Come riportato sul sito epicentro.iss.it, la meningite fa parte delle cosiddette malattie invasive batteriche (MIB), insieme ad altre condizioni come sepsi, polmoniti batteriemiche e altri quadri clinici con isolamento di batteri da siti normalmente sterili. Questo vuol dire che si tratta di un’infiammazione causata da un’infezione, ma può essere provocata anche da alcuni farmaci e da forme tumorali.
La sua forma più aggressiva è quella di natura batterica.
L’infezione coinvolge le meningi, ovvero le membrane che avvolgono il cervello e il midollo spinale, e può colpire chiunque, anche se risulta statisticamente più comune nei neonati, nei bambini piccoli, negli adolescenti e nei giovani adulti.
La meningite, se non trattata in modo adeguato, può provocare conseguenze molto gravi, compresi danni permanenti al cervello e il decesso del paziente.
Da molti anni sono disponibili numerose vaccinazioni che offrono una certa protezione contro l’infezione, di cui una obbligatoria in Italia (vaccino Haemophilus influenzae di tipo b) e altre facoltative ma altamente raccomandate dai pediatri.
Approfondiamo insieme il tema, e cerchiamo di capire cos’è, come si contrae e come si manifesta la meningite.
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Cos’è la meningite
Come accennato nell’introduzione, la meningite è un’infiammazione delle meningi, ovvero le membrane protettive che ricoprono il cervello e il midollo spinale.
Nella maggior parte dei casi la causa dell’infiammazione è da riscontrare in un’infezione batterica o virale del fluido che circonda il cervello e il midollo spinale. Tuttavia, anche lesioni, tumori, alcuni farmaci e altri tipi di infezioni possono causare la meningite.
In base alle cause scatenanti è possibile dividere la meningite nelle seguenti tipologie:
- Meningite batterica: causata da batteri, può essere mortale e richiede cure mediche immediate. I vaccini sono disponibili per aiutare a proteggere da alcuni tipi di questa forma di infezione;
- Meningite virale: causata da virus, è grave ma spesso è meno rispetto a quella batterica. Le persone con un sistema immunitario normale che contraggono questa forma di solito migliorano da sole. Esistono vaccini per prevenire alcuni tipi di meningite virale;
- Meningite fungina: la meningite causata da funghi è rara, ma le persone possono contrarla inalando le spore fungine dall’ambiente. Le persone con determinate condizioni mediche, come diabete, cancro o HIV, sono a maggior rischio di meningite fungina;
- Meningite parassitaria: vari parassiti possono causare meningite o influenzare il cervello o il sistema nervoso in altri modi. Nel complesso, la meningite parassitaria è molto meno comune della meningite virale e batterica;
- Meningite amebica: la meningoencefalite amebica primitiva (PAM) è un’infezione rara e devastante del cervello causata da Naegleria fowleri. Naegleria fowleri è un’ameba microscopica a vita libera che vive in acqua e suolo caldi;
- Meningite non infettiva: a volte i tumori, il Lupus Eritematoso Sistemico (LES), alcuni farmaci, lesioni alla testa e interventi chirurgici al cervello possono causare la meningite.
È importante conoscere la causa specifica della meningite perché il trattamento varia a seconda della causa.
Come si prende la meningite
La meningite infettiva, quindi quella causata principalmente da infezioni virali e batteriche, si diffonde esattamente come qualsiasi altra malattia infettiva.
Ci riferiamo soprattutto a starnuti, colpi di tosse, scambi di saliva e fluidi corporei.
Generalmente, i germi che causano la meningite batterica si diffondono da una persona all’altra, con modalità che possono variare di batterio in batterio, in alcuni casi anche attraverso il cibo o durante il parto, con il passaggio da madre a figlio.
I principali batteri responsabili della meningite batterica sono i seguenti:
- Streptococcus pneumoniae, altrimenti noto come pneumococco;
- Streptococco di gruppo B o Streptococcus agalactiae;
- Neisseria meningitidis, noto anche come meningococco, di cui esistono diversi sierogruppi. Quelli che causano malattia nell’uomo sono A, B, C, Y, W135 e meno frequentemente X. In Italia e in Europa i sierogruppi B e C sono i più frequenti;
- Haemophilus influenzae;
- Listeria monocytogenes;
- Escherichia coli.
Per quanto concerne i virus, invece, la diffusione avviene attraverso il contatto con una persona portatrice dell’agente virale, rapporti sessuali, puntura di insetto (soprattutto le zanzare), inalazione, uso di aghi infetti,
La causa più comune di una meningite virale è l’infezione da enterovirus, che tendono a risiedere nel tratto digerente. Queste infezioni sono molto contagiose.
