TEE)
Anche l’ecocardiogramma transesofageo (TEE) è considerato un esame a bassissimo rischio e generalmente ben tollerato, ma può presentare qualche rara complicanza.
Il fastidio più frequente è legato all’introduzione della sonda e può includere un senso di nausea, conati di vomito o colpi di tosse. Nelle ore successive all’esame, è comune avvertire una lieve irritazione della gola, che scompare rapidamente.
In casi molto rari, specialmente in presenza di patologie dell’esofago non note, possono verificarsi traumi alla parete esofagea. In pazienti con gravi patologie cardiache preesistenti, l’esame potrebbe, in via eccezionale, scatenare delle aritmie.
L’esame è controindicato in pazienti con note patologie gravi dell’esofago (come varici, diverticoli o tumori) o con sanguinamenti attivi del tratto digerente superiore.
Rischi e controindicazioni associati all’ecostress
I rischi dell’ecostress non sono legati alla tecnica ecografica in sé, ma alla sollecitazione (fisica o farmacologica) a cui viene sottoposto il cuore.
Durante lo stress, possono insorgere aritmie cardiache o un’ischemia miocardica prolungata. Sebbene queste complicanze siano rare, l’equipe medica è preparata a intervenire immediatamente con farmaci o altre procedure.
Esistono controindicazioni legate al farmaco utilizzato. Ad esempio, il test con dipiridamolo è controindicato nei pazienti con asma bronchiale, mentre quello con dobutamina è sconsigliato in presenza di alcune aritmie come la fibrillazione atriale.
L’importanza dell’operatore che esegue l’esame
L’ecocardiogramma rientra nella categoria degli esami “operatore-dipendenti”. Cosa significa? Che l’abilità del professionista che lo esegue è un fattore critico per l’affidabilità dei risultati.
Nell’ecocardiografia, anche un errore apparentemente minuscolo può avere conseguenze significative.
Un pixel può fare la differenza? Assolutamente sì. Un singolo pixel su uno schermo ecografico corrisponde a circa 0.33 millimetri. Un tracciato per calcolare i volumi del ventricolo che sia impreciso anche solo di un pixel può alterare il calcolo di parametri vitali come la Frazione di Eiezione (FE), un indice fondamentale della capacità di pompa del cuore.
Una sonda non perfettamente allineata o una misurazione presa in un punto leggermente sbagliato possono portare a stime diverse e, potenzialmente, a conclusioni cliniche differenti.
Ecco perché un paziente potrebbe notare piccole variazioni nei valori tra esami eseguiti da operatori diversi e perché è fondamentale affidarsi a professionisti esperti.
Domande Frequenti (FAQ)
L’ecocardiogramma (o ecocardiografia) è una tecnica di imaging medico non invasiva che utilizza onde sonore ad alta frequenza (ultrasuoni) per produrre immagini in movimento e dettagliate del cuore. Questo esame è anche noto come ecocardio, ecocuore o eco-color-doppler cardiaco e permette di valutare la struttura e la funzione cardiaca in tempo reale.
L’esame serve a valutare l’anatomia e la funzione cardiaca. Consente di osservare dimensioni, spessore e contrazione delle pareti di atri e ventricoli, e di controllare la morfologia e la funzione delle valvole cardiache. Inoltre, la metodica Doppler mostra la direzione e la velocità del flusso ematico attraverso il cuore e i vasi.
Può rilevare una vasta gamma di condizioni, tra cui difetti valvolari (insufficienza o stenosi)e malformazioni congenite. Permette di diagnosticare patologie del muscolo cardiaco (cardiomiopatie), di valutare i danni conseguenti a un infarto miocardico e di rilevare versamenti pericardici o patologie dell’aorta come aneurismi.
No, sono esami diversi. L’elettrocardiogramma (ECG) è un test che registra e analizza l’attività elettrica del cuore e il ritmo cardiaco. L’ecocardiogramma, d’altra parte, è un test di imaging che utilizza ultrasuoni per creare immagini della struttura e della funzione meccanica del cuore. Spesso vengono utilizzati in combinazione per una valutazione completa.
Generalmente, per l’ecocardiogramma transtoracico (standard) non è richiesta alcuna preparazione specifica o digiuno. È comunque consigliabile evitare di fumare, mangiare o svolgere attività fisica intensa nei 30 minuti che precedono l’esecuzione dell’esame. È buona norma portare con sé la documentazione medica precedente.
La durata dell’ecocardiogramma transtoracico (il tipo più comune) è variabile, generalmente va dai 15 ai 30 minuti, ma può estendersi fino a 60 minuti. L’ecocardiogramma transesofageo ha una durata di circa 15 o 20 minuti, mentre l’esame in sedazione per i bambini dura circa 30-40 minuti, ovvero il tempo di effetto del farmaco.
L’esame transtoracico è indolore e non invasivo. Il paziente si sdraia tipicamente sul fianco sinistro, si applica un gel sul torace e si muove una sonda a ultrasuoni per acquisire le immagini del cuore. Solo l’ecocardiogramma transesofageo può risultare fastidioso, per cui viene somministrato un anestetico locale spray in gola e, se necessario, un sedativo.
Sì. I principali tipi in base alla tecnica di esecuzione sono l’ecocardiogramma transtoracico (il più comune), transesofageo e intracardiaco. Esistono anche modalità specialistiche come l’Eco-color-Doppler, l’Ecocardiogramma 3D e l’Ecocardiogramma sotto sforzo (Ecostress), eseguito durante sforzo fisico o farmacologico.
No, l’ecocardiogramma è una tecnica che si basa esclusivamente sull’impiego di ultrasuoni (onde sonore ad alta frequenza). Poiché l’ecografia non utilizza i raggi X, non determina alcuna esposizione alle radiazioni. Per questa caratteristica, l’esame può essere eseguito in assoluta sicurezza anche nelle donne in gravidanza o nei bambini.
La Funzione Sistolica descrive la capacità di contrazione del muscolo cardiaco. La Frazione di Eiezione (FE) è la percentuale di volume ematico che il ventricolo espelle durante la sistole, rispetto al suo volume massimo diastolico. Valori normali di FE sono considerati superiori al 55-60%.
L’ecocardiogramma è un esame fortemente operatore-dipendente. L’interpretazione dei risultati e la diagnosi vengono fornite dal cardiologo o dal medico specializzato. Il cardiologo analizza le immagini e le registrazioni Doppler per formulare una diagnosi accurata e pianificare il trattamento opportuno.
Il referto dell’ecocardiogramma transtoracico standard viene generalmente consegnato al paziente immediatamente dopo la fine dell’esame. In base al risultato, il cardiologo stabilisce se rassicurare il paziente o programmare un trattamento o ulteriori esami di approfondimento.

