Cos’è un attacco ischemico transitorio (TIA) o mini ictus?

da | Ago 2, 2023 | Malattie Cardiovascolari, Sanità Integrativa | 0 commenti

L’attacco ischemico transitorio (TIA) rappresenta un’emergenza neurologica, che richiede la massima attenzione e tempestività nell’intervento.  

Spesso denominato “mini-ictus”, il TIA presenta, come vedremo nel dettaglio, sintomi simili a quelli di un ictus, dal quale si differenzia per la sua durata temporanea e per il recupero completo delle funzioni neurologiche.

Ciò nonostante, un attacco ischemico transitorio non può e non deve essere sottovalutato, perché è considerato un campanello d’allarme per un possibile ictus futuro. Infatti, la maggior parte delle persone che sperimentano un TIA presentano un rischio significativamente più alto di subire un ictus nei giorni o nelle settimane successive

Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire cos’è un attacco ischemico transitorio, quali sono le cause principali, come si manifesta, quali sono le misure preventive e le possibili terapie da adottare per scongiurare un ictus

Cos’è un attacco ischemico transitorio?

Un attacco ischemico transitorio (TIA, acronimo inglese di Transient ischaemic attack), anche noto come mini-ictus o ictus transitorio, è una condizione neurologica temporanea caratterizzata da una breve interruzione del flusso sanguigno verso una parte del cervello

Questo evento, sebbene abbia sintomi simili a quelli di un ictus, dura solo per un breve periodo, generalmente da pochi minuti a un massimo di 24 ore, a differenza di un ictus completo, in cui i sintomi persistono per più di 24 ore.

L’attacco ischemico transitorio è provocato dall’occlusione temporanea di un vaso sanguigno nel cervello o nelle sue vicinanze. Questa occlusione può essere causata da diverse ragioni, ma il meccanismo comune alla base è l’ischemia, ovvero la riduzione temporanea del flusso sanguigno a causa di un coagulo di sangue (trombo) o di un accumulo di materiale aterosclerotico (placca) che restringe temporaneamente il lume del vaso sanguigno.

Cosa significa? Durante un mini ictus, l’area del cervello che normalmente riceve il sangue dal vaso occluso subisce una carenza di ossigeno e nutrienti essenziali, provocando una temporanea disfunzione delle cellule cerebrali coinvolte. 

Fortunatamente, poiché l’occlusione è solo temporanea, il danno cellulare è generalmente minimo o assente, e le funzioni neurologiche tendono a ritornare alla normalità una volta che il flusso sanguigno è ripristinato.

Tuttavia, non deve essere sottovalutato perché, come accennato prima, rappresenta un segnale di allarme per un rischio aumentato di ictus completo in futuro, soprattutto nelle 24-48 ore successive all’evento. 

È quindi essenziale riconoscere tempestivamente un attacco ischemico transitorio e cercare cure mediche adeguate per identificare le cause sottostanti e ridurre il rischio di un ictus futuro. 

Cause principali del mini ictus

Come spiegato prima, le cause principali di un attacco ischemico transitorio sono da individuare nella formazione temporanea di un coagulo di sangue oppure in un’occlusione temporanea di un vaso sanguigno nel cervello o nelle sue vicinanze. 

Questi fenomeni possono, a loro volta, essere provocati da differenti condizioni sottostanti, tra cui le seguenti:

  • tromboembolia: un coagulo di sangue può formarsi in una parte del corpo, ad esempio nel cuore o nelle arterie carotidi. Questo coagulo può poi staccarsi e viaggiare attraverso il flusso sanguigno fino a raggiungere un vaso sanguigno più piccolo presente nel cervello, bloccandolo temporaneamente e causando il TIA;
  • placche aterosclerotiche: l’aterosclerosi è una condizione in cui le pareti dei vasi sanguigni si ispessiscono a causa dell’accumulo di materiale lipidico e di detriti cellulari, che formano delle placche. Le placche aterosclerotiche possono svilupparsi nelle arterie carotidi e, se si rompono o si staccano, possono causare l’occlusione temporanea di un vaso cerebrale e l’insorgenza di un mini ictus;
  • fibrillazione atriale: è un disturbo del ritmo cardiaco in cui le camere superiori del cuore (gli atri) battono in modo irregolare e disorganizzato. Questa condizione può favorire la formazione di coaguli di sangue che, se migrano verso il cervello, possono causare un ictus transitorio;
  • stenosi arteriosa: la stenosi arteriosa è una condizione in cui l’arteria si restringe a causa della formazione di placche o di un’infiammazione delle pareti del vaso. Questo restringimento può causare una diminuzione del flusso sanguigno al cervello, aumentando il rischio di attacco ischemico transitorio;
  • embolia gassosa o da detriti: in alcune circostanze, piccole bolle d’aria o detriti provenienti da altre parti del corpo possono essere trasportati attraverso il flusso sanguigno e causare l’occlusione temporanea di un vaso cerebrale, provocando un TIA.