Altre cause molto diffuse includono:
- virus dell’herpes simplex (HSV), di solito di tipo 2 (HSV-2);
- virus varicella-zoster;
- virus del morbillo;
- virus dell’influenza;
- virus trasmessi dalle zanzare (detti arbovirus), come il virus del Nilo occidentale, il virus encefalitico di St. Louis e il virus encefalitico della California;
- virus della coriomeningite linfocitaria;
- HIV.
È importante ricordare, però, che la meningite batterica è più rara, ma al tempo stesso molto più pericolosa e grave di quella virale. Infatti, nella maggior parte dei casi chi contrae il virus della meningite non sviluppa la malattia e guarisce in pochi giorni.
Quali sono i sintomi
Trattandosi di una infezione, nella fase iniziale la meningite presenta purtroppo diversi sintomi aspecifici, facilmente fraintendibili, che entro certi limiti si possono ad esempio attribuire a forme influenzali.
I sintomi principali della malattia sono infatti i seguenti:
- febbre, con temperatura elevata;
- malessere generale;
- mal di testa;
- eruzione cutanea;
- torcicollo;
- avversione e fastidio per le luci intense;
- sonnolenza o insensibilità;
- convulsioni e attacchi epilettici. La meningite è, infatti, una delle cause principali dell’epilessia.
Com’è facile notare, alcune di queste manifestazioni potrebbero portare a diagnosi errate, perché confuse con altre patologie, con conseguenze anche molto gravi sul paziente, compreso il coma e il decesso.
Come si cura?
In caso di sospetta meningite è fondamentale eseguire alcuni test specifici in ospedale al fine di confermare la diagnosi e identificare la causa dell’infezione, che come abbiamo visto è il più delle volte virale o batterica.
Per quest’ultima di solito si esegue una terapia antibiotica per circa una settimana, preferibilmente individuando in modo preciso il batterio colpevole dell’infezione al fine di selezionare il farmaco più adatto.
Nelle fasi più acute potrebbe essere utile somministrare liquidi per via endovenosa e ossigeno in maschera.
Se non trattata in modo precoce ed efficace, la meningite batterica può provocare diversi danni a lungo termine al nostro organismo, come:
- perdita dell’udito o perdita della vista, parziale o totale;
- problemi di memoria e concentrazione;
- convulsioni ricorrenti (epilessia);
- problemi di coordinazione, movimento ed equilibrio;
- perdita di arti: a volte è necessaria l’amputazione degli arti colpiti.
La meningite virale, invece, tende a migliorare da sola entro 7-10 giorni e spesso può essere curata a casa, stando a riposo e assumendo farmaci antidolorifici e antinfiammatori per alleviare i sintomi.
Sarà il medico a delineare la terapia da seguire, in base alle reali condizioni del paziente e alla natura della meningite contratta.
Prevenzione: le vaccinazioni contro la meningite
La meningite può essere prevenuta, in particolare nei soggetti più a rischio, come i neonati, i bambini e gli adolescenti.
Come ricorda il Ministero della Salute, la vaccinazione è sicuramente lo strumento più efficace per la prevenzione della meningite batterica.
In Italia sono disponibili diversi vaccini contro la meningite, tre dei quali anti-meningococco:
- il vaccino coniugato contro il meningococco di sierogruppo C (MenC): è il più frequentemente utilizzato e protegge solo dal sierogruppo C;
- il vaccino coniugato tetravalente: protegge dai sierogruppi A, C, W e Y;
- il vaccino contro il meningococco di sierogruppo B: protegge esclusivamente contro questo sierogruppo.
Altri vaccini contro forme batteriche di meningite sono quelli contro l’Haemophilus Influenzae B (emofilo tipo B) e contro lo Streptococcus pneumoniae (pneumococco).
Per quanto riguarda la vaccinazione anti-pneumococco, sono previste tre dosi, a 3, 5 e 11 mesi, mentre la vaccinazione anti-meningococco B è strutturata come segue:
- prima dose 3° mese;
- sono possibili schemi a due o tre dosi per il ciclo primario, a seconda dell’età alla prima somministrazione;
- una dose di richiamo (terza o quarta) deve essere programmata, a partire dal secondo anno di vita, in base alla data di completamento del ciclo primario.
Il vaccino tetravalente coniugato anti-meningococco A,C, W, Y, invece, è consigliato per gli adolescenti che non sono stati vaccinati da piccoli e a chi si reca in Paesi ove sono presenti i sierogruppi di meningococco contenuti nel vaccino.
Il vaccino è fortemente raccomandato in persone a rischio o perché affette da alcune patologie, come talassemia, diabete, malattie epatiche croniche gravi, immunodeficienze congenite o acquisite.
Ricordiamo agli iscritti che il Fondo FASDA rimborsa all’Iscritto le spese sostenute per il vaccino contro l’Herpes Zoster (per i soggetti cronici debilitati) e quello contro il Meningococco.