La menopausa non è una malattia, ma una tappa evolutiva naturale e fisiologica nella vita di ogni donna.
Come sottolineato dall’Istituto Superiore di Sanità, la maggior parte delle donne italiane la considera una fase della vita che, pur potendo causare disturbi, non deve essere trattata come una patologia.
Si tratta di un passaggio fondamentale che, se affrontato con consapevolezza, permette di mantenere un elevato stato di salute e qualità della vita.
L’aumento dell’aspettativa di vita, infatti, fa sì che le donne trascorrano oltre un terzo della loro esistenza in post-menopausa, rendendo cruciale prestare attenzione al proprio benessere in questo lungo periodo.
Indice dei contenuti
- Cosa sono menopausa e climaterio?
- A che età si va in menopausa?
- Perimenopausa e post-menopausa
- I cambiamenti ormonali e le cause della menopausa
- Il calo degli estrogeni
- La menopausa indotta
- I sintomi del climaterio
- 1. I sintomi precoci
- 2. L’impatto sul benessere psicologico e sul sonno
- I cambiamenti a lungo termine
- 1. Salute delle ossa e osteoporosi
- 2. Rischio cardiovascolare e metabolico
- 3. La sindrome genitourinaria della menopausa
- Come gestire la menopausa: stile di vita, nutrizione e attività fisica
- 1. Il ruolo cruciale dell’alimentazione
- 2. Calcio e Vitamina D
- 3. Attività fisica regolare
- Terapie farmacologiche e alternative
- 1. Terapia Ormonale Sostitutiva (TOS)
- 2. Alternative ormonali e non ormonali
- Quando rivolgersi al medico?
- 1.Esami ormonali specifici
- 2. Screening e controlli raccomandati
- Vivere la menopausa
- Domande Frequenti (FAQ)
Cosa sono menopausa e climaterio?
Per comprendere appieno questa fase, è essenziale distinguere due concetti chiave:
- menopausa: si riferisce specificamente all’interruzione definitiva delle mestruazioni. Dal punto di vista clinico, la diagnosi viene confermata dopo 12 mesi consecutivi di assenza del ciclo mestruale. Questo evento segna la fine della fertilità naturale;
- climaterio: descrive l’intero periodo di transizione che si estende per un periodo che non va oltre i 5 anni precedenti e i 5 anni seguenti la menopausa. È caratterizzato da una serie di cambiamenti ormonali, fisici e psicologici progressivi, che preparano il corpo a un nuovo equilibrio.
A che età si va in menopausa?
L’età in cui la menopausa si manifesta varia da donna a donna, ma si colloca generalmente in un intervallo ben definito, tra i 45 e i 55 anni, con un’età media che si attesta intorno ai 51 anni.
Esistono tuttavia delle varianti temporali che richiedono un’attenzione medica specifica:
- Menopausa precoce: si verifica prima dei 45 anni
- Menopausa prematura: insorge prima dei 40 anni e può essere causata da disfunzioni ovariche, patologie o trattamenti medici. Alcuni fattori legati allo stile di vita, come il fumo di sigaretta, possono anticipare la menopausa di circa due anni.
Perimenopausa e post-menopausa
Il climaterio si articola in due fasi principali che circondano l’evento della menopausa:
- Perimenopausa (o transizione menopausale): è il periodo che precede l’ultimo ciclo mestruale. Può durare in media da 4 a 8 anni ed è caratterizzato da significative irregolarità mestruali, che rappresentano il primo segnale del cambiamento in atto
- Post-menopausa: è il periodo che inizia ufficialmente dopo l’ultimo ciclo mestruale e prosegue per il resto della vita della donna
Vediamo, ora, quali sono le cause biologiche alla base di questi profondi cambiamenti.
I cambiamenti ormonali e le cause della menopausa
La menopausa è un evento determinato geneticamente. La sua causa fisiologica risiede nell’esaurimento progressivo del patrimonio follicolare delle ovaie.
Con il passare degli anni, le ovaie riducono gradualmente il numero di follicoli, fino a interrompere la produzione degli ormoni sessuali femminili, in particolare estrogeni e progesterone. Questo processo segna la fine della capacità riproduttiva e innesca le modificazioni tipiche del climaterio.
