Parlare di coma non è affatto semplice, sia per l’oggettiva difficoltà del tema sia per l’enorme confusione che regna nella mente del cittadino medio, che ovviamente non possiede le competenze e le conoscenze medico-scientifiche per comprendere a fondo la questione.
In effetti, se pensiamo al coma ci vengono subito in mente una serie di termini, tra cui coma farmacologico, coma indotto, coma reversibile e/o irreversibile, coma diabetico, ma spesso ci mancano gli strumenti per capire, concretamente, di cosa si tratta.
Non abbiamo la presunzione di esaurire l’argomento in un semplice articolo informativo, ma proveremo comunque a dare un quadro generale per capire cos’è e in cosa consiste il coma.
Indice dei contenuti
- Cos’è il coma
- Quali sono le cause principali di coma
- Coma, stato vegetativo, stato di coscienza minimo
- 1. Coma superficiale
- 2. Come irreversibile
- 3. Stato vegetativo
- 4. Stato di coscienza minimo
- 5. Morte cerebrale
- 6. Coma indotto
- Scala del coma di Glasgow o GCS
- Come accudire una persona in coma
- Si guarisce dal coma?
Cos’è il coma
Partiamo da una definizione: il coma è uno stato di incoscienza in cui una persona non risponde e non può essere svegliata, e presenta un’attività cerebrale minima.
Quindi, la persona in coma è viva, ma non può essere svegliata e non mostra segni di consapevolezza.
Cosa vuol dire? Che il soggetto in coma ha gli occhi chiusi, non risponde all’ambiente circostante e agli stimoli, non è in grado di sentire rumori, dolore, non può comunicare o muoversi volontariamente e i riflessi di base, come la tosse e la deglutizione, risultano notevolmente ridotti.
In genere, le persone in coma riescono a respirare da sole, anche se in alcuni casi è necessario collegarli a un ventilatore meccanico.
Con il passare del tempo, la persona può iniziare a riprendere gradualmente conoscenza e diventare più consapevole. Alcune persone si risvegliano dopo poche settimane, mentre altre potrebbero entrare in uno stato vegetativo o di minima coscienza.
Quali sono le cause principali di coma
Il coma può derivare da lesioni al cervello, come un grave trauma cranico o un ictus, ma può anche essere causato da un grave avvelenamento da alcol o da un’infezione cerebrale.
Le persone con diabete potrebbero cadere in coma se i loro livelli di glucosio nel sangue diventassero improvvisamente molto bassi o molto alti. Si tratta di quello che comunemente viene chiamato coma diabetico.
Più nel dettaglio, le cause principali di coma possono essere suddivise in diverse categorie, come riportato in modo molto dettagliato sul portale msdmanuals.com:
- disturbi cerebrali – crisi convulsive, ictus, tumore o ascesso di grandi dimensioni;
- arresto cardiaco;
- patologie cardiache gravi – insufficienza cardiaca;
- patologie polmonari gravi – broncopneumopatia cronica ostruttiva, edema polmonare, embolia polmonare, attacchi di asma di lunga durata;
- insufficienza renale;
- insufficienza epatica;
- ipertensione;
- anomalie metaboliche – diabete, iperglicemia, ipoglicemia, ipernatremia e/o iponatriemia (livello del sodio nel sangue alto/basso), ipotiroidismo, la carenza di un nutriente, come la tiamina, o di alcuni elettroliti o minerali (come il magnesio);
- infezioni – encefalite (infezione del cervello), meningite (infezione degli strati di tessuto che ricoprono l’encefalo e il midollo spinale), sepsi (una grave risposta di tutto il corpo a un’infezione presente nel sangue), infezioni delle vie urinarie negli anziani;
- incidenti e traumi – asfissia, trauma cranico, ipertermia e/o ipotermia (temperatura corporea superiore ai 40 °C e/o temperatura corporea inferiore a 26,7 °C);
- sostanze – alto livello di consumo alcolico, monossido di carbonio o sostanze simili inalate in grandi quantità, farmaci (forti dosi di barbiturici, oppioidi, sedativi, overdose di marijuana).
Quando la causa del coma è nota, o comunque viene identificata dal team medico, è possibile intervenire per provare a risolvere il problema specifico e scongiurare una condizione di coma irreversibile.
Coma, stato vegetativo, stato di coscienza minimo
Un coma di solito dura solo poche settimane, durante le quali la persona può iniziare a svegliarsi gradualmente e prendere coscienza, o progredire in un diverso stato di incoscienza chiamato stato vegetativo o stato di minima coscienza.
1. Coma superficiale
Si parla di coma superficiale quando, al suo primo stadio, ci si risveglia in pochi giorni, mentre nel secondo e nel terzo stadio i tempi del risveglio sono decisamente più lunghi.
I danni provocati dallo stato di coma nel paziente variano in base anche alla durata della condizione di incoscienza e raramente ci si risveglia senza alcun tipo di disfunzione o disabilità.
2. Come irreversibile
L’ultimo livello di coma è invece quello irreversibile, che consiste in una totale assenza di attività cerebrale, questo vuol dire che il paziente non ha più il controllo delle funzioni vitali e non risponde agli stimoli.
Come suggerisce il nome, dal coma irreversibile non ci si risveglia.
