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Ritenzione urinaria: cause, sintomi e soluzioni

da | Nov 13, 2025 | Sanità Integrativa, Urologia

Con l’espressione ritenzione urinaria si indica una condizione caratterizzata dall’incapacità di svuotare completamente la vescica. Sebbene possa colpire chiunque, è un disturbo comune, in particolare tra gli uomini in età avanzata

Spesso sottovalutata o confusa con altri problemi urinari, la ritenzione può manifestarsi in forme acute, che rappresentano un’emergenza medica, o croniche, che si sviluppano gradualmente nel tempo. 

Approfondiamo nel dettaglio le sue diverse forme, le cause sottostanti, i sintomi da non ignorare, i metodi diagnostici e le opzioni di trattamento disponibili, per comprendere e affrontare questa condizione.

Che cos’è la ritenzione urinaria? Definizione e classificazione

La ritenzione urinaria è una condizione in cui una persona non riesce a svuotare del tutto o per nulla la vescica

Può manifestarsi in due modi: con l’incapacità totale di urinare oppure con uno svuotamento solo parziale, in cui una quantità significativa di urina rimane nella vescica anche dopo la minzione.

Per capire meglio il meccanismo alla base della ritenzione, è utile avere una visione d’insieme del funzionamento del sistema urinario, che è composto da:

  • vescica: un organo muscolare che agisce come un serbatoio per l’urina;
  • uretra: il canale attraverso cui l’urina viene espulsa dal corpo;
  • sfinteri: anelli muscolari che si chiudono per trattenere l’urina nella vescica e si rilassano per permetterne l’uscita.

Quando facciamo pipì i nervi trasmettono segnali dal cervello alla vescica, ordinando al muscolo vescicale di contrarsi e agli sfinteri di rilassarsi. La ritenzione urinaria si verifica quando un’interruzione in questo meccanismo impedisce il corretto svuotamento.

Ritenzione urinaria acuta vs. cronica 

La ritenzione urinaria si presenta principalmente in due forme, con caratteristiche e livelli di urgenza molto diversi.

CaratteristicaRitenzione Urinaria AcutaRitenzione Urinaria Cronica
InsorgenzaImprovvisa e spesso inaspettata.Graduale, si sviluppa nel tempo.
Sintomi PrincipaliIncapacità totale di urinare, accompagnata da un dolore intenso e crescente nel basso addome.Difficoltà a iniziare la minzione, flusso di urina debole o intermittente, sensazione di non aver svuotato completamente la vescica.
GravitàÈ un’emergenza medica che richiede un intervento immediato.È un problema a lungo termine che può peggiorare e portare a complicanze se non trattato.

I sintomi della ritenzione urinaria variano notevolmente a seconda che la condizione sia acuta o cronica, e riconoscerli in tempo può prevenire complicanze serie.

Sintomi della ritenzione acuta: urgenza e dolore 

La ritenzione urinaria acuta si manifesta con sintomi chiari e intensi che non possono essere ignorati, tra cui i seguenti:

  • incapacità totale di urinare, nonostante un forte bisogno;
  • dolore forte e crescente nella parte inferiore dell’addome, causato dalla vescica che si dilata;
  • bisogno urgente e pressante di urinare;
  • gonfiore del basso ventre, noto clinicamente come “globo vescicale”, che è la vescica piena e palpabile.

Sintomi della ritenzione cronica: flusso debole e svuotamento incompleto 

A differenza della forma acuta, la ritenzione cronica ha sintomi più subdoli e progressivi, che spesso passano inosservati. 

Vediamo quali sono:

  • difficoltà a iniziare la minzione (esitazione);
  • flusso di urina debole o intermittente;
  • sensazione di non aver svuotato completamente la vescica anche dopo aver finito;
  • necessità di urinare spesso (frequenza) e in piccole quantità;
  • bisogno di alzarsi più volte di notte per urinare (nicturia);
  • perdita involontaria di piccole quantità di urina durante il giorno.

Il paradosso dell’incontinenza da rigurgito 

Un sintomo che può sembrare contraddittorio è la perdita di urina, tipicamente associata all’incontinenza

Nella ritenzione cronica, la vescica può diventare così piena da non poter più contenere ulteriore urina

Questa sovradistensione causa piccole perdite involontarie, un fenomeno noto come incontinenza da rigurgito (o overflow incontinence). In pratica, la vescica è così piena che “trabocca”, pur non riuscendo a svuotarsi attivamente.