Il calo degli estrogeni
Il protagonista indiscusso di questa transizione è il calo dei livelli di estrogeni. Questo deficit ormonale è direttamente responsabile della maggior parte dei sintomi e dei cambiamenti a lungo termine.
Gli estrogeni, infatti, non regolano solo il ciclo mestruale, ma svolgono un ruolo protettivo su numerosi organi e tessuti, tra cui ossa, sistema cardiovascolare, pelle e tratto urogenitale.
La loro diminuzione è la causa diretta dei sintomi vasomotori (vampate di calore) e dei cambiamenti metabolici che vedremo in seguito.
La menopausa indotta
Come spiegato, la menopausa è un evento naturale, ma in alcuni casi può essere indotta da fattori esterni che interrompono bruscamente la funzione ovarica.
Le cause più comuni sono le seguenti:
- rimozione chirurgica delle ovaie (ovariectomia): intervento spesso necessario in presenza di tumori o altre patologie. L’asportazione del solo utero (isterectomia) non causa la menopausa se le ovaie vengono conservate;
- chemioterapia e radioterapia: i trattamenti oncologici, in particolare quelli che interessano l’area pelvica, possono danneggiare le ovaie e indurre una menopausa.
Individuate le cause, vediamo ora quali sono i sintomi che la donna sperimenta direttamente.
I sintomi del climaterio
I sintomi del climaterio sono le prime manifestazioni tangibili del cambiamento ormonale in corso.
Sono molto comuni, ma la loro intensità e durata variano notevolmente da donna a donna e possono influenzare in modo significativo la qualità della vita.
1. I sintomi precoci
Le vampate di calore sono il sintomo più caratteristico e frequente, interessando, secondo i dati forniti dal Manuale MSD, dal 75% all’85% delle donne.
Si manifestano come un’improvvisa e intensa sensazione di calore che si diffonde al viso, al collo e al torace, accompagnata da arrossamento della pelle e sudorazione profusa.
Quando si verificano di notte, prendono il nome di sudorazioni notturne e possono disturbare il sonno.
La loro durata è variabile, da pochi secondi a diversi minuti. Sebbene la causa non sia del tutto nota, è legata a un’alterazione del centro di termoregolazione cerebrale (l’ipotalamo). È possibile identificare e cercare di evitare alcuni fattori scatenanti, come bevande calde, alcol, cibi piccanti o situazioni di stress.
2. L’impatto sul benessere psicologico e sul sonno
L’equilibrio ormonale influisce profondamente anche sulla sfera psicologica e sul sistema nervoso.
Molte donne, infatti, in questa fase sperimentano una serie di disturbi che possono incidere sul benessere quotidiano, tra cui i seguenti:
- sbalzi d’umore e irritabilità;
- ansia e nervosismo;
- disturbi del sonno e insonnia;
- perdita di concentrazione e affaticamento.
Le sudorazioni notturne, in particolare, possono frammentare il sonno, contribuendo indirettamente a stanchezza diurna, irritabilità e difficoltà di concentrazione.
Anche gli stress tipici della mezza età, come la gestione di figli adolescenti o di genitori anziani, possono aggravare questi sintomi.
I cambiamenti a lungo termine
Al di là dei sintomi immediati e spesso transitori, il deficit estrogenico che si instaura dopo la menopausa aumenta il rischio di sviluppare specifiche patologie croniche.
Approfondiamo insieme.
1. Salute delle ossa e osteoporosi
Esiste una correlazione diretta tra la carenza di estrogeni e la progressiva diminuzione della densità ossea. La loro assenza accelera la perdita di massa ossea, predisponendo all’osteoporosi.
Gli estrogeni, infatti, svolgono un ruolo fondamentale nel regolare l’attività degli osteoclasti, le cellule responsabili del riassorbimento osseo. Questa malattia, riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come un problema di salute pubblica, rende le ossa più fragili e aumenta il rischio di fratture.
La prevenzione, tuttavia, inizia molto prima della menopausa: partire in giovane età, attraverso una corretta alimentazione e attività fisica, è la migliore difesa.
