Cosa sono i diverticoli e quando devono preoccupare? Molte persone ne soffrono senza saperlo, ma quando si infiammano possono causare una diverticolite acuta, con sintomi come forte dolore addominale.
I diverticoli sono frutto di una anomalia strutturale dell’intestino, in particolare del colon e del sigma, dovuti principalmente all’età avanzata, ad una dieta povera di fibre e ricca di carne rossa, obesità, stipsi, sedentarietà, fumo di sigaretta e al consumo di alcuni farmaci, come i FANS e gli oppioidi.
Di per sé non sono una patologia, si presentano nella stragrande maggioranza dei casi in modo asintomatico e non provocano problemi (in circa l’80% dei casi), ma talvolta si infiammano (15%) o sanguinano (5%), rendendo necessario un intervento medico.
In un articolo dal titolo “La malattia diverticolare”, redatto da Maria Cristina Neri (Responsabile Ambulatorio di Gastroenterologia, Istituto Geriatrico “Pio Albergo Trivulzio”, Milano) e pubblicato sulla Rivista Società Italiana di Medicina Generale (n. 5 • vol. 26 • 2019), è riportato un grafico dal quale si può evincere in modo molto chiaro la storia naturale della malattia diverticolare.

Approfondiamo insieme e cerchiamo di capire cosa sono i diverticoli, quali sono le cause principali, i sintomi e i possibili trattamenti.
Indice dei contenuti
- Diverticoli, diverticolosi, diverticolite: facciamo chiarezza
- Dalla diverticolosi alla diverticolite acuta: le fasi della malattia
- Cause e Fattori di Rischio: perché si formano i diverticoli?
- I sintomi da non sottovalutare: come riconoscere la diverticolite
- Sintomi della malattia diverticolare non complicata
- Sintomi della diverticolite acuta: quando preoccuparsi
- Diagnosi della malattia diverticolare: gli esami necessari
- Come si curano diverticoli e diverticolite: trattamenti e terapie
- Trattamento dei casi lievi e prevenzione
- Terapia per la diverticolite acuta
- Quando è necessario l’intervento chirurgico?
- Domande Frequenti (FAQ)
- Conclusione
Diverticoli, diverticolosi, diverticolite: facciamo chiarezza
Quando si parla di questo argomento si fa confusione tra tre termini, ovvero diverticoli, diverticolosi e diverticolite, utilizzati spesso come se fossero sinonimi.
Non è così.
I diverticoli sono delle estroflessioni che si trovano nella parete dell’apparato digerente e in particolare del colon.
Cosa vuol dire? Si tratta, semplificando, di ripiegamenti verso l’esterno del tessuto, come se fossero dei piccoli rigonfiamenti simili a palloncini (il diametro medio varia da 0,25 centimetri a oltre 2,5 centimetri, in rari casi anche più grandi) che si sviluppano nell’intestino, con una incidenza maggiore nel sigma.
Con il termine diverticolosi si indica la presenza di diverticoli nel paziente, una condizione che rimane nella maggioranza dei casi asintomatica, mentre la diverticolite è un’evoluzione della malattia diverticolare dovuta ad una loro infiammazione.

Quindi, ricapitolando, i diverticoli sono una anomalia della struttura dell’intestino, la diverticolosi è la semplice presenza di questi palloncini, la diverticolite è invece la malattia che deriva dalla loro infiammazione, causando sintomi ed eventuali complicanze.
Dalla diverticolosi alla diverticolite acuta: le fasi della malattia
La malattia diverticolare consiste nella presenza di diverticoli che provoca però sintomi, più o meno gravi, e si divide nelle seguenti tipologie:
- malattia diverticolare sintomatica non complicata, che si sviluppa nel 15-25% dei soggetti portatori di diverticolosi provocando sintomi lievi;
- diverticolite acuta non complicata con dolore addominale severo e prolungato;
- diverticolite acuta complicata, una forte infiammazione caratterizzata dalla comparsa di ascessi, fistole, ostruzioni, fino a peritonite, che richiedono una consulenza chirurgica.
In base al grado di evoluzione della malattia variano le manifestazioni e i sintomi.
Cause e Fattori di Rischio: perché si formano i diverticoli?
Le cause dei diverticoli non sono ancora perfettamente note, ma la comunità medica è concorde nel ritenere rilevante il ruolo di alcuni fattori di rischio, tra cui:
- età: invecchiando, le pareti dell’intestino crasso si indeboliscono e la pressione delle feci dure che passano attraverso l’intestino può causare la formazione di diverticoli, molto frequente intorno agli 80 anni di età;
- dieta: non mangiare abbastanza fibre può provocare la formazione dei diverticoli e lo sviluppo di malattie diverticolari e diverticolite. La fibra aiuta a rendere le tue feci più morbide e più grandi in modo da esercitare meno pressione sulle pareti dell’intestino;
- fumo;
- essere in sovrappeso o obesi;
- avere una storia di stitichezza;
- uso regolare a lungo termine di antidolorifici, come l’ibuprofene o l’aspirina, e di oppioidi;
- genetica e familiarità: è più probabile che si sviluppino diverticoli se si ha un parente stretto con malattia diverticolare, soprattutto se l’ha sviluppata prima dei 50 anni.
