Con il termine glomerulonefrite si fa riferimento ad un gruppo di malattie che causano infiammazione e danni ai glomeruli nei reni.
Come vedremo più nel dettaglio nel corso dell’articolo, questa condizione può derivare da vari meccanismi immunomediati, infezioni e altre malattie sistemiche, portando a un’ampia gamma di manifestazioni cliniche rilevanti.
Molto spesso subdola e asintomatica, se non diagnosticata in tempo utile e trattata con efficacia la glomerulonefrite può causare complicanze potenzialmente letali.
Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire in cosa consiste la glomerulonefrite, quali sono le cause, i sintomi, le complicanze, come si diagnostica e come si cura.
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Cos’è la glomerulonefrite
La glomerulonefrite è un’infiammazione dei glomeruli, piccole strutture a forma di gomitolo presenti nei reni, composte da una rete di capillari, che compongono la parte fondamentale dell’unità filtrante dei reni, chiamata nefrone.
Il loro compito principale è filtrare il sangue, trattenendo sostanze utili come proteine e cellule sanguigne, mentre permettono il passaggio di acqua e sostanze di scarto, che formeranno l’urina. Questo processo è essenziale per mantenere l’equilibrio dei liquidi e delle sostanze chimiche nel corpo.
Ne consegue che una loro infiammazione può compromettere la capacità dei reni di svolgere le loro funzioni, portando a un accumulo di tossine nel corpo.
Glomerulonefrite acuta e cronica
A seconda della sua manifestazione, la glomerulonefrite si può distinguere in due tipologie:
- acuta: si manifesta rapidamente, spesso in risposta a un’infezione, come una faringite streptococcica. I sintomi possono includere gonfiore (edema), ipertensione, presenza di sangue nelle urine (ematuria) e proteine nelle urine (proteinuria). Se diagnosticata e trattata precocemente, può essere reversibile;
- cronica: si sviluppa lentamente nel corso di mesi o anni, spesso senza sintomi evidenti nelle fasi iniziali. Può essere il risultato di una glomerulonefrite acuta non trattata o di altre malattie croniche come il diabete di tipo 1 o il lupus. Con il tempo, può causare danni permanenti ai reni, portando a insufficienza renale.
Come detto, la glomerulonefrite acuta si manifesta nell’immediato, spesso come risposta a un’infezione, e può risolversi in settimane o mesi con il trattamento adeguato.
In alcuni casi, come la glomerulonefrite post-streptococcica, i sintomi possono iniziare a migliorare in poche settimane dopo la cura dell’infezione primaria. Tuttavia, il recupero completo della funzione renale può richiedere da 6 a 12 mesi.
Se trattata tempestivamente, la maggior parte dei pazienti guarisce senza danni permanenti, ma in alcuni casi può evolvere in una forma cronica, condizione spesso silente e che può durare per tutta la vita, con un peggioramento graduale della funzione renale.
Glomerulonefrite primaria e secondaria
Un’altra classificazione di questa condizione è relativa all’origine dell’infiammazione, che può essere primaria o secondaria:
- primaria: si verifica senza la presenza di una malattia sistemica. L’origine è direttamente legata ai reni e include malattie come la glomerulonefrite membranosa o la nefropatia a depositi di IgA. La causa non è sempre identificabile;
- secondaria: è causata da un’altra condizione sistemica che colpisce i reni come complicanza. Malattie come il lupus eritematoso sistemico, il diabete mellito o infezioni croniche possono provocare una glomerulonefrite secondaria. In questo caso, l’infiammazione dei glomeruli è una manifestazione di una malattia più ampia.
Individuare l’origine della malattia è di fondamentale importanza per il suo trattamento.
Quali sono le cause dell’infiammazione dei glomeruli?
La glomerulonefrite può avere diverse cause, che possono essere suddivise in infezioni, malattie autoimmuni, condizioni croniche e cause genetiche o ereditarie.