2. Rischio cardiovascolare e metabolico
Dopo la menopausa, il rischio di malattie cardiovascolari nella donna tende ad aumentare. La carenza di estrogeni, che hanno un effetto protettivo sui vasi sanguigni, contribuisce a questo cambiamento.
Si osserva, in particolare, un’alterazione del profilo lipidico, con un aumento dei livelli di colesterolo LDL (il cosiddetto colesterolo cattivo). Inoltre, si verifica spesso un cambiamento nella distribuzione del grasso corporeo, con un accumulo a livello addominale.
Questo aumento del grasso addominale non è solo un problema estetico, ma è un importante fattore di rischio per patologie croniche come malattie cardiovascolari e diabete.
3. La sindrome genitourinaria della menopausa
Con il termine Sindrome Genitourinaria della Menopausa si fa riferimento a un insieme di sintomi a carico dell’apparato genitale e delle vie urinarie, causati dalla diminuzione degli estrogeni. Questi ormoni sono essenziali per mantenere il trofismo, l’elasticità e la lubrificazione dei tessuti vaginali e uretrali.
I sintomi più comuni sono:
- secchezza vaginale, prurito e bruciore (atrofia vaginale);
- dolore durante i rapporti sessuali (dispareunia);
- urgenza urinaria e infezioni ricorrenti delle vie urinarie (cistiti).
Questi disturbi possono avere un impatto significativo sulla qualità della vita e sulla sfera sessuale, ma esistono trattamenti locali molto efficaci.
Come gestire la menopausa: stile di vita, nutrizione e attività fisica
Lo stile di vita, un’alimentazione equilibrata e un’attività fisica costante sono i pilastri fondamentali per gestire la menopausa.
Come ribadito da tutte le principali linee guida, queste strategie non solo possono ridurre significativamente l’impatto dei sintomi, ma sono cruciali per prevenire le patologie a lungo termine, agendo come una vera e propria terapia.
1. Il ruolo cruciale dell’alimentazione
Un’alimentazione corretta è la prima alleata per affrontare i cambiamenti metabolici della menopausa.
Nello specifico, le raccomandazioni suggeriscono di:
- privilegiare il consumo di frutta, verdura e cereali integrali;
- scegliere cibi meno energetici ma ricchi di micronutrienti (vitamine e minerali);
- ridurre l’apporto di grassi saturi (presenti in formaggi grassi, carni rosse e insaccati) e zuccheri semplici;
- limitare il consumo di sale per controllare la pressione arteriosa.
2. Calcio e Vitamina D
Per contrastare l’osteoporosi, due micronutrienti sono di importanza cruciale:
- Calcio: è essenziale per la salute delle ossa. Sfatando un mito comune, non è necessario aumentare indiscriminatamente il consumo di formaggi, spesso ricchi di grassi saturi e sale. Esistono eccellenti fonti alternative di calcio, tra cui il pesce azzurro (alici, sardine), le verdure a foglia verde (in particolare la rucola), la frutta secca (mandorle) e persino l’acqua, sia del rubinetto (che non provoca i calcoli!) che alcune acque minerali
- Vitamina D: è indispensabile per l’assorbimento del calcio. La principale fonte di Vitamina D è l’esposizione alla luce solare, che ne stimola la produzione a livello della pelle
3. Attività fisica regolare
L’attività fisica regolare dovrebbe essere considerata una vera terapia durante la menopausa. D’altronde, i suoi benefici sono molteplici e documentati.
Nello specifico, aiuta a:
- mantenere la massa muscolare e ossea, contrastando la sarcopenia e l’osteoporosi;
- contrastare l’aumento di peso e del grasso addominale, migliorando il profilo metabolico;
- migliorare il tono dell’umore e la qualità del sonno, grazie al rilascio di endorfine;
- ridurre il rischio di patologie cardiovascolari, agendo positivamente sulla pressione arteriosa e sul colesterolo.
Si raccomanda un’attività fisica moderata ma costante, come una marcia a passo svelto, il nuoto o la ginnastica in acqua.
Terapie farmacologiche e alternative
Le terapie farmacologiche rappresentano un’opzione da considerare quando i sintomi della menopausa, in particolare le vampate di calore, sono importanti e persistenti, al punto da impattare negativamente sulla qualità della vita.
