Scintigrafia: cos’è, come si esegue e quando

da | Dic 6, 2022 | Esami, Sanità Integrativa | 0 commenti

La scintigrafia è un esame che può essere prescritto per valutare molte parti del corpo, come ad esempio le seguenti:

Il principio dell’imaging scintigrafico si basa sulla verifica o sull’esclusione della diagnosi di una malattia visualizzando l’assorbimento di una sostanza radioattiva da parte dell’organo o del tessuto bersaglio.

Essendo molto complesso e lungo da eseguire, non rientra tra gli esami di routine ai quali capita ad ognuno di noi di sottoporsi nel corso della propria vita. 

Il Piano Sanitario del Fondo sanitario integrativo FASDA prevede la copertura delle spese di numerosi esami di alta specializzazione, tra cui anche la scintigrafia, insieme a molti altri come la mammografia, l’elettromiografia, la polisonnografia, la risonanza magnetica, l’holter pressorio, l’amniocentesi e la villocentesi.  

Ma approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire cos’è la scintigrafia, come si esegue e perché viene prescritta

Cos’è la scintigrafia

La scintigrafia è una procedura di medicina nucleare, che produce immagini, più precisamente scansioni, di strutture all’interno del corpo, comprese le aree in cui sono presenti cellule tumorali, utilizzata per diagnosticare, studiare e monitorare una malattia

Simile alla radiografia convenzionale, alla risonanza magnetica, alla TC e all’ecografia, la scintigrafia determina il livello della sostanza radioattiva in vari organi e tessuti: 

  • cervello;
  • fegato;
  • reni;
  • cuore;
  • ossa;
  • canale lacrimale;
  • circolazione linfatica;
  • stomaco;
  • intestino;
  • ghiandola paratiroidea;
  • linfonodi;
  • testicoli;
  • ghiandole salivari.

In base all’oggetto dell’indagine, che può essere un organo, un tessuto, le ossa, i vasi sanguigni, la scintigrafia si distingue in: 

  • scintigrafia ossea, per lo studio di patologie del tessuto osseo, compresi i tumori;
  • scintigrafia polmonare, per lo studio della perfusione polmonare;
  • scintigrafia tiroidea, per lo studio delle alterazioni funzionali della tiroide già note o sospette;
  • scintigrafia gastrointestinale, per lo studio del tratto digerente;
  • scintigrafia paratiroidea, per lo studio delle alterazioni della paratiroide diagnosticate o sospette e per la localizzazione preoperatoria in pazienti con iperparatiroidismo già accertato;
  • scintigrafia testicolare, per lo studio del flusso sanguigno dei testicoli;
  • scintigrafia lacrimale, per lo studio di eventuali ostruzioni delle vie lacrimali;
  • scintigrafia renale sequenziale, per lo studio della funzione renale in pazienti con patologia renale nota o sospetta;
  • scintigrafia epatobiliare, per lo studio del fegato e delle vie biliari;
  • scintigrafia miocardica, per lo studio della perfusione miocardica;
  • linfoscintigrafia, per lo studio del sistema linfatico e per la visualizzazione dei linfonodi;
  • scintigrafia globale corporea con traccianti immunologici e recettoriali o OCTREOSCAN, per lo staging e follow-up di tumori neuroendocrini esprimenti recettori per la somatostatina.

Ognuna di queste forme di scintigrafia prevede una preparazione e una esecuzione differente. Sarà il tecnico a fornire tutte le istruzioni del caso al momento della prenotazione dell’esame. 

Come si esegue l’esame

In genere, per eseguire questo esame è necessario somministrare in vena o per via orale una piccola quantità di una sostanza chimica radioattiva chiamata radionuclide, che viaggia nel corpo attraverso il flusso sanguigno fino a raggiungere gli organi che si intende analizzare. Per questo motivo è anche chiamata scansione con radionuclidi.

Vengono utilizzati vari radionuclidi a seconda delle parti del corpo o dei diversi tipi di disturbi da indagare. 

Questi radionuclidi sono impiegati anche nel trattamento di alcune malattie, come i disturbi della tiroide. Nel caso della scintigrafia, vengono utilizzati per legarsi ad alcune sostanze che si accumulano in parti specifiche dell’organismo

Ad esempio, lo iodio per la tiroide o il difosfonato per le ossa.

Questa “unione” tra il radionuclide e la sostanza è chiamata tracciante radioattivo.

Tra la somministrazione del radiofarmaco e l’esecuzione dell’esame deve passare un po’ di tempo, che varia a seconda del tipo di scintigrafia da eseguire (in media 3 ore). 

Dopo questa attesa, il paziente viene fatto sdraiare su un lettino. Con l’ausilio di un macchinario, simile nell’aspetto ad una risonanza magnetica aperta, e di una speciale telecamera, ci si sposta sopra la persona sdraiata su un tavolo e si rileva il tipo di radiazione emessa dai radionuclidi

Semplificando, non è il macchinario ad emettere radiazioni, come accade ad esempio con una classica radiografia, ma è il paziente a farlo, in seguito all’assunzione del radiofarmaco. La telecamera, chiamata gamma camera, quindi, riesce a individuare i punti in cui vengono emesse queste radiazioni nel punto bersaglio da analizzare. Il computer converte queste radiazioni in immagini. 

La scansione dura circa 20-30 minuti, ma in molti casi è necessario ripeterla dopo un paio di ore. 

Prima dell’esame è richiesto il digiuno e l’eventuale sospensione di farmaci, integratori e terapie alle quale ci si sottopone quotidianamente. Sarà il medico a fornire tutte le indicazioni del caso. 

Al termine dell’esame si può tornare normalmente a casa, con la raccomandazione di bere molti liquidi per accelerare l’escrezione del materiale radioattivo e di stare lontani di un paio di metri, per almeno 48 ore, da bambini e donne in gravidanza

Quando viene prescritta la scintigrafia?

Come accennato, la scintigrafia ha molte applicazioni, perché consente di analizzare tessuti, organi e ossa. 

Il medico potrebbe prescrivere questo esame per molti scopi differenti, ad esempio: 

  • diagnosticare un infarto del miocardio, una stenosi delle coronarie o una coronaropatia;
  • diagnosticare vari tipi di malattie della tiroide;
  • diagnosticare varie malattie, infezioni e danni alle ossa o, in oncologia, tumori ossei e metastasi alle ossa;
  • diagnosticare disturbi della motilità esofagea, una malattia da reflusso gastroesofageo, disturbi a carico dell’intestino tenue;
  • distinguere l’embolia polmonare da altre patologie che alterano l’afflusso di sangue nei polmoni;
  • identificare infiammazioni e infezioni;
  • localizzare un sanguinamento intestinale;
  • verificare eventuali blocchi dei dotti biliari, perdite di bile e disturbi della cistifellea;
  • verificare la presenza di alcuni tipi di tumore, come il carcinoma polmonare che si è diffuso al fegato, il tumore della tiroide e il tumore del colon-retto.

Tutti possono essere sottoposti ad una scintigrafia, su indicazione del medico curante, tranne le donne in gravidanza e in allattamento per evitare eventuali conseguenze al feto e al bambino.

ATTENZIONE:
Le informazioni qui riportate hanno carattere divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportati sono assunte in piena autonomia decisionale e a loro rischio.

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