Uno dei valori da tenere periodicamente sotto controllo in caso di insufficienza renale è la azotemia, ovvero i livelli di azoto presente nel sangue o nelle urine.
In effetti, una azotemia alta indica, in genere, la sussistenza di un malfunzionamento dei reni, ma potrebbe anche essere semplicemente il frutto di una dieta iperproteica, per questo motivo si associa anche ad altri esami e indagini più approfondite per giungere a una diagnosi.
Nei soggetti affetti da patologie renali, invece, il controllo dei valori dell’azoto è raccomandato per valutare l’efficacia del trattamento in corso al quale si stanno sottoponendo.
Vediamo insieme cos’è la azotemia, quali sono le cause di un aumento dei livelli di azoto nel sangue e nelle urine, come si manifesta e come si affronta.
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Cos’è la azotemia
Con il termine medico azotemia si fa riferimento alla concentrazione di azoto non proteico nel sangue. Questo valore, facilmente misurabile con un prelievo di sangue, è un indicatore importante dello stato di salute dei reni.
L’azoto presente nel sangue si distingue in due tipi: quello proteico, che fa parte delle molecole che formano le proteine, e quello non proteico, che invece è contenuto nelle sostanze di scarto prodotte dall’organismo.
Nello specifico, l’azotemia riflette principalmente la quantità di urea nel sangue, una sostanza che si forma nel fegato come prodotto di scarto del metabolismo delle proteine e che viene eliminata dai reni attraverso l’urina. Questa sostanza rappresenta la maggior parte dell’azotemia, anche se non ne è l’unico componente. Infatti, l’azoto non proteico circolante comprende anche altre sostanze come l’acido urico, la creatinina e diversi aminoacidi.
In un soggetto sano, i valori normali di azotemia si attestano tra 15 e 50 mg/dl, anche se possono variare a seconda del laboratorio di riferimento. Alcuni laboratori, ad esempio, riportano solo il valore dell’azoto ureico, indicato con l’acronimo BUN (Blood Urea Nitrogen), che di solito è compreso tra 10 e 21 mg/dl. In questo caso, si può stimare il valore dell’azotemia raddoppiando il valore del BUN.
Misurare questo parametro è utile per valutare la funzionalità renale, poiché l’urea viene eliminata dai reni. Tuttavia, è importante considerare che i valori possono essere influenzati anche da altri fattori, come la dieta e lo stato di nutrizione.
Azotemia prerenale, intrarenale, postrenale: definizione e cause
La azotemia si divide in tre tipologie, a seconda del punto in cui si verifica l’accumulo dell’azoto e alle cause che ne impediscono l’espulsione corretta tramite le urine.
I tre tipi di azotemia sono i seguenti:
- prerenale: è la forma più comune di azotemia, e si verifica quando c’è una diminuzione del flusso sanguigno ai reni. Questa riduzione del flusso può essere causata da diversi fattori, tra cui:
- perdita di sangue;
- disidratazione severa;
- insufficienza cardiaca o malattie cardiache;
- insufficienza epatica;
- uso di alcuni farmaci come aspirina o ibuprofene;
- ustioni severe;
- infezioni.
- intrarenale o intrinseca: questo tipo di azotemia si verifica in seguito ad un danno diretto alle strutture dei reni. Le cause più comuni includono:
- infezioni;
- coaguli di sangue;
- esposizione a tossine come farmaci (inclusi alcuni chemioterapici e antibiotici) e alcol;
- necrosi tubulare acuta;
- vasculiti e altre condizioni infiammatorie.
- postrenale: questa forma di azotemia è dovuta ad un’ostruzione del flusso urinario. Le cause possono essere:
- calcoli renali;
- infezioni del tratto urinario;
- tumori, come il cancro alla vescica, alla cervice o alla prostata;
- iperplasia prostatica benigna;
- idronefrosi (gonfiore dei reni).
Ciascuna di queste forme ha cause, trattamenti ed esiti differenti, ma tutte possono condurre a danno renale acuto e insufficienza renale se non individuate e trattate tempestivamente.
Quali sono i sintomi della iperazotemia?
Come si manifesta l’azotemia alta? Quali sono i sintomi ai quali prestare attenzione e che potrebbero spingere il medico a prescrivere un esame del sangue e delle urine?
