Quando si parla di gravidanza a rischio si fa riferimento a diverse condizioni in grado, potenzialmente, di compromettere la salute del bambino e della madre, tra cui la cosiddetta gestosi, più correttamente detta preeclampsia. Il prefisso “pre”, però, ci fa capire che si tratta di qualcosa che precede altro, ovvero la eclampsia.
L’eclampsia è una complicanza molto grave della gravidanza, più grave della preeclampsia, caratterizzata, come vedremo nel dettaglio, da crisi convulsive potenzialmente fatali.
Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire cos’è la eclampsia, quali sono le differenze con la preeclampsia e come comportarsi in presenza di questa condizione.
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Cosa è la eclampsia?
L’eclampsia è una condizione medica che può verificarsi durante la gravidanza, solitamente nel terzo trimestre. Si tratta di una sindrome polimorfa, caratterizzata da pressione sanguigna alta e danni ai reni.
Le donne colpite da eclampsia possono sperimentare crisi convulsive, molto pericolose per se stesse e per il feto, che possono verificarsi improvvisamente e senza preavviso, ma spesso sono precedute da altri sintomi di preeclampsia, come:
- mal di testa;
- visione offuscata;
- nausea e vomito.
L’eclampsia colpisce circa 1 donna su 200 che presenta già sintomi accertati della preeclampsia, anche in assenza di una storia di convulsioni.
Sono considerate maggiormente a rischio le donne a cui è stata diagnostica la preeclampsia, ma anche in caso di:
- ipertensione gestazionale o cronica (pressione alta);
- età superiore ai 35 anni o inferiore ai 20 anni;
- gravidanza multipla;
- prima gravidanza;
- diabete gestazionale o altra condizione che colpisce i vasi sanguigni;
- nefropatia.
Trattandosi di una complicazione grave della gravidanza, questa condizione medica richiede un trattamento d’urgenza per prevenire conseguenze più gravi. Se si sospetta di avere sintomi riconducibili a preeclampsia o eclampsia, si consiglia di contattare immediatamente il medico o recarsi al pronto soccorso.
Qual è la differenza tra preeclampsia ed eclampsia?
La preeclampsia e l’eclampsia sono due condizioni mediche che possono verificarsi durante la gravidanza, compromettendo la salute della futura mamma e del bambino. Una precede l’altra, ma qual è la differenza tra le due?
La preeclampsia è una complicazione della gravidanza caratterizzata da pressione sanguigna alta (ipertensione) e danni ai reni (proteinuria), che può verificarsi dopo la 20a settimana di gravidanza; è considerata una condizione grave, che richiede una diagnosi e un trattamento tempestivo per prevenire danni irreversibili.
L’eclampsia, invece, è una forma più grave di preeclampsia, una sua evoluzione, in cui la donna presenta crisi convulsive o convulsioni, spesso precedute da sintomi tipici della gestosi.
Si tratta, come spiegato, di una emergenza medica che richiede un trattamento immediato per prevenire danni permanenti alla madre e al bambino.
In conclusione, possiamo dire che eclampsia e preeclampsia sono l’una l’evoluzione dell’altra.
Quali sono i rischi in caso di eclampsia?
La eclampsia può portare a numerose complicanze sia per la madre che per il feto. Le più comuni sono le seguenti:
- insufficienza renale: la eclampsia può causare danni ai reni della madre, portando a insufficienza renale. In alcuni casi, la madre potrebbe doversi sottoporre a dialisi per mantenere la funzione renale;
- problemi neurologici: le crisi convulsive possono danneggiare il cervello della madre, causando problemi neurologici come perdita di memoria, difficoltà di apprendimento e paralisi;
- problemi cardiovascolari, come insufficienza cardiaca, infarto e ictus;
- distacco di placenta, che può portare a una ridotta ossigenazione del feto;
- nascita prematura: la eclampsia può portare a un parto prematuro, il che può comportare rischi per la salute del feto, come problemi respiratori e di sviluppo;
- mortalità materna e fetale, specialmente se non viene trattata tempestivamente.
È importante sottolineare che il trattamento tempestivo della eclampsia può ridurre il rischio di complicanze sia per la madre che per il feto. Pertanto, è fondamentale sottoporsi a controlli regolari durante la gravidanza e segnalare ogni sintomo al proprio medico.
Cosa fare in caso di eclampsia?
Il trattamento dell’eclampsia dipende dalla gravità della condizione. In generale, il primo passo è quello di stabilizzare la madre e il feto, se necessario. Ciò può includere la somministrazione di farmaci per controllare la pressione sanguigna e prevenire le crisi convulsive.
Inoltre, in caso di eclampsia la gravidanza viene considerata a rischio, e spesso è necessario pianificare un parto prematuro per evitare danni alla madre e al feto. Se il parto non è possibile immediatamente, la madre potrebbe dover essere ospedalizzata per un monitoraggio costante.