Nel dettaglio:
- infezioni batteriche: come l’infezione da streptococco, che può scatenare una glomerulonefrite post-streptococcica, spesso dopo una faringite o un’infezione cutanea;
- infezioni virali: virus come l’epatite B, epatite C o HIV possono causare infiammazione dei glomeruli;
- lupus eritematoso sistemico: è una malattia autoimmune in cui il sistema immunitario attacca vari organi, compresi i reni, causando glomerulonefrite;
- sindrome di Goodpasture: è una condizione rara in cui il sistema immunitario attacca i reni e i polmoni;
- vasculiti: si tratta di infiammazioni dei vasi sanguigni che possono coinvolgere anche i glomeruli;
- diabete: può causare danni ai glomeruli, una condizione nota come nefropatia diabetica;
- ipertensione: la pressione alta può danneggiare i vasi sanguigni nei reni, compresi i glomeruli, causando infiammazione e cicatrizzazione;
- nefropatia a depositi di IgA (malattia di Berger): consiste in una malattia genetica in cui si accumulano immunoglobuline A (IgA) nei glomeruli, causando infiammazione;
- malattie ereditarie: un esempio è la sindrome di Alport, che danneggia la membrana basale dei glomeruli.
In alcuni casi, la causa dell’infiammazione dei glomeruli può rimanere sconosciuta, e la condizione viene classificata come glomerulonefrite idiopatica.
Quali sono i sintomi della glomerulonefrite?
I sintomi della glomerulonefrite possono variare a seconda della forma acuta o cronica della malattia, e della gravità del danno ai glomeruli.
I principali sono i seguenti:
- Sintomi della glomerulonefrite acuta:
- ematuria (sangue nelle urine): le urine possono apparire di colore scuro, rossastro o marrone, simile al colore della Coca-Cola, a causa della presenza di globuli rossi;
- proteinuria (proteine nelle urine): le urine possono apparire schiumose a causa dell’eccessiva perdita di proteine;
- edema: gonfiore, soprattutto nelle zone di mani, piedi, viso e intorno agli occhi, dovuto alla ritenzione di liquidi;
- ipertensione: un aumento della pressione arteriosa è comune poiché i reni non riescono a regolare correttamente i liquidi nel corpo;
- oliguria: consiste nella riduzione della quantità di urina prodotta (meno di 500/ml al giorno);
- fatica e debolezza: condizione dovuta all’accumulo di tossine nel sangue e alla perdita di proteine essenziali;
- dolore addominale o lombare: in alcuni casi si può avvertire un dolore nella zona lombare, che si riflette sui reni.
- sintomi della glomerulonefrite cronica:
- urine schiumose: dovute alla proteinuria, come spiegato prima, che può persistere a lungo;
- edema generalizzato: gonfiore persistente in tutto il corpo, particolarmente evidente negli arti inferiori;
- ipertensione cronica: pressione alta prolungata, che può danneggiare ulteriormente i reni;
- anemia: dovuta a una ridotta produzione di eritropoietina, un ormone renale che stimola la produzione di globuli rossi;
- stanchezza cronica: sensazione di debolezza persistente dovuta all’accumulo di tossine e al malfunzionamento renale;
- difficoltà respiratorie: possono verificarsi a causa dell’accumulo di liquidi nei polmoni (edema polmonare) nelle fasi avanzate;
- perdita di appetito e nausea: questi sintomi sono associati all’accumulo di prodotti di scarto nel sangue.
Nella glomerulonefrite cronica, i sintomi possono svilupparsi lentamente e spesso non sono evidenti fino a quando non si verifica un danno significativo ai reni.
Quali sono le principali complicanze?
Una condizione di infiammazione dei glomeruli non trattata in modo adeguato può portare a numerose complicanze, alcune anche particolarmente gravi e invalidanti.
