Quando assumere acido folico in gravidanza

da | Giu 1, 2022 | Gravidanza, Sanità Integrativa | 0 commenti

Durante la gravidanza è opportuno sottoporsi a visite e controlli periodici, seguendo pedissequamente le indicazioni del/la proprio/a ginecologo/a, al fine di ridurre potenziali rischi di malattie congenite o di complicanze nella gestazione

Tra le raccomandazioni provenienti dalla comunità medica e scientifica c’è anche l’assunzione di acido folico in gravidanza, una sostanza appartenente al gruppo dei folati, quindi alle vitamine del gruppo B

Secondo gli studi condotti negli ultimi anni, infatti, si è stimato che l’assunzione di acido folico durante il primo trimestre di gravidanza, ma anche nella fase di concepimento, riduce di circa il 70% il rischio di malattie congenite come la spina bifida.

Ma cos’è l’acido folico, perché è così importante assumerlo in gravidanza, in quali dosi e per quanto tempo? Approfondiamo insieme. 

Cos’è l’acido folico

Come accennato, l’acido folico è una sostanza appartenente al gruppo dei folati, ovvero alle vitamine del gruppo B

È importante fare subito un distinguo, però, per comprendere al meglio la questione. 

I folati sono la forma naturale della vitamina B9, presente ad esempio in alcune verdure a foglie verdi, mentre l’acido folico è la sua forma sintetizzata in laboratorio e aggiunta agli integratori e farmaci specifici e ad alcuni alimenti arricchiti con vitamine, come i cereali per la colazione. 

Questo vuol dire che quando il/la ginecologo/a prescrive l’assunzione di acido folico si riferisce ad un integratore specifico, da abbinare ad una dieta ricca di frutta e verdura.

A cosa serve l’acido folico?

I folati aiutano il corpo a produrre globuli rossi sani, ma contribuiscono anche alla sintesi e alla riparazione del DNA e di altro materiale genetico, ecco perché risultano così importanti durante la gravidanza

Come si può leggere sul sito del Ministero della Salute, una carenza di folati può:

  • aumentare il rischio di gravi malformazioni fetali, come i difetti del tubo neurale; 
  • aumentare il rischio di alcuni difetti congeniti cardiovascolari;
  • aumentare il rischio di malformazioni delle labbra e del palato, difetti del tratto urinario e di riduzione degli arti.

Ma i folati non sono essenziali solo per le patologie correlate alla gravidanza. Infatti, viene usato anche per prevenire e trattare alcune forme di anemia, bassi livelli ematici di folato, alti livelli ematici di omocisteina, e per altre condizioni, tra cui depressione, ictus, declino della memoria e capacità di pensiero.

Dove si trova l’acido folico

L’acido folico, nella sua forma naturale (vitamina B9), è presente in molti alimenti, seppur in dosi ridotte. 

Buone fonti di folati sono:

  • spinaci, cavoli, asparagi, cavolini di Bruxelles, cavoli e broccoli;
  • piselli, lenticchie e fagioli, compresi ceci e fagioli neri;
  • estratti di lievito e manzo;
  • arance e succo d’arancia;
  • crusca di frumento e altri alimenti integrali;
  • pollame, maiale, crostacei e fegato;
  • cibi fortificati con aggiunta di acido folico, comprese alcune marche di cereali per la colazione.

Purtroppo, in nessuno di questi alimenti è presente in grandi quantità. Inoltre durante la lavorazione e la cottura degli stessi questa vitamina tende a degradarsi, per questo motivo se ne consiglia l’assunzione tramite integratori specifici

Inoltre, durante la gravidanza l’apporto di folati necessario aumenta in modo considerevole e una dieta non sarebbe sufficiente. 

Quando assumere acido folico

“La supplementazione di acido folico durante la gravidanza è efficace nella prevenzione primaria dei difetti del tubo neurale permettendo una riduzione del rischio anche fino al 70%.”

Questo è quanto riportato dal Ministero della Salute, facendo riferimento ad un’ampia letteratura medico-scientifica prodotta nel corso degli ultimi decenni, che ha dimostrato il ruolo dell’acido folico nella prevenzione delle malformazioni congenite, prima fra tutti la spina bifida. 

Ma a partire da quando va assunto l’acido folico? In genere, i ginecologi tendono a prescrivere integratori specifici almeno per i primi 3 mesi di gravidanza –  quando si verifica la chiusura del tubo neurale – ma sarebbe preferibile iniziare ad assumerlo già nella fase che precede il concepimento.

Le ragioni alla base di questa raccomandazione sono le seguenti; spesso la donna scopre di essere incinta quando sono trascorse già alcune settimane, ma lo sviluppo delle strutture embrionali, da cui si formeranno il cervello e il midollo spinale del feto, si completa appena 28 giorni dopo il concepimento

Per questo motivo, se si sta provando ad avere un figlio, è preferibile iniziare l’assunzione dell’acido folico già in questa fase.   

Quali dosi sono raccomandate

Secondo quanto riportato dal portale issalute.it, l’assunzione raccomandata di folati nella popolazione generale è di 0,4 mg al giorno

Durante il periodo della gravidanza e dell’allattamento, però, per le donne il fabbisogno nutrizionale giornaliero di folati aumenta.

Nelle donne in età fertile che programmano, o non escludono, una gravidanza e per quelle in gravidanza l’assunzione raccomandata è di 0,6 mg al giorno

Durante l’allattamento è di 0,5 milligrammi al giorno per reintegrare le quantità perse con il latte materno.
Sarà il/la ginecologo/a a fornire indicazioni precise e a prescrivere un integratore di acido folico da assumere in gravidanza o nella fase che precede il concepimento.

ATTENZIONE:
Le informazioni qui riportate hanno carattere divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportati sono assunte in piena autonomia decisionale e a loro rischio.

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