È importante sottolineare che le cause sottostanti possono variare da individuo a individuo, e talvolta possono coesistere più fattori predisponenti

Identificare la causa specifica è fondamentale per stabilire il trattamento e adottare misure preventive adeguate per ridurre il rischio di ictus futuri. Pertanto, in caso di sospetto mini ictus o sintomi neurologici transitori, è essenziale consultare tempestivamente un medico per una valutazione accurata e un piano di gestione appropriato.

Quali sono i fattori di rischio?

Quanto appena elencato è generalmente associato ad alcuni fattori di rischio, che aumentano le probabilità di sviluppare le cause scatenanti di un attacco ischemico transitorio

Quali sono questi fattori di rischio? 

  • età avanzata: il rischio aumenta con l’avanzare dell’età, poiché le arterie tendono a indurirsi e accumulare placche aterosclerotiche nel corso degli anni;
  • ipertensione: una pressione sanguigna non controllata può danneggiare le pareti dei vasi sanguigni, favorendo la formazione di placche e aumentando il rischio di tromboembolia;
  • diabete mellito: l’alto livello di zucchero nel sangue nel diabete può danneggiare le pareti dei vasi sanguigni e aumentare il rischio di aterosclerosi;
  • ipercolesterolemia: livelli elevati di colesterolo LDL (il cosiddetto “colesterolo cattivo”) nel sangue possono contribuire alla formazione di placche aterosclerotiche;
  • storia familiare di TIA o ictus: se un familiare ha avuto un TIA o un ictus, il rischio può essere leggermente aumentato a causa di predisposizioni genetiche o condivisione di altri fattori scatenanti;
  • malattie cardiovascolari: patologie come cardiopatia coronarica, insufficienza cardiaca, fibrillazione atriale e altre condizioni che coinvolgono il sistema cardiovascolare possono aumentare il rischio di mini ictus;
  • stile di vita poco sano: abitudini come il fumo, una dieta poco salutare, sedentarietà e l’eccesso di peso contribuiscono a elevare il rischio di ictus transitorio;
  • uso di contraccettivi orali combinati: alcune formulazioni di contraccettivi orali possono aumentare il rischio di tromboembolia;
  • aneurismi cerebrali: un aneurisma cerebrale, ovvero una protuberanza debole in un vaso sanguigno cerebrale, può aumentare il rischio di TIA se il coagulo ostruisce temporaneamente il vaso.

Identificare e trattare tempestivamente i fattori di rischio può contribuire significativamente a ridurre la probabilità di un attacco ischemico transitorio e di complicanze cerebrovascolari future.

Come si manifesta? I sintomi del TIA

I sintomi di un attacco ischemico transitorio sono simili a quelli di un ictus, dai quali si differenziano essenzialmente per la durata minore.

Tali sintomi possono variare a seconda dell’area del cervello interessata dall’occlusione temporanea del flusso sanguigno. 

Ma come si manifesta? Alcuni dei sintomi più comuni includono:

  • compromissione della vista: visione offuscata, visione doppia o perdita temporanea della vista in uno o entrambi gli occhi;
  • difficoltà nel parlare: difficoltà a parlare o a comprendere il linguaggio, espressioni incoerenti o discorso confuso;
  • debolezza o paralisi: debolezza improvvisa o perdita temporanea di forza in un braccio o una gamba, spesso concentrata su un solo lato del corpo;
  • intorpidimento o formicolio: sensazioni di intorpidimento o formicolio in una parte del corpo, di solito su un lato;
  • problemi di equilibrio e coordinazione: difficoltà a camminare in modo stabile o a mantenere l’equilibrio;
  • vertigini o sensazione di testa leggera: sensazione di giramenti di testa o vertigini improvvise.

È importante notare che i sintomi di un attacco ischemico transitorio possono scomparire completamente e rapidamente, spesso entro pochi minuti o alcune ore. 

Poiché la durata dell’evento è temporanea, molte persone tendono a ignorare i sintomi o ad attribuirli a una causa momentanea. Tuttavia, non bisogna sottovalutare l’importanza di tali segnali, poiché, come spiegato, un mini ictus è un campanello d’allarme per un rischio aumentato di ictus completo in futuro.

Quindi, in presenza di uno o più dei presenti sintomi, è fondamentale recarsi in ospedale per ricevere adeguate e tempestive cure mediche

Come si esegue la diagnosi di TIA?

La diagnosi di un attacco ischemico transitorio è un processo complesso, che richiede una valutazione accurata da parte di un medico o di un professionista sanitario. 