Nello specifico:
- insufficienza renale acuta: nella forma acuta, l’infiammazione può essere così grave da interrompere improvvisamente la capacità dei reni di filtrare il sangue, causando insufficienza renale acuta. In questo caso, il paziente potrebbe richiedere una dialisi temporanea per rimuovere le tossine dal sangue;
- insufficienza renale cronica: nel lungo periodo, la glomerulonefrite può causare danno renale permanente che porta alla progressiva perdita della funzione renale, conosciuta come malattia renale cronica. Se non trattata, può evolvere in insufficienza renale terminale (stadio finale della malattia renale), richiedendo la dialisi permanente o un trapianto di rene;
- sindrome nefrosica: la glomerulonefrite può causare una perdita significativa di proteine nelle urine (proteinuria massiva), portando a una condizione chiamata sindrome nefrosica. Questa sindrome è caratterizzata da grave gonfiore (edema), livelli molto bassi di proteine nel sangue (ipoalbuminemia), livelli elevati di lipidi nel sangue (iperlipidemia) e un aumento del rischio di infezioni e trombosi;
- ipertensione: l’infiammazione dei glomeruli compromette la capacità dei reni di regolare i liquidi nel corpo, contribuendo all’aumento della pressione che, se non controllata, può causare ulteriori danni e aumentare il rischio di complicanze cardiovascolari, come infarto e ictus;
- edema polmonare: come accennato prima, l’eccessivo accumulo di liquidi nel corpo a causa della ridotta funzione renale può portare a edema polmonare, una condizione in cui i polmoni si riempiono di liquidi, causando difficoltà respiratorie che possono mettere in pericolo la vita;
- aumento del rischio di infezioni: la sindrome nefrosica e la glomerulonefrite possono ridurre l’efficacia del sistema immunitario, aumentando il rischio di infezioni gravi, come polmonite, sepsi e peritonite;
- disturbi elettrolitici: l’incapacità dei reni di mantenere l’equilibrio degli elettroliti può causare iperpotassiemia (livelli elevati di potassio nel sangue), che può portare a problemi cardiaci, tra cui aritmie potenzialmente fatali;
- anemia: la forma cronica dell’infiammazione può compromettere la produzione di eritropoietina, l’ormone che stimola la produzione di globuli rossi, portando a anemia e stanchezza cronica;
Insomma, com’è facile intuire queste complicanze evidenziano l’importanza di una diagnosi precoce e di un trattamento adeguato della glomerulonefrite per prevenire danni permanenti ai reni e altre conseguenze gravi.
Come si fa la diagnosi?
La diagnosi della glomerulonefrite richiede una combinazione di esami clinici, test di laboratorio e, in alcuni casi, indagini strumentali.
Si inizia, come sempre, con un’accurata anamnesi seguita da un esame fisico da parte del medico per identificare sintomi, storia di infezioni recenti, malattie autoimmuni, farmaci assunti, la presenza di fattori di rischio come diabete o ipertensione, segni di edema (gonfiore), e altre manifestazioni.
Dopodiché, il medico può prescrivere degli esami delle urine, attraverso i quali rivelare:
- ematuria: presenza di globuli rossi nelle urine, che possono dare un colore rossastro o marrone;
- proteinuria: eccesso di proteine nelle urine, che può indicare danni ai glomeruli;
- cilindri urinari: sono frammenti microscopici di materiale che possono essere presenti nelle urine in caso di danno renale;
- test delle 24 ore: utilizzato per quantificare la perdita di proteine nelle urine nell’arco di una giornata.
A quelli delle urine in genere si affiancano anche diversi esami del sangue, tra cui i seguenti:
- creatinina e azotemia: misurano i livelli di creatinina e azoto ureico nel sangue, che possono aumentare se i reni non funzionano correttamente;
- velocità di filtrazione glomerulare: è una stima della funzione renale. Un GFR ridotto indica una compromissione della funzione renale;
- test sierologici: utilizzati per cercare anticorpi o marker di infezioni e malattie autoimmuni, tra cui antistreptolisina O (ASO), che può indicare un’infezione da streptococco precedente, e autoanticorpi, come gli anticorpi antinucleo (ANA) o anticorpi anti-membrana basale glomerulare, che indicano la presenza di malattie autoimmuni come lupus o sindrome di Goodpasture.
Inoltre, può essere eseguita una ecografia per valutare le dimensioni, la forma e la struttura dei reni, e rilevare eventuali anomalie, infiammazioni o cicatrici.
