A quale età è raccomandata la prima visita oculistica nei bambini?

da | Mar 28, 2023 | Oculistica, Sanità Integrativa | 0 commenti

Quando è opportuno eseguire la prima visita oculistica nei bambini? Non esiste una risposta univoca, perché dipende molto dalle condizioni del singolo individuo e dalla sua storia familiare. Detto questo, non ci sono controindicazioni di sorta, ed è possibile eseguire un controllo della vista a qualsiasi età, ovviamente con modalità differenti. 

È importante, piuttosto, fare una distinzione tra screening ortottico, che può essere eseguito anche sui neonati, e visita oculistica in bambini in età prescolare e scolare

Infatti un conto è effettuare dei controlli per la diagnosi precoce di condizioni patologiche, in particolare in presenza di fattori di rischio specifici, e un altro è sottoporre un bambino ad un controllo oculistico di routine, magari in seguito alla manifestazione di un disagio da parte dello stesso. 

Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire a quale età è raccomandata la prima visita oculistica nei bambini e perché

Screening visivo neonatale per la diagnosi precoce

Secondo i dati disponibili, i problemi della vista non diagnosticati sono comuni nei bambini in età prescolare, con una percentuale stimata del 5-10%. 

Il 2-5% dei bambini soffre di ambliopia, anche nota come occhio pigro, che può causare la perdita della vista nell’occhio colpito e aumentare il rischio di cecità in quello sano, e di strabismo, che, se si escludono condizioni congenite, si sviluppa in genere tra l’infanzia e i 5-7 anni di età.

Queste due condizioni possono diventare irreversibili se non diagnosticate in tempi utili e trattate con misure terapeutiche mirate, ecco perché subito dopo la nascita si eseguono dei test nell’ambito dello screening visivo neonatale, essenziali per diagnosticare precocemente eventuali malattie dell’occhio e dell’apparato visivo, tra cui la cataratta congenita.  

Un esempio è l’esame per la ricerca del riflesso rosso (Red Reflex Test o RRT), in genere eseguito nel nido entro i primi 3 giorni o comunque prima della dimissione.

Nel corso degli ultimi anni la diffusione dello screening visivo neonatale è aumentata, seppur in modo disomogeneo a livello territoriale. Come si legge nel documento “Screening neonatale uditivo e visivo: raccomandazioni”, il tasso di copertura nazionale è pari al 74,7%, purtroppo ancora al di sotto degli standard qualitativi internazionali richiesti (≥ 95%).

Questi test di screening sono particolarmente raccomandati in presenza di determinati fattori di rischio per lo sviluppo dello strabismo o dell’ambliopia, tra cui: 

  • storia familiare positiva per malformazioni oculari; 
  • anisometropia, che consiste in una grande differenza nel potere rifrattivo dei due occhi, più di 4 diottrie nelle sfere e/o 2 diottrie di astigmatismo;
  • cataratta congenita;
  • tumori oculari, come il retinoblastoma;
  • nascita prematura o da madre che ha sofferto di infezioni come rosolia, herpes genitale o toxoplasmosi durante la gravidanza.

Una mancata diagnosi precoce può compromettere in maniera irreversibile la vista dei bambini affetti da un simile difetto oculare e, di conseguenza, causare limitazioni educazionali e/o occupazionali

Visita oculistica nei bambini in età prescolare

Abbiamo visto che nei bambini molto piccoli, in età prescolare, lo screening visivo neonatale è di fondamentale importanza per la diagnosi precoce di alcune patologie invalidanti. 

Purtroppo, diagnosticare un difetto visivo – ad esempio la miopia, l’astigmatismo, la presbiopia, l’ipermetropiarisulta molto più complesso e meno efficace, a causa essenzialmente della scarsa attendibilità delle risposte e l’incapacità del bambino a cooperare

Detto ciò, le raccomandazioni della comunità internazionale prevedono l’esecuzione dei seguenti esami e controlli entro i primi 6 mesi di vita del bambino: 

  • test di ricerca del riflesso rosso (RRT), segnalando riflesso assente, bianco, attenuato, opacizzato o asimmetrico;
  • esame delle strutture oculari;
  • esame della funzionalità pupillare, segnalando forma irregolare, diametro asimmetrico, reazione alla luce scarsa e/o asimmetrica.

Saranno i medici del nido, il pediatra di libera scelta e l’oculista a informare i genitori sulla necessità di eseguire degli esami più approfonditi

Visita oculistica nei bambini in età scolare

In genere, in assenza di fattori di rischio o condizioni congenite, si consiglia di eseguire la prima visita oculistica nei bambini per la ricerca di difetti refrattivi nella fascia di età 3-6 anni, perché è in questa fase che statisticamente si manifestano con maggiore frequenza.

In effetti, a quest’età i bambini sono più collaborativi e le risposte fornite durante i test visivi risultano essere più attendibili, anche se non sono ancora in grado, ad esempio, di riconoscere delle lettere. 

L’oculista, infatti, può utilizzare degli ottotipi – ovvero delle tavole contenenti lettere o simboli utilizzate per determinare l’acutezza visiva – pensati proprio per i bambini piccoli, caratterizzati dalla presenza di figure, oggetti, disegni, di più facile comprensione

A 6 anni, o comunque in concomitanza con l’inizio della scuola dell’obbligo, si consiglia una visita di controllo eseguita da un oculista al fine di individuare eventuali difetti refrattivi che potrebbero limitare la capacità del bambino di seguire correttamente le lezioni, leggere alla lavagna, e così via. 

In assenza di condizioni particolari, è opportuno ripetere il controllo ogni 2-3 anni. Laddove, invece, il bambino manifesti alcuni sintomi, come ad esempio mal di testa frequente, ammiccamento, tendenza a reclinare la testa da un lato quando osserva qualcosa o a strofinare spesso gli occhi, allora è importante procedere ad una visita più approfondita

ATTENZIONE:
Le informazioni qui riportate hanno carattere divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportati sono assunte in piena autonomia decisionale e a loro rischio.

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