3. Stato vegetativo
Lo stato vegetativo è una condizione rara; infatti, sono poche le persone a subire una lesione cerebrale così grave che, sebbene emergano dal coma e presentino regolari cicli sonno-veglia, non hanno poi alcuna consapevolezza cosciente di se stessi o di ciò che li circonda.
Cosa succede? Semplificando, il danno cerebrale colpisce la parte del cervello che controlla il pensiero e il comportamento, mentre quelle dalle quali dipendono le funzioni vitali continuano a funzionare.
Di conseguenza, sembra che il soggetto sia sveglio e attivo, ma in realtà non interagisce in alcun modo.
Quando il paziente raggiunge questo stadio si tende a usare impropriamente l’espressione “uscito dal coma”, ma non è proprio così, perché non è cosciente. Alcune persone guariscono spontaneamente da uno stato vegetativo, ma in genere il recupero è incompleto.
Se questa condizione persiste per più di quattro settimane possono essere classificati come in stato vegetativo continuo.
Se continua per 12 mesi dopo una lesione cerebrale traumatica o 6 mesi dopo una lesione cerebrale non traumatica, la persona può essere classificata come in stato vegetativo permanente.
Alcuni soggetti in uno stato vegetativo persistente migliorano abbastanza da raggiungere uno stato di coscienza minimo.
4. Stato di coscienza minimo
Questa è una condizione distinta dal coma e dallo stato vegetativo, poiché la persona mostra segni distinti ma limitati di consapevolezza e risposta alla stimolazione.
Tuttavia, trova molto difficile rimanere consapevole o reattivo per un certo periodo di tempo o in modo prevedibile.
Come accennato, le persone spesso entrano in uno stato di minima coscienza dopo essere state in uno stato vegetativo.
In questi casi, i soggetti potrebbero essere in grado di:
- seguire semplici comandi;
- rispondere a domande “sì” o “no” usando parole o gesti semplici;
- comunicare in modo intelligibile;
- compiere alcune azioni mirate, come raggiungere un oggetto.
5. Morte cerebrale
Un’altra espressione che si sente molto spesso quando si parla di coma è morte cerebrale. Si tratta del momento in cui il paziente è praticamente morto, perché sono completamente assenti le funzioni vitali, l’elettroencefalogramma è piatto, non si registra nessuna funzione motoria, sono assenti sia il ciclo del sonno, sia la coscienza di sé, sia la percezione del dolore.
6. Coma indotto
L’ultima tipologia è il cosiddetto coma medicalmente indotto, quindi provocato intenzionalmente dal team medico, in modo temporaneo, per proteggere il cervello dal gonfiore dopo una lesione o in altre condizioni molto gravi.
Il paziente riceve una dose controllata di anestetico, che provoca mancanza di sensibilità o consapevolezza. I medici quindi controllano da vicino i segni vitali della persona e mantengono questo stato fin quando è necessario per mettere il paziente fuori pericolo.
Volendo semplificare, è come se fosse una anestesia generale prolungata.
Scala del coma di Glasgow o GCS
Come detto, esistono diversi livelli di coma, che vanno da molto profondi, in cui il paziente non mostra alcuna risposta o consapevolezza, a livelli più superficiali, in cui il paziente risponde alla stimolazione con il movimento o aprendo gli occhi.
Possono verificarsi livelli ancora più bassi, in cui il paziente è in grado di dare qualche risposta al discorso.
Per stabilire il livello di coma viene solitamente utilizzata la cosiddetta Scala del coma di Glasgow o Scala di Glasgow o scala GCS.
Si tratta di una tecnica molto semplice e facile da somministrare, utilizzata per valutare la gravità del coma, analizzando tre cose:
- apertura degli occhi – un punteggio di 1 significa che non si aprono gli occhi e 4 significa che apre gli occhi spontaneamente;
- risposta verbale a un comando – un punteggio di 1 significa nessuna risposta e 5 significa allerta e risposta appropriata;
- movimenti volontari in risposta a un comando – un punteggio di 1 significa nessuna risposta e 6 significa che obbedisce ai comandi.
Quindi, un punteggio basso significa aver subito danni cerebrali più gravi e avere meno probabilità di recuperare.
Come accudire una persona in coma
Nel breve termine, una persona in coma viene curata in un’unità di terapia intensiva. Il trattamento consiste nel garantire che la loro condizione sia stabile e che le funzioni corporee, come la respirazione e la pressione sanguigna, siano supportate mentre viene trattata la causa sottostante.
A lungo termine, il personale sanitario fornirà cure di supporto in un reparto ospedaliero. Ciò può comportare la fornitura di nutrimento, il tentativo di prevenire le infezioni, il movimento regolare della persona in modo che non sviluppi piaghe da decubito e l’esercizio delicato delle articolazioni per evitare che si contraggono.
Si guarisce dal coma?
Alcune persone possono riprendersi gradualmente dal coma, mentre altre potrebbero non migliorare per anni, o non farlo affatto.
Molto di frequente chi si risveglia dal coma va incontro a disabilità causate dal danno al cervello, potrebbero aver bisogno di fisioterapia, terapia occupazionale e valutazione psicologica e supporto durante un periodo di riabilitazione e di cure per il resto della loro vita.
Le possibilità che qualcuno si riprenda da un coma dipendono in gran parte dalla gravità e dalla causa della lesione cerebrale, dalla sua età e da quanto tempo è in coma.
Ma è impossibile prevedere con precisione se la persona alla fine si riprenderà, quanto durerà il coma e se avrà problemi a lungo termine.