Il Piano Sanitario del Fondo sanitario integrativo FASDA prevede la copertura delle spese di numerosi esami di alta specializzazione, tra cui la scintigrafia, insieme a molti altri come la mammografia, l’elettromiografia, la polisonnografia, la risonanza magnetica, l’holter pressorio, l’amniocentesi e la villocentesi.
La scintigrafia è un esame che può essere prescritto per valutare molte parti del corpo, come:
- tiroide;
- fegato;
- cistifellea;
- polmoni;
- vie urinarie;
- ossa;
- cervello;
- alcuni vasi sanguigni.
Il principio dell’imaging scintigrafico si basa sulla verifica o sull’esclusione della diagnosi di una malattia visualizzando l’assorbimento di una sostanza radioattiva da parte dell’organo o del tessuto bersaglio.
Essendo molto complesso e lungo da eseguire, non rientra tra gli esami di routine ai quali capita ad ognuno di noi di sottoporsi nel corso della propria vita.
Ma approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire cos’è la scintigrafia, come si esegue e perché viene prescritta.
Indice dei contenuti
Cos’è la scintigrafia
La scintigrafia è una procedura di medicina nucleare, che produce immagini, più precisamente scansioni, di strutture all’interno del corpo, comprese le aree in cui sono presenti cellule tumorali, utilizzata per diagnosticare, studiare e monitorare una malattia.
Simile alla radiografia convenzionale, alla risonanza magnetica, alla TC e all’ecografia, la scintigrafia determina il livello della sostanza radioattiva in vari organi e tessuti:
- cervello;
- fegato;
- reni;
- cuore;
- ossa;
- canale lacrimale;
- circolazione linfatica;
- stomaco;
- intestino;
- ghiandola paratiroidea;
- linfonodi;
- testicoli;
- ghiandole salivari.
In base all’oggetto dell’indagine, che può essere un organo, un tessuto, le ossa, i vasi sanguigni, la scintigrafia si distingue in:
- scintigrafia ossea, per lo studio di patologie del tessuto osseo, compresi i tumori;
- scintigrafia polmonare, per lo studio della perfusione polmonare;
- scintigrafia tiroidea, per lo studio delle alterazioni funzionali della tiroide già note o sospette;
- scintigrafia gastrointestinale, per lo studio del tratto digerente;
- scintigrafia paratiroidea, per lo studio delle alterazioni della paratiroide diagnosticate o sospette e per la localizzazione preoperatoria in pazienti con iperparatiroidismo già accertato;
- scintigrafia testicolare, per lo studio del flusso sanguigno dei testicoli;
- scintigrafia lacrimale, per lo studio di eventuali ostruzioni delle vie lacrimali;
- scintigrafia renale sequenziale, per lo studio della funzione renale in pazienti con patologia renale nota o sospetta;
- scintigrafia epatobiliare, per lo studio del fegato e delle vie biliari;
- scintigrafia miocardica, per lo studio della perfusione miocardica;
- linfoscintigrafia, per lo studio del sistema linfatico e per la visualizzazione dei linfonodi;
- scintigrafia globale corporea con traccianti immunologici e recettoriali o OCTREOSCAN, per lo staging e follow-up di tumori neuroendocrini esprimenti recettori per la somatostatina.
Ognuna di queste forme di scintigrafia prevede una preparazione e una esecuzione differente. Sarà il tecnico a fornire tutte le istruzioni del caso al momento della prenotazione dell’esame.
Come si esegue l’esame
In genere, per eseguire questo esame è necessario somministrare in vena o per via orale una piccola quantità di una sostanza chimica radioattiva chiamata radionuclide, che viaggia nel corpo attraverso il flusso sanguigno fino a raggiungere gli organi che si intende analizzare. Per questo motivo è anche chiamata scansione con radionuclidi.
Vengono utilizzati vari radionuclidi a seconda delle parti del corpo o dei diversi tipi di disturbi da indagare.
Questi radionuclidi sono impiegati anche nel trattamento di alcune malattie, come i disturbi della tiroide. Nel caso della scintigrafia, vengono utilizzati per legarsi ad alcune sostanze che si accumulano in parti specifiche dell’organismo.
Ad esempio, lo iodio per la tiroide o il difosfonato per le ossa.
Questa “unione” tra il radionuclide e la sostanza è chiamata tracciante radioattivo.
Tra la somministrazione del radiofarmaco e l’esecuzione dell’esame deve passare un po’ di tempo, che varia a seconda del tipo di scintigrafia da eseguire (in media 3 ore).
Dopo questa attesa, il paziente viene fatto sdraiare su un lettino. Con l’ausilio di un macchinario, simile nell’aspetto ad una risonanza magnetica aperta, e di una speciale telecamera, ci si sposta sopra la persona sdraiata su un tavolo e si rileva il tipo di radiazione emessa dai radionuclidi.
Semplificando, non è il macchinario ad emettere radiazioni, come accade ad esempio con una classica radiografia, ma è il paziente a farlo, in seguito all’assunzione del radiofarmaco. La telecamera, chiamata gamma camera, quindi, riesce a individuare i punti in cui vengono emesse queste radiazioni nel punto bersaglio da analizzare. Il computer converte queste radiazioni in immagini.
La scansione dura circa 20-30 minuti, ma in molti casi è necessario ripeterla dopo un paio di ore.
Prima dell’esame è richiesto il digiuno e l’eventuale sospensione di farmaci, integratori e terapie alle quale ci si sottopone quotidianamente. Sarà il medico a fornire tutte le indicazioni del caso.
Al termine dell’esame si può tornare normalmente a casa, con la raccomandazione di bere molti liquidi per accelerare l’escrezione del materiale radioattivo e di stare lontani di un paio di metri, per almeno 48 ore, da bambini e donne in gravidanza.
Quando viene prescritta la scintigrafia?
Come accennato, la scintigrafia ha molte applicazioni, perché consente di analizzare tessuti, organi e ossa.
Il medico potrebbe prescrivere questo esame per molti scopi differenti, ad esempio:
- diagnosticare un infarto del miocardio, una stenosi delle coronarie o una coronaropatia;
- diagnosticare vari tipi di malattie della tiroide;
- diagnosticare varie malattie, infezioni e danni alle ossa o, in oncologia, tumori ossei e metastasi alle ossa;
- diagnosticare disturbi della motilità esofagea, una malattia da reflusso gastroesofageo, disturbi a carico dell’intestino tenue;
- distinguere l’embolia polmonare da altre patologie che alterano l’afflusso di sangue nei polmoni;
- identificare infiammazioni e infezioni;
- localizzare un sanguinamento intestinale;
- verificare eventuali blocchi dei dotti biliari, perdite di bile e disturbi della cistifellea;
- verificare la presenza di alcuni tipi di tumore, come il carcinoma polmonare che si è diffuso al fegato, il tumore della tiroide e il tumore del colon-retto.
Tutti possono essere sottoposti ad una scintigrafia, su indicazione del medico curante, tranne le donne in gravidanza e in allattamento per evitare eventuali conseguenze al feto e al bambino.