La biopsia renale è spesso il test definitivo per confermare la diagnosi di glomerulonefrite e determinarne il tipo. Durante la biopsia, viene prelevato un piccolo campione di tessuto renale per essere esaminato al microscopio. Questo aiuta a valutare il grado di infiammazione, i danni ai glomeruli e la presenza di eventuali malattie sottostanti, ed è essenziale per guidare il trattamento.
Infine, possono essere eseguiti altri test specifici, come:
- elettroforesi delle proteine urinarie o sieriche: utilizzata per identificare proteine specifiche nelle urine, che possono indicare il tipo di glomerulonefrite;
- test genetici: in alcuni casi, specialmente nei bambini o in casi familiari, possono essere effettuati per identificare malattie ereditarie associate alla glomerulonefrite, come la sindrome di Alport.
La glomerulonefrite può essere confusa con altre malattie renali o sistemiche, quindi è fondamentale escludere condizioni come nefropatia diabetica, nefropatia ipertensiva o altre malattie infiammatorie renali.
Come si cura la glomerulonefrite?
Il trattamento della glomerulonefrite dipende dalla causa, dalla gravità e dal tipo (acuta o cronica) della condizione. L’obiettivo principale della terapia, in ogni caso, è ridurre l’infiammazione, proteggere i reni e prevenire ulteriori danni.
Vediamo, quindi, quali sono i principali approcci terapeutici:
- Farmaci:
- corticosteroidi: utilizzati per ridurre l’infiammazione nei glomeruli;
- immunosoppressori: possono essere utilizzati nelle forme autoimmuni, come il lupus, per sopprimere l’attività del sistema immunitario e prevenire ulteriori danni renali;
- antibiotici: se causata da un’infezione (ad esempio, post-streptococcica), gli antibiotici sono utilizzati per trattare l’infezione sottostante. Tuttavia, non trattano direttamente l’infiammazione renale;
- diuretici: utilizzati per ridurre l’edema, aiutano a eliminare l’eccesso di liquidi dal corpo, alleviando gonfiore e pressione alta;
- antipertensivi: usati per controllare la pressione arteriosa e proteggere la funzione renale;
- farmaci anticoagulanti: in alcuni casi, se c’è rischio di trombosi, possono essere prescritti per prevenire la formazione di coaguli di sangue.
- modifiche nello stile di vita:
- dieta a basso contenuto di sodio: ridurre l’assunzione di sale aiuta a gestire la pressione alta e l’edema;
- riduzione dell’assunzione di proteine: una dieta a basso contenuto proteico può essere raccomandata per ridurre lo sforzo sui reni, specialmente nei casi di proteinuria massiva o malattia renale cronica;
- controllo dei liquidi: limitare l’assunzione di liquidi può essere necessario in caso di ritenzione idrica grave.
- trattamento dell’insufficienza renale:
- dialisi: se i reni non riescono più a filtrare adeguatamente il sangue, la dialisi (emodialisi o dialisi peritoneale) può essere necessaria per rimuovere le tossine e i liquidi in eccesso dal corpo;
- trapianto di rene: nei casi di insufficienza renale terminale, può essere un’opzione per sostituire la funzione renale.
- trattamento delle cause sottostanti:
- malattie autoimmuni: se la glomerulonefrite è secondaria a malattie autoimmuni come il lupus, il trattamento è focalizzato sulla gestione della malattia autoimmune con farmaci immunosoppressori;
- diabete e ipertensione: nei pazienti con nefropatia diabetica o glomerulonefrite causata da ipertensione, è essenziale un controllo rigoroso del livello di zucchero nel sangue e della pressione arteriosa per prevenire ulteriori danni renali.
- plasmaferesi: in alcuni casi, come nella sindrome di Goodpasture o nelle vasculiti gravi, può essere utilizzata la plasmaferesi, una procedura che rimuove gli anticorpi dannosi dal sangue, riducendo l’infiammazione.
I pazienti devono sottoporsi a controlli regolari per monitorare la funzione renale, i livelli di elettroliti, la pressione sanguigna e altri parametri, valutare l’evoluzione della malattia e l’efficacia del trattamento.