Tiroidite di Hashimoto: cause, sintomi, complicanze

da | Dic 13, 2023 | Endocrinologia, Sanità Integrativa | 0 commenti

Una delle malattie della tiroide più diffuse, dopo l’ipotiroidismo e l’ipertiroidismo, è senza dubbio la Tiroidite di Hashimoto, una malattia autoimmune in cui il sistema immunitario attacca erroneamente la ghiandola tiroidea, che è responsabile della produzione di ormoni tiroidei che regolano il metabolismo.

Si tratta, come vedremo più nel dettaglio nel corso dell’articolo, di una infiammazione della tiroide, che può provocare diversi sintomi più o meno intensi, da trattare in modo efficace al fine di evitare complicanze anche gravi

Secondo i dati forniti da Epicentro dell’Istituto Superiore di Sanità, colpisce dal 5 al 15 per cento della popolazione femminile e dall’1 al 5 per cento della popolazione maschile, aumentando di frequenza, in particolare nelle donne, col progredire dell’età.

Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire cause, sintomi e complicanze della tiroidite di Hashimoto

Cos’è la Tiroidite di Hashimoto?

La tiroidite di Hashimoto è una forma di tiroidite autoimmune, in cui il sistema immunitario attacca la tiroide, causando infiammazione e danneggiamento del tessuto tiroideo. 

Nel corso del tempo, ciò può portare a una diminuzione della produzione di ormoni tiroidei, con conseguente ipotiroidismo

La malattia è più comune nelle donne, e spesso si sviluppa gradualmente nel corso di diversi anni in maniera asintomatica o paucisintomatica. I sintomi possono includere affaticamento, aumento di peso, sensazione di freddo, secchezza della pelle e debolezza muscolare.

Secondo quanto riportato sul sito del Manuale MSD, la tiroidite di Hashimoto è talvolta associata ad altre patologie autoimmuni, tra cui: 

  • morbo di Addison (insufficienza surrenalica); 
  • diabete di tipo 1;
  • ipoparatiroidismo;
  • vitiligine;
  • calvizie precoce;
  • anemia perniciosa;
  • artrite reumatoide;
  • lupus eritematoso sistemico; 
  • sindrome di Sjögren; 
  • celiachia;
  • sindrome da deficit polighiandolare di tipo 2 anche nota come sindrome di Schmidt, una combinazione di malattia di Addison con ipotiroidismo secondario a tiroidite di Hashimoto e/o diabete mellito di tipo 1.

Inoltre, l’incidenza della condizione aumenta con l’età e nei soggetti con alterazioni cromosomiche, tra cui sindrome di Down, sindrome di Turner e sindrome di Klinefelter.

Altre forme di tiroidite

Oltre alla tiroidite di Hashimoto, ci sono diverse altre forme di tiroidite, tra cui le seguenti:

  • tiroidite di Graves: questa è un’altra forma comune di tiroidite autoimmune in cui il sistema immunitario attacca la ghiandola tiroidea, ma in questo caso provoca un’eccessiva produzione di ormoni tiroidei. Questa condizione è associata all’ipertiroidismo, con sintomi come perdita di peso, nervosismo, palpitazioni cardiache e tremori;
  • tiroidite subacuta (o tiroidite di De Quervain): questa forma di tiroidite è spesso preceduta da un’infezione virale. Può causare dolore alla ghiandola tiroidea e solitamente si risolve nel tempo senza causare danni permanenti;
  • tiroidite indotta da farmaci: alcuni farmaci possono causare infiammazione della ghiandola tiroidea come effetto collaterale. Tuttavia, questa forma di tiroidite è spesso temporanea e reversibile;
  • tiroidite post partum: questa forma si verifica dopo il parto, e coinvolge l’infiammazione della ghiandola tiroidea. Può essere temporanea, ma in alcuni casi può portare a problemi tiroidei a lungo termine.

È importante sottolineare che la gestione e il trattamento delle diverse forme di tiroidite possono variare in base alla causa sottostante e ai sintomi presenti. Sarà il medico a stabilire come procedere.

Quali sono le cause di questa tiroidite?

Come spiegato, la tiroidite di Hashimoto è una condizione autoimmune, ovvero il sistema immunitario riconosce come corpo estraneo la tiroide, aggredendola. 

Ad oggi, le cause esatte non sono completamente comprese, ma alcuni fattori possono contribuire allo sviluppo della condizione. 