In effetti, poiché i sintomi possono essere simili a quelli di altre condizioni, è fondamentale eseguire una serie di esami e valutazioni per confermare la diagnosi

Ecco come si procede:

  • anamnesi e valutazione dei sintomi: il medico inizierà chiedendo una dettagliata storia clinica per comprendere i sintomi e il loro sviluppo, nonché eventuali fattori di rischio presenti;
  • esame neurologico: verrà effettuato un esame fisico completo, con particolare attenzione al sistema nervoso, per rilevare eventuali segni di deficit neurologici, come debolezza muscolare, intorpidimento, alterazioni della vista o problemi di equilibrio;
  • valutazione dell’ictus: sarà importante escludere la presenza di un ictus completo, poiché talvolta i sintomi di un TIA possono essere simili a quelli di un ictus iniziale. Esami come la tomografia computerizzata (TAC) o la risonanza magnetica (RM) del cervello possono essere utilizzati per escludere un ictus completo o individuare eventuali segni di danno cerebrale;
  • esami di laboratorio: analisi del sangue possono essere eseguite per valutare i livelli di colesterolo, glucosio e altri parametri che possono essere correlati ai fattori di rischio di un mini ictus, come ipertensione o diabete;
  • esami vascolari: test come l’ecografia Doppler delle arterie carotidi possono essere eseguiti per valutare il flusso sanguigno e la presenza di stenosi o placche aterosclerotiche nelle arterie principali del collo;
  • elettrocardiogramma (ECG): può essere eseguito per rilevare anomalie nel ritmo cardiaco, come la fibrillazione atriale, che può essere correlata all’insorgenza di un TIA;
  • test di imaging vascolare avanzato: a seconda della situazione individuale, il medico potrebbe richiedere ulteriori esami di imaging vascolare, come l’angiografia cerebrale o l’angiografia a risonanza magnetica, per ottenere immagini dettagliate dei vasi sanguigni nel cervello e identificare eventuali anomalie;
  • monitoraggio prolungato: in alcuni casi, potrebbe essere raccomandato il monitoraggio cardiaco prolungato, ad esempio tramite l’utilizzo di un holter pressorio, per rilevare eventuali episodi di fibrillazione atriale o altri disturbi del ritmo cardiaci.

Dopo aver eseguito i vari esami e test, il medico sarà in grado di confermare la diagnosi di attacco ischemico transitorio e stabilire il piano di trattamento appropriato, che può includere misure preventive per ridurre il rischio di ictus futuri

A tal proposito, invitiamo a leggere il nostro articolo Come prevenire un ictus: alimentazione e stile di vita.

Trattamento del TIA

Il trattamento dell’attacco ischemico transitorio è finalizzato a prevenire la recidiva dell’episodio, e ridurre il rischio di sviluppare un ictus completo

L’obiettivo principale è, quindi, individuare e gestire le cause sottostanti che hanno contribuito all’evento

Le opzioni terapeutiche principali sono le seguenti:

  • prevenzione dei fattori di rischio: la gestione dei fattori di rischio è un passo cruciale per ridurre il rischio di recidiva del TIA e prevenire ictus futuri. Questo può includere il controllo della pressione sanguigna, il trattamento del diabete, la riduzione dei livelli di colesterolo LDL, la cessazione del fumo e l’adozione di uno stile di vita sano, con una dieta equilibrata e l’esercizio fisico regolare;
  • terapia antiaggregante piastrinica: alcuni pazienti possono essere sottoposti a terapia antiaggregante piastrinica, come l’aspirina, per prevenire la formazione di coaguli di sangue e ridurre il rischio di occlusioni vascolari;
  • anticoagulanti: in alcuni casi, soprattutto quando è presente la fibrillazione atriale, possono essere prescritti anticoagulanti per prevenire la formazione di coaguli e il loro potenziale viaggio al cervello;
  • chirurgia o interventi vascolari: in situazioni specifiche, ad esempio quando la stenosi delle arterie carotidi è significativa, può essere considerata l’intervento chirurgico o l’angioplastica con stent per migliorare il flusso sanguigno e prevenire future occlusioni vascolari;
  • gestione delle complicanze: in alcuni casi, potrebbero essere necessarie cure aggiuntive per gestire eventuali complicanze del mini ictus o per favorire il recupero completo delle funzioni neurologiche;
  • follow-up e monitoraggio: dopo un episodio ischemico transitorio, è essenziale seguire le indicazioni del medico e partecipare a regolari visite di follow-up, per valutare l’efficacia del trattamento e apportare eventuali aggiustamenti.

L’obiettivo principale del trattamento del TIA, lo ricordiamo, è prevenire un ictus completo e ridurre al minimo il rischio di complicanze neurologiche a lungo termine

Una diagnosi precoce e un trattamento tempestivo posso fare la differenza. Per questa ragione, si raccomanda di affidarsi immediatamente alle cure di personale medico per ricevere assistenza sanitaria e prevenire complicanze anche molto gravi e invalidanti.

ATTENZIONE:
Le informazioni qui riportate hanno carattere divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportati sono assunte in piena autonomia decisionale e a loro rischio.

Segui FASDA su Facebook