Le cause principali della ritenzione urinaria

La ritenzione urinaria non è una malattia a sé stante, ma il sintomo di un problema di fondo. Le cause possono essere raggruppate in tre categorie principali

  1. ostruzioni che bloccano fisicamente il flusso di urina; 
  2. problemi neuromuscolari che compromettono la funzione della vescica;
  3. altri fattori scatenanti, come farmaci, infezioni o interventi chirurgici.

1. Ostruzioni meccaniche al flusso urinario

Un’ostruzione fisica è una delle cause più comuni di ritenzione. Rientrano in questa categoria le seguenti condizioni sottostanti:

  • iperplasia Prostatica Benigna (IPB): è la causa più comune di ritenzione urinaria negli uomini anziani. Con l’invecchiamento, la prostata tende a ingrossarsi e può comprimere l’uretra, il canale che trasporta l’urina fuori dalla vescica, ostacolandone il passaggio;
  • calcoli delle vie urinarie e coaguli di sangue: possono migrare e bloccare fisicamente l’apertura della vescica o l’uretra;
  • stenosi uretrale e ostruzione del collo vescicale: una stenosi è un restringimento dell’uretra, spesso causato da tessuto cicatriziale dovuto a traumi o infezioni precedenti, che impedisce il normale flusso di urina;
  • prolasso degli organi pelvici (cistocele, rettocele): nelle donne, la discesa della vescica (cistocele) o del retto (rettocele) verso la vagina può comprimere o piegare l’uretra, causando un’ostruzione;
  • fecaloma rettale (stipsi grave): un accumulo di feci dure e compatte nel retto (fecaloma) può esercitare una pressione esterna sulle vie urinarie, bloccando il deflusso dell’urina.

2. Problemi neuromuscolari e disfunzione vescicale

Come accennato prima, un corretto svuotamento della vescica dipende da una complessa comunicazione tra cervello, nervi e muscoli.

Sono diverse le condizioni in grado di compromettere questo meccanismo, ma le principali sono le seguenti:

  • malattie neurologiche: condizioni come diabete, Morbo di Parkinson, Sclerosi Multipla, ictus e traumi al midollo spinale possono danneggiare i nervi che controllano la vescica. Questo interrompe i segnali necessari per la contrazione del muscolo vescicale e il rilassamento degli sfinteri;
  • vescica ipoattiva (muscoli vescicali deboli): a volte il problema risiede nella debolezza del muscolo detrusore della vescica. Se questo muscolo non si contrae con forza sufficiente, non riesce a espellere tutta l’urina presente. Questa condizione può essere legata a un indebolimento del muscolo dovuto all’invecchiamento, ma può anche essere una conseguenza della ritenzione cronica stessa. Una vescica costantemente sovradistesa può subire un danno muscolare, perdendo la sua capacità contrattile e innescando un circolo vizioso.

3. Ruolo di farmaci, infezioni e chirurgia

Diversi fattori esterni possono interferire con la normale funzione urinaria.

Ci riferiamo, in particolare, ai seguenti:

  • farmaci associati alla ritenzione: molti farmaci di uso comune possono causare ritenzione urinaria come effetto collaterale. Tra questi troviamo antistaminici e decongestionanti, alcuni antidepressivi (in particolare i triciclici), oppioidi (antidolorifici), antispastici e anticolinergici. Questi farmaci agiscono principalmente riducendo la capacità di contrazione del muscolo vescicale o aumentando il tono muscolare dello sfintere, rendendo più difficile l’espulsione dell’urina;
  • infezioni e infiammazioni: infezioni come la prostatite (infiammazione della prostata), le infezioni del tratto urinario (IVU) o le uretriti possono causare gonfiore dei tessuti, che a sua volta può ostruire il flusso di urina;
  • complicanze post-operatorie: l’anestesia utilizzata durante un intervento chirurgico può interferire temporaneamente con i segnali nervosi della vescica. Inoltre, interventi nella zona pelvica possono causare gonfiore o traumi che ostacolano la minzione.

Data la molteplicità delle possibili cause, una diagnosi accurata è essenziale per determinare il trattamento corretto.

Come viene diagnosticata la ritenzione urinaria

Il processo diagnostico serve non solo a confermare la presenza di ritenzione urinaria, ma soprattutto a identificarne la causa scatenante. Il percorso inizia con un’attenta valutazione clinica e può proseguire con misurazioni specifiche ed esami strumentali più approfonditi.

Il primo passo consiste in un colloquio approfondito (anamnesi), durante il quale il medico raccoglie informazioni dettagliate sui sintomi, sulla loro insorgenza, sulla storia clinica del paziente e sui farmaci assunti. 