Le cause principali includono:

  • predisposizione genetica: ci sono evidenze che suggeriscono una componente genetica nella suscettibilità alla tiroidite di Hashimoto. Se ci sono membri della famiglia con patologie tiroidee o malattie autoimmuni, il rischio di sviluppare la condizione può aumentare;
  • fattori ambientali: esposizione a fattori ambientali, come infezioni virali o batteriche, potrebbe scatenare la risposta autoimmune nella ghiandola tiroidea in individui geneticamente predisposti. Alcuni studi hanno suggerito che virus come l’Epstein-Barr possono essere coinvolti nello sviluppo della tiroidite di Hashimoto;
  • sesso e età: la tiroidite di Hashimoto colpisce più comunemente le donne rispetto agli uomini. Inoltre, la malattia tende a manifestarsi più frequentemente tra i 30 e i 50 anni, sebbene possa verificarsi a qualsiasi età;
  • disfunzioni immunologiche: alterazioni nel sistema immunitario possono contribuire allo sviluppo della tiroidite di Hashimoto. Nel caso della tiroidite di Hashimoto, il sistema immunitario attacca le cellule della ghiandola tiroidea, provocando infiammazione e danneggiamento del tessuto;
  • fattori ormonali: cambiamenti ormonali, come quelli legati alla gravidanza o alla menopausa, possono influenzare lo sviluppo o l’aggravamento della tiroidite di Hashimoto.

È importante sottolineare che la comprensione della malattia è ancora in evoluzione, e molte delle cause specifiche possono variare da persona a persona. 

La combinazione di fattori genetici, ambientali e ormonali sembra giocare un ruolo nel suscitare la risposta autoimmune caratteristica della tiroidite di Hashimoto. 

Quali sono i sintomi principali?

La tiroidite di Hashimoto può presentare una varietà di sintomi, ma è importante notare che molte persone possono essere asintomatiche nelle prime fasi della malattia

Inoltre, i sintomi possono variare in intensità da persona a persona

Ecco alcuni dei sintomi più comuni associati alla tiroidite di Hashimoto:

  • fatica e debolezza: sono sintomi comuni, spesso associati a un metabolismo più lento causato dall’ipotiroidismo;
  • aumento di peso: a causa del rallentamento del metabolismo, molte persone con tiroidite di Hashimoto possono sperimentare un aumento di peso nonostante una dieta normale;
  • sensazione di freddo: le persone affette dalla malattia possono avere una maggiore sensibilità al freddo a causa della ridotta produzione di ormoni tiroidei che regolano il calore corporeo;
  • pelle secca e capelli fragili: l’ipotiroidismo può influenzare la pelle e i capelli, causando secchezza cutanea, prurito e capelli fragili;
  • ritenzione idrica: l’ipotiroidismo può contribuire alla ritenzione idrica, causando gonfiore, specialmente nelle estremità;
  • mialgia e artralgia: dolore muscolare (mialgia) e dolore articolare (artralgia) possono verificarsi come sintomi associati;
  • problemi digestivi: alcune persone con tiroidite di Hashimoto possono sperimentare problemi digestivi, come stitichezza;
  • depressione e cambiamenti nell’umore: i cambiamenti nei livelli degli ormoni tiroidei possono influenzare l’umore, portando a sintomi come depressione e irritabilità;
  • pallore e pelle giallastra: in casi più gravi, l’ipotiroidismo può causare pallore e una tinta giallastra della pelle (ittero);
  • irregolarità mestruali: le donne con tiroidite di Hashimoto possono sperimentare irregolarità mestruali, compresi cicli mestruali più lunghi o più corti.

È importante notare che questi sintomi possono svilupparsi lentamente nel corso del tempo, e molte persone potrebbero non rendersi conto dei cambiamenti fino a quando la malattia non è più avanzata

La diagnosi e il trattamento della tiroidite di Hashimoto dovrebbero essere gestiti da un professionista della salute, nello specifico un endocrinologo, che può valutare i sintomi, eseguire test specifici e sviluppare un piano di trattamento appropriato.

Come si effettua la diagnosi?

La diagnosi della tiroidite di Hashimoto coinvolge una combinazione di valutazione dei sintomi del paziente, esami fisici e test di laboratorio, individuati e prescritti dall’endocrinologo. 

Ecco i passaggi tipici coinvolti nella diagnosi:

  • anamnesi e esame fisico: il medico raccoglierà un’anamnesi completa, che include la storia dei sintomi del paziente, la storia familiare di malattie tiroidee o autoimmuni, e condizioni mediche passate. L’esame fisico può includere la palpazione della ghiandola tiroidea per rilevare eventuali ingrossamenti o noduli;
  • esami di laboratorio: i test di laboratorio sono fondamentali per la diagnosi della tiroidite di Hashimoto. I principali test comprendono:
    • esame della funzione tiroidea: misura i livelli di ormoni tiroidei (T3, T4) e dell’ormone tireostimolante (TSH). Nella tiroidite di Hashimoto, si può osservare un aumento del TSH e una diminuzione dei livelli di T3 e T4;
    • test per gli anticorpi: gli anticorpi anti-tireoperossidasi (anti-TPO) e gli anticorpi anti-tireoglobulina (anti-Tg) sono spesso elevati nella tiroidite di Hashimoto, confermando un’origine autoimmune;
  • imaging: l’ecografia tiroidea può essere utilizzata per visualizzare la ghiandola tiroidea e identificare eventuali noduli o ingrossamenti;
  • biopsia della ghiandola tiroidea: in alcuni casi, il medico può raccomandare una biopsia della ghiandola tiroidea (esame citologico da agoaspirato tiroideo) per analizzare campioni di tessuto e confermare la diagnosi.