Fatta eccezione per quest’ultimo fattore, gli altri sono tutti modificabili attraverso stili di vita sani e una dieta equilibrata.
I sintomi da non sottovalutare: come riconoscere la diverticolite
Abbiamo spiegato che la presenza di diverticoli, ovvero la diverticolosi, è quasi sempre asintomatica, quindi non si manifesta in alcun modo e viene scoperta in genere durante esami magari eseguiti per altre patologie o con gli screening per il tumore al colon.
Sintomi della malattia diverticolare non complicata
La malattia diverticolare sintomatica non complicata presenta i seguenti sintomi:
- dolore alla pancia, di solito nella parte inferiore sinistra, che tende ad andare e venire e peggiora durante o subito dopo aver mangiato. Evacuare o canalizzare può alleviare il dolore;
- costipazione, diarrea o entrambi;
- occasionalmente, sangue nelle feci.
Sintomi della diverticolite acuta: quando preoccuparsi
Nelle forme di diverticolite acuta non complicata e/o complicata, invece, si può soffrire di:
- dolore intenso nella parte inferiore sinistra dell’addome;
- nausea;
- vomito;
- sintomi urinari;
- resistenza peritoneale alla palpazione;
- possibile leucocitosi, ovvero un aumento anomalo dei globuli bianchi presenti nella circolazione ematica;
- febbre;
- presenza di muco o sangue nelle feci;
- sanguinamento rettale;
- ascessi;
- fistole;
- ostruzioni;
- peritonite.
In presenza di uno o più sintomi è essenziale rivolgersi al proprio medico per sottoporsi ad esami e accertamenti specifici.
Diagnosi della malattia diverticolare: gli esami necessari
Molto di frequente si scopre di avere dei diverticoli eseguendo degli esami per altri scopi ma che, nei fatti, sono utili anche per diagnosticare una diverticolosi o una malattia diverticolare.
Quali sono questi esami?
- esami del sangue;
- esame per la ricerca del sangue occulto nelle feci;
- colonscopia;
- clisma opaco;
- TAC addome con mezzo di contrasto;
- ecografia.
La scelta dell’esame dipende dal grado di intensità della malattia diverticolare di cui è affetto il paziente. Riportiamo di seguito uno schema contenuto nel summenzionato articolo pubblicato sulla rivista della SIMG, la Società Italiana di Medicina Generale.

Come si curano diverticoli e diverticolite: trattamenti e terapie
I diverticoli, o più precisamente la malattia diverticolare o la diverticolite, vanno trattati in modo differente a seconda della gravità della condizione di cui è affetto il paziente.
Abbiamo spiegato che i diverticoli, se presenti in forma non sintomatica, non creano problemi, ma non vanno certo ignorati, perché potrebbero peggiorare e infiammarsi.
Trattamento dei casi lievi e prevenzione
Per la malattia diverticolare sintomatica non complicata, o dopo la risoluzione di un episodio lieve di diverticolite, l’obiettivo principale è gestire i sintomi e, soprattutto, prevenire future infiammazioni. L’approccio si concentra su modifiche mirate dello stile di vita, in particolare della dieta.
La strategia più efficace per la prevenzione a lungo termine è l’adozione di una dieta ricca di fibre. Alimenti come frutta, verdura, legumi e cereali integrali aiutano a rendere le feci più morbide e voluminose, riducendo la pressione all’interno del colon che favorisce la formazione e l’infiammazione dei diverticoli. È fondamentale aumentare l’apporto di fibre in modo graduale per permettere all’intestino di abituarsi.
L’efficacia delle fibre è strettamente legata a una corretta idratazione: bere abbondante acqua (almeno 1,5-2 litri al giorno) è essenziale per ammorbidire le feci e facilitarne il transito.
Per gestire il dolore occasionale, il medico può consigliare farmaci antidolorifici, mentre per ripristinare l’equilibrio della flora intestinale possono essere utili cicli di probiotici. In alcuni casi, potrebbero essere prescritti farmaci antinfiammatori specifici per l’intestino.
Per una guida dettagliata su cosa mangiare e cosa evitare, sia in fase di remissione che per la prevenzione, invitiamo a consultare il nostro articolo approfondito sulla dieta per la diverticolite.
Terapia per la diverticolite acuta
Quando l’infiammazione dei diverticoli diventa acuta, l’obiettivo principale del trattamento è eliminare l’infezione, alleviare i sintomi e permettere al colon di riposare e guarire. L’approccio varia a seconda della gravità del quadro clinico.
Nei casi di diverticolite acuta non complicata, il trattamento può spesso essere gestito a casa e solitamente include:
- riposo intestinale: il medico prescrive una dieta liquida per alcuni giorni. Questo riduce al minimo il lavoro dell’intestino, favorendo la diminuzione dell’infiammazione;
- terapia antibiotica: spesso vengono prescritti antibiotici per via orale per combattere l’infezione batterica all’origine dell’infiammazione;
- gestione del dolore: vengono consigliati farmaci antidolorifici per controllare il dolore addominale.