Segue un esame obiettivo, che include:

  • la palpazione dell’addome per verificare la presenza di una vescica dilatata (il “globo vescicale”);
  • l’esplorazione rettale, fondamentale per valutare le dimensioni e la consistenza della prostata negli uomini e per identificare la presenza di un fecaloma (massa di feci dure) in entrambi i sessi.

Si procede, poi, con la misurazione del volume residuo post-minzionale (PVR). Questo test è cruciale per diagnosticare la ritenzione, specialmente nella sua forma cronica. Misura la quantità di urina che rimane nella vescica subito dopo aver tentato di svuotarla il più possibile. Un volume residuo superiore a circa mezza tazza, corrispondente a 120-150 ml, è generalmente considerato indicativo di ritenzione urinaria. La misurazione può essere effettuata con due metodi principali:

  • ecografia vescicale: è il metodo più comune e non invasivo. Una sonda ecografica viene posizionata sull’addome per visualizzare e calcolare il volume di urina rimasta;
  • cateterismo: in alcuni casi, si inserisce un piccolo e sottile catetere nell’uretra fino alla vescica per drenare e misurare con precisione l’urina residua.

Per approfondire la diagnosi e identificare la causa, possono essere necessari anche ulteriori esami, come:

  • esami delle urine: l’urinocoltura è utile per rilevare la presenza di infezioni del tratto urinario;
  • esami del sangue: possono valutare la funzionalità renale (creatinina, urea) e, negli uomini, misurare i livelli dell’antigene prostatico specifico (PSA) per indagare problemi alla prostata;
  • test urodinamici: sono un insieme di esami specialistici che valutano come funzionano i muscoli e i nervi della vescica e dell’uretra. Misurano la pressione all’interno della vescica e il flusso urinario; 
  • cistoscopia: è una procedura in cui un sottile strumento con una telecamera (cistoscopio) viene inserito nell’uretra per ispezionare visivamente l’interno dell’uretra e della vescica, permettendo di identificare ostruzioni come calcoli, stenosi o tumori.

Una volta identificata con precisione la causa della ritenzione, è possibile definire la strategia terapeutica più adatta.

Trattamenti per la ritenzione urinaria

L’approccio terapeutico alla ritenzione urinaria varia in base alla gravità (acuta o cronica) e, soprattutto, alla causa scatenante. L’obiettivo del trattamento è duplice: alleviare il sintomo immediato, ovvero lo svuotamento della vescica, e risolvere il problema di fondo per prevenire recidive e complicanze.

1. Trattamento di emergenza della ritenzione acuta

La ritenzione urinaria acuta è un’emergenza medica che richiede un intervento immediato. Il trattamento consiste nel drenaggio urgente dell’urina tramite l’inserimento di un catetere

Le opzioni principali sono due:

  • catetere uretrale: un sottile tubo flessibile viene inserito attraverso l’uretra fino alla vescica;
  • catetere sovrapubico: se l’inserimento uretrale non è possibile, il catetere viene inserito direttamente nella vescica attraverso una piccola incisione nella parte inferiore dell’addome.

2. Terapia farmacologica

I farmaci sono spesso utilizzati per trattare le cause sottostanti della ritenzione cronica.

Per l’iperplasia prostatica benigna, si utilizzano due principali classi di farmaci:

  • alfa-bloccanti: rilassano i muscoli del collo vescicale e della prostata, facilitando il flusso di urina;
  • inibitori della 5-alfa reduttasi: agiscono riducendo gradualmente le dimensioni della prostata.

Se la ritenzione è causata da un’infezione del tratto urinario o da una prostatite, viene prescritta una terapia antibiotica mirata.

Un passo fondamentale è rivedere la terapia farmacologica del paziente. Se un farmaco è identificato come causa della ritenzione, il medico può deciderne la sospensione o la sostituzione con un’alternativa.

3. Interventi e procedure chirurgiche

Quando i farmaci non sono sufficienti o in presenza di un’ostruzione fisica, può essere necessario un intervento, che può variare a seconda della causa sottostante.

  • trattamenti per l’IPB: esistono diverse procedure per risolvere l’ostruzione causata dall’ingrossamento della prostata, tra cui la resezione transuretrale della prostata (TURP) e opzioni mininvasive come l’Embolizzazione dell’Arteria Prostatica (PAE);
  • stenosi uretrale o prolasso degli organi pelvici: la chirurgia può correggere problemi strutturali. Una stenosi uretrale può essere trattata con una dilatazione o un intervento di ricostruzione (uretroplastica). Nelle donne, un intervento chirurgico può sollevare e riposizionare gli organi pelvici prolassati.