Una volta effettuata la diagnosi, il trattamento dipenderà dalla gravità dei sintomi e dai risultati dei test

Cosa prevede il trattamento della tiroidite di Hashimoto?

Il trattamento della tiroidite di Hashimoto si basa sulla gestione dei sintomi e sulla normalizzazione dei livelli degli ormoni tiroidei, e può variare in base alla gravità della condizione e alla presenza di sintomi specifici. 

In genere, si procede in questo modo:

  • terapia ormonale: il trattamento principale per l’ipotiroidismo causato dalla tiroidite di Hashimoto prevede la somministrazione di levotiroxina, un ormone tiroideo sintetico, che sostituisce gli ormoni tiroidei mancanti aiutando a mantenere i livelli ormonali nel range normale. La dose di levotiroxina viene regolata dal medico in base ai livelli di TSH nel sangue;
  • monitoraggio: dopo l’inizio del trattamento, è essenziale sottoporsi a controlli regolari per valutare i livelli degli ormoni tiroidei e apportare eventuali aggiustamenti nella dose di levotiroxina;
  • stile di vita: adottare uno stile di vita sano può contribuire al benessere generale e alla gestione dei sintomi. Ciò include una dieta equilibrata, esercizio fisico regolare e abbastanza riposo;
  • gestione dello stress: lo stress può influenzare negativamente la funzione tiroidea. Strategie di gestione dello stress, come la meditazione, lo yoga o la terapia cognitivo-comportamentale, possono essere utili;
  • gestione dello iodio: in alcuni casi, è consigliabile evitare l’eccessivo consumo di iodio, poiché potrebbe influire sulla funzione tiroidea. Tuttavia, è importante consultare un professionista della salute prima di apportare cambiamenti significativi alla dieta. Per approfondire, invitiamo a leggere l’articolo Qual è il legame tra iodio e tiroide;
  • trattamento dei sintomi specifici: alcuni sintomi specifici possono richiedere trattamenti aggiuntivi. Ad esempio, la gestione della stitichezza, se presente, può richiedere modifiche nella dieta e l’uso di lassativi, sotto supervisione medica.

È importante sottolineare che ogni paziente è unico, e il trattamento dovrebbe essere personalizzato in base alle specifiche esigenze

La gestione della tiroidite di Hashimoto è un processo continuo, e la collaborazione con un endocrinologo o un professionista della salute specializzato nella gestione delle malattie tiroidee è fondamentale per garantire una gestione efficace della condizione nel lungo termine.

Complicanze della tiroidite

La tiroidite di Hashimoto può portare a diverse complicanze, soprattutto se non viene diagnosticata o trattata in modo adeguato. 

Alcune delle complicanze potenziali includono:

  • ipotiroidismo non controllato: se la tiroidite di Hashimoto non viene gestita efficacemente, l’ipotiroidismo può diventare più grave nel tempo. Ciò può portare a sintomi più intensi e a un aumento del rischio di complicanze cardiovascolari e altre condizioni mediche;
  • gozzo: l’infiammazione cronica della ghiandola tiroidea può causare un aumento delle dimensioni della tiroide, noto come gozzo. Il gozzo può portare a cambiamenti visibili nella zona del collo e, in alcuni casi, può causare difficoltà nella deglutizione o nel respiro;
  • noduli tiroidei: la tiroidite di Hashimoto può aumentare il rischio di sviluppare noduli tiroidei, ovvero masse anormali nella ghiandola tiroidea. Mentre la maggior parte dei noduli è benigna, alcuni possono essere cancerosi;
  • gravidanza e fertilità: la tiroidite di Hashimoto può influenzare la fertilità e aumentare il rischio di complicanze durante la gravidanza, come il parto prematuro, il ritardo nella crescita fetale e lo sviluppo di ipotiroidismo nel neonato. Le donne con tiroidite di Hashimoto devono essere attentamente monitorate durante la gravidanza;
  • malattie cardiovascolari: l’ipotiroidismo non controllato può contribuire all’aumento del rischio di malattie cardiovascolari, inclusi problemi come l’ipertensione e l’ipercolesterolemia;
  • mixedema: in casi rari e gravi di ipotiroidismo non trattato, può svilupparsi una condizione chiamata mixedema, caratterizzata da gonfiore, insufficienza cardiaca e riduzione della coscienza. Il mixedema è una condizione di emergenza medica.

È importante sottolineare che, con una diagnosi tempestiva e una gestione adeguata, molte complicanze della tiroidite di Hashimoto possono essere prevenute o gestite efficacemente

Per questo motivo, si raccomanda di rivolgersi ad un medico per l’individuazione e l’eventuale gestione della condizione. 

ATTENZIONE:
Le informazioni qui riportate hanno carattere divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportati sono assunte in piena autonomia decisionale e a loro rischio.

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