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Morbo di Crohn: cause, sintomi, complicanze, cure

da | Ott 5, 2022 | Gastroenterologia, Sanità Integrativa | 0 commenti

Una delle cause principali della presenza di sangue occulto nelle feci è il Morbo di Crohn (MC), una malattia infiammatoria cronica che colpisce l’apparato gastrointestinale.

Si tratta di una patologia molto complessa, che comporta un decorso spesso doloroso e complicanze anche molto gravi, per la quale ad oggi non esiste una cura risolutiva, ma solo delle terapie per ridurre i sintomi.  

Ricordiamo agli iscritti che il piano sanitario del Fondo FASDA prevede, nell’ambito della chirurgia dell’apparato digerente, la copertura delle spese per sottoporsi ad un intervento di resezione intestinale in caso di diagnosi di questa patologia

Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire cos’è il Morbo di Crohn, quali sono i sintomi principali, come si effettua la diagnosi e quali sono le terapie oggi disponibili.  

Cos’è il Morbo di Crohn

Il Morbo di Crohn appartiene alle malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI o IBD, Inflammatory Bowel Disease), un gruppo di malattie causate appunto da un’infiammazione della parete intestinale dalle cause non ben definite, un andamento cronico con periodiche riacutizzazioni, che presentano tutte sintomi simili, il che rende anche più complessa la diagnosi.

Secondo le stime menzionate dalla SIMG, la Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie, questa patologia ha un’incidenza variabile tra 1,9 e 6,6 casi su 100.000 abitanti, con una prevalenza leggermente maggiore nelle donne e un’insorgenza in genere nella fascia di età tardo adolescenziale e adulta

Come detto, il MC è una malattia cronica, e presenta un andamento evolutivo nel tempo, con possibili complicanze che coinvolgono diversi organi e apparati; questo rende necessari trattamenti per tutta la vita del soggetto, con un ingente dispendio di risorse economiche e umane (sia pubbliche che private) e una compromissione della qualità della vita di chi ne soffre

L’infiammazione causata dal morbo di Crohn può coinvolgere diverse aree del tratto digestivo, ma quella più colpita in genere è l’intestino tenue. 

Classificazione della malattia

A seconda della presentazione clinica del Morbo di Crohn e alla zona colpita, si fa riferimento alla seguente classificazione, denominata “classificazione di Vienna”:

  • malattia stenosante: colpisce in maniera prevalente l’ileo intestinale (Ileite di Crohn), ovvero la parte finale dell’intestino tenue che si collega all’intestino crasso, ed è caratterizzata da riacutizzazioni non troppo severe o frequenti, dolori addominali e alterazioni dell’alvo ad andamento cronico, quindi con irregolarità nella funzione intestinale e nella defecazione, e dalla formazione di stenosi o occlusioni intestinali;
  • malattia infiammatoria: interessa soprattutto il colon, si presenta con diarrea e dolore addominale, ma senza provocare occlusioni o perforazioni;
  • malattia perforante: è caratterizzata dalla presenza di fistole e ascessi a livello dell’ileo e del colon, da frequente patologia perianale (ad esempio ragadi), andamento recidivante con necessità di terapia antibiotica e chirurgica.

Questa classificazione risulta molto utile in sede clinica e diagnostica, ma molti pazienti nel tempo possono vedere evolvere la propria condizione, passando da una malattia infiammatoria ad una stenosante e perforante. 

Quali sono le cause e i fattori di rischio

Ad oggi non sono note le cause del Morbo di Crohn, ma nel tempo la conoscenza della malattia da parte della comunità medico-scientifica sono aumentante, superando alcune vecchie convinzioni – come ad esempio il ruolo centrale della dieta e dello stress – e giungendo all’individuazione di alcuni possibili fattori che giocano un ruolo centrale nello sviluppo della patologia

Ci riferiamo, in particolare, a due possibili cause:

  • sistema immunitario: è possibile che un virus o un batterio possa scatenare il morbo di Crohn, anche se questo agente patogeno non è stato ancora individuato. Quando il nostro sistema immunitario cerca di sconfiggere questo virus o batterio genera una risposta atipica, finendo con l’attaccare le cellule del tratto digestivo. Per questo motivo si parla del MC come di una malattia autoimmune;
  • genetica ed ereditarietà: gli studi condotti negli anni hanno evidenziato come il MC sia più comune nelle persone che hanno familiari affetti dalla malattia, quindi si ipotizza che i geni possano svolgere un ruolo nel rendere le persone più predisposte a sviluppare questo morbo. Tuttavia, la maggior parte delle persone con malattia di Crohn non ha familiari con la medesima patologia (solo 1 su 5).