4. Gestione a lungo termine e modifiche dello stile di vita

Per i pazienti con problemi cronici, specialmente di natura neurologica, la gestione a lungo termine è fondamentale, e si basa sulle seguenti opzioni:

  • autocateterismo intermittente e tecniche di svuotamento: i pazienti possono imparare a svuotare la vescica autonomamente a intervalli regolari durante la giornata usando un catetere usa e getta. Questa tecnica, nota come autocateterismo intermittente, è considerata il trattamento di prima linea per la vescica neurogena;
  • allenamento vescicale e rafforzamento dei muscoli del pavimento pelvico (Esercizi di Kegel): queste tecniche comportamentali possono aiutare a migliorare il controllo della vescica e la coordinazione muscolare durante la minzione;
  • regolazione dell’assunzione di liquidi, attività fisica e dieta ricca di fibre: uno stile di vita sano, che includa un’adeguata idratazione, attività fisica regolare e una dieta che prevenga la stipsi, può contribuire a gestire la condizione e a migliorare la funzione urinaria.

Un trattamento adeguato è essenziale non solo per risolvere i sintomi, ma anche per evitare le potenziali e gravi complicanze a lungo termine.

Complicanze e rischi della ritenzione urinaria

Ignorare i sintomi della ritenzione urinaria, specialmente nella sua forma cronica, può essere pericoloso. L’accumulo persistente di urina nella vescica non è solo una fonte di disagio, ma può portare a una serie di problemi di salute, alcuni dei quali possono compromettere seriamente la funzionalità del sistema urinario.

Le principali complicanze associate a una ritenzione urinaria non trattata sono le seguenti:

  • infezioni del tratto urinario (IVU): l’urina che ristagna nella vescica crea un ambiente ideale per la proliferazione dei batteri. Questo aumenta significativamente il rischio di sviluppare infezioni ricorrenti alla vescica (cistiti), che possono estendersi fino ai reni;
  • danno renale: quando la vescica è cronicamente piena, la pressione al suo interno aumenta. Questa pressione può trasmettersi a ritroso attraverso gli ureteri fino ai reni, causando un riflusso di urina. Nel tempo, questa condizione può danneggiare i reni, compromettendone la funzionalità e, nei casi più gravi, portando a insufficienza renale;
  • danno permanente alla vescica: una vescica costantemente sovradistesa (stirata oltre la sua capacità) può subire un danno permanente. Le fibre muscolari perdono la loro elasticità e capacità di contrarsi efficacemente, rendendo ancora più difficile lo svuotamento e cronicizzando il problema;
  • calcoli vescicali: i sali minerali e le sostanze di scarto presenti nell’urina stagnante possono cristallizzare e aggregarsi, formando calcoli all’interno della vescica. Questi calcoli possono causare dolore, infezioni e peggiorare ulteriormente l’ostruzione.

È quindi fondamentale non sottovalutare sintomi come un flusso urinario debole o la sensazione di non svuotare completamente la vescica. Consultare un medico ai primi segnali è il passo più importante per una diagnosi corretta e per prevenire danni a lungo termine. Con un approccio diagnostico accurato e un piano di trattamento personalizzato, la maggior parte delle cause di ritenzione urinaria può essere gestita in modo efficace, migliorando significativamente la qualità della vita.

Domande frequenti (FAQ)

1. Che cos’è esattamente la ritenzione urinaria?

La ritenzione urinaria è l’incapacità di urinare del tutto o di svuotare completamente la vescica. In questo caso, nonostante si possa riuscire a urinare, una quantità significativa di urina rimane nella vescica. Questa condizione può verificarsi a causa di un blocco nel tratto urinario, problemi ai nervi che controllano la vescica o debolezza dei muscoli vescicali.

2. Qual è la differenza tra ritenzione urinaria acuta e cronica?

La ritenzione acuta insorge improvvisamente ed è spesso associata all’incapacità totale di urinare e a dolore intenso nell’addome inferiore. La ritenzione cronica si sviluppa gradualmente, il soggetto è in grado di urinare ma non svuota completamente la vescica (svuotamento incompleto), e può manifestare pochi o nessun sintomo.

3. Quali sono i sintomi tipici della ritenzione urinaria cronica?

I sintomi possono includere difficoltà nell’avviare la minzione (esitazione) e un flusso di urina debole, lento o intermittente. Spesso si ha la sensazione che la vescica non si sia svuotata completamente anche dopo aver finito di urinare. Possono verificarsi anche minzione frequente, minzione notturna (nicturia) o perdite involontarie di urina (incontinenza da rigurgito).