La scelta di qualsiasi trattamento deve essere sempre personalizzata e discussa attentamente con il proprio medico, valutando il profilo di rischio-beneficio individuale.
1. Terapia Ormonale Sostitutiva (TOS)
La Terapia Ormonale Sostitutiva (TOS) consiste nell’assunzione di ormoni (estrogeni, da soli o in combinazione con un progestinico) per compensare la loro diminuita produzione da parte delle ovaie.
Il suo beneficio principale è inequivocabile: la TOS è universalmente riconosciuta come il trattamento più efficace per alleviare i sintomi vasomotori (vampate di calore, sudorazioni notturne) e per contrastare l’atrofia urogenitale.
La TOS non è priva di rischi, che devono essere attentamente ponderati. Gli studi hanno evidenziato un potenziale aumento, seppur modesto, del rischio di sviluppare le seguenti patologie:
- carcinoma mammario, in particolare legato alla durata e al tipo di terapia combinata estro-progestinica;
- trombosi venosa;
- ictus.
Per queste ragioni, la TOS non è più raccomandata per la prevenzione a lungo termine di patologie come l’osteoporosi in tutte le donne. Il suo utilizzo è oggi riservato principalmente alle donne con sintomi da moderati a gravi che ne peggiorano la qualità della vita.
Le linee guida internazionali raccomandano di utilizzare il dosaggio minimo efficace per il minor tempo possibile, personalizzando la terapia sulla base delle caratteristiche individuali.
2. Alternative ormonali e non ormonali
Per le donne che non possono o non desiderano intraprendere la TOS, esistono delle alternative:
- Farmaci non ormonali: alcuni farmaci antidepressivi, come gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) o della serotonina-norepinefrina (SNRI), si sono dimostrati efficaci nel ridurre le vampate di calore. Questi farmaci agiscono modulando i neurotrasmettitori nel centro ipotalamico di termoregolazione, contribuendo a stabilizzarlo e a ridurre la frequenza e l’intensità delle vampate
- Alternative naturali: i fitoestrogeni, come quelli derivati dalla soia, sono spesso proposti come rimedio naturale. Tuttavia, le fonti scientifiche sono caute: la loro efficacia non è stata chiaramente dimostrata in studi rigorosi. Anzi, questi integratori sono stati definiti “del tutto inutili” da esperti del Crea (Centro di ricerca alimenti e nutrizione), sottolineando l’importanza di affidarsi sempre al consiglio medico
Una corretta diagnosi e un dialogo aperto con il medico sono essenziali per guidare queste scelte terapeutiche.
Quando rivolgersi al medico?
Anche se la diagnosi è spesso semplice e basata sull’osservazione clinica, il consulto medico è cruciale per escludere altre patologie che potrebbero mimare i sintomi del climaterio e per definire un piano personalizzato di prevenzione e gestione della salute a lungo termine.
Nella maggior parte dei casi, la diagnosi di menopausa è principalmente clinica, e si basa su due elementi fondamentali:
- l’età della donna;
- l’assenza di mestruazioni per 12 mesi consecutivi.
Pertanto, non sono generalmente necessari esami di laboratorio per confermare l’ingresso in menopausa.
1.Esami ormonali specifici
Gli esami del sangue per misurare i livelli ormonali non sono necessari di routine. La loro utilità è limitata a casi specifici, come:
- sospetta menopausa precoce o prematura;
- situazioni dubbie in cui l’andamento del ciclo non è chiaro.
In questi contesti, la valutazione dei livelli di ormoni come l’FSH (ormone follicolo-stimolante), che aumenta notevolmente in menopausa, può aiutare a confermare la diagnosi.
2. Screening e controlli raccomandati
La menopausa è un’occasione preziosa per fare il punto sulla propria salute e programmare gli esami di screening raccomandati per questa fascia d’età, in particolare:
- Mammografia: è l’esame fondamentale per la prevenzione e la diagnosi precoce del tumore al seno, offerto gratuitamente in Italia alle donne tra i 50 e i 69 anni
- Mineralometria Ossea Computerizzata (MOC): questo esame, che misura la densità ossea, non è raccomandato per tutte le donne. Va effettuato solo in presenza di specifici fattori di rischio per l’osteoporosi, come menopausa precoce, familiarità per fratture, basso peso corporeo o uso prolungato di alcuni farmaci
Vivere la menopausa
Come sottolineato all’inizio, la menopausa è un passaggio naturale, non una malattia.