A queste due possibili cause si aggiungono alcuni fattori di rischio, che potrebbero aumentare le possibilità di sviluppare il Morbo di Crohn:

  • età: il MC può manifestarsi a qualsiasi età, ma è più frequente da giovani. Infatti, nella maggior parte delle persone la malattia viene diagnosticata prima dei 30 anni;
  • etnia: i bianchi presentano un rischio più alto, in particolare le persone di origine ebraica dell’Europa orientale, appartenenti alla cosiddetta comunità ashkenazita. Tuttavia, l’incidenza della malattia di Crohn è in aumento anche nelle altre etnie, come gli afroamericani e i mediorientali;
  • storia familiare: il rischio è più elevata se in famiglia c’è una persona affetta dal MC.
  • fumo di sigarette;
  • farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), come l’ibuprofene ad esempio, che non causano il MC ma possono provocare un’infiammazione intestinale che ne peggiora l’evoluzione.

Vediamo, ora, come si manifesta questa malattia.

Quali sono i sintomi del Morbo di Crohn?

Come illustrato dalla SIMG, la sintomatologia del Morbo di Crohn è estremamente eterogenea e varia a seconda della sede (ileo, ileo-colon, colon, tratto digestivo superiore), del tipo (fistolizzante, stenosante, non fistolizzante-non stenosante), della severità e della presenza di sintomatologia extraintestinale (oculare, articolare, cutanea).

Di solito queste manifestazioni hanno uno sviluppo graduale, ma possono manifestarsi anche all’improvviso, senza alcun preavviso. Sono frequenti dei periodi di remissione, caratterizzati da una assenza di sintomi.  

I principali sono i seguenti: 

  • diarrea;
  • febbre;
  • fatica;
  • dolore addominale e crampi;
  • sangue nelle feci;
  • piaghe alla bocca;
  • perdita di appetito e di peso;
  • dolore o drenaggio vicino o intorno all’ano a causa dell’infiammazione di una fistola

A questi sintomi vanno aggiunti altri campanelli d’allarme che non coinvolgono in modo diretto o apparente l’apparato digerente, come: 

  • lesioni dermatologiche (eritema nodoso), articolari (spondilite), oculari (uveite);
  • infiammazione del fegato o dei dotti biliari;
  • calcoli renali;
  • anemia da carenza di ferro;
  • crescita ritardata nei bambini.

Quali sono le complicanze della malattia di Crohn?

Il Morbo di Crohn può evolversi nel tempo e provocare numerose complicanze, alcune anche molto gravi.  

Le principali sono le seguenti:

  • occlusione intestinale o stenosi, che può bloccare il passaggio delle feci e rendere necessario un intervento chirurgico per allargare la stenosi o rimuovere la parte malata dell’intestino;
  • ulcere: l’infiammazione cronica può provocare la formazione di piaghe, lesioni (ulcere), ovunque nel tratto digestivo, inclusi bocca ano e perineo;
  • fistole: le ulcere possono estendersi e bucare le pareti intestinali, creando una connessione anomala tra due parti del corpo che, altrimenti, non dovrebbero comunicare. Le fistole possono svilupparsi tra l’intestino e la pelle o tra l’intestino e un altro organo. Le fistole vicino o intorno all’area anale (perianale) sono il tipo più comune. Quando si sviluppano all’interno dell’addome possono causare infezioni e ascessi, con accumulo di pus, pericolosi per la vita del soggetto se non trattati in modo corretto e tempestivo;
  • ragadi anali, ovvero delle piccole lacerazioni o tagli nel tessuto che riveste l’ano o nella pelle intorno all’ano, dove possono verificarsi infezioni;
  • malnutrizione: diarrea, dolore addominale e crampi possono rendere difficile mangiare o compromettere la capacità per il tuo intestino di assorbire abbastanza nutrienti, con conseguente aumentato rischio di sviluppare anemia per carenza di ferro o vitamina B12;
  • cancro al colon: i soggetti affetti dal MC hanno un rischio maggiore di sviluppare un tumore al colon;
  • disturbi della pelle: molte persone con malattia di Crohn possono anche sviluppare una condizione chiamata idrosadenite suppurativa, un disturbo simile all’acne che si verifica alle ascelle, inguine, intorno al capezzolo e nella zona perianale;
  • altri problemi di salute, come l’anemia, l’osteoporosi, l’artrite e le malattie della cistifellea o del fegato;
  • rischio maggiore di coaguli di sangue nelle vene e nelle arterie.

Si raccomanda di rivolgersi al proprio medico al manifestarsi dei primi sintomi, al fine di giungere rapidamente ad una diagnosi e avviare un percorso terapeutico efficace. 

Come si diagnostica il MC?

La diagnosi del Morbo di Crohn prevede una valutazione strutturata su tre livelli, ovvero: 

  1. una valutazione clinica, basata sulla verifica dei sintomi, in particolare diarrea e dolore addominale, ma anche la febbre, la presenza di sangue nelle feci, il calo ponderale ingiustificato e il malessere generale;
  2. una valutazione ematochimica, che prevede alcuni esami del sangue, come il PCR e la VES, ma anche il controllo dei livelli di ferro e di altre vitamine, come la vitamina B12, che potrebbe evidenziare un problema di malassorbimento dei nutrienti;
  3. una valutazione strumentale, con l’esecuzione di alcuni esami specifici, come la colonscopia, il clisma opaco, l’ecografia, la radiografia, la TAC, la risonanza magnetica.

Spesso viene eseguita anche una biopsia da un campione di tessuto intestinale rimosso durante la colonscopia.  

Come si può guarire dal Morbo di Crohn?

Purtroppo non esiste una cura risolutiva per il Morbo di Crohn, ma è possibile strutturare un percorso terapeutico al fine di trattare i sintomi in modo efficace e indurre la remissione della malattia

Il tipo di terapia da seguire dipende molto da vari fattori, come la sede dell’infiammazione, la sua estensione, il tipo di lesioni prodotte, il decorso e la durata di malattia, le possibili complicanze, una eventuale precedente chirurgia, così come le caratteristiche del paziente, quindi età, sesso, stato di salute generale, fattori di rischio, abitudini, e così via. 

Gli approcci possibili sono i seguenti: 

  • somministrazione di medicinali steroidei, per alleviare i sintomi dell’infiammazione;
  • nutrizione enterale, che consiste nell’alimentare il paziente che ha difficoltà a mangiare o presenta problemi di malassorbimento dei nutrienti attraverso una “dieta liquida”, utilizzando dei sondini per l’alimentazione;
  • immunosoppressori, medicinali per ridurre l’attività del sistema immunitario;
  • medicinali biologici, se gli altri farmaci non risultano efficaci;
  • chirurgia, una soluzione di solito valutata se i farmaci non sono efficaci. La chirurgia può alleviare i sintomi e aiutare a impedire che si ripresentino per un po’, anche se di solito si ripresentano. L’intervento più eseguito in questi casi è la resezione intestinale, che consiste nella rimozione di una piccola sezione dell’intestino. In alcuni casi potrebbe essere necessaria una ileostomia, che prevede l’utilizzo di una sacca attaccata alla pancia in cui raccogliere le feci per alcuni mesi, per consentire all’intestino di riprendersi prima che venga ricucito insieme.

Sarà il medico a stabilire come procedere, tenendo conto dell’evoluzione della malattia nel tempo.

ATTENZIONE:
Le informazioni qui riportate hanno carattere divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportati sono assunte in piena autonomia decisionale e a loro rischio.

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