Purtroppo, i sintomi della iperazotemia possono essere sfumati e, in molti casi, assenti nelle fasi iniziali. Alcune persone potrebbero anche non manifestare alcun segno o sintomo, e la condizione può essere scoperta incidentalmente durante esami di laboratorio eseguiti per altri motivi.
Quando presenti, i sintomi possono includere:
- diminuzione della quantità di urina prodotta, anche se in alcuni casi può rimanere normale;
- senso di affaticamento;
- nausea e vomito;
- stato confusionale;
- debolezza;
- difficoltà respiratorie (dispnea);
- dolore al petto;
- gonfiore (edema), soprattutto a gambe, caviglie e piedi, dovuto a ritenzione di liquidi;
- battito cardiaco irregolare (aritmia);
- perdita di appetito;
- prurito immotivato;
- necessità di bere spesso;
- anomalie nell’urina, che può presentarsi, ad esempio, di colore più scuro, con sangue o schiumosa;
- dolore alle articolazioni e alle ossa;
- mal di schiena;
- crampi muscolari frequenti;
- sensazione di gambe affaticate;
- disturbi del sonno, come fatica ad addormentarsi o a riprendere il sonno, risvegli notturni, sonnolenza diurna.
Nei casi più gravi, l’azotemia può portare a convulsioni o coma, e se progredisce rapidamente, può causare insufficienza renale acuta.
È importante consultare un medico se si manifestano sintomi di problemi renali. In particolare, è necessario recarsi al pronto soccorso in presenza di sintomi di insufficienza renale acuta, come minzione ridotta, gonfiore, sapore metallico in bocca, affaticamento, nausea, vomito, diarrea, dolore addominale, convulsioni o coma.
Come si cura l’azotemia alta
Il trattamento per l’azotemia alta dipende dalla causa sottostante, dal tipo di azotemia e dalla sua gravità. L’obiettivo principale, in ogni caso, è trattare la condizione che ha portato all’aumento dell’azoto nel sangue e prevenire ulteriori danni ai reni.
In linea generale, ecco alcuni approcci terapeutici che possono essere utilizzati:
- identificazione e trattamento della causa: il medico cercherà di identificare la causa specifica dell’azotemia attraverso esami e test diagnostici. Il trattamento sarà quindi mirato alla causa sottostante, ad esempio, trattando un’infezione, rimuovendo un’ostruzione delle vie urinarie o gestendo una condizione come l’insufficienza cardiaca;
- fluidi per via endovenosa (IV): in caso di disidratazione, vengono somministrati liquidi per via endovenosa per aumentare il volume dei fluidi e del sangue, migliorando così il flusso sanguigno ai reni;
- farmaci: a seconda della causa, possono essere prescritti diversi farmaci, come ad esempio farmaci per controllare il potassio nel sangue o ripristinare i livelli di calcio, farmaci adrenergici, corticosteroidi o espansori del volume plasmatico;
- diuretici: per aumentare la produzione di urina e aiutare ad eliminare i liquidi in eccesso;
- stent ureterali: in caso di ostruzione delle vie urinarie, possono essere inseriti stent ureterali per permettere all’urina di fluire dai reni alla vescica;
- dialisi: nei casi più gravi, quando i reni non riescono più a svolgere la loro funzione di filtraggio, può essere necessario ricorrere alla dialisi;
- modifiche alla dieta: in alcuni casi, può essere necessario seguire una dieta a basso contenuto di proteine per ridurre la produzione di scorie azotate. È importante consultare un medico o un dietologo per ricevere indicazioni specifiche sulla dieta più appropriata.
Anche alcuni cambiamenti nello stile di vita possono aiutare a migliorare la salute dei reni, come ad esempio:
- limitare l’uso di farmaci che possono danneggiare i reni (FANS, antibiotici), se non necessari;
- mantenere un’adeguata idratazione;
- limitare il consumo di alcol;
- seguire una dieta sana, ricca di frutta, verdura e cereali integrali, e limitare il consumo di sale;
- fare esercizio fisico regolarmente;
- smettere di fumare.
Sarà ovviamente il medico ad eseguire una diagnosi accurata e sviluppare un piano di trattamento personalizzato.