Tuttavia, in presenza di dolore intenso, febbre alta, impossibilità ad alimentarsi o segni di complicazioni, si rende necessario il ricovero ospedaliero. In ospedale, la terapia è più intensiva e può prevedere la somministrazione di liquidi e antibiotici per via endovenosa.
Durante il ricovero, viene quasi sempre richiesta una valutazione chirurgica per escludere emergenze e pianificare la strategia terapeutica migliore per il paziente.
Quando è necessario l’intervento chirurgico?
L’intervento chirurgico per la diverticolite non è una soluzione di routine, ma si riserva ai casi più gravi o a quelli che presentano complicazioni serie. La decisione viene sempre presa da un’équipe medica dopo un’attenta valutazione.
La chirurgia diventa necessaria in presenza di:
- complicanze acute: come peritonite (un’infezione della cavità addominale causata dalla perforazione di un diverticolo), ascessi di grandi dimensioni che non rispondono alla terapia antibiotica o al drenaggio, ostruzioni intestinali o formazione di fistole (collegamenti anomali tra l’intestino e altri organi).
- attacchi di diverticolite ricorrenti: anche in assenza di complicanze gravi, la chirurgia può essere raccomandata in pazienti che soffrono di episodi di diverticolite acuta frequenti e severi, che compromettono significativamente la qualità della vita.
L’intervento più comune è la colectomia, che consiste nella rimozione della sezione del colon interessata dall’infiammazione. Sarà sempre il chirurgo, in accordo con il gastroenterologo, a stabilire la necessità e la tipologia di procedura più adatta per il paziente.
Domande Frequenti (FAQ)
La diverticolosi è la semplice presenza di piccole tasche (diverticoli) nel colon, solitamente asintomatica. La diverticolite è l’infiammazione o infezione acuta di questi diverticoli, che causa dolore e febbre. Il termine malattia diverticolare comprende l’intero spettro della condizione, dalla diverticolosi sintomatica fino alla diverticolite con le sue complicanze.
Un diverticolo è una piccola sacca o estroflessione che si forma spingendo verso l’esterno attraverso punti deboli della parete muscolare del colon. Immaginalo come una piccola ernia della mucosa intestinale. Sebbene possano formarsi in tutto il tratto digestivo, sono più comuni nel sigma, l’ultima parte del colon.
Il rischio aumenta con l’età, specialmente dopo i 40 anni. Altri fattori di rischio significativi includono una dieta povera di fibre, obesità, uno stile di vita sedentario, fumo e l’uso cronico di alcuni farmaci antinfiammatori (FANS).
I sintomi più comuni di un attacco acuto sono un dolore addominale improvviso e intenso, febbre, nausea, vomito e cambiamenti nelle abitudini intestinali, come stitichezza o diarrea. Possono essere presenti anche brividi, gonfiore e una sensazione generale di malessere.
Il dolore si localizza tipicamente nella parte inferiore sinistra dell’addome. Questo perché la sezione del colon più spesso colpita è il sigma. In alcuni casi, specialmente nelle persone di origine asiatica, il dolore può manifestarsi sul lato destro.
La diagnosi si basa sull’esame fisico, l’analisi dei sintomi e gli esami del sangue per rilevare segni di infezione. L’esame più accurato per confermare la diagnosi e valutare la gravità della condizione è la Tomografia Computerizzata (TC) dell’addome.
Non sempre. Per i casi di diverticolite lieve e non complicata, le linee guida più recenti indicano che un approccio conservativo con riposo intestinale e una dieta liquida può essere sufficiente. Gli antibiotici sono riservati ai casi più gravi o in presenza di un’infezione conclamata.
Il trattamento standard per i casi lievi gestiti a casa include riposo, una dieta liquida o a basso residuo di fibre per alcuni giorni per far riposare l’intestino e farmaci antidolorifici. Se prescritti, si aggiungono gli antibiotici per via orale.
Il ricovero è necessario in caso di dolore intenso non controllabile, febbre alta, impossibilità di bere liquidi, segni di complicanze (come un ascesso o una perforazione) o se il paziente ha altre patologie significative o un sistema immunitario compromesso.
La chirurgia è necessaria per le complicanze gravi come peritonite (perforazione intestinale), ascessi che non rispondono al drenaggio, ostruzione intestinale o fistole. Può essere raccomandata anche in caso di attacchi di diverticolite gravi e ricorrenti.
Conclusione
La gestione dei diverticoli e della diverticolite è un percorso che inizia con la consapevolezza e prosegue con scelte di vita più sane.
Sebbene la diverticolosi sia una condizione comune e spesso innocua, è fondamentale non ignorare i sintomi che possono indicare un’infiammazione. Un’alimentazione equilibrata, ricca di fibre e una corretta idratazione rimangono i pilastri della prevenzione.
In presenza di dolore addominale acuto, febbre o altri segnali preoccupanti, è sempre indispensabile consultare il proprio medico per una diagnosi accurata e per definire il piano di trattamento più adeguato, evitando complicazioni e gestendo la condizione nel modo più efficace possibile.