La percezione sociale di questo evento è profondamente cambiata: non più un tabù o l’inizio del declino, ma un’occasione per rimettere a posto la propria salute e riprendere in mano le redini del proprio benessere.
È un momento in cui ci si può aprire a nuovi progetti, con una maggiore libertà e una consapevolezza maturata attraverso le esperienze.
Detto questo, è innegabile che possa avere un impatto sul benessere psicologico delle donne, per questo è fondamentale il dialogo: parlare con il proprio medico, ma anche condividere esperienze con altre donne, aiuta a ridurre ansie e paure, a sfatare miti e a ricevere informazioni corrette.
Un counselling adeguato permette di sentirsi più informate e protagoniste delle scelte che riguardano la propria salute.
In definitiva, affrontare la menopausa significa diventare gestori attivi del proprio benessere. Adottare stili di vita sani, effettuare i controlli raccomandati e prendere decisioni informate sono le chiavi per vivere questa lunga e importante fase della vita in modo pieno, sereno e in salute.

Per approfondire il tema della menopausa, consigliamo di consultare i seguenti opuscoli informativi:
- Raccomandazioni mediche per la donna in menopausa e Nutrizione e menopausa, Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO)
- Menopausa e terapia ormonale sostitutiva, AIFA – Agenzia Italiana del Farmaco
- Terapia ormonale sostitutiva, SIM – Società Italiana Menopausa
- Raccomandazioni clinico-pratiche in peri- postmenopausa e terza eta, AOGOI – Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani
Domande Frequenti (FAQ)
La menopausa è la cessazione definitiva del ciclo mestruale e dell’attività ovarica, segnando il termine dell’età fertile. La diagnosi clinica è confermata dopo 12 mesi consecutivi di assenza di mestruazioni. La perimenopausa è invece il periodo di transizione (che può durare vari anni prima e l’anno dopo l’ultima mestruazione) caratterizzato da fluttuazioni ormonali e irregolarità mestruali, ed è tipicamente la fase più sintomatica.
L’età media di insorgenza della menopausa è di circa 51 anni. L’intervallo di età considerato tipico è compreso tra i 45 e i 55 anni. Se si manifesta prima dei 40 anni è definita menopausa precoce o prematura. Il fumo e la denutrizione sono fattori che possono far sì che la menopausa si verifichi in età più giovane.
Il cambiamento è dovuto all’esaurimento della riserva ovarica e alla cessazione della produzione di ormoni sessuali da parte delle ovaie, in particolare estrogeni (estradiolo) e progesterone. La diminuzione di estrogeni (ipoestrogenismo) è la causa principale dei sintomi vasomotori, dell’atrofia uro-genitale, della perdita di massa ossea e dell’aumento del rischio cardiovascolare. In risposta, i livelli di FSH e LH (gonadotropine ipofisarie) aumentano notevolmente.
I sintomi più frequenti, spesso già presenti in perimenopausa, sono le irregolarità mestruali e i sintomi vasomotori, ovvero vampate di calore e sudorazioni notturne. Possono comparire anche insonnia, stanchezza, modificazioni del tono dell’umore (ansia, irritabilità, depressione) e calo di concentrazione. Successivamente, si manifestano atrofia vulvovaginale (secchezza) e problemi urinari.
È consigliato modificare lo stile di vita, ad esempio vestirsi a strati e mantenere la temperatura ambiente bassa. Si raccomanda di evitare o limitare i fattori scatenanti come caffeina, alcol, fumo e cibi piccanti o caldi. Interventi non farmacologici che hanno dimostrato efficacia negli studi randomizzati includono la terapia cognitivo-comportamentale e l’ipnosi clinica.
Sì, durante la transizione menopausale possono manifestarsi cambiamenti d’umore, irritabilità, ansia e sintomi depressivi. Le donne sono da 2 a 4 volte più inclini a manifestare sintomi depressivi in questa fase rispetto alla pre-menopausa. I disagi emotivi sono spesso influenzati dalle fluttuazioni ormonali e sono aggravati dalla scarsa qualità del sonno causata dalle sudorazioni notturne.