4. La ritenzione urinaria è un’emergenza medica?

Sì, la ritenzione urinaria acuta è considerata un’emergenza medica. Se non si riesce a urinare affatto e si avverte un forte dolore o gonfiore al basso ventre, è fondamentale cercare immediatamente assistenza sanitaria. Anche la ritenzione cronica deve essere valutata per prevenire complicazioni gravi come danni ai reni o infezioni delle vie urinarie.

5. Quali sono le principali cause di ritenzione urinaria negli uomini?

Negli uomini, la causa più comune di ritenzione urinaria è l’ingrossamento della prostata, nota come iperplasia prostatica benigna (IPB). La crescita della prostata può comprimere l’uretra, bloccando o restringendo il flusso di urina dalla vescica. Altre cause includono prostatite acuta, cancro della prostata e traumi uretrali.

6. Quali sono le principali cause di ritenzione urinaria nelle donne?

Una causa comune nelle donne è il prolasso degli organi pelvici, come il cistocele (vescica che sporge nella vagina) o il rettocele. Anche masse pelviche (come tumori o fibromi), patologie ginecologiche (come l’utero retroverso) e patologie del postpartum possono ostruire l’apertura della vescica.

7. Altre cause comuni includono i calcoli vescicali o renali?

Sì, i calcoli delle vie urinarie (chiamati anche calcoli) sono tra le cause di ritenzione urinaria. Possono creare un blocco che impedisce all’urina di fuoriuscire, sia nell’apertura della vescica sia nell’uretra. Se i calcoli si trovano nella vescica o nell’uretra, possono bloccare direttamente il flusso di urina.

8. Quali farmaci possono causare ritenzione urinaria come effetto collaterale?

Alcuni farmaci, in particolare quelli con effetti anticolinergici, possono causare ritenzione urinaria. Esempi includono antistaminici, alcuni antidepressivi triciclici, farmaci antispastici e farmaci antiparkinsoniani. Anche gli oppioidi, i miorilassanti e i decongestionanti possono interferire con la funzionalità vescicale o aumentare il tono muscolare attorno al collo vescicale.

9. Qual è il primo trattamento in caso di ritenzione urinaria acuta?

Il primo trattamento è il drenaggio immediato della vescica per alleviare la pressione. Questo si ottiene inserendo immediatamente un catetere nella vescica per drenare l’urina ritenuta. In caso di impossibilità a inserire un catetere uretrale (ad esempio per un blocco), può essere utilizzato un catetere sovrapubico.

10. Quali sono le opzioni di trattamento non chirurgico per la ritenzione cronica?

Le opzioni non chirurgiche includono la sospensione dei farmaci che causano il problema, se possibile. Possono essere prescritti farmaci per rilassare i muscoli attorno all’apertura della vescica o per ridimensionare la prostata negli uomini. Per i problemi nervosi, può essere indicato l’autocateterismo intermittente, che consiste nell’inserire un catetere più volte al giorno per drenare l’urina.

11. In quali casi è necessario un intervento chirurgico?

L’intervento chirurgico è necessario quando la ritenzione urinaria è causata da problemi strutturali o ostruzioni che non rispondono ad altri trattamenti. Ciò include il trattamento dell’ingrossamento della prostata (IPB), la correzione di stenosi uretrali (ad esempio con dilatazione o stent), o il riposizionamento di organi pelvici prolassati (come cistocele o rettocele).

12. Ci sono esercizi che possono aiutare a migliorare i sintomi della ritenzione urinaria?

Sì, gli esercizi possono essere utili come parte dei trattamenti non chirurgici. Gli esercizi di Kegel o la terapia per il pavimento pelvico aiutano a rafforzare i muscoli e possono migliorare il controllo dello sfintere urinario. Anche l’allenamento della vescica e il biofeedback rientrano tra queste terapie comportamentali.

13. Quali modifiche allo stile di vita possono aiutare a prevenire la ritenzione urinaria?

Sebbene non sia sempre prevenibile, alcune modifiche possono abbassare il rischio o aiutare a gestirla. È consigliato bere molti liquidi, specialmente acqua, e mangiare pasti ben bilanciati e con più fibre per prevenire la stipsi (fecaloma rettale). Altre abitudini utili includono fare attività fisica regolare e urinare non appena si avverte lo stimolo, evitando di trattenere l’urina a lungo.

ATTENZIONE:
Le informazioni qui riportate hanno carattere divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportati sono assunte in piena autonomia decisionale e a loro rischio.