Elettromiografia: cos’è e quando farla

da | Lug 25, 2022 | Esami, Sanità Integrativa | 0 commenti

Il Piano sanitario del Fondo FASDA, nell’ambito delle Prestazioni e accertamenti di alta specializzazione, prevede anche la procedura diagnostica dell’elettromiografia.

Ecco una selezione di altri esami coperti dal Piano Sanitario:

L’elettromiografia, come vedremo più nel dettaglio, è un esame che consente di misurare la risposta muscolare o l’attività elettrica in risposta a una stimolazione nervosa del muscolo, eseguito in genere per rilevare anomalie neuromuscolari.

I nostri muscoli, in condizione di riposo, non producono impulsi elettrici, mentre in caso di danno muscolare o di patologie neurologiche si può registrare una attività elettrica anche in assenza di stimolazione o contrazione. 

Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire cos’è l’elettromiografia, come si esegue e perché viene prescritta. 

Cos’è l’elettromiografia

L’elettromiografia o EMG è una procedura diagnostica che valuta lo stato di salute dei muscoli e delle cellule nervose che li controllano, chiamate anche motoneuroni, che hanno il compito di trasmettere segnali elettrici che provocano la contrazione e il rilassamento dei muscoli.  

Una patologia collegata ad un malfunzionamento di queste cellule è, ad esempio, la Sclerosi Laterale Amiotrofica

Durante questo esame si visualizzano su un monitor le oscillazioni degli impulsi elettrici (si parla, infatti, di oscilloscopio), grazie all’impiego di elettrodi posizionati in punti specifici, ovvero in alcuni muscoli che si intende analizzare. 

In alcuni casi viene anche associato un amplificatore audio in modo che l’attività possa essere anche ascoltata.

Come si esegue questo esame

Come abbiamo già accennato, un muscolo a riposo non registra nessun impulso elettrico. Quando si inseriscono gli elettrodi (in media 5 o più aghi), però, viene rilasciata una piccola quantità di energia, quindi si registra una oscillazione breve seguita poi dall’assenza di segnali, almeno nei soggetti sani. 

A questo punto, il medico invita il paziente ad eseguire una contrazione muscolare, ad esempio sollevando o piegando una gamba.

Le oscillazioni registrate dallo strumento diagnostico forniscono informazioni sulla capacità del muscolo di rispondere quando i nervi vengono stimolati. All’aumento delle contrazioni corrispondono oscillazioni maggiori. 

Quindi, l’esame consiste in una rilevazione dei dati a riposo, in seguito a una contrazione leggera e dopo contrazioni più intense

In genere l’esame è indolore, ma si può avvertire un leggero fastidio durante l’inserimento degli elettrodi.

I risultati dell’EMG possono aiutare il neurologo a diagnosticare disturbi muscolari, disturbi nervosi e disturbi che interessano la connessione tra nervi e muscoli.

Quando viene prescritta

Abbiamo detto che l’elettromiografia consente al medico di individuare la presenza di disturbi neurologici e muscolari, ma quando viene prescritta? 

In genere, il medico può raccomandare questo esame in presenza di alcuni sintomi, come: 

  • debolezza muscolare;
  • formicolio o intorpidimento a braccia, gambe, mani, piedi e/o viso;
  • crampi muscolari, spasmi e/o contrazioni;
  • paralisi di qualsiasi muscolo.

In presenza di uno o più sintomi, è consigliato rivolgersi a un neurologo per valutare come procedere

Cosa indicano i risultati dell’EMG

Se i risultati dell’elettromiografia non sono nelle norma, potrebbero indicare la presenza di differenti disturbi e condizioni patologiche a livello neurologico e muscolare

Le principali sono le seguenti: 

  • sindrome del tunnel carpale;
  • ernia del disco;
  • sindrome di Guillain-Barré, una malattia autoimmune che colpisce i nervi. Può portare a intorpidimento, formicolio e paralisi. La maggior parte delle persone guarisce dal disturbo dopo il trattamento;
  • miastenia grave, una malattia rara che provoca affaticamento e debolezza muscolare;
  • distrofia muscolare, una malattia ereditaria che colpisce gravemente la struttura e la funzione muscolare;
  • malattia di Charcot-Marie-Tooth, una malattia ereditaria che provoca danni ai nervi, principalmente nelle braccia e nelle gambe;
  • Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA), un disturbo progressivo, alla fine fatale, che attacca le cellule nervose nel cervello e nel midollo spinale. Colpisce tutti i muscoli che usiamo per muoverci, parlare, mangiare e respirare.

A seconda del muscolo analizzato il risultato può indicare una condizione piuttosto che l’altra. Sarà il neurologo a interpretare i dati acquisiti e giungere a una diagnosi, eventualmente dopo aver eseguito altri accertamenti.

ATTENZIONE:
Le informazioni qui riportate hanno carattere divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportati sono assunte in piena autonomia decisionale e a loro rischio.

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