Per alleviare la secchezza vaginale e la dispareunia, si possono utilizzare lubrificanti o idratanti vaginali da banco. Mantenere attiva la sfera sessuale (attraverso i rapporti o la masturbazione) aiuta a preservare l’elasticità dei tessuti. Se i sintomi sono fastidiosi, è molto efficace la terapia estrogenica locale (creme, anelli o compresse vaginali) che, a basso dosaggio, ha un assorbimento sistemico minimo.
La TOS, o HRT, è un trattamento medico che prevede la somministrazione di estrogeni e/o progestinici per compensare il deficit ormonale della menopausa. È considerata la terapia più efficace per alleviare i sintomi menopausali da moderati a gravi. Nelle donne che hanno l’utero, gli estrogeni devono essere associati a un progestinico per evitare l’aumento del rischio di cancro endometriale.
La TOS è raccomandata per le donne con sintomi vasomotori gravi o persistenti che compromettono la qualità della vita, e per le donne in menopausa precoce. Per le donne sane sotto i 60 anni o che iniziano entro 10 anni dalla menopausa, i benefici sono generalmente superiori ai rischi. La terapia deve essere personalizzata, prescritta al dosaggio minimo efficace e, per i sintomi vasomotori, si consiglia una durata di trattamento più breve possibile (fino a 5 anni).
I principali benefici sono il sollievo efficace dai sintomi (vampate, atrofia vaginale) e la prevenzione della perdita ossea e delle fratture da osteoporosi. I rischi documentati della TOS sistemica includono l’aumento del rischio di trombi (tromboembolismo venoso, ictus). La TOS combinata (con progestinico) aumenta modestamente il rischio di carcinoma mammario dopo 3-5 anni di utilizzo.
Sì, esistono alternative ormonali come i SERM (Modulatori Selettivi dei Recettori Estrogenici) – Raloxifene, usato per l’osteoporosi, e Ospemifene, per l’atrofia vaginale. Le alternative farmacologiche non ormonali, sebbene meno efficaci della TOS, includono alcuni farmaci antidepressivi (come paroxetina e venlafaxina) o il Gabapentin, utilizzati per alleviare i sintomi vasomotori in donne non candidate alla terapia ormonale.
Sì, la menopausa è il maggiore fattore di rischio per lo sviluppo di osteoporosi nelle donne oltre i 50 anni. La carenza di estrogeni compromette la densità ossea: fino al 20% della perdita di densità ossea si verifica nei primi 5 anni dopo la menopausa. Questa condizione rende le ossa più fragili (osteoporosi), aumentando notevolmente il rischio di fratture, in particolare al polso, alle vertebre e al femore.
Le modifiche includono l’abbandono del fumo e la moderazione dell’alcol. È cruciale seguire una dieta equilibrata (come la Dieta Mediterranea) per controllare il peso e l’assetto lipidico. L’apporto adeguato di calcio (1000-1500 mg/die) e Vitamina D è fondamentale per le ossa. Inoltre, l’attività fisica regolare (es. camminata veloce o ginnastica con pesi) aiuta a mantenere massa muscolare e ossea e riduce il rischio cardiovascolare.
Gli studi sui fitoestrogeni (come la soia) e altri prodotti naturali (come cimicifuga) sono contrastanti o insufficienti e non ne hanno dimostrato un’efficacia comprovata sull’attenuazione dei sintomi vasomotori o la prevenzione dell’osteoporosi. Molti esperti della menopausa non raccomandano l’uso di questi integratori, poiché mancano prove definitive sulla sicurezza e l’efficacia. È consigliato concentrarsi su una dieta sana piuttosto che su supplementi non provati.
La menopausa è generalmente diagnosticata clinicamente (assenza di mestruazioni per 12 mesi). Il controllo medico periodico è necessario per monitorare i fattori di rischio cardiovascolare (pressione arteriosa, colesterolo, glicemia). Per quanto riguarda la Mineralometria Ossea Computerizzata (MOC), raccomandata solo per donne a rischio o di età superiore ai 65 anni, un controllo di follow-up è generalmente giustificato non prima di 18-36 mesi.

